ROMA DOPO LA DISTRUZIONE DI CARTAGINE: GUERRE MITRIDATICHE, SILLA; LUCULLO, POMPEO
7.5. Lucullo e la capacità di farsi amare dai soldati TP
PT
T
Lucio Licinio Lucullo. Egli non nacque soldato, in base a quel poco che possiamo evincere dalle scarne notizie forniteci dai cronistiTP
569
PT.
Sicuramente non celebre come pompeo, che anzi lo sostituì nella campagna contro Mitridate, Plutarco dice di lui che
TP
567
PT Plut., Sil., 12 TP
568
PT Plutarco, Luc., 36, conclude la vita di questo generale romano impegnato nel Ponto contro Mitridate con
questa affermazione: “Lucullo mancava, o per la sua stessa indole, o per la cattiva sorte, del primo più granderequisito di un generale: la capacità di farsi amare dai soldati”.
TP
569
PT Da parte di padre, egli poteva annoverare un console, vissuto durante la Guerra Ispanica, mentre da parte di
madre discendeva direttamente dai Metelli. “Cicerone che fu suo intimo amico ci dice che Lucullo trascorse la giovinezza dedicandosi all’attività forense, ma sappiamo che partecipò con Silla in qualità di tribuno militare, alla guerra sociale, che ebbe termine allo scoccare dei suoi trent’anni”. A. FREDIANI, I Grandi generali di
“fu il primo dei Romani a valicare il Tauro con un esercito; di più: attraversò il Tigri, e sotto gli
TP PT
a parte di Fimbria, il quale
occhi del re espugnò e incendiò le regge dell’Asia, Tigranocerta e cabira, Sinope e Nibisi, conquistò nuove terre fino al Fasi, a nord, fino alla Media a est fino al mar rosso a sud, grazie all’aiuto dei re arabi; annientò le forze dei re, dei quali gli mancò solo di catturare i corpi, perché quelli si rifugiarono in zone desertiche, tra foreste impervie e impraticabili”TP
570
PT
Durante l’assedio di Atene, Silla, impegnato in prima linea, gli affidò un ruolo di prim’ordine. “Padrone della terraferma, ma tagliato fuori dai rifornimenti571“, a causa della superiorità marittima di Mitridate, Silla aveva bisogno delle navi per assicurarsi i collegamenti e le vettovaglie, e Lucullo, suo questore, fu chiamatoi procurargliene.
Con una piccola flottiglia di cinque vascelli, secondo Plutarco, su una nave che cambiava di continuo per non farsi scoprire secondo Appiano, Lucullo fece tappa dapprima a Creta, che riuscì a portare dalla parte dei Romani, e poi a Cirene.
Giunto poi ad Alessandria, dove poco prima la sua flotta aveva subito un devastante attacco da parte dei pirati, fu trattato con tutti gli onori da Tolomeo X Soter, ma senza ricevere neppure una nave, che il questore fu costretto a procurarsi lungo la costa siriana, per poi salpare a Cipro, dove le forze di Mitridate lo aspettavano “in agguato dietro i promontoriTP
572
PT“
Lucullo riuscì a salvarsi dall’attacco con uno stratagemma: fece tirare in secco l’intera flotta e fingendo di voler svernare sull’isola, per poi invece salpare con poche navi al primo vento favorevole, navigando a vele spiegate di notte e amminate di giorno per raggiungere la fedele Rodi.
Da tempo i rodesi ottemperavano alla loro alleanza con Roma compensando, con il loro apporto, le deficienze della sua flotta.
Oltre al contingente navale dell’isola, lucullo ottenne anche un altro importante contributo navale dalle città di Cos e di Cnido, liberandole dall’influenza di Mitridate e utilizzandone i vascelli per una serie di spedizioni contro alcuni centri dell’Egeo che sostenevano il Ponto.
quel punto il questore si vide arrivare una richiesta d’aiuto d A
stava mettendo in grandi difficoltà Mitridate, che aveva bloccato a Pitane, a ridosso di Pergamo.
