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La comprensione del testo letterario: specificità di ordine cognitivo

4 Dalla lettura allo studio cognitivo della comprensione: prodromi ad un’analisi neurocognitiva dell’interpretazione del discorso letterario

4.1 La comprensione del testo letterario: specificità di ordine cognitivo

Secondo Zwaan (1993; 1994; 1996) il lettore sviluppa sistemi di controllo per specifici tipi di discorso. Nel caso dei testi letterari (Boscolo, 2006, pp. 22 e segg.) il sistema di controllo può essere attivato da segnalazioni o congegni letterari che rendono il testo riconoscibile come letterario, in poesia allitterazioni, rime, metafore, queste ultime presenti pure in prosa insieme ai flashback, punti di vista insoliti, suspense etc.

Le figure retoriche tendono a spostare l’attenzione del lettore sulla superficie linguistica del testo, a spese di più profondi livelli di processazione, salvo per quanto riguarda, come si dimostrerà, le metafora come operazione del pensiero. I testi letterari sono irregolari anche a livello di base del testo. Nella prosa ordinata il lettore è guidato dalle segnalazioni del testo: è facile individuare l’idea fondamentale di un testo che segua una logica identificabile. Quest’ultima non è sempre presente nel testo letterario, in cui il lettore deve cercare il punto focale.

Inoltre le rappresentazioni presentano un carico ulteriore di processazione: si tratta di indizi che lo scrittore dissemina e che, pur se irrilevanti, richiedono di essere recuperati e tenuti attivi nella memoria.

Infine la costruzione di un modello situazionale può essere resa complicata dalla lontananza del testo dal mondo reale noto al lettore (la letteratura è un possibile-reale), come dalla prospettiva insolita con cui il narratore percepisce la realtà.

I testi letterari hanno spesso finali aperti, che consentono più conclusioni e interpretazioni: è peraltro dimostrato che non si tengono attivi due modelli situazionali contemporaneamente. Zwaan (1994) ha verificato l’ipotesi che il sistema di controllo letterario del lettore venga attivato anche in assenza di specifici congegni letterari presenti nel testo, dando da leggere a soggetti adulti dei brani narrativi che a un gruppo venivano presentati come notizie di cronaca, a un altro come racconti letterari. I partecipanti nelle prove di memoria dei testi costruivano rappresentazioni linguistiche superficiali più forti, ma modelli situazionali più deboli nella condizione letteraria; quanto alla base del testo, non apparivano differenze di rilievo tra le due condizioni, ma le informazioni meno importanti in termini di causalità venivano ricordate maggiormente nella condizione letteraria. Secondo Zwaan (1996) il sistema di controllo letterario porta il lettore a focalizzarsi sul modello situazionale quando egli percepisce il testo come giornalistico, in cui la funzione referenziale è dominante.

In sostanza sembra esserci un modo specifico di processare il testo letterario, che comporta tempi di lettura più lunghi, maggiore tolleranza per frasi semanticamente anomale, maggiore attenzione per le anticipazioni e in generale per la struttura superficiale del testo. In base ai risultati delle ricerche correlate Zwaan (1996) ha proposto alcune integrazioni del modello di Kintsch (1998), mettendo implicitamente in evidenza la profonda differenza tra due modi di affrontare un testo: quello volto a ricavare informazioni (le idee più o meno importanti di un’esposizione o i punti chiave di una argomentazione) e quello di chi legge un testo per il piacere di leggerlo.

I modelli cognitivisti si adattano al primo tipo di lettura, mentre sono opachi rispetto a quanto di personale e emotivamente connotato il lettore porta nel testo (Miall, 1989). La differenza tra le due modalità di lettura ha trovato espressione nella distinzione proposta da L. Rosenblatt (1978; 1983) tra l’approccio efferente nella lettura, in cui l’attenzione è focalizzata sull’astrazione, l’analisi e l’organizzazione di ciò che dovrà essere assunto dal libro, e quello estetico, in cui l’attenzione del lettore è centrata su ciò che egli sta vivendo durante la sua relazione con il testo. Quest’ultima viene definita con i termini di interazione e transazione.

Nel dibattito letterario recente sorto negli Stati Uniti, dopo un periodo di enfasi sull’analisi impersonale, oggettiva, intrinseca dei testi letterari (New Criticism), è emersa la concezione del lettore come attivamente coinvolto nella costruzione del significato. In questo nuovo orientamento si possono distinguere varie posizioni a seconda dell’enfasi posta sull’uno o sull’altro dei due poli della relazione testo-lettore.

Tra i teorici che considerano le lettura come relazione tra lettore e testo, Iser (1978) rifiuta sia una concezione soggettiva che oggettiva dell’opera letteraria a favore, come si è visto, di una interattiva: il significato è qualcosa di potenziale, che si realizza attraverso la lettura. La risposta del lettore è estetica perché, sebbene causata dal testo, mette in gioco le capacità immaginative e percettive del lettore al fine di fargli adattare e differenziare la sua messa a fuoco del testo. Nell’interazione con il testo, lettori diversi lo concretizzano in modo diverso.

