I principi dell’analisi del comportamento ven- gono applicati per migliorare comportamenti so- cialmente significativi al fine di dimostrare una ri- levante relazione tra gli interventi e i miglioramenti comportamentali. L’ABA è quindi un approccio scientifico teso a comprendere quali variabili am- bientali influenzano i comportamenti e lo sviluppo di una tecnologia del comportamento in grado di offrire ricadute pratiche da queste scoperte.
Gli scopi della scienza sono quindi: • descrizione;
• previsione; • controllo.
La scienza ha quindi l’obiettivo di descrivere le variabili sotto le quali i comportamenti si ma- nifestano, avendo così la possibilità di prevedere l’andamento del comportamento controllandone l’accensione e lo spegnimento.
Usiamo una filosofia deterministica secondo la quale la maggior parte dei comportamenti av- vengono per una ragione. Quando possiamo deter- minarne le variabili di controllo, allora possiamo prevedere il comportamento stesso. Se possiamo controllare le variabili, allora possiamo plasmare il comportamento.
I principi di base a cui la scienza del comporta- mento applicata fa riferimento sono:
rinforzo punizione estinzione operazione motivante stimulus control condizionamento operante rinforzo differenziale
Il rinforzo è un cambiamento ambientale che
segue una risposta e deve verificarsi immediata- mente dopo la risposta e aumenta o mantiene la frequenza futura di quel comportamento nelle sue quantità dimensionali. Il rinforzo quindi è un processo o un’operazione definita dai suoi effetti sul comportamento e può essere positivo o negati- vo. Il rinforzo positivo è un cambiamento ambien- tale in cui uno stimolo è aggiunto (presentato) o ingrandito, intensificato, a seguito di una risposta e che aumenta o mantiene la frequenza futura di quella risposta. Il rinforzo negativo è un cambia- mento ambientale in cui uno stimolo viene sottratto (ritirato o rimosso) o attenuato in seguito ad una risposta e che aumenta o mantiene la frequenza futura di quel comportamento. Ci deve essere una condizione antecedente irritante o avvertiva la cui rimozione sarà rinforzata. Inoltre il rinforzo può essere automatico quando la risposta stessa produ- ce direttamente la conseguenza di rinforzo, ossia la conseguenza di rinforzo non è mediata da un’altra persona. Nel rinforzo socialmente mediato, la con- seguenza è ottenuta da un’altra persona. Il rinforzo può essere ulteriormente diviso in incondizionato o condizionato. Il rinforzatore non condizionato è uno stimolo che abitualmente è rinforzante senza che ci sia un apprendimento precedente (cibo, ac- qua, ripristinare la temperatura, l’attività sessuale sono gli esempi più comuni). Un rinforzatore condizionato è uno stimolo che inizialmente non ha proprietà rinforzanti innate ma acquisisce proprietà di rinforzo attraverso l’associazione (pairing) con rinforzatori non condizionati o rinforzatori condi- zionati molto potenti.
L’estinzione è il processo mediante il quale il comportamento precedentemente rinforzato è in- debolito dalla mancata consegna del rinforzatore. La frequenza del comportamento diminuisce nel futuro, di solito fino a tassi simili al livello di base.
La punizione è un cambiamento ambientale che segue una risposta e che diminuisce la frequenza futura del comportamento e come per il rinforzo, anche la punizione è definita dal suo effetto sul comportamento specifico che segue. La punizione può essere incondizionata e condizionata. La pu- nizione incondizionata è uno stimolo che di solito punisce senza precedente apprendimento. La puni- zione condizionata è uno stimolo che inizialmente non ha proprietà innate ma acquisisce proprietà punitive attraverso il pairing con punizioni incon- dizionate o condizionate di particolari efficacia. La punizione può essere positiva o negativa. La pu-
nizione positiva è un cambiamento ambientale in cui viene aggiunto uno stimolo o viene ingrandito in seguito ad una risposta che ridurrà la frequen- za futura di quella stessa risposta. La punizione negativa è un cambiamento ambientale in cui uno stimolo viene sottratto o attenuato in seguito a una risposta e questo andrà a ridurre la frequenza futura di quel comportamento.
