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Beatrice Marelli, Università di Torino, Italia Rocco Scolozzi, Università di Trento, Italia

Cesare Micheletti (Fondazione Dolomiti UNESCO) ha presentato un innovativo approccio alla gestione delle Dolomiti, come patrimonio mondiale UNESCO. La conservazione delle speciali caratteristiche del sito deve essere legata alla presenza di soggetti locali attivi quali agricoltori, cittadini e amministratori. Vari soggetti stanno già concentrando l’attenzione su possibili scenari futuri e su opportunità di sfruttamento ottimale delle risorse delle Dolomiti. Rocco Scolozzi ha discusso alcune tematiche relative alla teoria della previsione. Gli studiosi di varie discipline affermano di poter invertire l’approccio tradizionale: invece di “utilizzare il passato per comprendere il presente” (historia magistra vitae),

intendono “utilizzare il futuro per comprendere il presente”. La capacità di previsione è fondamentale affinché gli individui, le organizzazioni e le comunità possano prendere decisioni migliori nel presente. Se siamo ciechi verso il futuro, non riusciamo a comprendere il presente e non riusciamo ad accorgerci che il presente è già circoscritto dal futuro. In realtà, non è possibile compiere nessuna azione senza una componente futura, nemmeno le scelte più semplici. Tuttavia la nostra comprensione e la nostra capacità di immaginare futuri possibili di solito è molto limitata e falsata dalle esperienze passate o da informazioni incomplete.

Per questi motivi dovremmo cercare di visualizzare una varietà di futuri possibili. Dal momento che il futuro è “il luogo in cui trascorreremo il resto della nostra vita”, la qualità del futuro (ad es. se ci piace o non ci piace) diventa fondamentale. Il risultante “esercizio di previsione” pertanto puntava a espandere la prospettiva dei partecipanti su possibili futuri per le risorse alpine. Esso ha anche mostrato un approccio alla gestione dei futuri. Nello specifico, l’esercizio è stato progettato per contribuire all’individuazione delle direzioni per la ricerca e gli indirizzi politici in base ai futuri auspicati per i sistemi socio-ecologici alpini.

Workshop: Esercizio di previsione

L’obiettivo di questo esercizio era quello di ampliare la percezione del futuro dei partecipanti e di incoraggiarli a considerare molteplici scenari futuri, ivi comprese le possibilità meno “consuete”. L’esercizio incoraggiava i partecipanti a considerare le probabili conseguenze di questi scenari per le risorse alpine. Il risultato previsto era una definizione condivisa delle questioni più rilevanti relative alla gestione delle risorse alpine. Il workshop comprendeva tre fasi:

– Presentazione di due scenari divergenti (popolazione alpina in crescita / decrescita, clima più caldo / più freddo);

– Previsione delle conseguenze per le risorse alpine nell'ambito di due scenari proposti in gruppi di lavoro più ridotti;

– Raccolta di intuizioni emerse dall'esercizio di immaginazione e definizione delle domande più rilevanti.

I cinque gruppi di lavoro comprendevano partecipanti (7-9 ciascuno) provenienti da tutto l’arco alpino, dagli studenti delle superiori agli scienziati più esperti. Ogni gruppo ha avuto la possibilità di concentrarsi sulle risorse naturali (servizi ecosistemici) o sulle risorse culturali (istituzioni, paesaggi).

Due tornate di discussioni hanno implicato uno scenario diverso ciascuna. Nella prima tornata, è stata presa in considerazione la crescita della popolazione in scenari climatici opposti (più caldo / più freddo). Nella seconda tornata, è stata considerata la decrescita della popolazione. La terza e ultima tornata ha consentito ai partecipanti di confrontare e individuare le differenze tra i risultati delle prime due tornate e di compilare un elenco delle domande fondamentali.

Risultati

Nei gruppi di lavoro i partecipanti hanno prima individuato le tematiche e le variabili più direttamente influenzate dallo scenario considerato. Le tematiche rilevanti influenzate dagli scenari comprendevano:

• Tenuta dei ghiacciai

idrici ed energetici e nuovi impianti fognari con emissioni minime?

• Qual è il miglior modo di tutelare i paesaggi alpini (foreste, pascoli, terreni agricoli) dall’urbanizzazione?

• Le città “sotterranee”, ispirate agli uomini delle caverne, sono una soluzione per un futuro incerto sulle Alpi?

• Cosa serve per arrivare a una società a zero emissioni e per motivare la gente a darle forma? Durante la sessione plenaria conclusiva sono stati condivisi le domande e i commenti relativi alla metodologia e agli utilizzi della previsione.

Conclusione

I partecipanti hanno confermato di non essere abituati a pensare a più futuri possibili. Di solito questi esercizi si limitano a processi decisionali in cui i partecipanti sono coinvolti di rado, e anche in tal caso molteplici futuri possibili sono presi raramente in considerazione.

Abbiamo scoperto di aver semplificato

eccessivamente gli scenari proposti; in futuro essi dovranno essere arricchiti e maggiormente radicati nei dati e nelle opinioni degli esperti. Inoltre non abbiamo avuto tempo per esplorare i due diversi obiettivi (risorse culturali e risorse naturali) con sufficiente dovizia di particolari. Dati questi limiti di tempo, potrebbe essere più efficace fornire meno input durante gli esercizi futuri. Ciononostante, l’esercizio ha chiaramente ispirato un cambiamento di prospettiva ed è stato utile per definire domande più approfondite in merito al futuro delle risorse alpine.

Le domande emerse da questo workshop evidenziano tematiche correlate come la gestione idrica, la popolazione, l’innovazione e la tradizione, la maggior parte delle quali comportano compromessi sensibili all’identità e all’iniziativa delle comunità. Le intuizioni sovrapposte dei partecipanti hanno agevolato la creazione di visioni comuni di futuri auspicabili. Tali visioni potranno guidare le successive azioni nel campo della ricerca e della gestione politica per giungere a un sistema socio-ecologico più resiliente nelle Alpi.

• Scarsità e distribuzione dell’acqua (potenziali conflitti)

• Concentrazione della popolazione nei fondovalle • Identità locale e amministrazione tradizionale

delle risorse naturali

• Integrazione degli immigrati e degli stranieri • Variazioni nella produzione idroelettrica • Variazioni nelle colture (o nella produttività) Dopo aver considerato gli scenari e le relative problematiche e conseguenze, sono emerse numerose domande significative:

• È possibile preservare le tradizioni?

• In che modo è possibile sviluppare un sistema scolastico che soddisfi la domanda?

• Come cambieranno le attività agricole a causa dei mutamenti climatici?

• Come dovrebbe essere gestita la

sovrappopolazione nei paesini? • Come salvaguardare i ghiacciai?

• Come conservare e valorizzare i beni culturali? • Come attrarre nuovi abitanti verso le Alpi? • Come attrarre e integrare gli immigrati stranieri

nelle Alpi?

• Come salvaguardare le tradizioni e l’identità locali?

• Come sviluppare azioni innovative negli ambiti culturale, sociale ed economico?

• È possibile tornare alla vecchia gestione tradizionale dell’economia alpina?

• Come bilanciare innovazione e tradizione? • Come è possibile che un numero così grande

di persone viva assieme senza danneggiare l’ambiente e i centri storici?

• Come possono le istituzioni preservare la fiducia dei loro elettori?

• Come modificare le istituzioni per acquisire il know-how necessario per adattarsi alla crisi? • Dove e come sarà possibile alloggiare,

trasportare, intrattenere, nutrire ecc. una popolazione più numerosa (del 50%)?

Workshop 4-2

Biodiversità e gestione sostenibile degli

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