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Comportamenti agiti dalla donna stalker

Nonostante la frequenza con cui le donne si im- pegnano in condotte di stalking, pochi studi hanno preso in considerazione i contesti in cui tale forma di reato prende forma oppure se le stalker differi- scono dalla loro controparte maschile. Tuttavia in questa direzione si sono mossi Purcell et all. che in uno studio hanno confrontato 190 stalkers affe- renti ad una clinica di salute mentale divisi in 40 donne e 150 maschi in cui è stato possibile com- parare i comportamenti agiti da entrambi i sessi nell’ attualizzazione delle condotte persecutorie (Tab. I)

Tab. I: Metodi usati nell’attuazione di molestie da parte di donne e uomini che si sono rivolti ad una clinica forense di salute mentale

Fonte: Purcell R., Pathè M., Mullen P.E., (2001): “A study of women who stalk”. In Ameri- can Journal Psychiatry, 158:2056-2060.

Le autrici di reato di stalking sono più propense a molestare il partner tramite chiamate telefoniche (97,5%), approcci intrusivi (77.5%) e lettere, fax ed e-mail (70,0 %) (Purcell et all, 2001). Risulta- ti simili provengono dallo studio di Meloy et all. condotto su 82 donne stalker. L’ età delle donne considerate autrici di reato, sulla base di quanto previsto dal Codice Penale della California, erano d’ età compresa tra i 18 e i 58 anni. Gli schemi comportamentali utilizzati per perseguitare la vit- tima sono stati così classificati (Tab II.)

Tab. II: Schemi di persecuzione usati da donne stalker

Fonte: Meloy J.R., Boyd C., (2003): “Female stalkers and their victims” in Journal of the American

Academy of Psychiatry and the Law; 31:211-19. Anche in questo caso la maggior tendenza è quella di molestare tramite chiamate telefoniche o l’invio di messaggi (83%), comportamento se- guito dallo spedire lettere o regali non desiderati (78%) mentre solo in pochi casi (19%) la stalker arrivava a rubare o danneggiare oggetti di proprie- tà della vittima (Meloy & Boyd, 2003). Spietz- berg et all.hanno considerato la differenza tra 24 tattiche usate da 314 studenti di un college (don-

ne: N=212, uomini: N=129) dimostrando che in modo significativo più uomini (19%) che donne (10%) arrivano ad assumere comportamenti per- sistenti ed indesiderati tanto da indurre la vittima ad avvertire tali azioni come minacciose (Tab III).

Le donne tendono a monitorare costantemente la propria vittima (47%) oppure a invadere i suoi spazi (29%), la sua proprietà (18%) a differenza degli uomini che tendono ad agire maggiormen- te inviando messaggi non desiderati alla vittima (59%) o attraverso manifestazioni affettive esa- gerate (47%) (Spitzberg & Cupach, 2007). Un’ indagine condotta in Italia ha avuto come obietti- vo quello di verificare se esiste ed eventualmente in che misura una realtà diversa rispetto a quella fondata esclusivamente sui pregiudizi e luoghi comuni per comprendere se anche la popolazio- ne maschile può essere vittima di varie forme di violenza da parte del genere femminile. Alla ri- cerca hanno partecipato un totale di 1058 soggetti di varie aree geografiche italiane d’ età compresa tra i 18 e i 60 anni. Il campione maggiormente rappresentato è quello di fascia d’ età compreso tra i 40-49 anni seguito dal campione di sogget- ti d’ età compresa tra i 30-39 anni. Dall’ analisi emerge che il genere di violenza maggiormente

Tab. III : Condot- te persecutorie agite da uomini e donne stalker Fonte: Spitz- berg B., Cupach W.R., (2007): “The state of the art of stalking: taking stock of the emerging literature”. In Aggression and violent beha- vior; 12 (1):64- 86.

subito dagli uomini è quella psicologica: risulta essere elevata la percentuale di donne che insul- tano e umiliano o provocano sofferenza con le parole (75,4%). Ampiamente rappre-

sentata è la violenza psicologica agita per mezzo di minacce trasversali, consi- derando che nel 47,1% dei casi la don- na agisce distruggendo o danneggian- do beni. Nel 31,9% dei casi la stalker perpetra le sue aggressioni per mezzo di messaggi, e-mail, telefonate o regali indesiderati mentre nel 32,2% dei casi la vittima è stata insistentemente og- getto di richieste di dialogo e confronto contro ogni volontà. Lo studio chiarisce che il 31,9% del campione dichiara di aver subito almeno un atto persecutorio ad opera di una donna nel corso della propria vita (Macrì et all 2012). Uno studio realizzato da Bjerregaard utiliz- zando come popolazione di riferimento

