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La buona governance e il ruolo della partecipazione pubblica nella regione alpina

Wolfgang Pfefferkorn, Rosinak&Partner, Vienna, Austria

Federica Maino, EURAC - European Academy of Bolzano, Italia

Premessa e obiettivi del workshop

La partecipazione delle comunità locali alla gestione delle risorse sta rapidamente divenendo una componente centrale della sostenibilità sociale e ambientale. Esistono politiche nazionali e internazionali che sostengono il coinvolgimento dei gruppi interessati e delle comunità locali che lo richiedono. In pratica, tuttavia, gli strumenti e l’esperienza necessaria a garantire processi partecipativi efficaci spesso sono assenti (mancanza di tempo, denaro, trasparenza, gestione professionale del conflitto ecc.).

Attualmente, è in gioco l’elaborazione di una strategia macroregionale per la regione alpina (EUSALP). Per far sì che soggetti interessati e la popolazione alpina si sentano veramente coinvolti in prima persona, è fondamentale far partecipare questi gruppi al processo di elaborazione della strategia oggi e alla sua realizzazione in un secondo tempo.

Il workshop ha offerto l’occasione per riflettere sui requisiti della “buona governance” nella regione alpina e il ruolo della partecipazione pubblica. Qual è allora il significato di “buona governance”? Quale può essere il contributo della partecipazione pubblica alla gestione sostenibile delle risorse e allo sviluppo e all’attuazione di una strategia europea accettata per le Alpi? Come organizzare nel modo più proficuo

possibile il coinvolgimento dei gruppi interessati? Durante il workshop sono stati esaminati due casi concreti. Il primo era incentrato sula valle di Seren del Grappa, una regione subalpina in rapido spopolamento nel nord-est italiano. Il programma della seconda parte del workshop prevedeva di concentrarsi sulla tematica più strategica, di meta- livello della strategia EUSALP (con il contributo di Anita Konrad, CIPRA International), ma è stato cambiato a causa della grande quantità di giovani partecipanti delle scuole superiori locali. Invece i partecipanti hanno esaminato la procedura di partecipazione della piazza Kornmarkt a Bregenz, in Austria.

Caso della valle di Seren del Grappa

Federica Maino, Andrea Omizzolo, Miriam L. Weiß,

EURAC - Accademia Europea di Bolzano, Istituto per lo Sviluppo Regionale e il Management del Territorio La valle di Seren del Grappa, un’area subalpina di confine e marginale in provincia di Belluno, nell’Italia nordorientale, attualmente è interessata da un avanzato processo di spopolamento e da un impoverimento delle risorse economiche di base. In quanto tale, è un interessante caso concreto per la nostra ricerca sulle regioni montane, sul rischio di spopolamento, sull’analisi delle controtendenze, sullo sviluppo regionale e sulla cooperazione

interregionale. La finalità del progetto era di guidare la comunità locale, gli operatori economici e gli amministratori locali in un processo partecipativo volto a definire scelte strategiche, condivise e sostenibili per il futuro sul medio e lungo periodo della valle. Le principali domande poste dalla ricerca sono state:

– Come evitare lo spopolamento della valle? – Come possiamo contribuire a uno sviluppo

innovativo e sostenibile?

– Quali sono i potenziali endogeni?

– Quali sono gli approcci più innovativi

al miglioramento delle opportunità

socioeconomiche della valle?

Il processo partecipativo è stato strutturato in quattro fasi:

1. Fase preliminare: raccogliere informazioni ed eseguire un’analisi SWOT.

2. Fase di apprendimento: discutere le principali tematiche e sviluppare priorità. Abbiamo illustrato e discusso delle buone pratiche, coinvolto esperti e organizzato corsi di formazione. Questa fase è stata particolarmente importante perché ha accompagnato quasi tutto il processo e ha favorito un processo permanente di apprendimento reciproco. 3. Fase di pianificazione: definire una visione

comune per il futuro della valle fino al 2030. Questa visione è stata definita in dieci linee strategiche che offrono un quadro per lo sviluppo di azioni e progetti.

