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In effetti, sin dagli albori del cyberspazio, non mancano esempi di storie a staffetta scritte online. Beim Bäcker, una delle prime di cui si ha notizia, risale al 1996 e fu iniziata dalla tedesca Carola Heine per poi essere proseguita, come da manuale della scrittura a staffetta, da altre persone. La storia prendeva le mosse da una scena molto semplice – una donna che compra dei lecca-lecca per tre ragazzine sprovviste di denaro – ma, nel prosieguo, fu complicata dai contributi degli altri partecipanti che aggiunsero scene e personaggi, modificarono quelli preesistenti, e dettero così vita a una trama bizzarra, imprevedibile, e spesso incoerente.

In linea di massima, tutto ciò rientra in quel che si è già detto a proposito dei romanzi a staffetta su carta. C’è però un’importante differenza. Sinora, pur nei loro caratteri specifici, i gruppi a staffetta presentavano tutti una pianificazione di partenza che regolava ambiti diversi in misure diverse ma che stabiliva sempre dei confini precisi dal punto di vista quantitativo: un determinato numero di scrittori per un determinato numero di capitoli. In Beim Bäcker questa pianificazione e questi confini vengono invece meno: chiunque poteva intervenire per allungare la storia senza che ci fosse né un limite nel numero di contributi né uno nel numero dei partecipanti. Dispiegandosi sul web, il testo a staffetta poteva dunque fare a meno tanto di uno spazio prestabilito di capitoli o puntate quanto, soprattutto, di un gruppo prestabilito di persone. Il che, lo si capisce bene, non è un cambiamento di poco conto. Nei romanzi a staffetta si è difatti osservato come la presenza di un soggetto in grado di determinare e delimitare il gruppo di scrittori e la sua scrittura sia una condizione necessaria: il romanzo esiste in una certa forma se esiste qualcuno, o qualcosa, capace di definirla e controllarla. In un testo come Beim Bäcker, il gruppo di scrittori sembra invece essere quasi totalmente libero a cominciare dalla sua stessa costituzione. Che accade allora?

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In uno dei primi studi dedicati alla scrittura online, J. Y. Douglas si interrogava se il cyberspazio avrebbe provocato la fine dei libri o se avrebbe portato invece alla nascita di libri senza fine.88 A leggere Beim Bäcker, la

sensazione che se ne ricava è più vicina alla seconda possibilità: una narrazione priva di un qualsiasi punto di arrivo. La mancanza di un controllo e di limitazioni preventive sembra difatti risolversi in una sequenza di contributi che rinunciano progressivamente alla costruzione di un qualsiasi racconto e di un suo finale. «In the end» – afferma Roberto Simanowski – «we realize that a new author hardly takes into account the legacy left by his predecessors».89 La storia si allungava ma non si costituiva in quanto tale. E

se questo dava l’impressione di una forma senza fine, dava in un certo senso anche l’impressione della fine di ogni forma.

Ciò considerato, non sorprende che la maggiore libertà dei gruppi a staffetta online non sempre corrisponda a una totale libertà. Nel luglio del 1997, il nascente colosso del commercio Amazon lanciò la scrittura di un romanzo a staffetta che tentava proprio di bilanciare la libertà offerta dal web con l’esigenza di una struttura narrativa. Affidò al famoso scrittore americano John Updike il compito di scrivere l’incipit di un romanzo intitolato Murder Makes The Magazine che chiunque avrebbe potuto proseguire secondo però delle regole e dei confini ben precisi. La storia si sarebbe composta di quarantacinque contributi, quarantaquattro scelti da una giuria tra tutti quelli inviati e il quarantacinquesimo, il finale, scritto nuovamente da Updike. Ognuno avrebbe potuto inviare la sua prosecuzione ma, ogni giorno per quarantaquattro giorni, Amazon avrebbe selezionato e pubblicato un solo vincitore. Attraverso la potenza del web – come ebbe poi ad affermare il fondatore di Amazon Jeff Bezos – «people from all over the world followed the story» e «thousands of authors contributed superb entries».90 Per poter però ottenere un romanzo, la stessa potenza del web

necessitava di un percorso prestabilito e di un soggetto limitante che, non diversamente dal Madrid Cómico, dall’Harper’s Bazar o dal Detection Club, fosse il “responsabile” della scrittura di un “autore cieco”.

Negli anni successivi, altri testi a staffetta online si mossero sullo stesso solco dell’iniziativa di Amazon proponendo norme preventive e un controllo sulla scrittura. Nell’estate del 2000, il comune ligure di Alassio lanciò Sapore di Al@ssio, un “web romanzo” a staffetta da scrivere in dieci capitoli a partire

88 Il riferimento è a J. Y. Douglas, The End of Books – Or Books Without End? Reading Interactive

Narratives, University of Michigan Press, 2001.

89R. Simanowski, “The Reader as Author as Figure of Text”,

http://www.p0es1s.net/poetics/symposion2001/full_simanowski.html,

90 La presentazione di Bezos e il testo finale del romanzo sono reperibili online: http://g-

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da un primo pubblicato su un sito ad hoc. I partecipanti avevano a disposizione un certo numero di battute prefissato per i loro contributi che, come in Murder Makes The Magazine, sarebbero stati letti e selezionati da una giuria.91 Ogni dieci giorni, il capitolo ritenuto migliore sarebbe stato così

pubblicato sul sito per consentire la continuazione della storia sino alla sua conclusione. Nel 2008, ancora in Italia, il collettivo dei Kai Zen organizzò la stesura de Il Romanzo Totale pubblicando in rete l’inizio di una storia e chiedendo ai lettori di proseguirla. Nuovamente, il processo di scrittura contemplava la selezione da parte di una redazione apposita del contributo più convincente che sarebbe apparso sul sito come prosecuzione ufficiale.

In tutti questi casi, la presenza di regole e di soggetti limitanti ha quindi il compito di preservare, sul web come su carta, l’esistenza di una storia, di garantire il più possibile il suo carattere di “cosa complessa” e, verrebbe da aggiungere, di “cosa completa”. Sul web, però, questo obiettivo deve adeguarsi alla diversa costituzione e ampiezza del gruppo di scrittori. Da questo punto di vista, da Beim Bäcker a Romanzo Totale, il vero elemento di rottura con la pubblicazione cartacea rimane infatti costante: il gruppo a staffetta sul web si forma sempre in progress e abbattendo ogni barriera tra lettura e scrittura. Questi testi non si limitano cioè a chiedere di essere letti ma invitano costantemente il lettore a passare dall’altra parte della pagina – o meglio: dello schermo – per essere continuati. Non si tratta più solo di assistere a “quel che ne esce” o di “giocare con quel che ne esce” ma anche di poter provare a stabilirlo. Il passaggio è fondamentale e modifica la natura tanto del testo quanto, ovviamente, del gruppo stesso.

Non più solo romanzi:

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