Un piano abbastanza efficace: Fimbria era riuscito a isolare il re del ponto a terra e ora si attendeva che lucullo facesse lo stesso via mare con la sua flotta:
“nessuno avrebbe riportato maggiore gloria – affermava Fimbria – di chi gli avesse sbarrato la strada e se ne fosse impadronito mentrte tentava di fuggire. Se lui,Fimbria, lo avesse respinto dalla terraferma e lucullo lo avesse cacciato dal mare la vittoria sarebbe stata di loro due e i Romani non avrebbero tenuto in alcun conto i vantati successi di Silla a Orcomeno e CheroneaTP
573
PT“
Tuttavia, sia perché mosso dal rispetto verso Silla o, come più probabile, non sentendosela di affrontare la flotta del re del PontoTP
574
PT, largamente superiore, restò immobile dando la
possibilità a Mitridate di fuggire a Mitilene.
Ci fu tuttavia uno scontro navale davanti alla Troade, favorevole al romano, e un altro, nato da un singolar tenzone tra ammiraglie, vicino l’isola di tenedo, sempre lì vicino, ancora una volta favorevole alla flotta romana; si trattòdegli ultimi combattimenti prima della pace di Dardano, prima della quale Lucullo si ricongiunse nel Chersoneso a Silla.
TP 570 PT Plut., Luc., 46. TP 571 PT Plut., Luc., 2. TP 572 PT Plut., Luc., 3. TP 573 PT Plut., Luc., 3. TP 574
PT A. FREDIANI, I Grandi generali di Roma Antica, I volti della storia, cit., p. 187 aggiunge: “Inoltre un uomo
come Fimbria, selvaggio, truculento, mariano fino al midollo, non poteva che attirare il disprezzo di un aristocratico come Lucullo”
Lucullo, in qualità di proquestore, fu impegnato ancora da silla in occasione della ribellione di Mitilene, i cui abitanti vinse in una battaglia campale, bloccando subito dopo la città per mare con la sua flottaTP
575
PT.
Lucullo restò in Oriente fino all’80 a.C. Sei anni dopo insieme a Marco Aurelio Cotta, ottenne il consolatomentre Mitridate minacciava la Bitinia il cui re Niucomede IV, diseredando i
per ottenere il
il governatore della Cilicia Lucio Ottavio, la cui provincia
contro il re del Ponto.
di rvegliare con essa gli Stretti .
e del massacro di ben 80.000 mani, per i quali l’intero popolo meditava vendetta.
te leggendo storie di imprese militari, giunse in Asia generale fatto, lui che
le legioni che “era la prima volta che si trovavano di fronte un vero capo, perché
’avversario che Lucullo stava per asffrontare era un uomo che aveva cercato di trarre partito
ella provincia d’Asia e, ora, anche della Bitinia, dava ai Romani e lo confinava intorno al Ponto Eusino, Mitridate
propri figli e lasciando in eredità il regno al popolo romano.
Così quando il consueto ottuso sorteggio assegnò a cotta che non aveva alcuna esperienza bellica, la Bitinia, e a Lucullo la Gallia Cisalpina, quest’ultimo si adoperò
comando del collega.
Contemporaneamente, morì anche
costituiva un ottimo ‘porto di base’, da cui colpire Mitridate.
Non fu molto difficile ottenere tutto ciò, dal momento che l’altro più stimato generale dell’epoca, Pompeo, era alle prese con Sartorio nella penisola iberica: Lucullo prese sotto la sua egida l’Asia, la Cilicia e la conduzione della guerra
Assieme a lui salpò anche Cotta, che ebbe l’incarico di reperire una flotta dagli alleati e 576
so TP PT
La guerra contro Mitridate era per Lucullo l’occasione ideale per raggiungere l’apice del successo: ad attenderlo erano gli stessi teatri di guerra entro cui Alessandro Magno aveva consacrato il suo mito e un nemico che si era reso responsabil
ro
Sulla perizia del generale ecco cosa scrive, non senza esagerazione, il suo amico Cicerone:
“Pertanto, dopo aver consumato tutto il tempo del viaggio e quello della navigazione, parte consultando gli esperti, par
era partito da Roma senza alcuna esperienza di pratica militareTP
577
PT“
Giunto in Asia il generale fu costretto a utilizzare tutta la sua autorità, per ricondurre all’ordine
fino ad allora erano stati solo strumento di demagogia per dei comandanti che cercavano solo di compiacerliTP
578
PT“.
L
dalla lezione che gli aveva inflitto Silla; non si trattava più dell’incauto smargiasso che aveva mandato orde eterogenee di improvvisati soldati allo sbaraglio contro le collaudate legioni romane.
