In Di chi è la libertà? Lakoff sostiene che la metafora è centrale per il nucleo centrale del concetto di libertà e che questo concetto astratto è attualmente fondato nell’esperienza corporea.
La libertà fisica è la libertà di muoversi – di andare in luoghi, cercare di arrivare agli oggetti e afferrarli, e compiere azioni. La libertà fisica è definita in un frame in cui ci sono impedimenti potenziali per la libertà di muoversi: blocchi, l’essere appesantiti, l’essere trattenuti, l’essere imprigionati, la mancanza di energia o altre risorse, l’assenza di un percorso che fornisca l’accesso, l’essere impediti nel movimento e così via. La libertà di movimento fisico si verifica quando nessuno di questi potenziali impedimenti è presente.
Varie metafore rivolgono la libertà di movimento fisico nella libertà di conseguire obiettivi. La metafora di struttura dell’evento, per esempio, caratterizza il raggiungere uno scopo come il raggiungere una destinazione desiderata, o l’afferrare un oggetto desiderato. La libertà di conseguire scopi diventa allora, attraverso la metafora di struttura dell’evento, l’assenza di impedimenti metaforici al movimento. Altre idee, come la libertà politica e la libertà della volontà, si basano su quel concetto.
Il concetto della libertà politica è caratterizzato attraverso un network di concetti che include necessariamente la metafora di struttura dell’evento e le inferenze che hanno origine attraverso quella metafora. Il fondamento di base del concetto della libertà politica è viscerale, dato che sorge dall’esperienza di non essere liberi di muoversi e dalla frustrazione che genera. Qual è il ruolo della metafora nel concetto di libertà politica? La comprensione dei sistemi concettuali in termini di sistemi neurali mostra che la metafora concettuale è usata nella comprensione della libertà politica, ma indirettamente.
10.1 La metafora nei sistemi di pensiero.
In Philosophy in the flesh Johnson e Lakoff sostengono che i sistemi filosofici di pensiero si basano su di un numero relativamente piccolo di metafore trattate come verità ultime e usate costantemente nel ragionamento. La teoria neurale della metafora permette di capire di più riguardo a tali sistemi, e ai soggetti che pensano nei termini di questi la maggior parte di ogni giorno.
Poiché le metafore fondamentali sono usate costantemente, le energie, le forze sinaptiche nelle metafore diventano molto forti e resistenti al cambiamento. Inoltre l’attivazione della diffusione e le proprietà del migliore adattamento (includendo la massimizzazione della legatura) rendono tali sistemi altamente integrati, saldamente connessi e dotati di molte inferenze. Come risultato, un tale sistema dominerà il pensiero, la comprensione del mondo e le azioni.
Si tenderà a vedere il mondo attraverso il sistema, a costruire simulazioni neurali per rendere adatto il sistema, a progettare il futuro usando il sistema e a definire il senso comune attraverso il sistema. Esso tenderà a rendere notevoli e importanti le esperienze e i fatti compatibili con esso, e invisibili i fatti incompatibili con esso. Questo è specialmente vero in politica, in cui il pensiero progressista e quello conservatore sono definiti ciascuno da una metafora centrale e da un sistema di pensiero che si adatta ad essi.
10.2 Il linguaggio metaforico
La NTL permette di comprendere meglio perché il linguaggio è così potente. Ogni parola è definita attraverso un circuito di collegamento a un elemento di un frame – un ruolo semantico. Poiché ogni frame è strutturato da un circuito di gestalt, l’attivazione di quell’elemento di frame provoca l’attivazione dell’intero frame. Ora il frame molto probabilmente conterrà uno o più schemi immagine, uno scenario contenente altri frames, una congettura che contiene altri frames, e ciascuno di questi può essere strutturato da metafore concettuali. Tutte quelle strutture potrebbero essere attivate semplicemente tramite l’attivazione di quell’unico elemento di frame che definisce il significato della parola data. Inoltre il frame lessicale può essere nel dominio d’origine di una metafora. In quel caso la parola potrebbe anche attivare quella metafora. Nel contesto giusto tutte queste strutture attivate possono sfociare in inferenze.
