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Discussioni e conclusion

A fronte dei risultati preliminari ottenuti da tale ricerca, si evince la presenza di un significativo numero di medici che si mostra resistente o non del tutto consapevole dell’importanza della comu- nicazione empatica ed efficace (più del 50% dei medici interpellati non ha acconsentito a parteci- pare allo studio), la mancanza della quale può por- tare a conseguenti problematiche medico-legali da non corretta comunicazione.

I risultati di questo studio non sono, al mo- mento, facilmente generalizzabili ad altri contesti, seppur analoghi: essi dipendono tipicamente dai sistemi in relazione, quindi dalle caratteristiche intrinseche dell’uno, dell’altro e della combina- zione dei due sistemi, rispettivamente paziente, terapeuta e diade, dal numero e dalla complessità dei parametri d’ordine e di controllo che si voglio- no valutare, dal tipo di terapia, dal momento in cui la si conduce, dagli obiettivi.

Tuttavia, il fatto che questi risultati non siano estendibili, non vuol dire che non siano comun- que l’esito di un disegno di ricerca innovativo ed affascinante che tenta di trattare per l’appunto va- riabili qualitative come quantitative, rendendo in qualche modo un costrutto non direttamente os- servabile come misurabile, tramite l’assunzione di alcuni indicatori che meglio descrivano i co- strutti (le variabili) che si desidera studiare. Bibliografia

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Riassunto

Il presente articolo è dedicato al tema del Disturbo post-traumatico da stress (DPTS) come conseguenza della comunicazione della diagnosi di cancro, elaborata come un evento stressante, estremo che sovrasta le ca- pacità di resistenza del soggetto e si caratterizza come un vero trauma psicologico. Come vedremo, la salute fisica, il senso di benessere e l’equilibrio psicologico di una persona, spesso, vengono messi a dura prova dalla diagnosi di una malattia. Se quest’ultima poi, prende il nome di “cancro” la minaccia di morte che colpisce il soggetto sconvolge in maniera drammatica la sua in- tera esistenza. L’autore cerca di fornire un quadro di riferimento per la comprensione delle dinamiche psi- cologiche intrinseche all’aspetto comunicativo e alla crescente difficoltà rispetto ai risvolti psicologici della comunicazione di una diagnosi infausta. Oggi i nume- rosi progressi scientifici in ambito oncologico hanno determinato un netto miglioramento degli approcci terapeutici e un aumento della sopravvivenza anche grazie ad una sempre maggiore apertura all’importanza dei risvolti psicologici dei pazienti affetti da cancro e delle reazioni di questi ultimi alla comunicazione del- la diagnosi. In riferimento proprio alla comunicazione della diagnosi di tumore, vengono prese in considera- zione l’impatto traumatico che questa ha sul soggetto e le risposte disadattive che possono portare allo sviluppo di un Disturbo post-traumatico da stress. La spiegazio- ne clinica di questo possibile esito psicopatologico ci conduce alla comprensione di come la sua comparsa, in questo caso, conseguente alla diagnosi di cancro, pos- sa ostruire il normale percorso delle terapie mediche e compromettere ulteriormente la dimensione relaziona- le, sociale e lavorativa del paziente.

Parole chiave: trauma psicologico, comunica- zione, oncologia, DPTS.

Premessa

Negli ultimi anni è cresciuto sempre più l’inte- resse per lo studio dello stress subìto conseguente- mente alla comunicazione di una diagnosi di can- cro. In forza del legame mente-corpo, la ricerca

si sta spingendo sempre più verso la spiegazione di una possibile correlazione tra dinamiche psi- copatologiche e traumi psicologici, in particolar modo il trauma della malattia oncologica. Si cerca di inquadrare quali sono quelle reazioni psicologi- che che tendono ad essere causate dalla comuni- cazione di una diagnosi infausta come quella del cancro. La scienza che, in maniera specifica, si oc- cupa delle implicazioni psicosociali in questo set- tore è la psico-oncologia. Questa si colloca come collegamento tra le discipline oncologiche e quel- le psicologiche e psichiatriche (Morasso e Di Leo, 2002) concentrandosi maggiormente sull’impatto psico-sociale che la malattia ha sul paziente, sulla sua famiglia e sull’equipe e sul ruolo che fattori psicologici e comportamento possono avere nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nella cura della malattia tumorale (Holland et al., 1990). Gli obiettivi principali della sua applicazione abbrac- ciano diversi settori, dalla prevenzione e diagnosi precoce sino all’ambito della formazione passan- do dagli interventi psiconcologici. Infatti gli inter- venti rivolti al paziente e alla sua famiglia riguar- dano: valutazione delle reazioni psicopatologiche (area psicodiagnostica), colloqui di supporto psi- cologico o psicoterapeutico organizzati in modo individuale o in gruppi, conduzione di gruppi di auto-aiuto e trattamenti psicofarmacologici. Una delle premesse da cui parte la psiconcologia è quella secondo la quale il disagio psicologico manifestato dalla persona affetta da neoplasia sia mosso dalla condizione di crisi che quest’ultima, vissuta come evento estremamente stressante, porta con sé (Morasso e Di Leo, 2002). Di par- ticolare importanza sembra dunque l’attenzione data, oltre al disagio psicologico, allo sviluppo di possibili patologie psichiatriche che andrebbe- ro ad appesantire il carico della malattia e ad in- fluenzare la prognosi e il decorso di quest’ultima. Di particolare interesse clinico sembra essere lo

Il Disturbo post-traumatico da stress come conseguenza

alla comunicazione della diagnosi di cancro

Alessandra Gallo

sviluppo del DPTS, e delle sue implicazioni biop- sicosociali, in seguito proprio all’impatto che l’in- dividuo vive con la comunicazione della diagnosi di cancro.

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