Consapevole che il possesso d il controllo totale degli stretti
“si curò dunque dei preparativi come se stesse decidendo il tutto per tutto. Per il resto dell’estate e per tutto l’inverno tagliò legname, allestì navi e armi, distribuì due milioni di medimniTP
579
PT di grano
lungo le costeTP
580
PT“
Putarco da parte sua precisa.
TP
575
PT cfr. A. FREDIANI, I Grandi generali di Roma Antica, I volti della storia, cit., p. 188. TP
576
PT “A Lucullo fu assegnata una legione, che si sarebbe unita alle due di Fimbria che stazionavano in Asia al
comando del vecchio luogotenente di Silla, Murena, e altre due con cui Servilio Isaurico si stava adoperando per eliminare l’endemico pericolo dei pirati; si trattava in tutto di 30.000 effetivi di fanteria e 2.000 di cavalleria”. A. FREDIANI, I Grandi generali di Roma Antica, I volti della storia, cit., p. 189.
TP
577
PT Cic., Academicorum Priorum, II, 1-3. TP
578
PT Plut., Luc., 7. TP
579
PT Pari a circa 78.000 tonnellate. TP
580
“così mise insieme 120.000 fanti, disposti secondo la formazione romana [e armati alla romana] e circa 16.000 cavalieri, senza contare le quadrighe falcate in numero di 100. allestì, inoltre, navi senza più baldacchini dorati, bagni per le concubine e ginecei lussuosi, ma piene di armi da difesa e da attacco e di rifornimenti variTP
581
PT“.
Ancora una volta nella primavera del 73 Mitridate assunse decisamente l’iniziativa; invase la Bitinia per porvi sul trono il figlio di Nicomede e allo stesso tempo inviò un esercito al comando di Diofanto in Cappadocia per sbarrare a Lucullo la strada per il Ponto, il primoproblema per i Romani fu che le popolazioni asiatiche, vessate dai pubblicani, lo accolsero come un ‘liberatore’; il secondo fu l’avventatezza di Cotta che accettò battaglia con Mitridate senza attendere le forze del collega. Quest’ultimo, infatti, avanzava verso il fiume Sangario con l’obiettivo di prendere alle spalle il re del Ponto, giunto nella regione di Calcedonia, sulla sponda asiatica del Bosforo, mentre Cotta lo bloccava di fronte. Mitridate puntava a sconfiggere i due eserciti separatamente e provocò immediatamente a battaglia Cotta il quale, accettando in maniera avventata, rimediò una sconfitta sia per terra, con migliaia di perdite, e una ancor più decisiva per mare, in cui il prefettoRutilio Nudo si fece incendiare una parte della flotta, mentre il rimanente, sessanta vascelli, gli veniva letteralmente portato via a traino dalle navi dell’avversario.
Cotta finì assediato a Calcedonia e il re, procedendo nella sua strategia di evitare d’esser preso a due fuochi rimase nei pressi della città a
tr soprintendere l’assedio , inviando comunque parte
t nessuna ricchezza avrebbe mai otuto nutrire alungo le migliaia di uomini di Mitridate, per di piuù avendo il nemico schierato di
delle sue truppe contro l’altro console, al comando di Marco Mario, un luogotenente di Sartorio che il valoroso generale proscritto gli aveva mandato dalla Spagna. Lucullo si trovò a dover fronteggiare quest’esercito nei pressi del Lago Ascanio presso Le Otrie. Tuttavia quella che si prospettava come la prima battaglia campale del console non ebbe luogoTP
582
PT.
Poco male, tuttavia, dal momento che Lucullo era orientato a dare avvio alla campagna con una tattica “alla Fabio Massimo”.
“Lucullo, pensando che nessuna riserva umana di rifornimen i e p
fronte, fece chiamare a se uno dei prigionieri. Anzitutto gli domandò quanti compagni dormissero in tenda con lui e poi quanti viveri erano rimasti nella sua tenda quando era stato catturato. Dopo che l’uomo ebbe risposto lo congedò e ne interrogò un secondo e un terzo, ponendo atutti le medesime domande. Infine confrontando la quantità di viveri disponi bile col numero dei soldati, arrivò alla conclusione che entro tre quattro giorni le provviste nemiche sarebbero venute meno. E quindi, a maggior ragione si confermò nella decisione di prendere tempoTP
583
PT.