L’operazione motivante è una condizione ante- cedente che altera momentaneamente l’efficacia di una conseguenza e ha un effetto momentaneo su una dimensione del comportamento. L’effet- to di alterazione del valore delle MO consiste nell’alterazione momentanea dell’efficacia di un altro stimolo come conseguenza (sia rinforzatore che punitore). Quando aumenta l’efficacia di una conseguenza questo effetto viene chiamato “esta- blishing effect”. Quando diminuisce l’efficacia di una conseguenza viene chiamato “abolishing ef- fect”. Gli effetti sul comportamento sono evocativi e abativi. Le MO quindi evocano il comportamen- to, cioè incrementano la momentanea frequenza del comportamento o abbattono il comportamento, cioè diminuiscono la frequenza momentanea del comportamento.
Lo Stimulus Control rappresenta il controllo che alcuni stimoli hanno sull’emissione di un compor- tamento in alcuni contesti rispetto ad altri, determi- nando la possibilità di occorrenza di una risposta condizionata (Terrace, 1966, p.271).
Il Condizionamento operante postula l’esisten- za del comportamento che è sotto diretto controllo delle conseguenze. Tuttavia, anche il comporta- mento operante è sotto il controllo della combi- nazione di antecedenti e delle conseguenze e ha un effetto sull’ambiente. Skinner ha riconosciuto il ruolo degli antecedenti nel comportamento ope- rante, non solo delle conseguenze e descrive i tre termini della contingenza operante S-R-S o (S-R- C), individuati in: stimolo, risposta e conseguenza. Il Rinforzo differenziale consta di due operazio- ni, rinforzo ed estinzione. Conduce alla differen- ziazione e alla discriminazione e consiste nel rin- forzare alcune risposte e non altre risposte. Nella discriminazione una risposta viene rinforzata in presenza di alcuni stimoli e la stessa risposta non viene rinforzata in assenza di questi stimoli.
E’ possibile inquadrare l’ABA attraverso le sue 7 dimensioni, che sono:
• applicata; • comportamentale; • analitica; • tecnologica; • concettualmente sistematica; • efficace; • generalità.
Applicata: ABA applica i suoi principi di base per cambiare i comportamenti rilevanti di pazien- ti. Il cambiamento indotto deve essere socialmente significativo e di immediata importanza per i pa- zienti.
Comportamentale: si concentra sul comporta- mento di per sè come obiettivo per il cambiamento. Analitica: cerca di identificare la relazione fun- zionale tra eventi ambientali manipolati e compor- tamenti attraverso manipolazioni sistematiche e controllate.Tutte le decisioni su come un’interven- to dovrebbe progredire devono basarsi sull’osser- vazione e l’analisi dei dati.
Tecnologica: in ABA le procedure sono com- pletamente identificate, descritte e definite precisa- mente. Questo permette di replicarle e di valutarle aumentando l’interobserver agreement e l’integri- tà.
Concettualmente sistematica: le procedure sono collegate ai principi fondamentali di comporta- mento e descritti sulla base dei principi di base
Efficace: è una disciplina le cui modifiche sono basate sui dati. In base a questi modifichiamo i pro- tocolli di trattamento fino a quando non si ottiene l’effetto desiderato e da essere sufficientemente evidenti tanto da fare differenza nella vita delle persone.
Generalità: i cambiamenti del comportamento dovrebbero mantenersi e trasferirsi ad altri settings e situazioni e diffondersi ad altri comportamenti.
Gli assunti filosofici dell’analisi del comporta- mento sono: determinismo, empirismo, parsimonia e pragmatismo. L’empirismo indica che il compor- tamento è regolato da leggi e l’universo ordinato in cui tutti fenomeni si verificano come risultato di altri eventi (Cooper, Heron, & Heward, 2007). L’ empirismo riguarda l’osservazione attiva con accuratezza, descrizione e quantificazione dei fe- nomeni di interesse del comportamento che viene quindi studiato scientificamente (Poling, Metto & LeSage, 1995); Il metodo induttivo per desumere fatti scientifici si basa sulla sperimentazione e sulla replicazione. La parsimonia richiede che tutte le semplici logiche spiegazioni dei fenomeni di inte- resse vengono escluse in modo sperimentale prima che spiegazioni più complesse ma state prese in
considerazione (Cooper, Heron, & Heward, 2007). Il pragmatismo invece accerta la veridicità delle te- orie o convenzioni in termini di successo delle loro applicazioni pratiche, valutando la scienza in base ai suoi prodotti che portano vantaggio all’umanità.