Si supponga che una parola attivi un network di frames, schemi immagine e metafore. Le metafore possono essere soltanto indirettamente connesse al frame attivato direttamente dalla parola. Quella parola è un esempio di linguaggio metaforico? Non lo è nel modo in cui il termine è usato di solito. Normalmente si parla di linguaggio metaforico quando l’elemento di frame che la parola indica è nel frame del dominio d’origine della metafora data, e l’argomento in discussione è nel dominio d’arrivo di quella metafora.
Dunque up nella frase Prices went up attiva il frame della verticalità, prices attiva il frame della quantità, e insieme attivano la metafora More is up.
In aggiunta la parola up, in virtù della mappatura metaforica – acquisisce un collegamento al frame della quantità, dove essa attiva quantità maggiori.
La parola up in Prices went up attiva sempre la metafora More is up? Dipende. Nei nostri sistemi neurali la metafora More is up è sempre presente nel sistema neurale, spesso fisicamente collegata al concetto di quantità maggiore – connessa e pronta ad essere attivata. Ma è possibile che la mappatura metaforica sia inibita e che up sia direttamente attivata. Tuttavia quando un grafico di prezzi si presenta fisicamente, allora la metafora More is up è attivata, come lo è in una frase come
Prices reached a new peak, in cui reach e peak attivano il concetto di movimento verso l’alto.
Anche la grammatica può giocare un ruolo nell’attivare una metafora, come nell’espressione autostrada dell’amore (freeway of love), in cui la costruzione ratifica un’interpretazione in cui il sostantivo iniziale freeway viene dal dominio d’origine (il viaggio) e love, l’oggetto della preposizione, viene dal dominio d’arrivo. Le costruzioni grammaticali arrivano insieme ai vincoli metaforici. Si confronti studente brillante (bright student) con luce intelligente (intelligent light): il modificatore bright proviene dal dominio d’origine, mentre la parola di testa student viene dal dominio d’arrivo; ma il contrario non funziona, eccetto in una classe speciale di casi, come
emotional intelligence, in cui il modificatore è un aggettivo non predicativo che definisce un
dominio (l’emozione).
Tutto questo è spontaneo in una teoria neurale a causa del coinvolgimento della connettività. Gli elementi della forma (parole e categorie grammaticali) sono collegati dal punto di vista neurale agli elementi del sistema concettuale, in cui le mappature metaforiche sono collegate agli elementi di frame, che sono che sono collegati alle parole o alle categorie grammaticali.
Si consideri una metafora poetica come nel verso di Dylan Thomas Do not go gently into that good
night. Il verso non menziona apertamente la morte come argomento, ma il verso contiene tre parole
che evocano ciascuna un frame di dominio d’origine in una metafora relativa alla morte: go, come in La morte è una partenza, gently, come in La vita è una lotta, e notte, come in Una vita è un giorno e la morte è la notte. Questo è naturale da una prospettiva neurale. Ogni parola attiva un elemento di frame in un frame go, gently, night. I tre frames sono così attivati e ciascuno fornisce qualche attivazione alle metafore corrispondenti alla morte. Questo è rinforzato dal fatto che la frase non ha un significato letterale diretto, in cui ciascuna di queste parole è usata letteralmente. Ma i significati del dominio d’origine fanno un lavoro importante nel costruire un’immagine metaforica
di un uomo che si muove nella notte pronto a lottare. Sembra pertanto plausibile connettere la metafora alla mental imagery anche passando attraverso questi assunti della NTL. Il verso successivo, Rage, rage against the dying of the light, usa dying metaforicamente nel senso della luce che cessa di esistere. Ma l’attivazione attraverso la metafora del dominio d’origine della morte rinforza l’interpretazione del primo verso. L’uso dell’attivazione ha senso nel modello neurale.
10.3 L’uso del linguaggio metaforico
La teoria neurale della metafora trova anche un senso nell’uso del linguaggio metaforico in un contesto. Si sa che la metafora non risiede nelle parole ma nelle idee. Questo è chiaro specialmente nei casi di ambiguità metaforica, in cui le stesse parole evocano letture differenti usando differenti metafore. “Da qui tutto è in discesa (downhill)” può significare in una situazione data “sta andando più facilmente” (la facilità di azione è facilità di movimento) o “sta andando peggio” (down è negativo). Entrambe le metafore concettuali possono riguardare il significato spaziale di “down” in “downhill”. In una descrizione di tipo neurale entrambe le metafore sono connesse al significato spaziale di “down”, ma le metafore sono reciprocamente inibitorie. Soltanto una può essere attivata in dipendenza dal contesto.