4. Fase di autosostenibilità: trasferire la

responsabilità alla comunità tramite

un’innovativa tecnica di interazione nota come OST (Open Space Technology). Nel corso di questo evento, abbiamo chiesto ai partecipanti di assumere la guida dei progetti che preferivano realizzare e li abbiamo assistiti in tutta la transizione. Questo nuovo passaggio è stato reso possibile dal suddetto processo di apprendimento e di crescita che avevamo condiviso.

Supervisione dei progetti iniziali: abbiamo sovrainteso ai primi progetti concreti, ad es. il restauro della casa di Col de Bof, la realizzazione di una vigna sperimentale di ibridi resistenti, un corso di web marketing e l’organizzazione di un festival sul tema ”Le montagne del futuro”.

Durante l’intero processo, abbiamo rafforzato la rete costituita da gruppi interessati e da esperti locali ed esterni, nonché i nostri rapporti con università e centri di ricerca a livello europeo. Abbiamo supervisionato e monitorato lo sviluppo di azioni e progetti, abbiamo rafforzato la cooperazione interregionale e gestito i potenziali conflitti. Benché lavorassimo principalmente come partner scientifico e obiettivo, il nostro ruolo nella supervisione, nel coordinamento e nell’agevolazione di una comunicazione efficace è stato fondamentale. Alcuni dei principali punti di forza del territorio che hanno contribuito alla riuscita del progetto sono stati il forte radicamento degli abitanti sul loro territorio, la coerente e forte comunità sociale e le risorse ambientali conservate nel corso del tempo. Ulteriori fattori che hanno favorito il processo sono stati il sostegno di un istituto di ricerca, le risorse finanziarie a disposizione del processo partecipativo,

le strategie innovative e le tecniche di interazione impiegate, nonché il processo di apprendimento condiviso permanente. I principali punti deboli erano le limitate dimensioni dell’area, lo scarso numero di abitanti e l’iniziale mentalità culturale, che hanno generato qualche resistenza alla collaborazione e ai contributi esterni all’inizio del processo.

In conclusione, sottolineiamo l’importanza della responsabilizzazione delle comunità locali e di un processo di sostegno che soddisfi le domande di cambiamento. Inoltre evidenziamo l’esigenza di rafforzare l’attuazione di strategie di lungo periodo e di progetti concreti e di promuovere la cooperazione tra i gruppi interessati. In particolare, il diretto coinvolgimento della comunità è importante per:

• migliorare le potenzialità endogene, soprattutto i saperi locali e tradizionali,

• promuovere lo cambio di risorse (informazioni, esperienze, conoscenze) e favorire una migliore comprensione dei problemi da risolvere,

• promuovere decisioni incentrate sulle soluzioni e sulle esigenze,

• consolidare un clima di fiducia e incoraggiare le interazioni dirette tra cittadini, amministratori ed esperti, nonché

• incoraggiare la proprietà dei progetti e dei piani nell’ambito della comunità locale.

Caso del Kornmarkt di Bregenz

Wolfgang Pfefferkorn, Rosinak&Partner, Austria

La piazza Kornmarkt si trova a Bregenz, la capitale della provincia austriaca del Vorarlberg. La piazza è il centro culturale di Bregenz, in quanto ospita il teatro provinciale, la “Kunsthaus Bregenz” (costruita dall’architetto svizzero Zumthor) e il Museo Provinciale. Il museo è stato ricostruito tra il 2010 e il 2013. La piazza pubblica di Kornmarkt e gli spazi pubblici e le strade circostanti sono stati riprogettati e ricostruiti in diretta correlazione con la costruzione del nuovo museo. Questo processo di riprogettazione è stato eseguito nel quadro di un processo di partecipazione pubblica, moderato esternamente, a cui sono stati invitati tutti gli abitanti di Bregenz.

Il processo di partecipazione è stato suddiviso in due fasi. Nella prima fase, circa 200 persone hanno partecipato a ciascuno dei tre grandi workshop pubblici. I cittadini hanno presentato le proprie

idee e aspettative riguardo alla qualità, all’utilizzo e all’infrastruttura a venire degli spazi pubblici che si affacciano sul Kornmarkt. Queste aspettative sono state “tradotte” in proposte di progettazione da un team di architetti e paesaggisti e sono state poi commentate dai cittadini. Seguendo questo ciclo di commenti e suggerimenti, è stato portato a termine un piano regolatore generale che è stato approvato dal Consiglio Comunale.

