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XXVI Biennale Internazionale di Arte di São Paulo –

La XXVI edizione del 2004 fu la protagonista del calendario ufficiale dei festeggiamenti dei 450 anni della città di São Paulo e introdusse una novità: per la prima volta l’ingresso dei visitatori fu gratuito, facendo sì che l’affluenza di pubblico – più di 900 mila persone – fu la più alta mai registrata. Nonostante questa novità, ci furono molte polemiche rivolte alle scelte prese dal curatore Alfons Hug, lo stesso dell’edizione precedente. Egli propose come tema concettuale dell’evento Il Territorio Libero, spiegando che l’idea era quella di riscattare l’estetica come “fulcro discorsivo”, lasciando da parte la centralità dei discorsi sulla scienza e la politica. A suo giudizio, durante le ultime grandi esposizioni internazionali si era potuto constatare che “la fiducia nel potere dell’estetica sta scomparendo [...] sostituita dalle strategie documentarie [...] gli artisti e i curatori sembrano ricercare la salvezza per mezzo delle analisi scientifiche e dei trattati discorsivi sulla realtà, ignorando evidentemente il potenziale dei processi estetici”1013. Con

questa convinzione il curatore, con un atteggiamento diverso rispetto a ciò che si era verificato nelle edizioni precedenti, ridusse il numero dei lavori video e tecnologici, preferendo investire sulle

1012 Ivi, pp. 29-35.

1013 A. HUG, A Bienal como Territorio Livre, in A. HUG (a cura di), XXVI Bienal de Sao Paulo, catalogo della mostra (São Paulo, FBSP, 2004), Imprensa Oficial, São Paulo, 2004, p. 28.

installazioni e sulla pittura1014. Inoltre, cercando di dare continuità al suo progetto della XXV Biennale,

Alfons Hug mantenne la decisione di eliminare i “nuclei storici” incentrando tutta la mostra sull’arte contemporanea – ragione dell’esistenza al mondo delle Biennali, secondo il suo pensiero1015. “Tra le

cinquanta biennali esistenti, nessuna racchiude un nucleo storico”, affermava Hug, che ne aveva visitate già trentacinque. “Biennale é sinonimo di arte contemporanea. O, per meglio dire, di arte contemporanea emergente”1016. Nel catalogo di questa edizione, secondo il presidente Manoel Francisco Pires da Costa

São Paulo possedeva già degli spazi destinati ai musei d’arte tradizionale e spettava alla Biennale “il compito di trovare il nuovo, il futuro, l’avanguardia”1017. Inoltre il suo lavoro di curatore ricevette molte

critiche da parte di altri suoi colleghi, critici e intellettuali, brasiliani e stranieri, soprattutto per la mancanza di partecipazione del pubblico, per il sistema delle sale video, per la classificazione delle opere secondo i supporti e per la divisione secondo il materiale utilizzato. Secondo la curatrice brasiliana Lisete Lagnado, questa separazione determinava una “uniformità che andava a discapito della dignità di ciascuna opera”1018. Inoltre, nello stesso catalogo, Hug giustificava questa divisione affermando che “la

stessa architettura dell’edificio suggerisce un raggruppamento speciale di supporto posta al pian terreno, in piedi diritta e più alta, più adatta all’esposizione di sculture, mentre parte del secondo piano, data la sua luminosità, sarebbe più adatta alle pitture; e parte del piano mezzanino, più scura, si presta bene alle opere di videoarte”1019.

Gli artisti partecipanti, provenienti da sessantadue Paesi, furono 135. La maggioranza (ottanta) fu invitata dal curatore della mostra, che selezionò venti artisti brasiliani. Gli altri 55 artisti furono scelti dalle loro delegazioni nazionali. Furono allestite otto sale “speciali” per gli artisti appartenenti allo scenario artistico internazionale, come il pittore belga Luc Tuymans, considerato dalla critica uno dei grandi esponenti della pittura mondiale contemporanea, il quale espose delle tele nuove che affascinavano gli spettatori con le loro immagini che apparivano sempre frammentate e incomplete, con toni pallidi ed enigmatici1020. Vi era

inoltreil tedesco Neo Rauch, che a Konvoi espose scene cariche d’inquietudine1021; il fotografo tedesco

Thomas Struth che si presentò con una serie di quindici print in grande formato e i cinesi Huang Yong Ping, con la tigre e l’elefante impagliati, e Cai Guo Qiang, che cinque anni prima vinse il premio della Biennale di Venezia con sculture di terracotta che criticavano la Rivoluzione Culturale e che in questa edizione della Biennale di São Paulo espose il suo enorme uccello-aereo Uneasy Bird. L’olandese Aernout Mik espose un video con scene di distruzione di uno stock di un supermercato, il bulgaro Rassim convertito all’islamismo mostrò in Corrections 2 una pratica di circoncisione su un adulto, ed infine

1014 Ibidem.

1015 I. CLAUDIO, Passarela para o novo, in “Isto É Cultura - Isto É Indepensente online”, n° 1824, 22 Settembre 2004, ore 10.00. 1016 Alfons Hug cit. in Ivi.

1017 A. HUG, A Bienal... cit., p. 26. 1018 Lisete Lagnado cit. in Ibidem. 1019 Ivi, p. 26.

1020 L. ZAPPI, Telas do belga Luc Tuymans ganham sala especial na 26a Bienal, in “Ilustrada - Folha de S. Paulo online”, São Paulo, 19 settembre 2004, 06.45.

espose anche l’inglese Mike Nelson che “con un fantastico intervento, richiamò l’attenzione del publico e della critica”1022.

I brasiliani che parteciparono alla mostra con sale speciali furono: Beatriz Milhazes (una delle artiste più influenti della Generazione 80), che espose grandi quadri colorati con fiori e cerchi, che sarebbero diventati il suo marchio distintivo; Artur Barrio, il quale presentò un’installazione con una zattera colorata portata da Nordest brasiliano; Paulo Bruscky, che montò un’installazione con un cavalletto, degli strumenti di lavoro, mobili e libri del suo studio di Recife. Altri personaggi apprezzati furono il fotografo tedesco Thomas Demand, il quale portò delle fotografie di bozzetti ingrandite; il cubano Carlos Garaicoa che, con la sua installazione, analizzava l’architettura; Julie Mehretu con le sue pitture dall’Etiopia; le fotografie della statunintense Catherine Opie, che avevano come tema i surfisti e le grandi onde; e il gruppo carioca Chelpa Ferro, con degli alberi su i quali oscillavano rami e fagiolini verdi secchi. Con questi nomi, il curatore riconfermava l’impegno della Biennale a mostrare l’arte contemporanea, cercando di promuovere gli artisti emergenti che avessero già forza e consistenza, come il paulista Thiago Bortolozzo, che montò una passerella rosa che usciva all’esterno dell’edificio1023. Si distinse anche

Eduardo Kac, la cui installazione riportava il drammatico movimento eseguito da un computer contro il campione mondiale di scacchi Kasparov. Le riflessioni di stampo culturale sono il tema al centro delle opere di Rosana Palasyan con l’opera Uomo dell’organetto, dove si avvicina la voce della gente di strada al pubblico dell’arte, dando visibilità ai primi1024. Infine, la fotografia portò alla luce apprezzabili paralleli

nelle scelte tematiche di artisti provenienti da Paesi molto diversi: Alec Soth (USA) e Zwelethu Mthetwa (Repubblica Sudafricana) o Simryn Gill (Australia) e Veronika Zapletalova (Repubblica Ceca).

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