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Francesco Vaninetti Ökoinstitut, Bolzano, Italia

Contributi:

– Bolzano fonte d’energia: strategia energetica

del Comune di Bolzano

Emanuele Sascor, Energia e Geologia del

Comune di Bolzano

– Comune di Malles: la via verso l’autarchia

energetica

Ulrich Veith, Sindaco di Malles Contenuto

I comuni rivestono un ruolo essenziale nella gestione delle risorse, naturali ed umane, a livello locale: buona parte delle emissioni di CO2 è infatti ascrivibile alla vita quotidiana delle comunità. Ciò significa che, al fine di migliorare il rapporto delle popolazioni alpine con le risorse a propria disposizione, bisogna agire a livello locale e in stretta collaborazione con i comuni. Ökoinstitut segue diverse realtà comunali nel percorso verso l’incremento dell’efficienza e della sostenibilità energetica, con risultati d’eccellenza riconosciuti a livello internazionale.

L’argomento è stato introdotto ai partecipanti dal moderatore, sulla base delle proprie esperienze con i comuni altoatesini. Le sfide globali, come cambiamento climatico e sicurezza nella fornitura di combustibili fossili, sono state declinate a livello

locale, cercando di individuare quegli aspetti che rendono le azioni di contrasto importanti anche per comunità di dimensioni medio-piccole come quelle alpine. I principali settori d’intervento dei comuni sono stati individuati nei seguenti:

• Piano d’Azione per le Energie Rinnovabili (PAES); • Pianificazione urbanistica;

• Disciplina del traffico;

• Gestione delle acque e degli acquedotti; • Patrimonio immobiliare pubblico; • Illuminazione pubblica;

• Raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Sulla base di questa breve introduzione, i partecipanti sono stati invitati a confrontarsi tra di loro sulle possibilità d’azione delle comunità alpine nel campo della mobilità, della produzione di energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Ciò è avvenuto mediante un processo interattivo: i partecipanti, circa 35, sono stati divisi in tre gruppi, a ciascuno dei quali è stato assegnato uno dei tre temi citati. Compito di ciascun gruppo è stato quello di individuare i problemi presenti nel settore assegnato, porre degli obiettivi realisticamente perseguibili da una comunità alpina per incrementare l’efficienza energetica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, individuare

le soluzioni per raggiungere gli obiettivi definiti ed eventuali ostacoli che potrebbero renderne complessa la realizzazione. Ciascun gruppo ha riportato su un cartellone i risultati della propria discussione ed ha scelto un rappresentante, che ha brevemente esposto agli altri gruppi quanto emerso dal confronto. Di seguito sono riportate le immagini dei cartelloni prodotti dai tre gruppi, con un breve riassunto dei principali punti emersi.

Mobilità

Nel settore della mobilità, è emerso con chiarezza come le modalità di spostamento in ambito montano presentino delle peculiarità dovute sostanzialmente all’orografia, che presenta forti pendenze, e all’organizzazione delle comunità in nuclei di dimensione medio-piccola che nella maggior parte dei casi non hanno la massa critica necessaria a rendere dei sistemi di trasporto pubblico economicamente convenienti. Anche la mobilità ciclabile fatica ad affermarsi, questo a causa delle forti pendenze che caratterizzano la maggior parte del territorio. Dall’altra parte, l’ultimo mezzo secolo ha visto il radicarsi di una “cultura del mezzo privato”, molto difficile da intaccare. Il gruppo ha poi discusso delle possibili soluzioni a tali problematiche. Punto cardine è stato quello della mobilità lenta: da una parte, incentivando e rendendo maggiormente sicuri gli spostamenti a piedi, recuperando quindi la tradizione di camminatori caratteristica delle popolazioni alpine. Dall’altra, puntando su forme di “turismo lento”, riducendo il turismo di giornata, il cosiddetto “mordi e fuggi”. Non solo sulle forme di mobilità è però necessario intervenire, ma anche su una riorganizzazione complessiva dei rapporti economici e sociali, in maniera tale da consentire agli abitanti delle Alpi di lavorare vicino alla propria abitazione oppure, qualora il luogo di lavoro sia molto distante, optare per forme di telelavoro.

