13. La lateralizzazione emisferica: aspetti general
13.2 La lateralizzazione emisferica: aspetti neuropsicologic
Sebbene l’emisfero destro di pazienti “split-brain” possa comprendere il linguaggio scritto e uditivo, le sue abilità sono limitate (Banich, 2004, pp. 314 e segg.). Non ha una comprensione raffinata della sintassi complicata, non può produrre un discorso articolato o usare le regole di corrispondenza fonema-grafema ed ha un vocabolario ristretto soprattutto a parole concrete in opposizione a quelle astratte.
Nonostante queste limitazioni il RH contribuisce ad estrarre il significato dai materiali linguistici in due modi principali. Il RH è coinvolto nel processare certi aspetti della prosodia, che è lo schema d’intonazione o l’involucro sonoro di un’espressione. In secondo luogo gioca un ruolo importante nella narrativa e nell’inferenza. La narrativa si riferisce all’abilità di costruire o comprendere una story line, un intreccio, mentre l’inferenza si riferisce all’abilità di riempire gli spazi vuoti (si veda
la teoria della ricezione di W. Iser in The Act of Reading, 1987) e formulare supposizioni riguardo a materiale linguistico che non è esposto esplicitamente e dunque è implicito.
La prosodia può essere utile nel fornire informazioni riguardo all’interpretazione di un’enunciato; in alcuni casi lo schema d’intonazione può essere l’unico segnale che può far percepire la differenza tra due interpretazioni di una frase ambigua. Il RH è superiore al LH nell’abilità di interpretare i segnali prosodici. Questo ruolo non è limitato a situazioni in cui la prosodia implichi uno stato emozionale, ma si può anche trovare quando l’informazione prosodica è neutra dal punto di vista emozionale. La percezione dei segnali prosodici da parte del RH sembra dipendere dagli aspetti tonali degli stimoli, perché si è trovato che una memoria dei toni povera è correlata ad una inabilità nell’interpretare la prosodia. In contrasto con il predominio del RH nell’interpretare i segnali prosodici, entrambi gli emisferi sembrano giocare un ruolo nella produzione della prosodia, ma ciascuno offre un contributo diverso: il sinistro è superiore nel processare l’aspetto temporale, il destro nell’elaborare l’aspetto tonale.
Poiché il significato del linguaggio non è sempre chiaro, lettori e ascoltatori usano determinate strategie per aiutare la comprensione. Per esempio, determinare il tema di un racconto può aiutare nell’interpretare le informazioni ambigue, nel compiere inferenze riguardo a ciò che non è stato espresso esplicitamente e nell’anticipare quali informazioni saranno presentate successivamente. I soggetti con danni al RH incontrano difficoltà con i tipi di compito appena discussi: seguire il filo di un racconto, fare inferenze riguardo a ciò che viene detto e comprendere aspetti non letterali del linguaggio come le metafore. Queste difficoltà si manifestano sia nell’interpretazione dello scritto che in quella del parlato. Per comprendere il linguaggio si sovrappone una struttura al discorso, la quale permette di organizzare le informazioni così che le proposizioni nei periodi, o gli episodi o i fatti nei racconti possono essere connessi l’uno all’altro, per cui il materiale è presentato in modo ordinato, costruito sovrapponendolo a quello presentato in precedenza. I soggetti con danni al RH hanno difficoltà nel costruire tali strutture. Ordinano a fatica le frasi in modo da formare un racconto, o le parole in modo da formare una frase; hanno difficoltà nel determinare se un’espressione è rilevante per una conversazione, cioè nel determinare se può essere aggiunta a materiale precedentemente presentato. Essi faticano pure nell’estrarre il tema di un racconto, o nell’usare informazioni riguardo al tema di una narrazione o nel sistemare frasi in paragrafi coerenti. Evidenze convergenti sul ruolo del RH in queste operazioni sono fornite dagli studi di neuroimmagine. L’attivazione del giro temporale mediano