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Il circuito delle Arti Plastiche in Brasile e a São Paulo storia e specificità

XXIX Biennale Internazionale di Arte di São Paulo –

3. Il circuito delle Arti Plastiche in Brasile e a São Paulo storia e specificità

Questo capitolo si propone di discutere, in una prospettiva storica, la formazione e il funzionamento del circuito delle arti in Brasile e, in particolar modo, a São Paulo, mettendo in risalto le loro specificità e definendo il ruolo della Biennale all’interno di questo sistema. Qui si adotta il concetto di “circuito” o “sistema delle arti”, come definito dagli studiosi e dai critici del settore1067. Si tratta di un sistema

complesso e dinamico, formato da diversi elementi che agiscono nello scenario artistico: l'artista, il critico, il collezionista, il marchand/gallerista, il curatore e il produttore culturale (queste ultime due sono figure più recenti), il pubblico e le istituzioni culturali sia pubbliche che private (come i formatori, i promotori e i responsabili della produzione artistica del Paese). Tale sistema è responsabile della produzione, valutazione, legittimazione, distribuzione e del consumo di opere artistiche e acquista la sua specificità in base alla dinamica interelazionale vigente tra gli attori (adeguamenti, tensioni e pressioni tra loro), la quale viene modellata dal contesto socio-culturale del Paese, delle politiche culturali, di finanziamento e di promozione dell'arte in ogni momento storico e, in particolare modo, dal funzionamento del mercato artistico locale, che si occupa della commercializzazione e vendita di opere d'arte, consumate come merci di rilevanza sociale. Si evidenzia che da quando è nato un sistema internazionalizzato dell’arte contemporanea, le specificità dei circuiti nazionali si sono dovute sempre più piegare alle caratteristiche imposte dal mercato globalizzato delle arti, delineando quindi un indebolimento dei vincoli nazionali.

Per facilitare la comprensione dell’argomento centrale di questo capitolo, si è scelta una periodizzazione storica della costituzione di questo sistema in Brasile. Questa periodizzazione deve essere considerata soltanto come uno strumento di analisi centrato sul processo di inserimento dell’arte visiva brasiliana nel circuito capitalista. Essa spesso non coincide con le note fasi d’evoluzione delle correnti artistiche nazionali e neppure con l'evoluzione storica del contesto socio-economico e politico brasiliano, sebbene da questo fosse fortemente influenzata.

La periodizzazione del sistema dell’arte in Brasile comprende cinque fasi: -dal 1500 al 1808: fase pre-capitalista dell’arte brasiliana;

-dal 1808 al 1930: fase della nascita e crescita degli attori che costituiscono il circuito d’arte brasiliano; -dal 1930 al 1970: fase di interiorizzazione della dinamica del circuito dell’arte (1930-1945) e dell’istituzionalizzazione del processo culturale con la creazione dei musei (1945-1970);

-dal 1970 al 1990: fase di consolidamento del mercato dell’arte in Brasile;

-dal 1990 fino ai nostri giorni: fase dell’internazionalizzazione del circuito artistico brasiliano e della creazione di politiche di incentivo, con normative che cambiano le dinamiche del mercato dell’arte in Brasile.

1 Si veda la storica dell’arte A. A. BULHOES, Artes Plasticas: participaçao e distincao, Brasil anos 60/70, Tesi di Dottorato, FFLCH/USP, 1990; il critico d’arte F. POLI, Il sistema dell’arte contemporanea, Bari, Editori Laterza, 2009; e R. BRITO, Analise

3.1 Fase pre-capitalista dell’arte brasiliana

Nel periodo coloniale, che va dal 1500 agli inizi del XIX secolo, le caratteristiche sociali, politiche ed economiche che modellarono la società brasiliana di allora, non permisero la costituzione di un circuito dell'arte, inteso come si fa oggigiorno. Il Brasile di questa fase era abitato da tre segmenti di popolazione molto diversi e chiusi: gli indigeni, gli schiavi neri e i colonizzatori portoghesi (in principio costituiti per lo più da militari, religiosi, avventurieri, esuli forzati ecc., che raggiunsero il Sud America senza famiglia ma che gradualmente ivi si stabilirono costituendo nuovi nuclei familiari). Nel corso di tre secoli, questi gruppi produssero una serie di manifestazioni artistiche popolari frutto della loro cultura originaria, classificate da molti come artigianato e folklore. Queste opere – spesso oggetti d’uso comune –tuttavia non erano trasformati in prodotti o in “merci” culturali, dato che non erano inseriti in alcun sistema mercantile strutturato, sfuggendo così dai parametri di analisi qui proposto. Poco a poco queste manifestazioni si mescolarono, subendo l’influenza di questi diversi gruppi etnici e creando un’arte sincretista che sarebbe stata la base della costituzione della caratteristica arte brasiliana.