un campione di studenti universitari ha consentito di rilevare che sia uomini (11%) che donne (25%) sono stati vittime di stalking ad un certo punto della loro vita. Complessivamente i comporta- menti più comunemente utilizzati dagli stalker di entrambi i sessi sono le chiamate telefoniche e il cercare contatti diretti. Tra coloro che erano stati chiamati dai loro stalker, il 69,2% delle vittime di sesso femminile ha riferito di aver ricevuto una richiesta di un contatto personale diretto da parte del suo persecutore mentre questo accade per le vittime di sesso maschile nel 33,3% dei casi. Tra gli uomini che avevano ricevuto e-mail il 14,3% ha riferito di esser stato il destinatario di lettere scritte con ritagli di giornale mentre il 57,1% rice- veva e-mail in cui era espresso il desiderio esplici- to da parte della donna di sposarlo, stesso deside- rio dichiarato durante gli incontri diretti (33,3%) insieme a quello di avere rapporti sessuali (33,3 %). (Bjerregaard, 2015). Differenze nei compor- tamenti agiti da stalkers uomini e donne sono state messe in risalto anche da Budd et all. (Tab. IV). SI è rilevato che tra le donne l’ esperienza più co- mune è quella di essere state forzate a parlare con il proprio persecutore (52%) mentre tra le vittime di sesso maschile più frequente era la tendenza a ricevere chiamate in cui al telefono la stalker rimaneva in silenzio (44%). Inolte le vittime di

sesso maschile son state più propense a riferire di aver subito minacce di violenza (32%), (Budd & Mettinson, 2000).

Tab. IV: Diversi tipi di attenzioni persistenti e non volute distinte a seconda del genere sessuale della vittima

Fonte: Budd T., Mattinson J. (2000): The extent and nature of stalking: findings from the 1998 British Cri- me Survey. In Home Office Research development and

statistics directorate.

Tuttavia in uno studio di Mullen et all. si è ri- levata una maggior frequenza di comportamenti violenti agiti da donne affette da erotomania nei confronti delle loro vittime, delle quali il 36% era stato aggredito, il 43% sessualmente attaccato e ad un’ altro 36% era stata danneggiata la proprietà (Mullen & Pathè, 1994). La ricerca relativa alla violenza agita dagli stalker di sesso maschile ha dimostrato la presenza di una correlazione posi- tiva tra il rischio di violenza e la precedente inti- mità sessuale con la vittima (Meloy et all, 2001).

Tale evidenza è stata confermata anche per le donne: il rischio di violenza interpersonale è mo- derato con gli ex partner, debole per i conoscenti e nullo per gli estranei. Anche in questo caso sem- bra che il rischio di violenza si affievolisca man mano che il rapporto tra parti si fa più vago e, que- sta evidenza, viene confermata dalle emozioni e le motivazioni alla base del female stalking (Tab. V)

Tab. V: Emozioni e motivazioni dello stalking agito dalle donne

Fonte: Meloy J.R., Boyd C., (2003): “Female stalkers and their victims” in Journal of the American

Academy of Psychiatry and the Law; 31:211-19. Queste infatti comprendono ostilità (63%), os- sessione (63%) rabbia per l’ abbandono (44%), l’umiliazione e la vergogna per il tradimento (12%), la solitudine (37%), la gelosia (33%) così come anche il tentativo di riconciliazione (18%) o lo stress per il divorzio (6%), (Meloy & Boyd, 2003). Tuttavia in uno studio condotto da Tjaden et all. i risultati sono ben diversi (Tab. VI). Si è potuto constatare che gli uomini tendono ad esse- re nella maggior parte dei casi vittime di stalker sconosciute (36%) o semplici conoscenti (34%) a differenza delle donne che sono oggetto di atti

persecutori da parte di estranei solo nel 23% dei casi. Il sondaggio mostra infatti che le donne sono vittime di stalking soprattutto da parte di ex part- ner (38%) mentre gli uomini solo nel 13% dei casi son stati molestati da donne con cui hanno prece- dentemente avuto un legame intimo. (Tjaden & Thoennes, 1998).

Questo ci porta a concludere che a differenza degli uomini che spesso perseguitano la loro vit- tima per “ricostruire” l’ intimità, le donne perse- guitano le loro vittime per “costruire” l’intimità (Alfarano et all,).

Motivazioni e fattori determinanti la

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