Si consideri una frase metaforicamente ambigua come “let’s move the meeting ahead two days (spostiamo avanti due giorni l’incontro)”. Se detta in riferimento ad un mercoledì, essa potrebbe riferirsi sia a lunedì che a venerdì, dipendendo da quale metafora è usata per il tempo – spostamento dell’io o spostamento del tempo. Poiché essi sono reciprocamente contraddittori, le metafore sono reciprocamente inibitorie. La teoria neurale può spiegare l’esperimento classico di Lera Boroditsky (Boroditsky e Ramscar, 2002) all’aeroporto di San Francisco. Lei ha mostrato che, per le persone che aspettavano che un aereo arrivasse, il movimento dell’aeroplano verso di loro ha innescato la metafora dello spostamento del tempo e hanno dato la risposta “lunedì”, due giorni avanti del tempo che si sposta. Quelli che erano sull’aeroplano e stavano uscendo sono stati provocati dall’essere su un oggetto in movimento e hanno dato la risposta “venerdì”, due giorni avanti dell’io che si sposta. La teoria neurale spiega l’innesco in questi casi. Le due metafore del tempo sono reciprocamente inibitorie. Ciò che rappresenta il fattore decisivo è l’innesco – l’attivazione neurale sia del tempo che si muove che dell’io che si muove nel dominio spaziale.
10.4 Che cosa rende il linguaggio metaforico significativo?
Il linguaggio è significativo quando le idee che esso esprime sono significative. Le metafore concettuali sono significative quando sono fondate. Esse lo sono prima per mezzo dell’incorporazione del dominio d’origine e poi per mezzo dell’incorporazione dei domini di origine e di arrivo delle metafore primarie che sono usate.
Ora è necessario rispondere alla domanda seguente: che cosa fornisce la teoria neurale?
La teoria neurale fornisce una comprensione molto migliore di come il pensiero e il linguaggio funzionano e di come il pensiero metaforico si adatta nell’immagine. Essa procura anche spiegazioni per una serie di fenomeni cognitivi, cambia il modo in cui si fa l’analisi della metafora e ridefinisce che cos’è l’analisi della metafora.
La teoria neurale spiega perché ci dovrebbe essere qualche metafora concettuale, che cosa sono fisicamente le metafore concettuali, perché abbiamo le metafore primarie, come è fondato il sistema e perché certe metafore concettuali sono assai diffuse nel mondo.
Evidenzia come funzionano le inferenze metaforiche, perché dovrebbero esistere, come operano nel contesto e come interagiscono con le simulazioni. Spiega tutte le proprietà della vecchia teoria della
metafora di Lakoff e Johnson in Metaphors We Live By e di Lakoff in The Contemporary Theory of
Metaphor.
Chiarisce come le metafore possono funzionare indirettamente nella caratterizzazione di concetti astratti e come un piccolo numero di metafore può organizzare un intero sistema di pensiero.
Spiega come funziona il linguaggio metaforico come una semplice estensione del linguaggio non metaforico, perché le metafore differiscono dagli amalgami e perché questi non fanno il lavoro delle metafore.
La teoria neurale chiarisce anche che cosa lo studio della metafora riguardi, mostrando come la comprensione metaforica sia fondata nell’esperienza umana di base attraverso le metafore concettuali primarie; come le metafore primarie contribuiscono alla formazione delle metafore concettuali complesse; come sia le metafore primarie che le complesse contribuiscono ai significati delle parole, delle espressioni complesse e delle costruzioni grammaticali; come la metafora concettuale gioca un ruolo nei concetti astratti e nell’insieme dei sistemi concettuali, come in politica, filosofia e matematica e, da ultimo, come le metafore concettuali contribuiscono alla comprensione del linguaggio e agli altri usi dei simboli.
Capitolo XI