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Non tutte queste identità collettive hanno o vogliono però avere una breve durata. Del resto, dell’autorialità dei gruppi di scrittori si era iniziato a parlare partendo dal caso assai longevo dei Wu Ming e sembrerebbe davvero difficile negare che i Wu Ming, e il loro nome, costituiscano un esempio di autore collettivo propriamente detto. I Wu Ming hanno ormai acquisito una posizione riconoscibile nel campo letterario e nel mercato editoriale. Designano e attirano un certo tipo di libri e di pubblico e, foucaltianamente parlando, svolgono ormai a pieno titolo una funzione di caratterizzazione artistica del testo: segnalano ciò che scrivono come opera e, dal momento che si presentano come gruppo, come opera collettiva.

La longevità dei Wu Ming non è ovviamente una questione riconducibile alla loro esclusiva volontà. La risposta positiva del pubblico ai loro romanzi esercita in tal senso un peso notevole e ci si potrebbe a ragione domandare se sarebbero andati oltre il loro primo romanzo, se il loro primo romanzo non fosse diventato un caso letterario. È però significativo che, anche nel loro primo romanzo, i componenti dei Wu Ming non si siano mostrati nelle loro individualità. In tutti i loro libri non ci sono mai nomi o profili biografici di sorta ma solo l’affermazione di essere un «collettivo di scrittori». L’intenzione, sin dal principio, appare dunque quella di costruire e conservare un’identità di gruppo, un’autorialità collettiva.

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Non a caso, per i Wu Ming è possibile riscontrare un percorso inverso rispetto ai molti scrittori – autori – che formano un gruppo per scrivere un romanzo. Se questi ultimi conservano, nella loro scrittura collettiva, i loro nomi personali, i Wu Ming conservano, nella loro scrittura individuale, il loro nome collettivo. Nei libri che i componenti dei Wu Ming scrivono da soli, o anche con altri, si firmano infatti come Wu Ming 1, Wu Ming 2, Wu Ming 3, Wu Ming 4, Wu Ming 5. Il nome da preservare in prospettiva artistica e commerciale è, al solito, quello d’autore ma qui il nome d’autore è per l’appunto quello dell’autore collettivo.

Da un punto di vista del puro funzionamento, un autore collettivo non sembra poi discostarsi molto dal più tradizionale autore individuale. Entrambi caratterizzano artisticamente dei testi e possiedono un nome e una voce riconoscibili all’interno del campo letterario e del suo mercato. Un autore individuale è però pur sempre legato a un soggetto ben identificato. Un autore collettivo, invece, non identifica bene i soggetti che lo compongono – li pone, per così dire, sullo sfondo – e questo porta con sé una perdita di solidità autoriale e certezza attributiva. Si pensi al primo romanzo dei Wu Ming, il più volte citato Q. Nonostante faccia parte della loro produzione e sia sempre analizzato con i loro altri romanzi, Q non è a rigore un romanzo dei Wu Ming. Il suo autore è infatti, come già detto, Luther Blisset, il nome adoperato da un movimento eterogeneo di artisti e attivisti alla metà degli anni Novanta. I Wu Ming nascono propriamente dopo ma, ad oggi, sono considerati a tutti gli effetti gli autori di Q. Quello che viene considerato il medesimo autore collettivo può quindi aver avuto diversi nomi ma, soprattutto, diverse composizioni.

Nel passaggio da Luther Blisset a Wu Ming, il numero dei membri del gruppo è passato da quattro a cinque e, nel corso degli anni seguenti, è cambiato ancora: da cinque a quattro, da quattro a tre. I romanzi che oggi si attribuiscono ai Wu Ming – da Q a L’invisibile ovunque – non sono allora stati scritti sempre dallo stesso identico gruppo di persone. E tuttavia, il loro autore risulta essere sempre Wu Ming che sembra così esistere e resistere a dispetto del perdurare o meno dei suoi componenti.

