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Guerra Civile Cesare contro Pompeo

Nel documento Maritima : Roma sul mare (pagine 198-200)

CESARE CONTRO POMPEO

9.4. Guerra Civile Cesare contro Pompeo

“Cesare non era affatto disposto a tornare privato cittadino dopo un comando così importante e così lungo. Temendo di essere ridotto alla mercè dei suoi nemici, si diede da fare allo scopo di mantenere la carica anche contro la loro volontàTP

793

PT”.

“Era più difficile, ora che egli era al primo posto della repubblica risospingerlo al secondo, piuttosto che dal secondop all’ultimoTP

794

PT”

A questo punto “ l’autorità del senato armò Pompeo, la devozione devozione dei soldati CesareTP

795

PT”.

Cesare attendeva le decisioni del senato con la legione di stanza a Ravenna, giustoi lungo il confine fluviale del Rubiconde, che separava la Proivincia della Gallia Cisalpina dall’Italia. Scrive Appiano:

“TP

796

PTSi fermò e restava assorto con gli occhi fissi sulla corrente, riflettendo su ciascuno dei mali che si

sarebbero verificati se avesse attraversato in armi quel fiume. Poi tornato in sé disse ai presenti: ‘Amici, se mi astengo dall’attraversare questo fiume ci saranno per me disgrazie; se invece lo attraverso ci saranno mali per tutti”

Quando il dado fu trattoTP

797

PT, con una sola legione Cesare diede l’assalto al mondoTP

798

PT. La sua

marcia trionfale, con il prezioso ausilio dei legati Curione e Antonio, lo fece immediatamente padrone del Piceno, uno dei massimi centri di reclutameno del MagnoTP

799

PT (291), e di tutto

quanto fosse a nord di CapuaTP

800

PT.

Pompeo che guadagnava BrindisiTP

801

PT per raggiungere la costa epirota, stava per salpare

immediatamente per Durazzo quando (17 gennaio 49) Cesare con sei legioni arrivò davanti la città pugliese cingendo il porto d’assedio.

“Pompeo, affinché i legionari di Cesare non facessero irruzione nel porto prima dell’imbarco, ostruisce le porte, barrica piazze e quartieri, scava fossati attraverso le stradedove fa conficcare pali e rami acuminatissimi, mascherando poi il tutto sotto leggeri graticci coperti di terra; fa inoltre sbarrare con enormi travi, anch’esse acuminate, le vie d’accesso al porto e le due strade che vi arrivano passando fuori dalle muraTP

802

PT. Ultimati questi preparativi, ordina ai soldati d’imbarcarsi in silenzio,

mentre fa disporre sulle mura e sulle torri, a lunghi intervalli, soldati armati alla leggera, scelti tra i richiamati, arcieri e frombolieriTP

803

PT. Stabilisce che si ritirino a un segnale convenuto, quando tutte le

truppe si saranno ium,arcate, e lascia per loro, in un luogo facile da raggiungere, delle imbarcazioni leggereTP 804 PT”. TP 793 PT Dio Cass., XL, 60. TP 794 PT Svet., I, 29. TP 795

PT Vell. Pat., II, 49. TP

796

PT App., Bell. Civ., II, 35. TP

797

PT App., Bell. Civ., II, 48. TP

798

PT Oros., VI, 15. TP

799

PT A. FREDIANI, I Grandi generali di Roma Antica, I volti della storia, cit., p. 291. TP

800

PT Ces., Bell. Civ., I, 14. TP

801

PT Lo stesso dice Plutarco (Pomp., 62, 3): Pompeo occupò Brindisi, dove si procurò delle navi: immediatamente

fece imbarcare i consoli e con loro trenta coorti, mandandoli avanti a lui a Durazzo; spedì poi il suocero Scipione e suo figlio Gneo in Siria per allestire una flotta.

TP

802

PT Anche sulle opere di fortificazione a Brindisi Plutarco (Pomp., 62, 4): lui poi fece fortificare le porte della

città e alle mura schierò i soldati più agili; ordinò agli abitanti di starsene tranquilli in casa e per tutta la città all’interno fece scavare trincee e fossati e fece riempire di palizzate i passaggi, tranne due, attraverso i quali discese verso il mare.

TP

803

PT A quanto pare Pompeo impiegò due giorni per imbarcare tutto il suo esercito in mare (Plut., Pomp., 62, 5). TP

804

Continua Plutarco:

“Come Cesare vide le mura abbandonate, si rese conto che pompeo era fuggito e mentre tentava di inseguirlo per poco non incappò nei pali e nei fossati. Avvertito dai Brindisini, evitò di entrare in città e fece il giro: dovette allora constatare che tutte le navi erano in mare, tranne due che potevano contenere un piccolo numero di soldati”.