Stimoli e relazione funzionale
Uno stimolo è un cambiamento ambientale del quale in genere si definisce un inizio ed una fine, che può influenzare il comportamento. In questo senso, non sono stimoli gli oggetti, ma è la presen- tazione o la scomparsa di un oggetto che diviene uno stimolo quando veniamo in contatto con esso o lo percepiamo. Sono classificati sulla base delle loro caratteristiche fisiche (topografia), della rela- zione temporale con le risposte, dei loro effetti sul comportamento o su altri stimoli. In base alla rela- zione temporale vengono classificati in antecedenti e conseguenze. L’antecedente è un evento ambien- tale che precede una risposta. Le conseguenze sono invece degli stimoli che seguono una risposta. Va ricordato che gli antecedenti hanno effetto sul qui ed ora, mentre le conseguenze hanno effetto sul futuro.
La relazione funzionale si ha quindi quando cambiamenti in una classe di stimoli antecedenti o conseguenti (variabile indipendente) modifica sistematicamente una dimensione di un classe di risposta (variabile dipendente). Si ha quindi una relazione funzionale quando una manipolazione sistematica dei membri di una classe di stimoli ha come risultato la modificazione ordinata, affidabile e prevedibile dei membri di una classe di risposta. Queste relazioni funzionali devono essere dimo- strate attraverso manipolazioni sistematiche.
La contiguità temporale é la vicinanza degli eventi nel tempo ed è un fattore molto importante per l’apprendimento e ne definita come il tempo che intercorre tra due stimoli in associazione. La contingenza invece è una dipendenza dagli eventi ed esiste quando uno dipende dall’altro la contin- genza di base è rappresentata : MO SD R SR
MO indica la motivating operation (operazione motivante), SD: lo stimolo discriminativo, R la ri- sposta e SR la conseguenza. Ad esempio prenden- do in rassegna il comportamento di bere l’acqua MO rappresenta la sete, SD il bicchiere di acqua, R il comportamento di bere e SR la conseguenza (aver bevuto).
La contingenza sottolinea la probabilità che l’evento è il risultato di un altro evento mentre la
continuità implica l’adiacenza dagli eventi indi- pendentemente dalla casualità (Cf. Catania, 2007).
Modelli di insegnamenti in ABA
Il modello di insegnamento comportamentale più conosciuto è il Discrete Trial Training/Tea- ching (DTT). Altri modelli istituzionali derivati dall’analisi del comportamento sono il: Precision Teaching, PSI, Naturale Language Paradigm, In- cidental Teaching, Natural Enviroment Training. Questi approcci si differenziano per il livello di strutturazione e si basano sul concetto di istruzione programmata (Skinner, 1953). L’istruzione pro- grammata è la manipolazione attiva delle variabili responsabili del cambiamento (antecedenti, stimu- lus control). Il DTT rappresenta una modalità di insegnamento comportamentale e insieme ad al- tre costituisce una tecnologia per l’insegnamento o “Technology of Teaching” (Skinner, 1968). Il Discrete Trial Training ha una modalità di presen- tazione delle prove di insegnamento veloce in cui ogni opportunità di risposta è chiaramente definita e distinta, separata una dall’altra. Permette l’indi- vidualizzazione e la semplificazione di istruzioni per incrementare l’apprendimento. Le abilità ven- gono insegnate in piccoli passi e strutturati. L’in- segnamento tipicamente avviene in contesti privi di distrazioni e in situazioni 1:1. Si basa sulla con- tingenza a tre termini (antecedente - risposta attesa - conseguenza). È uno dei più importanti approcci educativi per l’insegnamento di bambini con auti- smo (Smith, 2011, p.86). Gli approcci naturalistici sono: Incidental Teaching (Hart and Risley, 1968), Natural Language Paragidm (Koegel, O’Dell & Koegel, 1987), Natural Environment Training (Sundberg & Partington, 1998) e Pivotal Respon- se Training (Koegel et al, 1999). Gli approcci na- turalistici sono modalità di insegnamento che uti- lizzano le preferenze del bambino come base per l’interazione, il cui fuoco è sullo sviluppo della co- municazione funzionale (o richiesta) e sulla spon- taneità. I rinforzatori sono intrinsechi (interazione con l’attività stessa) e non estrinsechi all’attività (DelPrato, 2001, Koegel, O’ Dell, & Koegel, 1987; Sundberg & Partington, 1998).