Una cosa simile la si era già osservata nella scrittura a quattro mani. L’attività e il nome di Somerville & Ross e di Sveva Casati Modignani non vengono né interrotti né modificati dopo le morti di Martin Ross e di Nullo Cantaroni: la scrittura e la figura autoriale create dalla coppia proseguono nonostante non siano più tecnicamente di coppia. Nel caso dei Wu Ming, ciò che accade è però ancor più rilevante e paradossalmente proprio perché risulta meno evidente. Nella forma del nome e nella categoria di coppia, la scrittura a quattro mani conserva infatti un rapporto rilevante con l’individualità dei suoi componenti. Il venir meno di uno dei due

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partecipanti è allora un evento che può non porre fine alla scrittura, e al suo autore, ma che non passa inosservato. In un gruppo di più di due persone provvisto di un nome di gruppo come i Wu Ming, le variazioni individuali interne risultano invece assai meno palesi: i Wu Ming possono perdere due componenti senza che ciò abbia avuto – sinora – conseguenze e, come lascia intendere quanto avvenuto al passaggio da Luther Blisset a Wu Ming, nulla impedisce che se ne possano aggiungere degli altri in futuro.

Il fenomeno in sé non è sconosciuto nel campo della musica moderna. Sono molte le band che proseguono la loro attività e mantengono il loro nome pur cambiando formazione.43 Nel campo letterario, si tratta però di una

situazione certamente più anomala e che dipende dalla capacità della scrittura collettiva di de-individualizzare la composizione di un testo. Basandosi sulla partecipazione di più persone, la scrittura collettiva spezza il legame tra il testo e il singolo individuo e si rende in grado di sopravvivere a una sua eventuale scomparsa. Tutto ciò la rende in un certo qual modo più libera ma, come già intravisto nella scrittura di due individui, contribuisce anche a modificarne l’aspetto di arte letteraria. «An established Firm», scrisse Edith Somerville dopo la morte di Martin Ross, «does not change its style and title when, for any reason, one of its partners may be compelled to leave it». Scrivere insieme è qui esplicitamente accostato all’attività di un’azienda e nel caso dei Wu Ming questo può essere ancora più vero. A differenza di Somerville & Ross, la loro scrittura collettiva non mostra infatti dei nomi personali la cui presenza o assenza deve essere giustificata. Offuscando l’individualità degli scrittori che lo compongono, l’autore collettivo può dunque farne anche a meno. In tal senso, «Wu Ming», ben più di «Sommerville & Ross» o «Fruttero & Lucentini», può realmente avvicinarsi a essere una sorta di brand o di trademark che, indipendentemente dai suoi membri, pubblica e garantisce un certo prodotto.44

43 Va però detto che le variazioni all’interno di una band sono, per forza di cose, visibili e che

spesso riguardano i suoi membri per così dire sostituibili e non il nucleo fondamentale. Ci sono i Rolling Stones con e senza Brian Jones o Bill Wyman ma sarebbe difficile immaginare i

Rolling Stones senza Mick Jagger e Keith Richards. Che anche i Wu Ming abbiano dei

componenti fondamentali senza i quali non esisterebbero?

44 E, si potrebbe aggiungere, lo difende. Dopo la sua uscita dal gruppo, Riccardo Petrini (Wu

Ming 5) ha pubblicato Ms Kalashnikov, un libro scritto a quattro mani con la fotoreporter Francesca Tosarelli, e l’ha firmato, come sempre, Wu Ming 5. I Wu Ming, i tre rimanenti, hanno però prontamente informato il loro pubblico che ciò è avvenuto senza il loro consenso e contro il loro parere: lo stile, la poetica e il contenuto del libro in questione – hanno infatti detto – risultano «del tutto estranei al percorso di Wu Ming». Emblematica la replica di Petrini che, criticando modi e toni dei suoi ex-colleghi, conclude sostenendo che «ormai i Wu Ming sono un’azienda».

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