Nella seconda fase, un gruppo di lavoro di 30 partecipanti circa in rappresentanza di tutti i gruppi interessati (uffici programmazione, imprese private, istituzioni culturali, cittadini, gruppi di pianificazione e politici) hanno organizzato 3 workshop di pianificazione in cui è stato sviluppato il nuovo progetto della piazza Kornmarkt e delle aree pubbliche circostanti. La progettazione è stata presentata al pubblico nel corso di un evento informativo conclusivo ed ha ricevuto il consenso unanime. Il Consiglio comunale ha adottato il piano nel luglio del 2011. Nei 12 mesi successivi si è svolto un meticoloso processo di pianificazione e nell’inverno 2012/2013 è stata edificata la nuova piazza pubblica. Nel maggio 2013 è stata inaugurata la nuova Kornmarkt, che oggi è diventata il nuovo cuore di Bregenz. È anche un successo commerciale per i proprietari dei ristoranti, dei caffè e dei negozi della zona.

I principali fattori del successo sono stati:

• l’approccio aperto dell’ufficio urbanistico di Bregenz e la sua decisione di coinvolgere i cittadini.

• I limiti di tempo: il sostegno finanziario della Provincia dipendeva dal completamento dei nuovi spazi pubblici prima dell’apertura del nuovo museo provinciale.

• Il grande sostegno organizzativo del personale dell’ufficio urbanistico.

• L’approccio degli architetti e dei paesaggisti: essi hanno lavorato per tradurre le idee e le proposte dei cittadini in proposte di pianificazione intelligenti.

• L’accurata pianificazione e supervisione dell’intero processo e di ogni singolo evento, nonché la moderazione professionale dei grandi workshop pubblici.

Conclusioni relative ai requisiti della buona governance

Negli anni ’90, la Banca Mondiale introdusse il concetto di governance nelle procedure politiche e amministrative. La governance si fonda sull’idea che il benessere di una nazione richieda un minimo di strutture legislative e democratiche. Nel 2001 l’UE ha pubblicato il Libro bianco sulla governance europea e ha presentato i seguenti cinque criteri necessari per una buona governance:

– Trasparenza: accesso alle informazioni, decisioni e regole chiare ecc.

– Partecipazione: approccio inclusivo che coinvolge tutte le parti coinvolte.

– Affidabilità: ruoli e responsabilità chiari sia nella pianificazione che nell’attuazione

– Efficacia: obiettivi chiari, efficaci e puntuali attuati in modo proporzionato e al livello più appropriato.

– Coerenza: leadership politica e forte responsabilità per garantire un approccio coerente.

Oggi, la governance è un argomento chiave per pianificare le procedure a tutti i livelli. La crescente complessità delle sfide e delle attività ambientali, sociali ed economiche richiede cooperazione, oggi più che mai. Una cooperazione riuscita si basa sui seguenti criteri:

• Cooperazione come nuovo sistema sociale • Competenza tecnica dei partner

• Creazione di un duplice vantaggio: per ciascun partner e per il nuovo sistema

• Partner in grado di collaborare • Una regia congiunta

• Un’unità di servizio ben funzionante • Lavoro di squadra

• Gli individui e i loro rapporti • Fiducia tra gli attori coinvolti • Coinvolgimento dei politici • Moderazione esterna

I criteri per il successo si applicano alle piccole procedure partecipative quali quelle descritte sopra, nonché ai grandi processi di pianificazione come la Strategia europea per le Alpi (EUSALP). La valutazione delle strategie macroregionali esistenti in Europa ha dimostrato che c’è spazio di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda una descrizione più chiara e una migliore distribuzione delle attività. Esiste anche un notevole potenziale di incremento del coinvolgimento dei gruppi interessati e delle organizzazioni della società civile.

La strategia EUSALP ha una splendida opportunità da cogliere per apprendere da altre strategie macroregionali europee e per evitare di incappare in alcuni punti deboli ed errori fondamentali, oltre che per diventare un modello di buona governance in Europa.

Workshop 3-5

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