8. Emozione e comprensione: una realtà biunivoca
8.1 I rapporti tra la neocorteccia e l’amigdala come prova del coinvolgimento della processazione del linguaggio metaforico nella processazione delle emozioni nel RH
Perché le osservazioni sul sistema limbico e sull’amigdala abbiano senso, la comprensione delle basi nervose delle emozioni non può prescindere dalla comprensione del ruolo della corteccia cerebrale (Purves et al., 2005, p. 568), di cui in parte si è già visto. In animali come il ratto la maggior parte delle risposte comportamentali è notevolmente stereotipata. In encefali più complessi, tuttavia, l’esperienza individuale assume un’influenza progressivamente crescente nel determinare le risposte a stimoli speciali e anche a stimoli che provocano avversione.
Pertanto nell’uomo uno stimolo che evoca paura o tristezza in una persona può avere effetti trascurabili o nulli sugli stati emotivi di un’altra. Appare chiaro che l’amigdala, assieme alle sue interconnessioni con varie aree nella neocorteccia prefrontale e con diverse strutture sottocorticali, sia particolarmente importante per l’elaborazione superiore delle emozioni. Oltre alle sue connessioni con l’ipotalamo e con i centri del tronco encefalico che regolano le funzioni viscerali, l’amigdala dà luogo a connessioni consistenti con varie aree corticali nelle regioni mediale e orbitale del lobo frontale. Questi territori corticali associano le informazioni relative a ogni modalità
sensoriale (comprese le informazioni relative alle attività viscerali) e possono dunque integrare i segnali indotti dagli svariati stimoli che determinano l’esperienza momento per momento. A queste stesse aree arrivano segnali provenienti dall’amigdala e ritrasmessi attraverso il talamo (in particolare il nucleo medio-dorsale). Inoltre l’amigdala innerva neuroni situati nelle porzioni ventrali dei gangli della base, che ricevono la principale via di proiezione cortico-striata proprio da quelle regioni della corteccia prefrontale che si ritiene siano coinvolte nel controllo del comportamento emotivo.
Se si considerano tutte queste connessioni anatomiche, l’amigdala emerge come un punto nodale in una rete che collega le regioni cerebrali corticali e sottocorticali coinvolte nell’elaborazione delle emozioni.
Prove cliniche riguardanti il significato di questi circuiti, interconnessi tramite l’amigdala, sono scaturite dalla fMRI in individui affetti da depressione unipolare. In questi pazienti le strutture prosencefaliche intercorrelate presentavano varie anomalie nel flusso ematico cerebrale, specialmente nell’emisfero sinistro.
Più in generale è probabile che l’amigdala e le sue connessioni con la corteccia prefrontale e con i gangli della base influenzino la selezione e l’attuazione di comportamenti finalizzati a ottenere gratificazioni o a evitare punizioni. Le parti della corteccia prefrontale interconnesse con l’amigdala sono coinvolte anche nell’organizzazione e nella pianificazione di comportamenti imminenti; pertanto l’amigdala può fornire le informazioni di tipo emotivo per decisioni manifeste o nascoste di questo tipo.
Dato che le asimmetrie funzionali sono una caratteristica comune dei sistemi corticali complessi, non dovrebbe destare sorpresa che i due emisferi contribuiscano in maniera diversa al controllo delle emozioni.
La lateralizzazione dell’emotività negli emisferi cerebrali avviene in almeno due modi. In primo luogo il RH è particolarmente importante per l’espressione e la comprensione dei connotati affettivi del linguaggio. Pertanto persone che abbiano riportato lesioni delle porzioni soprasilviane dei lobi parietale anteriore e frontale posteriore del lato destro possono perdere la capacità di esprimere emozioni tramite la modulazione delle loro espressioni linguistiche (perdita di espressione emotiva che viene indicata con il termine di aprosodia: lesioni di questo tipo nel LH dano luogo all’afasia di Broca). I pazienti affetti da aprosodia tendono a parlare in modo monotono, indipendentemente dalle circostanze o dal significato di ciò che stanno dicendo. Sebbene non possano esprimere le loro emozioni parlando, ciò nondimeno essi provano sentimenti e sono coscienti dei loro stati emotivi. Un secondo modo in cui si realizza l’elaborazione asimmetrica dell’emotività riguarda l’umore. Le lesioni nel LH danno luogo alla perdita di stati emotivi positivi, facilitando la depressione, mentre le lesioni nel RH inducono la perdita di emozioni negative, generando uno stato di ingiustificato ottimismo. L’asimmetria emisferica collegata all’emotività risulta evidente anche nelle persone normali. Esperimenti audiologici consistenti nell’applicazione di suoni nell’uno o nell’altro orecchio, indicano una prevalenza del RH per quanto riguarda la sfumatura emotiva delle parole. Inoltre, quando a un soggetto vengano presentate specifiche espressioni facciali sia nell’emicampo visivo di sinistra sia in quello di destra, le emozioni simulate dalle suddette espressioni sono identificate con maggiore prontezza e accuratezza se le espressioni sono raccolte nell’emicampo sinistro, cioè l’emicampo percepito dal RH.