Rosenblatt coglie nel termine interazione la separazione tra lettore e testo e preferisce il deweyano transazione, che designa una relazione circolare in cui ciascun elemento condiziona l’altro. Sulla polarità efferente-estetico vanno fatte due considerazioni. La prima è che si tratta di un continuum e non di una dicotomia. Certamente ci sono testi per divertirsi e testi per imparare, ma è anche vero che uno stesso testo può essere letto in modi diversi: da un romanzo si possono ricavare informazioni, mentre un testo scientifico può rappresentare una piacevole lettura.

Vipod e Hunt (1984) hanno distinto tre orientamenti nella lettura, rivolti rispettivamente all’informazione, alla storia e al tema dell’autore. Il primo e il secondo corrispondono rispettivamente all’atteggiamento efferente ed estetico: chi legge un romanzo per diletto si focalizza sullo sviluppo della storia. Il terzo orientamento tende a inferire il punto di vista o tema dell’autore. La seconda considerazione riguarda le differenze tra l’approccio cognitivista alla processazione del testo e la risposta alla letteratura. In entrambi il significato è costruito nell’interazione lettore-testo e il lettore porta nella lettura la propria conoscenza del mondo, tipi di testi compresi. Ciò che differenzia profondamente i due approcci è il significato di significato: nell’approccio cognitivista è il significato del testo, costruito con il contributo cognitivo del lettore; nella risposta alla letteratura è il significato che il lettore dà al testo.

Sono state proposte varie classificazioni delle risposte e degli orientamenti nella lettura del testo letterario. La proposta di Beach e Hynds (1991) è la seguente: - coinvolgimento: è la risposta emotiva al testo, la cui valenza positiva e negativa e la cui intensità dipendono dal testo ma anche da caratteristiche del lettore, quali la disponibilità ad immedesimarsi nel personaggio, le sue aspettative circa la struttura della narrazione, la capacità di accettare il mondo fittizio del testo. – Concettualizzazione: riguarda il modo in cui un lettore percepisce il testo, il tipo di costrutti che egli usa nell’organizzare concettualmente la propria reazione. Per esempio Miall (1985) ha usato la griglia di repertorio (Kelly, 1955) per analizzare i costrutti di studenti universitari che leggevano una poesia di Coleridge. Si trattava di costrutti percettivi (silenzio-rumore, duro-tenero), valutativi (profano-sacro), di movimento (attivo-passivo), di tempo (momentaneo-durevole) e emozionali (ansia-tranquillità). – Connessione: il lettore mette in relazione il testo che sta leggendo con le proprie esperienze, atteggiamenti, conoscenze di testi precedenti. – Porsi domande: il lettore si pone domande sulla narrazione che sta leggendo; tali domande sembrano avere un effetto positivo sulla narrazione della storia. – Spiegazione. Riguarda le inferenze che il lettore fa sui personaggi e sui loro stati d’animo. – Interpretazione: il lettore coglie il punto di vista dell’autore e il significato del testo. – Valutazione: il lettore giudica forma e contenuto del testo letterario, secondo criteri che si arricchiscono con l’esperienza e che riguardano il contenuto nei lettori giovani e la complessità della forma nei lettori maturi.

Sono stati costruiti vari strumenti per misurare le reazioni al testo letterario. Il più recente e completo è il Literature Response Questionnaire costruito e validato da Miall e Kuiken (1995), da utilizzare con studenti che hanno già una certa esperienza di lettura letteraria. Nella sua ultima versione il LRQ consiste in 68 item distribuiti in ordine ai seguenti fattori: - Insight: riconoscimento di aspetti prima ignoti al lettore (leggo e intuisco novità sulla natura di persone ed eventi del mondo in cui vivo. – Empatia: identificazione coi personaggi.- Vividezza: esprime elaborazione immaginativa nel visualizzare persone e luoghi del racconto. – Svago: enfatizza la letteratura come attività di svago. – Interesse per l’autore: interesse per lo stile, i temi e la prospettiva dell’autore. – Focalizzazione sulla storia: il lettore si mostra interessato alla trama. – Rifiuto di valori letterari: esprime la percezione di irrilevanza o inutilità della lettura letteraria.

Nella parte successiva del presente lavoro si analizzeranno nei particolari alcuni dei costrutti summenzionati: metafora-concettualizzazione, emozione e mental imagery, oltre che la loro connessione dal punto di vista neurocognitivo, per verificare se essi convergano operativamente nel corso della lettura e possano diventare – come si è ipotizzato in precedenza - lo strumento per elaborare, tramite la letteratura, un percorso di educazione emotiva.

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