del RH è osservata quando ai soggetti viene detto di prestare attenzione al tema generale o morale di un racconto e si confronta tale situazione con quella in cui vengono loro richieste informazioni specifiche riguardo ad una caratteristica o ad un personaggio del racconto. Si è osservata anche una maggiore attivazione in questa regione quando i soggetti hanno letto un paragrafo senza titolo e hanno dovuto dedurre il tema principale nel confronto con la lettura di un paragrafo in cui il titolo forniva tali informazioni. Inoltre quest’area del cervello sembra essere coinvolta nell’estrarre il significato globale di frasi o paragrafi. Una interessante ramificazione di questa inabilità a comprendere un tema coerente nei racconti è quella per cui pazienti con danni al RH hanno difficoltà nel capire le barzellette. Si è suggerito che esse sono divertenti perché la maggior parte di esse forma un racconto coerente, ma poi la battuta finale contiene una sorpresa o uno sviluppo imprevisto che tuttavia è coerente con il complesso del racconto. Dato che gli individui con danni al RH hanno difficoltà a seguire il filo del discorso, si può capire facilmente perché incontrano difficoltà nel cogliere correttamente il momento di svolta di una barzelletta. Probabilmente colgono che c’è un finale a sorpresa, ma non quello compatibile con il materiale presentato in precedenza. Si è suggerito che questi soggetti possono comprendere con difficoltà il discorso in parte perché il RH ottiene l’accesso al significato delle parole in modo diverso dal sinistro. Si sa che quando si ascolta o si legge una parola specifica, ad esempio “infermiera”, essa innesca la nostra abilità di processare un network di parole connesse nel significato, come medico, ospedale e così via.
Gli studi del campo visuale diviso hanno dimostrato che il network di parole associate che viene innescato da una parola data è più ristretto nel LH che nel RH. Mentre il RH mantiene l’attivazione
di entrambi i significati di una parola ambigua per un secondo, il LH conserva soltanto il significato dominante, non quello subordinato. Inoltre termini connessi debolmente facilitano la processazione di una parola presentata nel campo visuale sinistro, ma non di una parola presentata nel destro. A tale proposito si ritiene che gli aspetti semantici delle parole siano codificati in modo relativamente più rozzo nel RH che nel LH. Mentre la raffinata codificazione semantica del LH permette che le informazioni si trovino vicine e insieme nella frase perché si possano integrare, la più rozza e diffusa processazione semantica del RH si è suggerito che giochi un ruolo un ruolo importante nell’integrare l’informazione su tratti linguistici più estesi.
A sostegno di questa idea, quando un soggetto deve generare una parola per completare una frase che ha molti possibili finali, c’è un’attivazione del lobo temporale destro relativa alla sola lettura di una frase con uno di quei possibili finali. Data la difficoltà dei pazienti danneggiati al RH nel comprendere o mantenere la coerenza globale di un racconto, essi presentano pure problemi nel produrre inferenze o nell’usare il discorso per distinguere il significato di una frase ambigua. Essi processano con fatica gli aspetti non letterali del linguaggio come le metafore e le richieste indirette. Gli studi di fMRI indicano che l’elaborazione degli aspetti metaforici del linguaggio conduce a cambiamenti nell’attivazione del RH, in modo assai rilevante nel giro mediano temporale e nel lobo frontale. I deficit nella processazione del linguaggio manifestati da pazienti con danni al RH non sono così severi da interrompere la loro abilità di comprendere il linguaggio e veicolarne il significato. Ancora, tali deficit rendono più debole l’esperienza linguistica: gli aspetti del linguaggio che si possono trovare più attraenti, come una metafora o una battuta inattesa o un giro di frase non vengono apprezzati o restano non pronunciati.