Infine studi di cinematica delle espressioni facciali mostrano che la maggior parte delle persone esprime le emozioni più rapidamente e più ampiamente mediante la muscolatura facciale sinistra piuttosto che con la destra (la parte inferiore sinistra del viso è controllata dall’emisfero destro e viceversa).
Presi nel loro insieme questi dati concordano con l’idea che il RH sia coinvolto nella percezione e nella espressione delle emozioni in modo più intimo di quanto non lo sia il LH. Tuttavia è importante ricordare che, come nel caso di altri comportamenti lateralizzati, ad esempio il linguaggio, entrambi gli emisferi partecipano all’elaborazione delle informazioni riguardanti l’emotività.
In ordine all’amigdala come elemento chiave per dimostrare l’interazione tra emozione e cognizione vanno segnalati altri dati interessanti.
Nello sforzo di esaminare gli effetti delle strategie di regolazione dell’emozione sull’amigdala la fMRI (Phelps, in Feldman Barret, Niedenthal, Winkielman, 2005, pp. 58-59) è stata usata durante uno studio di rivalutazione, una tecnica di regolazione dell’emozione in cui il significato di un evento potenzialmente ambiguo viene interpretato, o rivalutato, per cambiare la sua connotazione emozionale. Per esempio, se a dei soggetti venisse mostrato un quadro raffigurante alcune donne in lacrime fuori da una chiesa, una possibile interpretazione sarebbe che le donne sono al funerale di una persona amata. Tuttavia se i soggetti fossero istruiti a rivalutare la scena, in modo che la reazione emozionale sia meno negativa, essi potrebbero invece immaginare che le donne siano ad un matrimonio e le loro siano lacrime di gioia. La ricerca precedente ha mostrato che questo tipo di istruzione alla rivalutazione può significativamente cambiare lo stato emozionale dei soggetti. Pure è stato chiesto a dei soggetti di rivalutare il significato emozionale di scene negative durante la fMRI. La rivalutazione non solo ha diminuito in modo significativo l’indice dello stato affettivo negativo nei confronti delle scene, ma ha ridotto anche la risposta dell’amigdala relativa alle scene a cui i soggetti erano stati istruiti ad assistere senza rivalutarle (si pensi a come questi risultati evidenzino la possibilità di proporre testi letterari preceduti da un adeguato training emotivo guidato dall’insegnante, con la possibilità di verificare inferenze emotive che sono possibili proprio in virtù non soltanto di predisposizioni e attitudini personali, ma anche di un percorso di educazione alla competenza emotiva che la nozione di reappraisal ha dimostrato essere possibile). In aggiunta all’amigdala una regione della corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra ha mostrato un’attivazione maggiore nella rivalutazione di contro alla diretta presenza nell’esperimento. Tale regione è simile a quella osservata durante compiti di controllo esecutivo nell’ambito della memoria di lavoro, in accordo con la nozione secondo cui la rivalutazione impegna meccanismi di controllo cognitivo. L’amigdala e la corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra sono state correlate in modo inverso attraverso i soggetti, cioè quelli che hanno mostrato un maggiore impegno della corteccia durante la rivalutazione hanno mostrato una maggiore riduzione nell’attivazione dell’amigdala di fronte a scene negative.
L’influenza dei meccanismi cognitivi sul funzionamento dell’amigdala indica che questa struttura subcorticale può essere influenzata dalle rappresentazioni simboliche, dal controllo cognitivo e dalle interpretazioni consce. Tuttavia la relazione tra l’amigdala e la consapevolezza cognitiva segue anche un’altra modalità. L’emozione, attraverso l’amigdala, può influenzare i meccanismi cognitivi e la consapevolezza conscia di eventi e stimoli. Sono stati identificati due significati primari attraverso cui l’amigdala cambia la consapevolezza cognitiva: l’amigdala modula la ritenzione a lungo termine della memoria, così che nel tempo è più probabile che si sia consapevoli degli eventi emozionali; l’amigdala influenza inoltre l’attenzione e la percezione, così che è più probabile che gli eventi emozionali raggiungano la consapevolezza.