Fornitura di energia

Il gruppo che si è occupato delle questioni concernenti la fornitura di energia, avendo tra i suoi componenti alcuni architetti, ha introdotto nella discussione anche alcuni aspetti relativi all’efficienza energetica degli edifici, a testimonianza di quanto i due temi siano strettamente collegati. Il principale problema individuato nell’ambito della fornitura di energia è relativo alla capacità di copertura del fabbisogno delle comunità mediante fonti energetiche di origine locale e rinnovabili. Problematiche invece tipiche degli usi finali dell’energia sono abitudini e

comportamenti errati che si sono radicati negli anni, i quali portano ad un uso scarsamente efficiente dell’energia a disposizione e quindi a consumi elevati, difficili da coprire mediante fonti energetiche locali e rinnovabili. Per quanto riguarda il secondo punto, la soluzione individuata come maggiormente efficace sta nel cambiamento del modello educativo, che è chiamato a far affermare, fin dalla più tenera età, una cultura del risparmio e dell’efficienza energetica. Dal punto di vista più “tecnico”, invece, soluzioni ritenute efficaci per rendere più efficienti gli usi finali di energia concernono la progettazione di edifici, che deve essere attenta ad orientamento ed esposizione degli elementi costruttivi, sfruttando le tecnologie costruttive tradizionali, attualizzate grazie alle conoscenze acquisite negli anni in ambito architettonico ed energetico. Anche la regolamentazione gioca un ruolo in questo senso, dovendo necessariamente essere adattata ai luoghi con le loro peculiarità territoriali e climatiche, nonché ai bisogni delle popolazioni locali. Relativamente invece alla produzione di energia in senso stretto, si è fatto riferimento alle forme più comuni quali geotermico, fotovoltaico, eolico, idroelettrico, solare termico e biomassa, con preferenza per le risorse disponibili localmente al fine di ridurre la quantità di “energia grigia” necessaria per il processo. Gli ostacoli nell’attuazione delle misure individuate nella fase precedente sono riconducibili all’impianto ambientale e paesaggistico della maggior parte delle fonti rinnovabili, spesso non accettato dalle popolazioni locali, ad una mentalità poco propensa a cambiamenti delle proprie abitudini e ad una legislazione eccessivamente farraginosa, che spesso scoraggia la realizzazione di impianti di produzione di energia sostenibile. Da ultimo, un aspetto assolutamente da non trascurare è la sovente assenza di una regia locale, che porta alla realizzazione di singoli progetti senza una visione d’insieme il che, spesso, vanifica la validità delle iniziative portate avanti. Da qui l’importanza dei comuni, i quali, se adeguatamente motivati, possono agire coordinando le diverse azioni portate avanti sul proprio territorio, perseguendo una visione d’insieme di medio-lungo periodo.

Efficienza energetica

Il gruppo che si è occupato del tema dell’efficienza energetica era composto di ragazzi di un istituto tecnico, che hanno dimostrato di possedere conoscenze e competenze tecniche molto approfondite. I problemi individuati sono stati la necessità di riscaldamento, molto elevata in ambito

Al termine, il Sindaco del Comune di Malles (BZ) ha esposto le politiche portate avanti dal comune da lui amministrato in materia di mobilità, efficienza energetica e produzione di energia, all’avanguardia a livello nazionale ed europeo. Un dato su tutti: nel 2014 il Comune di Malles produrrà, mediante impianti di produzione a fonte rinnovabile, più elettricità di quella consumata sul territorio comunale.

alpino a causa del clima rigido, che causa consumi elevati e costi proporzionali, l’inquinamento atmosferico causato dai processi di combustione e la scarsa incentivazione finanziaria di misure di efficientamento. Le soluzioni sono state suddivise per ambito: per l’efficienza dell’illuminazione è stata proposta l’adozione di lampade LED di nuova tecnologia, dotate di sensori di luminosità e fornite di un pannello fotovoltaico che consenta, mediante una batteria, di rendere il sistema d’illuminazione indipendente dalla rete elettrica. Nel settore edilizio possibili misure di efficientamento risiedono nella domotica, in un maggior isolamento termico, nell’adozione di pompe di calore geotermiche piuttosto che nell’allacciamento ad una rete di teleriscaldamento, le quali rendono la fornitura di energia più efficiente e meno inquinante. Per una riduzione dell’inquinamento, le possibilità di azione sono il ricorso a prodotti locali “km 0”, che riducano le distanze da percorrere per il trasporto, e l’introduzione su larga scala di veicoli “alternativi” (ad es. elettrici), nonché l’incentivazione del trasporto ciclabile mediante la costruzione di piste ciclabili e la sensibilizzazione. Gli ostacoli che si frappongono all’implementazione di politiche di questo tipo risiedono, da una parte, nelle caratteristiche intrinseche del territorio, come ad esempio nei notevoli dislivelli, che comportano complicazioni negli spostamenti e nei trasporti, dall’altra, invece, nella difficoltà di operare un’inversione di tendenza in abitudini che sono ormai radicate nella mentalità delle persone e delle popolazioni.

