Mason e Thomas non parlano di una performance generica ma di una performance di tipo carnascialesco, a carnival. In questa specificazione, il loro riferimento principale è il Bachtin studioso dell’opera di Rabelais e della cultura popolare:
46 Ivi. p.16. Corsivo in originale.
47 Questo spiegherebbe il motivo per cui, dei 1469 utenti registrati, ben 814 non intervennero
mai: interessati idealmente a partecipare al testo, questi potenziali partecipanti non furono però mai abbastanza attratti da ciò che stava accadendo da compiere il passo successivo.
48http://web.archive.org/web/20070218225437/http://www.amillionpenguins.com/wiki/index.
php/Banana_version_of_novel
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Tutti venivano considerati uguali durante il carnevale. Qui, nella piazza della città, una forma speciale di contatto, libero e familiare, regnava tra le persone che di solito erano divise dalle barriere della casta, del reddito, della professione e dell'età.50
Sostituendo la localizzazione fisica – la piazza della città – con quella virtuale – il sito di A Million Penguins – si ottiene la medesima atmosfera di uguaglianza e confusione. Nei trentacinque giorni del progetto chiunque poteva entrare in contatto con chiunque e interagirvi indipendentemente dalla sua posizione economica e culturale. Se le celebrazioni carnascialesche favorivano poi il ribaltamento dei ruoli usuali, A Million Penguins rovesciava l’usuale gerarchia editoriale: uno scrittore poteva scrivere per un editore, e per uno dei più importanti del mondo, senza il consenso di quest’ultimo anche se, beninteso, alla Penguin Books tutto ciò andava più che bene dato il battage pubblicitario che ne ricavava. Più che per l’abbattimento dei confini e lo stravolgimento delle gerarchie, il carnevale di Bachtin torna però qui utile per il comportamento della massa durante la festività. Blasfemia, promiscuità, ingordigia, sporcizia: la folla carnascialesca di Bachtin, liberata da limiti e ruoli, si abbandona agli istinti più bassi e volgari e, per il tempo delle celebrazioni, ne gode con vitalistico piacere. Se si osserva di cosa si composero le performance letterarie della folla di A Million Penguins, ci si imbatte, con le dovute differenze e proporzioni, in comportamenti non troppo dissimili: pornografia, linguaggio scurrile, insulti, umorismo surreale, diffusa presenza di alcolici, droghe e sesso. La saggezza delle folle che aveva prodotto la più grande enciclopedia del mondo, applicata in campo letterario, aveva prodotto pagine provviste di ben poca saggezza.
Con il passare dei giorni, tuttavia, qualcosa iniziò a cambiare: le azioni e i contributi più distruttivi andarono diradandosi ed emersero sezioni del sito e della storia in cui gli utenti iniziarono a privilegiare atmosfere e comportamenti più sereni e ragionati. «Small groups of people», ricorda Kate Pullinger, «began working together in little pockets of the novel, tucked far away from the front pages which is where most of the contentious action took place». «Some of the contributors», si legge nel report di Manson e Thomas, «started to prize the quiet, out of the way places that would not be consistently edited, vandalised or otherwise interfered with».51 Nel corso del
progetto, la frenetica e illimitata libertà creativa delle folle aveva dunque perso attrattiva e propulsione lasciando spazio a obiettivi più ristretti e finanche restrittivi. Se si leggono i contenuti della pagina Talk: Welcome, ossia
50 M. Bacthin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare, Einaudi, Torino, 2001, p.32. 51 B. Mason, S. Thomas, A Million Penguin Research Report, cit., p.15.
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della pagina dedicata alla discussione sul romanzo in generale, non si può difatti fare a meno di rilevare un certo desiderio diffuso di strutture e regole:
Someone mentioned locking chapter, and I'm all for it.
What started out as something quite exciting has de-generated into a blood bath of merciless editing and plot prostitution. Some restraints must be put in place. Some structure is needed.
Essentially, as a model for "producing wiki-project novels", you can start with the assumption that whoever starts the novel project should pick a structure for how it will be moderated.
