Contributi:
– È possibile sviluppare le energie rinnovabili
nelle Alpi e conservare il paesaggio, la biodiversità e i servizi ecosistemici?
Erica Zangrando, Francesca Miotello, Regione
Veneto e Recharge.green
– Nascondere o integrare: Elementi per una
lettura critica dello sviluppo dell’energia idroelettrica “attraverso il paesaggio”
Benedetta Castiglioni, Università di Padova
Lo scopo di questo workshop era esplorare il rapporto tra sviluppo dell’energia idroelettrica e trasformazione del paesaggio nelle Alpi. Negli ultimi dieci anni, lo sviluppo delle energie rinnovabili è diventato uno dei motori del cambiamento del paesaggio in Europa. Nonostante il loro riconosciuto contributo allo sviluppo sostenibile, le “energie rinnovabili” non sono ipso facto “sostenibili”; anzi,
possono avere effetti negativi e generare conflitti ambientali e sociali. Il paesaggio si trova spesso al centro di questi conflitti, in quanto bene da proteggere e risorsa da utilizzare. Questo paradosso è avvertito con particolare intensità nelle Alpi, dove coesistono risorse energetiche e panorami mozzafiato a elevato valore turistico.
Lo scopo del workshop è presentare e confrontare i risultati di due recenti studi sull’energia e il paesaggio nelle Alpi Orientali. Il bacino del fiume Piave è una delle principali aree di studio in entrambe le ricerche.
Il bacino del fiume Piave
Il bacino del fiume Piave si estende dalle Dolomiti al Mar Adriatico, attraversando zone montane alpine e prealpine dove il potenziale idroelettrico del fiume e dei suoi principali affluenti viene sfruttato dalla fine del XIX secolo. Oggi il Piave è uno dei fiumi più sfruttati in Europa: oltre l’80% delle sue acque scorre al di fuori dell’alveo naturale. Il bacino fluviale accoglie uno dei maggiori sistemi idroelettrici italiani, con 12 grandi laghi artificiali con una capacità idrica totale di 156 milioni di metri cubi. In totale, 25 centrali idroelettriche producono in media 2200 GWh di energia all’anno. L’elettricità viene raccolta e trasportata da una linea ad alta tensione (220 KV) che collega la pianura veneta all’Austria.
A partire dall’anno 2000, le nuove politiche europee sulle energie rinnovabili (in particolare la Direttiva 2001/77/ CE) hanno favorito un rapido e intenso sviluppo delle piccole centrali idroelettriche su corsi d’acqua minori. I comuni cercano di diventare autosufficienti dal punto di vista energetico e finanziario, e la creazione di nuove centrali è stata favorita da aziende private e amministrazioni pubbliche.
Purtroppo, le piccole dimensioni delle centrali e la loro distribuzione non corrispondono a un impatto ambientale trascurabile. Le piccole centrali idroelettriche possono avere un forte impatto sull’habitat naturale e sul paesaggio in quanto prelevano acqua da lunghi tratti di fiumi e torrenti. Consapevoli di questo problema, le associazioni ambientali del territorio combattono le piccole centrali idroelettriche, mettendone in dubbio la sostenibilità sociale, culturale, ecologica e perfino economica.
Come in molte altre parti delle Alpi, l’energia rinnovabile non offre ancora una soluzione per lo sviluppo di paesaggi sostenibili nel bacino del Fiume Piave. È possibile sviluppare piccole centrali idroelettriche sostenibili? Come si può utilizzare il paesaggio per gestire questo compromesso?
Il progetto “Recharge.green”: coniugare la produzione di energia rinnovabile e la natura nelle Alpi
Il progetto europeo “Recharge.green: coniugare la produzione di energie rinnovabili e la natura nelle Alpi”, sviluppato nell’ambito del programma Spazio Alpino, ha preso il via nell’ottobre 2012 e continuerà fino alla metà del 2015. L’obiettivo del progetto è analizzare gli impatti della produzione di energie rinnovabili sulla biodiversità nella regione alpina e trovare soluzioni per minimizzarli.
La crescente richiesta di energie rinnovabili (ER) aumenta la pressione sull’ambiente alpino. Produce un forte impatto sui modelli di uso del territorio, sulla connettività ecologica e sulla biodiversità. Obiettivo principale del progetto è lo sviluppo di strumenti e di una strategia integrata per la produzione di energia rinnovabile, di sistemi sostenibili di utilizzo del territorio e la conservazione di biodiversità e territorio nelle zone alpine. Verranno valorizzati la biodiversità alpina, i modelli di sfruttamento del territorio e i relativi servizi ecosistemici, e la capacità degli ecosistemi alpini sarà modellata rispetto a tutti gli aspetti della produzione e del consumo di energie rinnovabili. Le informazioni andranno ad alimentare l’attuazione delle relative direttive UE.
