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Dalle cause dello stress e del burnout al benessere organizzativo

2.7 Come si vive il burnout

L‟opinione comune tende a credere, secondo Christina Maslach, che il burnout sia un problema dell‟individuo e che le persone si esauriscano a causa di difetti o manchevolezze che sono proprie del loro carattere e del loro comportamento. Da questa prospettiva sarebbero gli individui a rappresentare il problema e la soluzione consisterebbe, dunque, nel modificarli o, peggio, nello sbarazzarsene.

In verità, gli studi condotti dalla stessa nel corso degli anni, l‟hanno spinta a ritenere che le cose non stanno così; la sua convinzione è che “il burnout non sia un problema dell‟individuo in sé, ma del contesto sociale nel quale egli opera”187. La struttura e il funzionamento del luogo di lavoro influenza notevolmente le modalità di interazione tra le persone e le modalità di esecuzione del lavoro e, quando l‟ambiente lavorativo non riconosce l‟aspetto umano del lavoro, il rischio di burnout cresce. Se ne deduce che i costi del burnout sono elevati tanto per gli individui quanto per le organizzazioni, infatti, chi è affetto da burnout tende ad investire sempre meno tempo e meno energie nel proprio lavoro, facendo solo il necessario ed aumentando il numero di assenze, fino a quando non decide di ritirarsi da lavoro.

La Maslach riporta la testimonianza di un insegnante di scuola superiore:

Ho insegnato per più di vent‟anni ma ho perso la fiducia in me stesso. Non posso continuare così, non voglio continuare così, perché non condivido i valori della nostra società come li vedo applicati nella scuola: antiapprendimento, antifatica e antiresponsabilità. Se il sistema scolastico non ha intenzione di cambiare la situazione, allora perché mai sono stato qui a sprecare il mio tempo? Desidero soltanto andarmene altrove e avere una vita vera. Adesso come adesso, cerco solo di sopravvivere.188

Il burnout affligge quelle professioni che prevedono delle relazioni di aiuto in settori quali i servizi sociali, l‟assistenza sanitaria e l‟istruzione; professioni high-touch (a contatto continuo), che implicano cioè numerosi contatti diretti con persone in difficoltà. La dedizione che tali professioni richiedono, l‟eccessivo carico di lavoro, i potenziali conflitti che si creano con clienti, pazienti, studenti e colleghi sono spossanti.

Il burnout è un fenomeno che esisteva già in passato, ciò che lo contraddistingue nei giorni nostri è proprio il fatto che sono aumentati notevolmente quei lavori che si caratterizzano come servizi alle persone, lavori per cui i professionisti devono essere in grado di trattare in modo efficace con la loro clientela e devono saper offrire un servizio valido anche dal punto di vista interpersonale. Inoltre, è cresciuta la tendenza verso il lavoro d‟èquipe, un tipo di lavoro in cui si richiede di lavorare con maggiore spirito di collaborazione e non più in maniera individualistica.

187 Ivi, p. 24 188 Ivi, p. 25

Tuttavia, nonostante l‟incremento del lavoro high-touch, paradossalmente, le capacità interpersonali vengono trascurate a favore di quelle tecniche o economiche. Secondo Christina Maslach, il problema di fondo è che la sindrome del burnout, non è stata affrontata con adeguata attenzione, soprattutto perché ancora non si comprende che non è tanto l‟individuo a dover cambiare quanto l‟organizzazione. Una risposta efficace al burnout deve comprendere, inoltre, la prevenzione e non solo il rimedio, attraverso la promozione positiva dell‟impegno nel lavoro e la promozione dei valori umani, non solo di quelli economici.

La gente colpita dal burnout prova frustrazione, rabbia, perdita di entusiasmo, paura, infelicità, depressione, stanchezza, ma più in generale, i problemi che si incontrano possono essere individuati in:

- Un deterioramento dell‟impegno nei confronti del lavoro. Quello che era cominciato come un lavoro ricco di significato e affascinante si trasforma in sgradevole, insoddisfacente e insignificante.

- Un deterioramento delle emozioni. I sentimenti positivi come la dedizione, l‟entusiasmo, la sicurezza vengono sostituiti da rabbia, ansia, depressione.

- Un problema di adattamento tra la persona e il lavoro. Gli individui percepiscono questo squilibrio come una crisi personale, ma in verità è il posto di lavoro ad essere la fonte dei problemi.

