8. Emozione e comprensione: una realtà biunivoca
8.6 Lettura letteraria, “absorption” ed emozione
Nel corso della fruizione di un testo letterario si è sollecitati a vedere il mondo da un punto di vista diverso dal proprio. In circostanze normali, alla coscienza fa di solito da sfondo una consapevolezza del tempo, dello spazio e dell’identità personale (Harris, 2000).
Eppure quando si è immersi in un racconto la realtà attuale viene momentaneamente tenuta in sospeso, mentre si concentra l’attenzione sul mondo descritto nella storia; si comincia a posizionarsi all’interno di quel mondo anziché nel mondo reale, e gli eventi che accadono ai protagonisti saltano alla ribalta nella coscienza. Le informazioni che si hanno a disposizione su un certo personaggio possono variare; talvolta si viene messi al corrente dei suoi pensieri e sentimenti più intimi: per esempio, un monologo potrebbe svelarci la visione del mondo di un personaggio.
In altri casi si condivide con i personaggi la conoscenza degli eventi in corso, ma si devono inferire pensieri ed emozioni a partire dalle loro parole e azioni. Ci si muove nel loro stesso spazio, ma non si ha pieno accesso al loro punto di vista. Infine dal racconto si potrebbero ricavare informazioni pertinenti a un particolare personaggio, informazioni di cui egli però non è a conoscenza in quel momento. I momenti di maggior tensione nella narrativa si verificano quando i lettori hanno questa forma di accesso privilegiato alle informazioni e osservano come un particolare personaggio agisca ignorando come stiano realmente le cose. Una serie di accorgimenti strutturali serve a modulare le informazioni che si hanno a disposizione su un particolare personaggio entro il mondo della storia. Ciononostante, una volta creatasi una condizione di coinvolgimento nella storia, si comincia a
condividere con il protagonista lo stesso contesto spazio-temporale. Quel che è soggettivamente vicino o lontano, presente o passato, viene valutato ora non in base al mondo reale, ma in base al mondo descritto nella narrazione.
Da studi inerenti all’elaborazione testuale emergono prove convincenti del fatto che il concetto di spostamento soggettivo nel mondo della narrazione non sia soltanto una metafora approssimativa. Questi studi indicano infatti che i lettori si collocano mentalmente in una particolare posizione all’interno della scena descritta, posizione che generalmente coincide con quella del personaggio principale o che le è vicina. Da quella posizione si accende una sorta di riflettore cognitivo che illumina certi oggetti ed eventi della storia, lasciandone altri nell’ombra; gli oggetti bene illuminati sono maggiormente presenti alla mente di quelli che non lo sono, come hanno dimostrato Rinck e Bower (1995). È dunque ragionevole ipotizzare che i lettori di opere di narrativa adottino mentalmente una posizione all’interno del contesto spazio-temporale della storia (Bower & Morrow, 1990) e che in seguito all’adozione di questa posizione determinati oggetti vengano resi salienti e cognitivamente accessibili, mentre altri passerebbero in secondo piano.
Nelle attuali teorie delle emozioni viene assegnato un ruolo di particolare importanza al processo di valutazione cognitiva, attraverso il quale la situazione presente in un particolare momento viene codificata in base ad una serie di attributi fondamentali. Quando si è immersi in un mondo immaginario questi processi di valutazione cognitiva vengono diretti sugli eventi di quel mondo e ciò avviene a partire dal particolare punto di vista che è stato assunto al suo interno.
Più specificamente, non si valutano le informazioni e gli eventi da una prospettiva esterna al contesto di finzione, nonostante in linea di principio si possa assumere questo punto di vista; pertanto una qualsiasi distinzione che si potrebbe teoricamente compiere tra eventi immaginari ed eventi reali non viene immessa nel sistema di valutazione cognitiva. Di conseguenza la nostra valutazione degli stimoli immaginari è per alcuni aspetti fondamentali equivalente a quella degli stimoli reali: entrambi i tipi di informazione vengono infatti trasmessi direttamente al sistema di valutazione cognitiva.
Il lettore coglie le implicazioni emotive di un evento immaginario mentre lo elabora, e più specificamente le colgono dal punto di vista del personaggio che in quel momento è in primo piano (Gernsbacher et al., 1992). I lettori adottano non solo un punto di vista simile a quello di un determinato personaggio, ma lo seguono anche mentalmente mentre si destreggia nel paesaggio immaginario. Se si estende questa assunzione all’elaborazione delle emozioni, ci si dovrebbe aspettare che i lettori aggiornino la propria valutazione dello stato emotivo del personaggio durante lo svolgersi della trama. De Vega et al. (1996) hanno dimostrato che i lettori seguono lo svolgersi della storia prendendo nota delle corrispondenti implicazioni emotive, cumulative o variabili, per il personaggio che in quel momento è al centro della scena.
Inoltre in essi il sistema emotivo può essere attivato da un atto dell’immaginazione: quando viene presentata loro la descrizione di una situazione emotivamente intensa ed essi immaginano di trovarsi in quella situazione, presumibilmente sapendo che ciò che viene descritto non sta di fatto avendo luogo, è possibile rilevare alcuni degli abituali correlati fisiologici delle emozioni, per esempio un aumento di frequenza cardiaca o variazioni di conduttanza cutanea (Lang et al., 1980). Queste variazioni nell’attivazione del sistema nervoso autonomo sono particolarmente probabili quando la descrizione stimola a concentrarsi sulle reazioni e sulle sensazioni corporee che generalmente accompagnano l’emozione in questione, e quando viene descritta una situazione di particolare rilevanza personale. Pertanto, durante la lettura di un testo emotivamente intenso il contenuto influisce su una serie di processi cognitivi ed emotivi. L’idea o il concetto dell’emozione corrispondente diviene più accessibile. Inoltre soprattutto l’immaginare attivamente di stare provando la reazione emotiva descritta nel testo porta i lettori a cominciare a manifestare alcuni dei sintomi fisiologici, derivanti dall’attivazione del sistema nervoso autonomo, che normalmente accompagnano l’emozione in questione; ad esempio, se quella immaginata è un’esperienza che incute paura, si verifica un’accelerazione della frequenza cardiaca. È poi possibile individuare
variazioni di stato emotivo anche a livello dei riflessi: l’immaginare una situazione terrificante o di grande tensione aumenta la probabilità di mostrare una reazione di trasalimento in presenza di uno stimolo inaspettato.