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Scuola per il governo del territorio, Trento, Italia

Contributi:

– Dott. Davide Del Curto - DAStU –

Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano

– Dott.ssa Maria Beatrice Stasi – AOVV – Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna – Arch. Roberto Dini - IAM | Istituto di

Architettura Montana - DAD | Dipartimento di Architettura e Design - Politecnico di Torino – Associazione Cantieri d’Alta Quota

– Dott.ssa Alessandra Oppio - DAStU – Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano

– Dott.ssa Luana Silveri – Scuola per il governo del Territorio- Trento

Le Alpi formano un ambiente di estrema complessità e varietà: castelli, villaggi, rifugi e sanatori sono la testimonianza tangibile della storia delle Alpi e delle sue comunità. Spesso questi luoghi non riescono a rispondere oggi alle esigenze di una società in mutazione e sono al centro di un dibattito vivace in cui si valuta l’opportunità di restaurare tale patrimonio e la sua eventuale gestione. La rivitalizzazione e l’amministrazione di questo patrimonio culturale

rappresentano una sfida complessa e costosa per le autorità locali.

Durante il workshop sono stati affrontati i temi relativi alla conservazione e alla gestione del patrimonio architettonico alpino, tra cui anche:

– i metodi di valutazione e di supporto ai processi decisionali delle amministrazioni locali (dott. ssa Alessandra Oppio, Politecnico di Milano); – la ricostruzione, la riorganizzazione e la

rivitalizzazione dei rifugi alpini e degli antichi sanatori (dott. David Del Curto, Politecnico di Milano, arch. Roberto Dini, Politecnico di Torino);

– l’integrazione di tutte queste misure in una visione innovativa dello sviluppo montano sostenibile (dott.ssa Luana Silveri, Scuola per il governo del Territorio- Trento).

I rifugi di alta quota sono esempi tipici di un patrimonio architettonico con valore storico, culturale ed economico. I rifugi esistenti vanno rimodernati al fine di migliorarne l’efficienza energetica, ridurre i consumi di combustibile e realizzare una gestione sostenibile dei rifiuti in questi ambienti naturali spesso fragili. Occorre elaborare delle buone prassi per l’interpretazione, la conservazione, la rifunzionalizzazione e la gestione di questi beni. A titolo esemplificativo, proponiamo la creazione di itinerari specifici per escursionisti ed alpinisti che si appoggiano alla rete esistente di rifugi alpini. In questo modo si va a incentivare la ristrutturazione, l’utilizzo, l’apprezzamento e la conservazione di questo speciale patrimonio architettonico.

Durante la discussione, l’architetto Roberto Dini ha illustrato diversi esempi di rifugi alpini che sono stati ristrutturati e recuperati per nuove o maggiori funzionalità. In molti casi i rifugi alpini sono stati ristrutturati e ammodernati per garantirne la ricettività; in altri casi sono stati convertiti in spazi espositivi e laboratori per il collaudo delle nuove tecnologie di efficientamento energetico. Come emerso dalla discussione, esistono numerosi esempi positivi di recupero dei rifugi, ma tanti rifugi necessitano ancora di interventi. È importante studiare come i rifugi esistenti possano essere ristrutturati e rifunzionalizzati per una serie di utilizzi più ampia che attinga anche al loro valore culturale e architettonico.

Proseguendo lungo questo filone, il dott. David Del Curto ha presentato un progetto di rivitalizzazione del sanatorio per tisici “E. Morelli”, ormai in disuso, presso la località di Sondalo. Del Curto ha illustrato il processo partecipativo tramite cui è stato possibile individuare nuovi strumenti di protezione e valorizzazione del vecchio sanatorio sotto il profilo storico, architettonico e paesaggistico. Il progetto è stato il frutto di una collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera Valtellina e Chiavenna, il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, le autorità e i partner locali. All’interno del workshop, tale progetto ha offerto una preziosa opportunità per discutere come un progetto culturale possa essere la somma di studi, pubblicazioni e del coinvolgimento da parte della comunità locale. Esso costituisce anche un esempio interessante di rifunzionalizzazione di vecchi edifici e ha stimolato una discussione sul destino incerto dei beni relativi ai sanatori (edifici, esperienze, storia locale) presenti in tutta Europa e soprattutto nelle Alpi.

Nell’arco alpino si sono moltiplicati i segnali di un rinnovamento. Svariati progetti in corso incoraggiano le comunità a rappropriarsi degli spazi storici nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e sociale. Il lavoro condotto dalla dott.ssa Luana Silveri propone nuove alternative per la rilettura dello sviluppo locale secondo principi armonici, in cui la comunità svolge un ruolo forte e vitale. Un esempio significativo è quello di Dolomiti Contemporanee, un progetto artistico di rivitalizzazione di impianti industriali delle Dolomiti che sono stati dismessi

o addirittura abbandonati. L’arte diventa il mezzo attraverso cui la comunità può riscoprire il proprio capitale territoriale e riprogettare il proprio modello di crescita nel senso di una maggiore sostenibilità ambientale.

Nel complesso mondo alpino è fondamentale elaborare una visione di ampio respiro, in grado di conciliare la protezione del patrimonio culturale della regione con la modernizzazione necessaria ad assicurare il suo futuro. Durante la sua presentazione sui castelli della Valle d’Aosta, la dott.ssa Alessandra Oppio ha dimostrato come l’analisi multicriteria spaziale possa costituire uno strumento utile per l’elaborazione di strategie di sviluppo partecipative. In effetti l’integrazione dell’analisi territoriale con l’analisi multicriteria consente di giungere a una lettura sistematica delle variabili coinvolte. Tutte le informazioni disponibili possono essere combinate nella creazione di carte tematiche che forniscono:

1. un quadro analitico molto efficace per i decisori politici;

2. uno strumento che consente di raffrontare le variabili direttamente e indirettamente coinvolte nella valorizzazione del patrimonio culturale;

3. una piattaforma per l’integrazione di approcci e metodi multidisciplinari.

Il workshop è riuscito nel suo intento di proporre nuovi metodi di analisi e valorizzazione del patrimonio culturale alpino in cui confluiscono anche considerazioni di tipo ambientale, economico e sociale. Antichi villaggi, edifici industriali, sanatori, castelli, rifugi e tutte le strutture con un valore architettonico e culturale possono rappresentare una risorsa per lo sviluppo economico e sociale. Nel contempo possono fungere anche da presidi strategici per il monitoraggio e la protezione di paesaggi e comunità locali.

Sessione 2

Uso delle risorse alpine: dal passato al

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