Ancora nel loro report conclusivo, Mason e Thomas avanzano l’idea di vedere A Million Penguins non nei termini di un’opera letteraria ma come una
40 B. Mason, S. Thomas, A Million Penguin Research Report, p.14. Documento disponibile su:
http://www.ioct.dmu.ac.uk/documents/amillionpenguinsreport.pdf
41 Ibidem.
42http://archive09.linux.com/feature/60438. Va detto che Douglas Rushkoff, uno dei più noti
divulgatori della cultura digitale, aveva già sperimentato in prima persona l’idea di un romanzo “aperto”. Nel 2002 pubblicò online il suo romanzo Exit Strategy come un «open source novel»: chiunque poteva aggiungere note e specificazioni al testo principale e cento di queste aggiunte vennero poi pubblicate nell’edizione cartacea.
152
sorta di performance letteraria. Basandosi sui dati in loro possesso, i due studiosi analizzano il ruolo quantitativo svolto dai 655 partecipanti effettivi al progetto e ricavano un interessante risultato: la netta maggioranza (570) intervenne sul testo solamente una volta e, delle rimanenti 85 persone, solo 18 contribuirono per più di sei volte.44 Sono cifre che indicano abbastanza
chiaramente cosa non avvenne nella stesura di quel che avrebbe dovuto essere il romanzo wiki: non si creò alcuna comunità capace di scrivere realmente insieme. «There was no community built around “A Million Penguins”», concludono Mason e Thomas. «The content may have been generated by many people yet, with occasional exceptions, the users rarely actively collaborated».45
La forte frammentazione testuale riflette del resto un approccio tutto sommato individuale a cui, data la natura del wiki, non fu però concessa possibilità di piena espressione. Quasi ogni aggiunta o modifica, soprattutto quelle più evidenti e singolari, erano soggette in brevissimo tempo a ulteriori aggiunte o modifiche da parte di altri partecipanti: il testo risultante, benché frammentato, non era dunque quasi mai individualizzato. Proprio combinando la natura poco collaborativa dei contributi con i dati numerici dei partecipanti, Mason e Thomas giungono all’immagine di A Million Penguins come una performance non organizzata che si svolse su molteplici “palchi”, alcuni più affollati, altri meno:
We can conceive of the registered users as a crowd of people occasionally reacting to a number of performers some of whom are recognized as star performers. This suggests that it would be appropriate to depict of “A Million Penguins” as somewhat like a
44 Nella loro analisi, Mason e Thomas considerano il numero dei contributi e non la quantità
delle parole di ciascun contributo. Nel suo breve articolo Who Writes Wikipedia, Aaron Swartz considera invece entrambi, sia il numero dei contributi sia la loro consistenza quantitativa, sottolineando come le conclusioni possano cambiare notevolmente. Stando al solo numero dei contributi, Wikipedia appare infatti scritta da una minoranza di persone: poche persone sono responsabili della maggior parte dei contributi. Analizzando invece la consistenza dei contributi il quadro si rovescia: le tante persone che intervengono meno sono anche quelle che scrivono di più e, in tal senso, Wikipedia appare realmente scritta dalla maggioranza. Questo accade perché la maggioranza degli utenti desidera scrivere solo ciò di cui è esperta: carica o modifica un articolo e poi si ritira. Una piccola minoranza è invece interessata a Wikipedia nel suo complesso e allora impegna il suo tempo a modificare e correggere piccole sezioni di articoli rendendole adeguate agli standard generali: è un’azione costante che si concretizza in tanti interventi e in poche parole. Con in mente l’analisi di Swartz, ho chiesto a Kate Pullinger se qualcosa del genere potesse essere accaduta per A Million
Penguins, se cioè i 570 individui che contribuirono solo una volta potessero in realtà aver
scritto, quantitativamente, di più. Non sembra esser stato il caso. In A Million Penguins fu la minoranza sia a intervenire più volte sia ad aggiungere più testo.
153
carnival where the audience reacts to various performances while the performers react to each other and the audience.46
Pochi partecipanti che occupano il “palco” per più tempo e imprimono svolte significative a cui la grande maggioranza – crowd più che community, folla più che comunità – è libera di replicare se, quando e come meglio crede.47 È il caso, ed è anche l’esempio più celebre, dell’utente YellowBanana
che il 13 febbraio iniziò a modificare il testo in diverse parti inserendo delle aggiunte che avevano come fil rouge la presenza costante delle banane. Quel che sarebbe potuto sembrare semplice e gratuito vandalismo fu invece accolto dalla “folla” come un contributo dapprima accettabile e poi addirittura meritevole di una versione dedicata del testo. YellowBanana aveva offerto la sua versione dello spettacolo e il “pubblico” l’aveva accettata e persino proseguita.48 A scorrere le pagine dedicate ai profili degli utenti e
alle discussioni sul progetto, l’idea di A Million Penguins «as a type of performance» sembra poi trovare ulteriori conferme: non era raro, infatti, che gli utenti intervenissero sulle rispettive pagine personali per lasciare la loro opinione sui contribuiti offerti. Più che una comunità impegnata a scrivere un romanzo, A Million Penguins fu allora una folla impegnata a pensare, discutere e assistere a come si potesse scrivere un romanzo e il suo risultato fu per l’appunto l’insieme dei tentativi, delle discussioni e degli interventi di questa variegata performance. «As the project evolved», scrisse in seguito Ettinghausen, «I think I stopped thinking about it as literary experiment and I started thinking about it more as a social experiment».49 Un esperimento
sociale, e non di poco conto ai fini del nostro discorso poiché mise alla prova un gruppo indistinto di persone con una scrittura collettiva realmente libera e aperta e con le sue conseguenze.