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Anthony Patt ETH Zurigo, Svizzera

più idonee sono già state sfruttate nella maggior parte dei paesi industrializzati. In realtà i modelli per i sistemi energetici sottolineano la necessità della componente idroelettrica come contrappeso flessibile in un sistema di produzione incentrato forse soprattutto su due altre fonti rinnovabili – eolica e solare – che evidenziano un elevato potenziale economico. La Figura 1 illustra uno scenario possibile di transizione del sistema energetico da quello attuale – dove le centrali coprono il fabbisogno di base (costante) o i picchi di carico (variabili in funzione della domanda) e solo una minima parte della produzione è di tipo intermittente, ovvero variabile in funzione delle condizioni ambientali. Uno scenario futuro in cui si farà affidamento sulle fonti rinnovabili e in particolare sull’energia eolica e solare potrebbe essere caratterizzato da un tipo di produzione intermittente. In questo senso, garantire un approvvigionamento sicuro ai consumatori è uno dei problemi più difficili da risolvere.

Le grandi dighe e gli impianti di accumulo mediante pompaggio possono ovviare alla fornitura intermittente di energia eolica e solare, garantendo l’approvvigionamento quando entrambe queste fonti non funzionano a causa della scarsità di luce o dell’assenza di vento. I responsabili dell’approvvigionamento energetico suppongono che le dighe rappresentino un sistema più flessibile ma ritengono opportuno costruire anche nuovi Le regioni montane sono sempre state un luogo

preferenziale per la produzione di energia idroelettrica. Da diversi anni si discute in merito alla sostenibilità delle centrali idroelettriche. I fautori di questo metodo di produzione affermano che l’energia idroelettrica è una fonte pulita e sicura di elettricità che prescinde dal ricorso ai combustibili fossili d’importazione. I detrattori affermano invece che l’idroelettrico provoca ingenti danni ambientali

in loco, sia per le valli sommerse a monte, sia per

gli habitat a valle che risentono delle fluttuazioni nella portata d’acqua. Anche gli impianti di accumulo mediante pompaggio, pur non avendo conseguenze a valle, sono oggetto di valutazioni contraddittorie. All’interno del sistema di produzione energetica, il ruolo dell’energia idroelettrica sta già cambiando. I paesi europei stanno passando da un sistema basato sui combustibili fossili a uno incentrato sulle risorse rinnovabili. Questa trasformazione è pressoché indispensabile per arrestare il cambiamento climatico. Affrontare il problema del clima significa decarbonizzare del tutto la produzione di elettricità, poiché l’elettricità rappresenta una larga fetta del sistema energetico complessivo.

Secondo i pianificatori della politica energetica e i modelli in uso, l’idroelettrico non riuscirà a incrementare significativamente la propria capacità produttiva attuale, perché le risorse idroelettriche

CSP potrebbe rappresentare in pratica una fonte illimitata di energia garantita.

La seconda alternativa è rappresentata dalle nuove tecnologie per le batterie che sembrano in grado di immagazzinare a lungo l’energia di un’intera rete a un prezzo ragionevole. L’esame delle tecnologie esistenti abbinato a una modellazione per elaborare l’andamento dei costi negli anni a venire sembrano suggerire che entro il prossimo decennio tali batterie potrebbero essere effettivamente disponibili. Tuttavia l’utilizzo di batterie richiederebbe un sistema di immagazzinamento più distribuito e decentrato di quello attualmente in uso.

Entrambe queste alternative presuppongono decisioni chiare sulla struttura futura del sistema di produzione elettrica. Altrimenti detto, la sostenibilità delle aree montane e la dialettica tra sostenibilità e produzione idroelettrica dipenderanno da decisioni in cui il destino delle montagne sembra rivestire un’importanza marginale. La soluzione basata su una preponderanza di CSP, per esempio, obbligherebbe i paesi europei a importare la maggior parte dell’elettricità di cui necessitano e presuppone quindi un sistema elettrico molto più integrato su scala regionale. Parimenti, la soluzione che prevede l’uso di batterie di accumulo a livello di rete richiederebbe una diversa architettura della rete elettrica e probabilmente nuove linee di trasmissione e distribuzione. È importante comprendere gli effetti di queste decisioni sul destino delle aree montane, prendendo atto della scomoda verità che sarà comunque necessario trovare dei compromessi.