Per Mitridate, dunque, era vitale procurarsi una sicura base di collegamento tra la propria flotta e l’esercito, per assicurarsi una via protetta per i rifornimenti. Toccò a Cizico, l’unica città della costa dell’Ellesponto ancora fedele ai Romani e uno dei centri più floridi dell’Asia Minore, essere prescelta quale successivo obiettivo del re pontico. Espugnarla non era impresa di poco conto: a parte la grande ricchezza di vettovaglie, macchine da difesa e armi di vario genere, che i cittadini tenevano in tre rispettivi magazzini, la città sorgeva su un’isola collegata alla terraferma da una lingua di terra, era difesa da massicce mura divise da un’altura, il monte Dindimo, e doitata di due porti.
Ma Mitridate poteva contare su 50.000 fanti e 400 navi, con le quali forse pose il blocco per terra e per mare, nonché l’ausilio del tessalo Niconide, grande esperto di macchine ossidionali. TP 581 PT Plut., Luc., 7. TP 582
PT “Pare che una meteora sia caduta proprio tra i due schieramenti mentre si accingevano al combattimento e i
rispettivi comandanti, considerandolo un cattivo auspicio, rinunciarono allo scontro”. A. FREDIANI, I Grandi
generali di Roma Antica, I volti della storia, cit., p. 192. TP
583
Presa posizione sul monte Adrastea, di fronte alla città, il sovrano fece circondare l’obiettivo con un doppio muro e un fossato, con terrapieni su cui dispose macchine di ogni sorta: torri, testuggini dotati di ariete, una elepoli di quasi 18 metri “da cui si levava un’altra torre che
si sotto le mura e a supplicare i concittadini di arrendersi, ma Pisistrato, il comandante ella città, nonm si fece commuovere.
sciti a salire sulle mura, poi con un
n l’aiuto di corde o ne smorzavano la forza con
n parte dei macchinari.
gato quando, nottetempo, arrivò da
o fu posto su un’altura a sud della città, in una posizione che permetteva
o ridotti a cibarsi di erba e persino di
re aveva costruito dei terrapieni che collegavano il monre Dindimo alle mura della città con lo
con le catapulte vomitava pietre e vari proiettiliTP
584
PT“; sul mare due quinqueremi attaccate
ospitavano una torre dalla quale, una volta vicina alle mura, usciva un ponte azionato da un meccanismo.
Mitridate obbligò quindi 3.000 ciziceni che aveva catturato nella battaglia di Calcedonia a schierar
d
Appiano descrive nei particolari i primi tentativi del re di prendere la città, dapprima mediante il marchingegno sulle navi, la cui efficacia fu scongiurata dagli assediati mediante il getto di fuoco e pece, dopo che soli quattro uomini erano riu
massiccio attacco poliorcetico da terra, contro il quale i ciziceni si produssero in una fiera difesa:
“spezzavano gli arieti con pietre o li piegavano co
stuoie di lana, rimediavano ai proiettili incendiari con acqua e aceto, agli altri proiettili toglievano forza con stoffe interposte davanti o con tele penzolantiTP
585
PT“
Una parte del muro crollò, ma gli assedianti non fecero in tempo ad approfittarne perché esso fu ricostruito la notte stessa e non ebbero più modo di riprovarci a causa del forte vento che, in seguito, distrusse gra
Lucullo arrivò solo in un secondo momento nei pressi della città assediata e in un primo momento le sue legioni furono scambiate dai ciziceni per un contingente di rinforzi dello sterminato esercito pontico; ogni dubbio dei cittadini fu fu
loro a nuoto un messaggero, dopo una traversata di sette miglia nel lago che collegava il mare alla città “tenuto a galla da due otri, aggrappato all’asticella che li univa e remigando con i
piedi sott’acquaTP
586
PT“.
L’accampoament
all’esercito consolare di ostacolare le vie di comunicazione e di rifornimento di Mitridate, costringendo il re “a subire quello che stava facendoTP
587
PT“.
Ben presto il sovrano, anche a causa dell’approssimarsi dell’inverno, si trovò a corto di viveri, ma della carestia imperante tra le sue truppe nessuno osò informarlo, fino a quando non si verificò anche un’epidemia tra i soldati che, pare, eran
interiora umane.
Mitridate si risolse quindi a liberarsi della cavalleria e delle bestie da soma, nonché di alcuni fanti, che fece partire verso ovest mentre Lucullo era impegnato alla conquista di un castello nei dintorni della città assediata. Ma al console non sfuggì il piano nemico e tornato nottetempo all’accampamento, prese con se una legione e parte della cavalleria dandosi all’inseguimento del contingente pontico in ritirataTP
588
PT.