In generale la fuga di Pompeo via mare viene considerata uno dei migliori esempi di stratagemmi militari, ma Cesare stesso si meravigliò che pompeo, che pure aveva in mano una città forte, aspettava le sue truppe in arrivo dalla Spagna e aveva il dominio del mare, se ne andasse e lasciasse l’ItaliaTP

805

PT.

Quanto a Cesare egli in realtà mostrò di temere molto il tempo. Infatti, fatto prigionierio NumerioTP

806

PT un amico di pompeo, lo mandò a Brindisi con la richiesta di un accordo a

condizioni di parità, ma Numerio si imbarcò con Pompeo.

Pompeo se ne andava lasciando l’Italia a Cesare dopo appena 65 giorni di campagna. La sua non era una fuga ma piuttosto l’attuazionbe di una strategia d’accerchiamento che lo vedeva già in possesso di territori e di legioni ad ovest in Spagna, a sud in Africa (dove il re numida Giuba era poco più bdi un cliente), e a est con le coste dalmate e l’Oriente: se anche cesare avesse conseguito subito il controllo dell’Italia, il suo avversario pareva in grado di metterlo in difficoltà ancor prima di affrontarlo direttamente, attuando uno strangolamento economico che avrebbe presto messo in discussione il suo controllo sulla penisolaTP

807

PT.

Non a caso uno dei primi provvedimenti di Cesare fu di mandare una legione in Sicilia e una in sardegna, al comando di curione, per salvaguardare i rifornimenti di grano e puntare poi all’Africa. A Roma Cesare stette soli quattro giorni, giusto il tempo di dissanguare il pubblico erario per finanziare la sua guerraTP

808

PT; affidò il governo della penisola ad Antonio, formò ben

due flotte con cui opporsi allo strapotere marittimo di PompeoTP

809

PT, e poi partì secondo

PlutarcoTP

810

PT alla volta della Spagna dopo esser divenuto “padrone dell’Italia in 60 giorni”.

In realtà, Cesare operò su due fronti: invia il legato Caio Fabio contro Petreio e Afranio in Spagna (Varrone non destava problemi al momento) e i legati Gaio Trebonio e Decimo BrutoTP

811

PT alla volta di Marsiglia, i cui abitanti il rivale aveva guadagnato alla propria causaTP

812

PT;

contro la flotta di Domizio.

Dalla città portuale il condottiero intendeva inaugurare la nuova campagna per spezzare l’accerchiamento dell’avversarioTP 813 PT. TP 805

PT Plut., Pomp., 63, 1-2: Cicerone accusa Pompeo di aver voluto imitare la strategia di Temistocle piuttosto che

quella di Pericle, benché la situazione fosse simile a quella di quest’ultimo e non dell’altro. Il riferimento di Plutarco è in Cicerone, ad. Att., VII, 11, 3.

TP

806

PT Numerio Magio, praefectus fabrum sotto Pompeo , Cesare, B.C., I, 24, 4-5, catturato da Cesare fu inviato con

proposte di pace a Pompeo. La notizia fornita da plutarcvo che egli non tornò indietro, concorderebbe con la testimonianza di Cesare, mentre in altre fonti è detto che Numerio tornò con una risposta non soddisfacente

TP

807

PT A. FREDIANI, I Grandi generali di Roma Antica, I volti della storia, cit., p. 293. TP

808

PT Plutarco, (Pomp., 62, 2) Dice che Cesare incontrò l’opposizione di L. Cecilio Metello, tribuno della plebe nel

49, che tentò di impedirgli di prendere denaro dal tesoro pubblico, e ‘prese quanto gli occorreva’ nonostante ‘quell’atto gli era più difficile dirlo che farlo’ (cfr. Regum et imperatorum apophthegmata, 206C e Caes., 35)

TP

809

PT Plut., Pomp., 64, 1: In quel periodo si unì a Pompeo un grande schieramento di forze. La flotta era

assolutamente senza rivali (vi erano infatti 500 navi da combattimento e un numero ancora maggiore di navigli leggeri e di navi da pattuglia) aveva 7000 cavalieri, il fior fiore di Roma e dell’Italia, insigni per nascita ricchezza e sentimenti. TP 810 PT Plut., Pomp., 64, 4. TP 811

PT La scelta di questi due luogotenenti per l’assedio marittimo di Marsiglia non fu affatto caasuale ; nella guerra

gallica, infatti, Decimo Bruto aveva avuta la meglkio contro i Veneti in mare, mentre Trebonio fu preziosissimo qualche anno dopo negli sbarchi in Britannia.

TP

812

PT Ces., Bell. Civ., I, 34. TP

813

Presso IlerdaTP

814

PT, Fabio e CesareTP

815

PT conquistano l’accampamento dei due legati pompeiani e la

successiva resa di Varrone lo fece padrone della Spagna fino a Cadice.

Nel documento Maritima : Roma sul mare (pagine 198-200)