Le differenze nelle abilità di processare il linguaggio negli emisferi destro e sinistro sono uno degli aspetti fondamentali dell’organizzazione del cervello umano. Dunque qual è il motivo per cui il LH ha speciali capacità linguistiche? Ci sono tre risposte possibili: la prima che il LH sia specializzato in tutta l’elaborazione simbolica e astratta; la seconda sostiene che il LH è specializzato in un preciso controllo degli articolatori orali e manuali; la terza assume che esso sia specializzato in modo specifico in relazione al linguaggio.
Secondo la prima prospettiva tutta l’espressione e comprensione dei simboli hanno luogo nel LH. Il linguaggio è considerato proprio come un altro sistema simbolico e dunque è lateralizzato nel LH. Tale prospettiva non evidenzia una visione positiva delle capacità del RH, trascurando molti dei modi in cui esso può realizzare associazioni simboliche, ad esempio interpretando gli aspetti simbolici di una mappa. In rapporto alla seconda prospettiva il linguaggio è lateralizzato nel LH perché esso fa affidamento su di una precisa distribuzione dei tempi nel controllo motorio degli articolatori orali. Da questo punto di vista l’aprassia e i problemi nella produzione del discorso derivano dallo stesso sistema lateralizzato a sinistra. Infatti i movimenti orali e manuali sono spesso connessi. Ad esempio, durante la narrazione orale di un racconto, l’espressione gestuale legata all’intreccio è molto più spesso compiuta con la mano destra che con la sinistra, in chi usa la destra. L’interpretazione di tale assunto è che un singolo sistema emisferico sinistro controlli sia gli articolatori orali per il discorso, sia gli articolatori motori per la gestualità, che deve essere coordinata precisamente con il discorso.
Secondo la terza prospettiva il LH è specificamente lateralizzato per la processazione linguistica, a prescindere dal fatto che l’informazione linguistica sia veicolata nel discorso mediante la lingua convenzionale o con simboli manuali. L’assunto è che il contributo del LH al linguaggio sia sopra e oltre quello che accade per la gestualità. Peraltro va detto che non abbiamo un sistema di comunicazione unitario mediante gesti e linguaggio, i quali restano distinti.
Attualmente il dibattito in neuropscologia continua. Sebbene non sia risolto, va in ogni caso detto che gli emisferi differiscono chiaramente nel loro contributo alla processazione del linguaggio. Il sinistro ha un sistema di linguaggio molto più elaborato, mentre il destro ha pure un ruolo di rilievo. Si può sostenere che, come accade in rapporto ad altri skills cognitivi, il funzionamento completo delle abilità di linguaggio consiste nell’integrazione e nella plasticità dell’intero cervello, non soltanto in un emisfero.
Da un altro punto di vista (Vartanian, Goel, 2007, pp. 203) ed in rapporto ad un modello neurale della cognizione creativa, si potrebbe dire che il LH ed il RH sembrano attivarsi in modo differente in base alla natura del problema di fronte a cui sono posti, come si vedrà anche più avanti.
La PFC (corteccia prefrontale) sinistra è più probabile che sia impegnata quando un problema permette l’estrapolazione di patterns per raggiungere soluzioni corrette (Wolford etal., 2000). In linea con questa tesi ci sono considerevoli evidenze per supportare il ruolo decisivo della PFC sinistra nell’estrarre patterns di ordine logico nei compiti di ragionamento (Goel et al., 2004). All’opposto la PFC destra è più probabilmente coinvolta in problemi che non hanno una risposta corretta singola predeterminata, ma permettono al soggetto di generare strategie multiple come piani e ipotesi che guidano il movimento nello spazio del problema verso una soluzione Goel, Vartanian, 2005). Pertanto non desta sorpresa il fatto che situazioni che appaiono nuove al soggetto, o situazioni della vita reale che forniscono al soggetto percorsi multipli di azione, impegnino la PFC destra.
13.3 Lateralizzazione, metafora, imagery ed emozioni negli esperimenti di neuroscienza