Intanto per Mitridate l’assedio di Cizico si stava rivelando molto più difficile del previsto. Il
TP 584 PT App., Mitr., 73. TP 585 PT App., Mitr., 74. TP 586 PT Oros., VI, 2, 14. TP 587 PT Oros., VI, 2, 14. TP 588
PT “La neve e il gelo lo obbligarono a lasciare per strada molti dei suoi, tuttavia gli riuscì di arrivare a contatto
coi nemici con un numero di uomini sufficiente e sterminarli mentre attraversavano un fiume, forse il Kokasu: pare che le donne della vicina città di Apollonia abbiano avuto tutto l’agio di spogliare e depredare le migliaia di cadaveri che giacevano lungo le rive del corso d’acqua, mentre Lucullo, alla sua prima battaglia campale – in realtà non più che un tiro al bersaglio – se ne tornava alla base con oltre 20.000 prigionieri”. A. FREDIANI, I
scopo di poter divellere quest’ultime, ma furono gli assediati a farli crollare insieme alle macchine che vi aveva piazzato sopra; per giunta i suoi uomini erano ormai talmente provati
suo accampamento al saccheggio dei
divenuto celebre per la prima vittoria di Alessandro sui Persiani;
zioni indicate dalle fonti “
nel Mediterraneo orientale.
ne la
ilottete era stato morso da un serpente – e a
a parte del senato: una decisione che non avrebbe altra
iù ingiustificato qualora si consideri che
da non riuscire più ad opporsi alle continue sortite dei difensori. Pertanto decise che era tempo di togliere l’assedio e salpò con la sua flotta alla volta di Pario, dove arrivò con solo una parte del naviglio, distrutto da una tempesta, lasciando il
ciziceni: “Lucullo, spettatore dell’altrui disfatta senza perdite proprie, ottenne così un nuovo
genere di vittoriaTP
589
PT“.
Fallì anche il tentativo del re del Ponto di ostacolare Lucullo inviando nell’egeo il proprio ammiraglio Aristonico con un gran quantitativo di denaro per corrompere i legionari fimbriani, la cui fama giustificava un simile proposito.
L’esercito pontico si ritirò via terra alla volta di Lampsaco, ma fu sorpreso da Lucullo sul Granico, il fiume della misia
il generale aggredì i 30.000 effettivi di fanteria che il re aveva affidato a Mario ed Erme e ner fece strage, completando il suo successo con una seconda battaglia sull’Esopo; “almeno così
si possono conciliare le diverse ubica TP590PT
A Cizico Lucullo fu accolto come un trionfatore e pare che in suo onore fossero stati istituiti anche dei giochi, i Lucullea.
Ma così come gli fece notare la dea Afrodite apparsagli in sogno, presto Lucullo dovette affrontare la minaccia via mare dal momento chge Mitridate aveva flotte sparse un po’ ovunque
Il console non esitò ad attaccare tredici quinqueremi nei pressi del promontorio del Sigeo, definito dalle fonti ‘porto degli Achei’ in ricordo della guerra di Troia; in quella occasio flotta nemica finì nelle sue mani e cadde anche il comandante Isidoro, celebre pirata passato al servizio di Mitridate, che aveva dato filo da torcere ai Romani nel tratto di mare tra Creta e Cilicia.
Ma una prima vittoria risolutiva per mare, Lucullo la ottenne poco dopo intercettando una flotta di 50 navi al comando di Mario, del paflagone Alessandro e dell’eunuco Dionisio. All’avvicinarsi della flotta romana, costoro riuscirono a riparare su un’isola nei pressi di Lemno, probabilmente Chryse – l’ isola in cui F
tirare in secco le navi. In questo modo si tenevano fuori dalla portata di tiro dei Romani e Lucullo si risolse ad aggirare l’isola facendo sbarcare un contingente di fanti sul lato opposto; la pressione di quest’ultimi spinse gli avversari a imbarcarsi nuovamente solo per vedersi il mare aperto precluso dalla flotta capitolina. Finì che i pontici furono bersagliati e annientati da un attacco incrociato per terra e per mareTP
591
PT.
Le gratificazioni di Cizico e le vittorie navali incrementarono la fama del generale romano, nonché la fiducia in se stesso, al punto da indurlo a rifiutare uno stanziamento di 18 milioni di