Il burnout rappresenta, dunque, un graduale processo di perdita durante il quale la discrepanza tra i bisogni della persona e le richieste di lavoro continua a crescere. Il processo di deterioramento coinvolge reciprocamente la persona ed il lavoro, in quanto le richieste avanzate dal contesto lavorativo formano l‟esperienza dell‟individuo, mentre la prestazione dell‟individuo incide sull‟ambiente di lavoro. In genere, quando si comincia a svolgere un nuovo lavoro, le persone si sentono pienamente impegnate, si sentono energiche, emotivamente coinvolte e realizzate; mentre, quando inizia a manifestarsi la sindrome del burnout, l‟energia si trasforma in esaurimento, il coinvolgimento si trasforma in cinismo, l‟efficienza si trasforma in inefficienza.

La Maslach riporta un esempio significativo di deterioramento dell‟impegno che ci consente di capire chiaramente quali siano le dinamiche che si mettono in moto in caso di burnout:

Julie insegnava storia e letteratura in una scuola a studenti di terza e godeva di un‟ottima reputazione come insegnante. Gli studenti l‟amavano, i genitori facevano richiesta per iscrivere i loro figli nella sua classe, il preside la considerava uno dei migliori docenti. Giovane e brillante, Julie secondo le previsioni avrebbe dovuto avere una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. Invece, quest‟anno Julie ha deciso di dimettersi. La sua decisione è stata uno shock per tutti; alcuni suoi colleghi hanno pianto apprendendo la notizia. Un tempo Julie si dedicava completamente al suo lavoro poiché esso le permetteva di realizzare delle cose che reputava importanti – fare qualcosa di valido nel mondo, avere un‟influenza positiva sulla vita delle altre

persone. Oggi, però, non crede più ne valga la pena. Una volta convogliava enormi quantità di energia e di dedizione nel proprio lavoro, facendo gli straordinari e accettando di fare ogni genere di “extra”, ben oltre il senso del dovere. Ora si stanca anche facendo poco, il minimo indispensabile. Mentre un tempo era profondamente coinvolta con i suoi studenti, premurosa verso i loro progressi e il loro rendimento scolastico, e sensibile alle loro necessità individuali, ora si dimostra più cinica e negativa nei confronti delle loro motivazioni e delle loro abilità. Un tempo, inoltre, credeva fermamente che i suoi sforzi sarebbero stati ripagati, che i bambini avrebbero ricevuto un‟istruzione migliore e avrebbero goduto di opportunità migliori nella vita, grazie a quanto lei e gli altri insegnanti sarebbero stati in grado di realizzare. Ora, invece, si chiede se gli studenti stiano effettivamente ricevendo ciò di cui hanno bisogno; arriva persino a preoccuparsi del fatto che i bambini possano in qualche modo risentire di insegnanti sovraffaticati come lei. Per Julie cercare di dare il meglio di sé ha comportato un costo troppo elevato.189

La prima cosa che salta subito agli occhi, nel caso di Julie, è che finisce in una condizione di burnout partendo, però, da una posizione di forza e di successo e non da una situazione di debolezza. Si tratta di una docente con ottime qualità personali, competente ed emotivamente motivata, con una vera passione per l‟insegnamento. Ci si chiede allora a cosa sia dovuto il suo progressivo disimpegno nell‟insegnamento; apparentemente sembrerebbe un caso anomalo, ma se esaminiamo scrupolosamente la sua condizione, non sarà difficile scorgere la presenza delle sei discrepanze tra lavoro e persona di cui parla Christina Maslach. Uno dei fattori scatenanti è sicuramente il sovraccarico di lavoro, tra ore passate a scuola ed ore passate a casa per correggere i compiti e preparare lezioni. Un altro fattore è rappresentato dalla mancanza di controllo sulle politiche del distretto scolastico che determinano un aumento delle dimensione delle classi ed una diminuzione delle risorse da destinare all‟insegnamento. Julie riceve, inoltre, un compenso insufficiente, e sicuramente gli stipendi bassi sono il segno più tangibile dello scarso valore sociale attribuito alla professione docente. Uno stipendio non adeguato al carico di lavoro da eseguire alimenta in Julie la sensazione che ci sia un‟ingiustizia di fondo insita nel sistema. I litigi e la competitività esistenti tra gli insegnanti della sua scuola la fanno sentire alienata da loro e causano in lei un crollo del senso di appartenenza ad una comunità. Infine, c‟è un crescente conflitto di valori tra ciò che lei sta cercando di ottenere nella classe e quello che la scuola le chiede di fare per dare risalto esclusivamente all‟immagine esteriore della stessa.

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