In quel periodo, secondo gli studiosi1068, le manifestazioni artistiche sviluppate nel paese di interesse per i

critici e storici dell'arte, ruotano intorno a due assi principali: 1. L’arte sacra

Questo è il primo grande asse avviato dai gesuiti e totalmente volto alle arti sacre. Le manifestazioni artistiche includevano l’architettura religiosa dei conventi e soprattutto delle chiese, le cui forme esterne e interne – pulpiti, altari, sculture, immagini religiose e i dipinti della travatura – e rivelavano influenze manieriste interpretate poi liberamente dagli artigiani che generalmente erano “mamelucos” (meticci figli di bianchi e indigeni), sotto la promozione della Chiesa Cattolica. Molte opere sacre furono importate dal Portogallo, con conseguenti grandi spese da parte della Chiesa. A questo manierismo più sobrio e alla rigidità degli artisti del XVI secolo seguì, a partire dalla metà del XVII secolo, un nuovo linguaggio spaziale esuberante, sempre nell’ambito dell’arte religiosa, con forti influenze dello stile barocco di stile portoghese e italiano. Questo barocco, introdotto in Brasile dai missionari cattolici, gesuiti, benedettini e francescani, raggiunse non solo l'arte delle chiese nei dipinti e nelle sculture, ma influenzò anche l'architettura urbana, la letteratura, la musica e il teatro dell’epoca. Da allora si ridisegnarono gli interni delle principali chiese del Paese, decorandoli riccamente con questo stile. La caratteristica più marcata di questo barocco fu l’uso abbondante dell’oro e dell’argento provenienti dalle miniere appena scoperte in Brasile e divenute una delle principali fonti di reddito del Regno Portoghese, anche per i secoli successivi. Si deve notare anche che questo stile segnò la produzione di uno dei più noti artisti brasiliani: Antônio Francisco Lisboa, chiamato “l’Aleijadinho”. Il suo lavoro di incisione, di rilievo e di statuaria, oltre alla sua produzione architettonica (come la chiesa di San Francesco d'Assisi a Ouro Preto) rappresentano l’apice del barocco in Brasile. Un’altra produzione rilevante di questo periodo fu l’opera di Manuel da Costa Ataide, o Maestro Ataíde, il primo pittore brasiliano ad esplorare l'intensità dei colori e dei loro

contrasti e a non sottrarsi dal realizzare angeli neri e mulatti per le sue decorazioni sacre. 2. I pittori olandesi

Il secondo asse di manifestazioni artistiche di questo periodo è dato dalla produzione di un gruppo di pittori europei arrivati in Brasile a metà del secolo XVII con la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali (che in quel periodo dominava il Nordest del Paese). In questo contesto emerse la figura di Maurício di Nassau, conte olandese governatore dello Stato di Pernambuco, il quale incentivò fortemente le arti, la cultura e il restauro urbanistico e artistico della città di Recife, finanziando gran parte di questi artisti importati. I “pittori di Nassau”, com’era conosciuto il gruppo di artisti fiamminghi, olandesi e tedeschi, lasciarono una vasta produzione di dipinti e incisioni che non rappresentavano temi religiosi, bensì paesaggi locali, nature con fiori e frutta tropicali, indigeni e animali esotici. Franz Post, Albert Eckhout, Zacharias Wagner furono alcuni di questi artisti, le cui incisioni, inviate in regalo al re della Danimarca dove ancora oggi si conservano molte di queste, stupirono gli europei con il loro esotismo e le novità del nuovo mondo1069.

Sebbene interessanti per la storia dell’arte, le manifestazioni del periodo coloniale descritte precedentemente non rientrano nel sistema di mercato di prodotti culturali. Si può piuttosto concludere dicendo che i mecenati dell’epoca, avevano l’obiettivo abbastanza chiaro di creare un’estetica urbana (nel caso degli olandesi) o sacra (nel caso del barocco) come espressione di affermazione del potere. Secoli dopo, alcune di queste opere si trasformarono in prodotti culturali entrando nel mercato artistico a partire dall’inizio del XX secolo come “antichità nazionali” – come fu il caso dell’arte sacra barocca.

3.2 Fase della nascita del circuito artistico in Brasile e dei suoi vari attori - dal 1808 al 1930

Si può affermare che in Brasile il circuito artistico, così come qui viene inteso, cominciò a manifestarsi soltanto all’inizio del secolo XIX, quando il Brasile era ancora colonia. Più precisamente, esso cominciò nel 1808 con l’arrivo della famiglia reale portoghese (la quale stava fuggendo dall’invasione del Portogallo delle truppe napoleoniche), quando furono gettate le basi del capitalismo moderno in Brasile1070. A partire da allora, si costituì un contesto socio-culturale nel quale fu possibile la formazione

di tutti gli “attori” del circuito: la classe artistica brasiliana, il pubblico fruitore e consumatore, le istituzioni culturali (scuole, accademie e musei d’arte), i marchand e i galleristi, ecc. Da quel momento si assistette anche a un lento processo di trasformazione delle opere artistiche in prodotti culturali e di sviluppo di un mercato dell’arte. Inizialmente abbastanza incipiente, questo mercato a partire dalla metà del XX secolo cominciò a consolidarsi sotto l’impulso del modernismo brasiliano, imponendosi nel circuito artistico locale in modo preponderante, come si vedrà in seguito1071.

3 Ibidem.

4 C. FIORAVANTE, O Marchand... cit., p. 5. 5 Ibidem.

L’istituzionalizzazione dell’insegnamento dell’arte e l’inizio della formazione della classe

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