Fundamentally, I think you need to begin by controlling who can edit: there should be no anonymous editors, and the main moderator should be able to eliminate (ban) editors who are spamming/trolling/abusive. Even better would be a project that was by-invitation-only, with between a dozen and perhaps 100 contributors total.52
Ciò che sembra trasparire da queste opinioni e dall’addensamento di piccoli gruppi intorno a pagine e sezioni più isolate è una voglia di comunità piuttosto che di folla, una sottesa rivalutazione del concetto di chiusura contrapposto a un’apertura indiscriminata. A Million Penguins mostrò due facce della scrittura collettiva su larga scala ed è assai probabile che una sia stata conseguenza dell’altra: la scrittura collettiva del tutto libera che occupò gran parte del progetto dette progressivamente vita a proposte e tentativi di una scrittura collettiva più circoscritta numericamente, strutturalmente e tematicamente.53 A lungo andare, la scrittura wiki delle folle si era difatti
dimostrata incapace di pervenire a un testo non solo pubblicabile ma anche leggibile – «it's just a big wall of virtual graffiti», commentò amaro uno dei partecipanti – e la stessa partecipazione era andata quantitativamente scemando.54 In tal senso, neanche l’enfasi posta sulla sola performance poteva
52http://web.archive.org/web/20070212205939/http://www.amillionpenguins.com/wiki/index.
php/Talk:Welcome
53 Questa, ad esempio, è una richiesta che si lesse sempre nella pagina “Talk:Welcome” :
«Partner sought: is there anyone out there who wants to tag team on the Fantasy section of Write Your Own Adventure. No one is touching it and it seems like a quiet place to get some solid writing done. Look forward to replies».
54 La pagina di gran lunga più visualizzata del “romanzo” fu la pagina iniziale “Welcome”.
Da una parte, ciò si spiega facilmente: era la prima pagina che appariva cercando il sito. Dall’altra, però, è anche indice di una scarsa propensione da parte del pubblico ad andare oltre nella lettura. E questo appare evidente se si tiene conto delle percentuali in gioco: la pagina “Welcome” fu visualizzata, al 3 aprile 2008, ben 282.327 volte mentre la seconda in
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rivelarsi molto d’aiuto. Ogni performance, e in particolar modo una di tipo carnascialesco, non può andare avanti per molto tempo. «The wiki novel» affermò uno dei membri del team «reminds me of a party that have gone on too long». Ed è facile, a questo proposito, pensare a un altro “party” durato troppo a lungo, quella sfrenata festa a cui David Forster Wallace paragona gli anni postmoderni della sua formazione letteraria:
For me, the last few years of the postmodern era have seemed a bit like the way you feel when you're in high school and your parents go on a trip, and you throw a party. You get all your friends over and throw this wild disgusting fabulous party. For a while it's great, free and freeing, parental authority gone and overthrown, a cat's-away-let's-play Dionysian revel.
Una situazione libera e liberatrice, in cui l’autorità è assente e ciascuno può fare quello che vuole: è esattamente lo scenario nel quale si situa A Million Penguins e, esattamente come in A Million Penguins, questa situazione, con il tempo, produce insoddisfazione e lascia intravedere speranze di segno opposto:
But then time passes and the party gets louder and louder, and you run out of drugs, and nobody's got any money for more drugs, and things get broken and spilled, and there's cigarette burn on the couch, and you're the host and it's your house too, and you gradually start wishing your parents would come back and restore some fucking order in your house.55
Ma i «genitori», sia nella casa postmoderna di Wallace sia sul sito di A Million Penguins, alla fine non tornano. La festa prosegue con sempre più stanchezza e meno soddisfazione e, a poco a poco, i partecipanti di entrambe le feste, tanto lo scrittore postmoderno quanto gli scrittori collettivi online, prendono coscienza del fatto che «devono diventare i genitori» e fornire delle regole e un ordine. Ed è forse in questa presa di coscienza che risiede la lezione più importante di A Million Penguins in qualità di “esperimento sociale”. Una folla lasciata del tutto libera non era riuscita a produrre né un romanzo né una scrittura veramente di gruppo. Ma in quella stessa folla si erano spontaneamente creati desideri e tentativi di costituire delle comunità dotate di regole e confini in cui, invece, scrivere realmente insieme. «Is there
classifica – la pagina “About” – solo 23.705. Cfr. S. Thomas, A Million Penguin Research
Report, p.15.
55 Larry McCaffery “An Expanded Interview with David Forster Wallace” in S. J. Burn (ed.),
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something about authority and limits we actually need?» si chiede ancora David Forster Wallace nella stessa intervista. Probabilmente sì. E non solo a livello della scrittura individuale ma anche e soprattutto a livello della scrittura collettiva.