Dalle tre discussioni sono emersi delle questioni comuni, che potrebbero dirsi intersettoriali. Innanzitutto la funzione esemplare del Comune: qualora quest’ultimo realizzi dei progetti ad elevata efficienza che siano comunicabili ai cittadini, questi ultimi sono portati a riflettere sulle proprie abitudini e, in molti casi, ad agire concretamente. Il secondo punto emerso riguarda le risorse locali, intese come risorse sia di tipo materiale (biomassa, acqua…) sia immateriale (tradizioni, saperi locali), il cui uso dovrebbe essere incentivato. Terzo aspetto da considerare è la partecipazione dei cittadini: il comune può agire sui propri edifici ed impianti, ma questi costituiscono però solo una piccolissima parte rispetto alla totalità di quelli presenti sul territorio della municipalità. Solo mediante un coinvolgimento diretto dei cittadini è possibile ottenere dei risultati importanti ed un cambiamento delle abitudini, quest’ultimo il quarto ed ultimo aspetto comune emerso dalle tre discussioni.

Workshop 1-1

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tempo differito, in cui procede alla redazione di studi propedeutici alla definizione della pericolosità e del rischio. Nel tempo differito, infatti, sono prodotti carte, studi e modellazioni che hanno una duplice valenza: sono utilizzate sia a fini di pianificazione territoriale sia come strumenti per la definizione degli scenari attesi a seguito di eventi meteo/ idrologici intensi.

Nella modellazione idrologica per la stima delle portate di piena il suolo riveste un ruolo fondamentale perché governa il deflusso superficiale, quello subsuperficiale e quello profondo. Una migliore rappresentazione delle sue caratteristiche, in particolare quelle di conducibilità idraulica e di porosità efficace, potrebbe permettere una modellazione più fine e, quindi, un importante incremento della performance dei modelli.

Nelle carte di pericolosità idrogeologica sono identificate, in funzione della magnitudo del fenomeno franoso e della sua probabilità di accadimento, sulla base degli eventi pregressi, zone omogenee a diverso grado di pericolosità. La conoscenza spazializzata delle caratteristiche geotecniche dei suoli potrebbe permettere di introdurre il concetto di propensione al dissesto anche per quelle situazioni in cui, per diversi motivi, non sono stati registrati eventi.

Inondazioni, frane, erosione del suolo, valanghe e colate detritiche sono processi naturali che spesso si trasformano in pericoli e in fattori di degrado quando coinvolgono insediamenti e attività umane. Dato che circa 14 milioni di persone vivono nelle montagne delle Alpi europee, le attività umane si sono spesso insediate in aree soggette a tali rischi naturali, provocando cambiamenti nell’uso originale del suolo e aumentandone la vulnerabilità. Per affrontare questi problemi, anche in termini di adattamento ai cambiamenti climatici e di sostenibilità economica e ambientale, sono necessarie nuove strategie di conoscenza e gestione.

Su questa base è stato organizzato il workshop che si è sviluppato su due filoni: nuovi approcci e prospettive in materia di erosione del suolo e buone prassi ed esperienze in materia di riduzione del rischio idrogeomorfologico.

Per quanto riguarda il tema dell’erosione, la dott. ssa Ratto ha rilevato come il miglioramento della conoscenza delle caratteristiche dei suoli abbia ricadute dirette su molti aspetti correlati alla gestione del rischio idrogeologico e di quello idraulico. L’attività del Centro Funzionale si esplica, sostanzialmente, secondo due direttrici parallele e distinte, ma profondamente intercorrelate tra loro, ossia il tempo reale, in cui il Centro Funzionale deve prevedere, monitorare ed emettere bollettini e il

Workshop 3-6

Nuovi approcci e prospettive per la gestione del

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