In questo contesto, la Regione Veneto sta sviluppando un dialogo con i vari attori in due zone pilota del bacino del Piave per raccogliere informazioni sulle valutazioni prodotte da altri partner. Colloqui con esperti locali hanno già rivelato l’ambiguità dello sviluppo dell’energia idroelettrica a livello comunitario, con impatti socio-economici positivi
e negativi. Il progetto svilupperà uno scenario condiviso che sarà presentato ai politici e alle comunità locali. L’elaborazione di linee guida locali costituirà la cornice di una pianificazione energetica a livello di valle.
“Ressources paysagères et ressources énergétiques”: Utilizzare la natura per rendere visibile l’invisibile
Il progetto di ricerca internazionale “Ressources paysagères et ressources énergétiques dans les montagnes sud-européennes: Histoire, comparaison, expérimentation” è stato finanziato nel 2012 dal Ministero Francese della Cultura. Il progetto coinvolge scienziati di diverse discipline e paesi e si occupa delle centrali idroelettriche nelle montagne dell’Europa meridionale in Francia, Italia, Spagna e Svizzera. Ora al centro del dibattito sull’energia rinnovabile, l’energia idroelettrica ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione delle economie di questi paesi nel XX secolo.
L’obiettivo del progetto è proporre un approccio integrato allo sviluppo dell’idroelettrico che consideri diverse prospettive e necessità, dallo sviluppo
Figura 1. Impatti socio-economici positivi e negativi di due piccoli pro- getti idroelettrici pilota nel bacino del Piave, secondo l’opinione degli esperti (dal progetto “Recharge.green”, 2014)
economico al turismo e alla protezione ambientale. Idealmente, questo approccio “integrato” dovrebbe aiutarci a considerare il mondo dell’energia in modo più costruttivo e a sviluppare progetti energetici meno settoriali. È possibile comprendere meglio il rapporto tra territorio e produzione e consumo di energia?
La lettura, su scala diversa, degli schemi spaziotemporali dell’idroelettrico “attraverso il paesaggio” evidenzia i rapporti e i conflitti tra i diversi utilizzi delle risorse alpine, nelle Alpi e tra le regioni metropolitane alpine e perialpine. L’utilizzatore può così affrontare i tre elementi dello sviluppo sostenibile dell’idroelettrico (sviluppo economico, sociale e ambientale) e identificare incoerenze e conflitti. Incoerenze e conflitti sono spesso nascosti da/ in/attraverso il paesaggio. Il mascheramento è la strategia utilizzata per “evitare il conflitto” perché impedisce al pubblico di assumere la consapevolezza diretta delle conseguenze dello sfruttamento. I conflitti possono tuttavia essere superati utilizzando la logica dell’integrazione. Integrare è il contrario di mascherare: richiede il chiarimento di tutte le questioni e l’analisi di tutti i valori, rischi e opportunità che riguardano i diversi attori e il pubblico. L’integrazione è una strategia che serve a evitare nuovi conflitti territoriali e a sperare di risolvere – almeno parzialmente – quelli antichi. Per farlo, è prima di tutto necessario togliere la maschera: è possibile se usiamo il paesaggio come uno strumento che rende visibile l’invisibile. In altre parole, è importante riconoscere esplicitamente i diversi valori in gioco e i diversi significati espressi dai vari attori.
Discussione comune: il ruolo della popolazione e i paesaggi come strumento
Dalla discussione sono emersi i seguenti punti: – È necessario ridefinire indicatori utili a
comprendere meglio l’impatto dell’idroelettrico. Si dovrebbe tener conto dell’accettazione sociale del progetto, e di indicatori ambientali ed economici. La popolazione svolge un ruolo importante nel definire l’accettabilità delle diverse energie rinnovabili.
– I progetti sulle energie rinnovabili devono essere integrati nel territorio. Lo sviluppo energetico deve far parte di un progetto territoriale, non di un piano settoriale. La produzione di energia dovrebbe essere elaborata insieme allo sviluppo del turismo, alle attività agro-pastorali, alla progettazione degli insediamenti, ecc.
– Il paesaggio non è qualcosa da proteggere mascherando impatti e conflitti, ma è uno strumento che rivela le incoerenze intrinseche allo sviluppo dell’idroelettrico. La natura può aiutare a visualizzare i rapporti tra energia e territorio, e obbligare i vari attori a identificare esplicitamente valori e significati attribuiti al territorio.
Il paesaggio offre informazioni utili per uno sviluppo più consapevole, più vasto e sensibile delle energie rinnovabili sostenibili.
Figura 2. Incoerenze e conflitti nello sviluppo del grande/piccolo idroelettrico durante il XX secolo (dal progetto “Ressources energetiques, ressources paysageres”, 2014)