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Adattamento dei pazienti all’interno della REMS di Carovigno

A distanza di due mesi dall’ingresso dei pri- mi 12 pazienti in REMS nell’ambito dell’attività “scrittura creativa” si è chiesto agli ospiti una ri- flessione sul confronto tra il livello di benessere percepito nell’ambiente di provenienza (OPG- CRAP-libertà) e quello percepito nella REMS (Graf. 1). Era atteso un livello di benessere per- cepito inferiore tra coloro che provenivano dalla libertà rispetto alle restrizioni della REMS; è stato interessante osservare che la percezione di benes- sere in REMS si equipara al livello di benessere percepito in un contesto comunitario riabilitativo (es. CRAP); mentre di grande suggestione sono stati i racconti scritti di coloro che proveniva-

no dagli OPG. In alcuni dei loro scrit- ti, rispetto alle prime impressioni della REMS, si legge: ”è stato bellissimo, come passare dall’inferno al paradiso”, “non ci sono guardie, sbarre, celle, let- ti di contenzione, si è molto più puliti, curati e seguiti e si mangia molto bene”, “ io ero disorientato, non c’erano sbar- re ma c’erano troppe telecamere e mi è sembrato un po’ strano”, “per me i van- taggi dello stare in REMS sono di sta- re più libero, non stare dietro le sbarre, poter colloquiare con la psicologa, avere più libertà”, “mi è piaciuto trovare nuovi amici, mi piace la struttura, il persona- le,…”, “la terapia è ridotta, per esempio prendo meno valium”.

È stato chiesto, poi, ai pazienti quali fossero le loro aspettative per il futuro e tutti le hanno espresse attraverso i bisogni più “normali” : vivere una vita libera, tornare a casa, lavorare, sposarsi, avere dei figli, allenarsi, finire gli studi. Nonostante le aspetta- tive per il futuro, vi è tuttavia uno scarto tra le aspettative riabilitative (spesso non aderenti alla realtà) e la compliance riabilitativa (con- sapevolezza di malattia a volte compro- messa che porta a scarsa collaborazione nella terapia), come esemplificato nel Grafico 2 a partire da quanto osservato in questa prima fase di accoglienza sui primi 12 pazienti afferiti.

Infine, a partire dalle rilevazioni ot- tenute dalla compilazione della scala “comportamenti notturni” della Neu- ropsychiatric Inventory (Cummings et. al.,1994) e dell’Overt Aggression Scale (S.C. Yudofsky et al., 1986) si è osserva- ta una interessante variazione tra lo stato di confusione, smarrimento e agitazione

0 5 10 15 20 25

OPG/ CC CRAP/SPDC LIBERTA'

LIV BENESSERE PREC LIV BENESSERE REMS

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 N 1 N 2 N 3 N 4 N 5 N 6 N 7 N 8 N 9 N 10 11N 12N ASPETTATIVE RIABILITATIVE COMPL RIABILITATIVA

GRAF. 2– Aspettative e compliance riabilitativa

21 12 3 14 6 3 0 2 5

VAGARE PER LA SRUTTURA RICHIESTE DI TP

BIS/CIBO/SIGARETTE

COMPORTAMENTI AGGRESSIVI/INTIMIDATORI

sett 1 sett 2 sett 3

Graf. 3- Num. eventi comportamenti notturni- NPI Graf. 1 - Livello benessere percepito

che caratterizza il comportamento dei pazienti al momento dell’ingresso, manifesto soprattutto nelle ore notturne e la maggior serenità e dispo- nibilità a collaborare delle settimane successive, fatta eccezione per un caso isolato che, continua a manifestare comportamenti oppositivi reiterati. Il numero di episodi salienti rilevati nel corso delle prime tre settimane sono riportati nel Grafico 3.

Criticità riscontrate in questa fase

iniziale

La maggior parte delle criticità riscontrate in questi primi mesi riguardano la compliance far- macologica e riabilitativa che, come discusso in precedenza non sempre è presente; inoltre gli utenti provenienti dagli OPG e riassorbiti nelle REMS hanno terapie farmacologiche imposta- te prevalentemente con neurolettici tipici ad alte dosi (numerosi effetti collaterali – difficoltà nel- lo switch – farmacoresistenza) e i pazienti pro- venienti dalla libertà spesso sono privi di tratta- mento impostato (per allontanamento dal servizio territoriale o perché mai presi in cura dal DSM). Altro tipo di criticità si riscontra durante episodi di agitazione o aggressività soprattutto nelle fasi di transizione come ad esempio il momento dei nuovi ingressi, la notizia di un trasferimento, la convocazione in tribunale per una udienza o la data del riesame della pericolosità sociale.