impianti di pompaggio. Infatti soltanto disponendo di entrambe queste risorse sarebbe possibile mantenere un sistema di approvvigionamento energetico affidabile che si affida alla produzione decentrata di energia eolica e solare per la maggior parte del proprio fabbisogno. Ne consegue che la maggiore attenzione a un problema ambientale (cambiamento climatico) rischia nell’immediato di esacerbarne un altro (l’impatto locale delle dighe). In occasione di workshop tenuti negli ultimi 18 mesi è stata valutata l’eventualità di simili conflitti. A questo punto è opportuno chiedersi se il ricorso a un idroelettrico flessibile e agli impianti di accumulo mediante pompaggio sia imprescindibile oppure se esistano alternative che consentano comunque di realizzare gli obiettivi climatici.

Esistono due diverse possibilità e posso presentare studi recenti su entrambe. La prima alternativa consiste nella costruzione di una rete di impianti solari o eolici in grado di sfruttare l’eterogeneità geografica. Se tale rete si estendesse su un’area vasta che evidenzia una correlazione negativa delle condizioni metereologiche, dovrebbe essere possibile garantire la produzione elettrica senza la necessità di altre fonti di energia. Modelli recenti ad alta risoluzione per l’energia eolica e solare hanno dimostrato che questa via è percorribile e i risultati più promettenti sono stati ottenuti con l’energia solare concentrata (CSP) che utilizza l’immagazzinamento termico a breve termine. Un’analisi recente su quattro regioni del mondo adatte alla CSP ha rivelato che in tutte e quattro le aree la CSP potrebbe soddisfare un’ampia fetta del fabbisogno energetico in maniera affidabile. Per due regioni, il Mediterraneo e il Sud Africa, la

Figura 1: Uno scenario plausibile di trasformazione del sistema di produzione elettrica. Lo scenario per il 2050 comporta la necessità di migliori sistemi di accumulo per ovviare all’intermittenza dell’approvvigionamento.

climatiche, da habitat eterogenei e da forme di vita uniche. Questo patrimonio rende le montagne dei preziosi laboratori naturali e studiandoli l’umanità potrà acquisire conoscenze utili per il suo progresso. Riconoscere le caratteristiche distintive delle aree montane è fondamentale per l’approvazione di misure e interventi volti a incoraggiare la permanenza degli abitanti in queste zone. La tutela di risorse naturali e culturali, la salvaguardia della diversità biologica e socio-culturale, la produzione di prodotti tradizionali di qualità e la conservazione di paesaggi esteticamente attraenti sono fondamentali per una gestione sostenibile delle montagne. Per essere competitivi, i territori montani devono fornire un “elevato valore aggiunto” in ogni settore. Siccome si può arrivare a una situazione di questo tipo solo grazie a un intervento umano, è molto importante Le montagne ricoprono all’incirca un quarto della

superficie terrestre, sono presenti su tutti i continenti e forniscono, direttamente o indirettamente, beni e servizi a oltre metà della popolazione mondiale. Lo spopolamento che ha interessato le aree montane negli ultimi decenni è dovuto a una serie di fattori socio-economici e culturali tra cui rientrano il clima inospitale, l’isolamento geografico, la difficoltà ad accedere ai mercati e i mutamenti strutturali dell’economia. Questo abbandono che comporta anche l’assenza di una gestione del territorio ha inevitabilmente delle ripercussioni su tutta la società che vanno da uno stato di instabilità e degrado dell’ambiente alla graduale scomparsa di un prezioso patrimonio socio-culturale.

Le condizioni che oggi penalizzano le montagne in termini economici e sociali sono le stesse che nel tempo hanno creato le premesse per consentire alle montagne di diventare e in alcuni casi rimanere zone ricche di biodiversità e forme di vita endemiche; questa varietà si riflette anche in molte peculiarità tradizionali e aspetti socio-culturali. Le montagne offrono quindi una varietà di paesaggi e risorse strategiche come acqua, suolo, boschi, prodotti tradizionali e opportunità ricreative che, se adeguatamente gestite e pubblicizzate, possono offrire interessanti occasioni di sviluppo. Inoltre le regioni montane ospitano alcuni degli ecosistemi più fragili e preziosi al mondo, contraddistinti dall’elevata variabilità delle condizioni

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