Conclusioni

L’esperienza della REMS si rivela come una sfida quotidiana, sempre ricca di sorprese che ci richiamano costantemente all’importanza della missione che siamo chiamati a compiere e proprio in questi giorni, mentre siamo intente a raccoglie- re le idee per descrivere le prime impressioni di questa esperienza, nuova per tutti, il primo ospite viene già dimesso; dopo un lungo periodo in OPG e 3.5 mesi in REMS, la sua misura di sicurezza si è ridotta passando così all’assegnazione di un anno di libertà vigilata presso una comunità de- dicata.

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http://www.linkiesta.it http://www.quotidianosanita.it

Riassunto

Partendo dall’analisi dei risultati di una ricerca empiri- ca effettuata con il Test di Rorschach, su un campione di dieci persone, vittime di mobbing, le autrici si pro- pongono di legittimare la matrice relazionale-sociale della fragilità dei confini del Sé che ritengono essere la conclusione di un processo di vittimizzazione in un contesto organizzativo insensibile agli abusi (white-

collarcrime). In secondo luogo, nel procedere con una

lettura del problema in linea con l’approccio che de- riva dall’Interazionismo Simbolico, pongono in risalto sia la centralità della teoria dei ruoli di Schmid, sia la definizione più esplicita del concetto di Sé in un’ottica analitico-transazionale. Da qui la traccia di una rilettura della sindrome da mobbing alla luce degli esperimenti di psicologia sociale e della dinamica del capro espia- torio.

Parole chiave: mobbing, ruolo, Sé, gruppo, or- ganizzazione

“Già all’assunzione, nel … 2001, svolgevo … il lavoro festivo e le domeniche, senza avere il riposo compensativo … in busta paga ... manca- no alcune voci che non mi vengono retribuite … tutt’oggi, anno 2016 … . Il mio mio operato ... è ritenuto buono fino a quando non rivendico l’as- segnazione di una linea per anzianità lavoro.. … Io divento una persona che ostacola le preferenze. La Direzione Aziendale non gradisce considerare la mia posizione né come invalido, né … l’anzia- nità di servizio” (dalla Cronologia degli eventi di un lavoratore licenziato)

Il lavoro di ricerca, presentato all’International Congress of Rorschach and Projective Methods, Università di Istanbul, a luglio 2014, aveva coin- volto dieci lavoratori ai quali Sara Tudisco, allo- ra tirocinante presso il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (ASL/FG), aveva somministrato il test di Rorschach.

Il campione in esame era composto da soggetti mobbizzati1 (cinque maschi e cinque femmine) di

età compresa tra i 35 e i 59 anni, provenienti da settori lavorativi diversi.

Dall’analisi globale dei protocolli Rorschach emergeva una fragilità dei confini del Sé con uno scarso investimento narcisistico (tavola V della rappresentazione del Sé) ed inibizione della pul- sione aggressiva che, non trovando espressione diretta, favoriva la passività. Si evidenziavano, inoltre, reazioni di smarrimento e vissuti di man- canza di protezione (tavola VII dell’imago mater- na) e risposte legate a richieste d’aiuto e di so- stegno. In aggiunta, all’interno di funzionamenti psichici tendenzialmente nevrotici, emergevano frequenti risposte di vissuti persecutori e mecca- nismi di difesa arcaici (scissione e proiezione).

Gli indici del Rorschach (Tudisco, Sola, 2014),

1 I nostri soggetti sono stati selezionati tra i lavora-

tori in cui si riscontrava un numero di risposte al LIPT che, per l’intensità delle azioni previste nelle categorie individuate da Leymann (1.attacchi alla possibilità di

comunicare, 2.attacchi alle relazioni sociali, 3.attacchi all’immagine sociale, 4. attacchi alla qualità della si- tuazione professionale e privata), rispettava tutti e tre

gli indici (intenzionalità, aggressività, capro espia-

torio) di misurazione per la valutazione del mobbing.

L’indicatore dell’intenzionalità (domande dalla n. 9 alla n. 14 ) viene rilevato, insieme a quello dell’aggressivi- tà, in domande che evidenziano una pluralità di azioni tipiche che si caratterizzano per il fatto di contenere una modalità di interazione basata sulla disconferma della persona verso cui è diretta l’azione. Nel campione selezionato al SPESAL, la frequenza e l’intensità (si- stematicità) superavano i parametri necessari per rico- noscerlo, secondo lo schema di Bussotto e Moriondo (2010), che prevede 12 azioni nelle quattro categorie suindicate, in un arco di tempo di sei mesi, agite quo- tidianamente o una volta alla settimana da una o più persone.

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