4 Come integrare? La seconda fase negoziale: da Venezia a Parigi
4.2 La Conferenza di Venezia
Pur non raggiungendo risultati eclatanti, la Conferenza dei Ministri degli Esteri di Venezia del 29-‐30 maggio 1956 si concluse in maniera positiva 288
rappresentando uno snodo cruciale per il processo d’integrazione europea. In essa divenne chiara la volontà francese di proseguire il negoziato sul Mercato comune in base alla bozza fornita dal Rapporto Spaak e si delineò una più chiara scansione temporale dei round negoziali tra tecnici che avrebbero portato alla nascita di EURATOM. I lavori furono guidati dal Ministro degli Esteri francese Christian Pineau: erano presenti Hallstein (RFT), Spaak, (Belgio), Faure289 (Francia), Martino
(Italia), Bech (Lussemburgo) e Beyen (Paesi Bassi). Scopo della conferenza era molto chiaro: confrontarsi sulla bozza di accordo redatta da Spaak ed emendarla secondo le esigenze dei singoli stati al fine di renderla base di trattativa per due
286 Compte rendu de la conversation des Ministres des Affaires Étrangères français et italien du 25 avril 1956, Paris, 26 avril 1956, Documents extraits du fond du Secrétariat Général, in DDF 1956, Tomo I, no. 275, pag. 663-‐666.
287 E. Serra, Dalla conferenza di Messina ai trattati di Roma, cit., pp.226-‐228.
288 A. Varsori, La cenerentola d’Europa?, cit., pag. 137.
289 Faure presenziava al meeting in qualità di Segretario di Stato con delega agli Esteri. Fonte: Sito
Istituzionale del Centre Virtual de Connaissance sur l’Europe (CVCE) del Ministero dell’Istruzione e la Ricerca del Granducato di Lussemburgo. Documenti sulla Conferenza di Venezia disponibili per la consultazione online al link http://bit.ly/1y4mYY5 [visitato il 26 aprile 2015].
futuri trattati internazionale che istituissero il Mercato Comune Europeo e l’EURATOM290. Quanto al Mercato Comune, i francesi ufficializzarono la loro
volontà di inserire nell’accordo anche i loro territori d’oltremare. Accanto a questa proposta, Pineau chiese che la transizione tra le fasi che avrebbero portato al Mercato Comune non fosse automatica, ma lasciasse spazio ad ulteriori spazi di riflessione. Per quanto riguardava EURATOM, Pineau si dichiarò favorevole ai principi affermati nello Rapporto Spaak; quanto alla questione militare, invece, Pineau chiese ufficialmente che la discussione , invece, riprendesse dal Compromesso Spaak, ovvero la proposta di moratoria sulla costruzione di armi nucleari accettata dai Sei a Bruxelles291.
Hallstein, invece, dopo aver reiterato la disponibilità della Germania ad accettare EURATOM in linea di principio, espresse alcune riserve sul sistema comune di approvvigionamento del combustibile e sul rigido sistema di controlli: la fornitura doveva essere sufficiente ed assicurata, non discriminatoria ed i controlli allo stesso tempo pervasivi, ma senza essere eccessivi. Inoltre le stesse regole e controlli che si applicavano agli impianti civili, dovevano applicarsi agli impianti militari292. Questo intervento riportò immediatamente l’attenzione sulla
questione militare cui andava trovata una soluzione e che Spaak suggerì di analizzare in un nuovo incontro dopo l’estate. L’intervento del Ministro Martino, invece, che chiese un sistema di fornitura chiuso verso l’esterno (per i membri non doveva essere possibile approvvigionarsi al di fuori di EURATOM) e maggiore collaborazione con gli statunitensi, inasprì gli animi e portò Pineau a chiudere bruscamente la discussione293. La Conferenza si chiuse con la decisione di
completare i lavori di drafting dei trattati nel corso della successiva conferenza intergovernativa: essa sarebbe stata guidata da Spaak a Bruxelles. Proprio quest’ultimo avrebbe preso in carico personalmente i lavori di una Conferenza Intergovernativa permanente creata ad-‐hoc dopo Venezia per produrre la
290 Ivi.
291 Vedi paragrafo 3.9, “Il Rapporto Spaak e il Compromesso Spaak”.
292 CM3/NEGO-‐92, “Conférence des ministres des Affaires étrangères, Venise”, Document date:
05/1956 e “CM3/NEGO-‐93, Conférence des ministres des Affaires étrangères, Venise”, Document date: 05/1956; Vedi anche CEAB03-‐661, “Conférence des ministres des Affaires étrangères : Venise, 29 et 30 mai 1956”, Document date: 1956, Archivi Storici delle Comunità Europee, Firenze.
293 E. Serra, “Dalla conferenza di Messina ai trattati di Roma” cit., pag. 230 e M. Saija e A. Villani,
documentazione su cui ci si sarebbe confrontati nella capitale belga. La Conferenza aveva lo scopo preciso di mettere su un tavolo di trattativa continua tutte le questioni tecniche rimaste da sciogliere: i ministri, periodicamente, avrebbero effettuato delle riletture sciogliendo i nodi principali, in particolare la questione militare e quella dei territori d’oltremare. Due erano i gruppi che si sarebbero formati: un gruppo sul Mercato Comune, presieduto da Hans Van Der Groeben (Capo Dipartimento del Ministero dell’Economia di Bonn), e un gruppo su EURATOM294 guidato da Pierre Guillamat (Amministratore Generale del CEA
francese). A questi due gruppi si sarebbe aggiunto un successivo gruppo di coordinamento, presieduto da Roberto Ducci (Vice Direttore Generale per gli Affari Economici del Ministero degli Esteri italiano) incaricato di redigere delle bozze di trattato da sottoporre prima ai capi dei due gruppi e successivamente ai Ministri degli esteri. Come nel caso del Comitato Spaak, anche questa volta le delegazioni nazionali avevano la responsabilità politica delle loro scelte: a supervisionare il lavoro dei tecnici sui vari tavoli, infatti , c’era l’Assemblea dei Capi Delegazione, presieduta da Paul Henry Spaak e composta dal Barone Bernard Snoy et d’Oppuers (per il Belgio), da Carl Friedrich Ophüls (per la RFT), da Maurice Faure (per la Francia), da Lodovico Benvenuti (per l’Italia), da Lambert Schaus (per il Lussemburgo) e da Johannes Linthorst Homan (per i Paesi Bassi295).
Quanto agli interessi americani, a Venezia nessuna decisione venne presa: non ci fu una rinuncia a programmi militari né una moratoria, non si parlò di “possesso” dei combustibili né delle modalità con cui gestire le forniture. Nessuno dei Sei volle mettere le carte in tavola: solo i tedeschi fecero un passo in avanti chiedendo che i controlli che si effettuavano alle installazioni civili fossero estesi
294 Delegato Italiano al Gruppo Euratom fu nuovamente Achille Albonetti. Il diplomatico, nel suo
libro sul tema, cita a riguardo “Nel Rapporto Spaak la parte dedicata all’energia nucleare non
comprende più di una ventina di pagine, redatte in forma estremamente concisa. Il contenuto è più organico, più prudente e certamente più vicino alle possibilità politiche ed economiche dei Sei paesi partecipanti di quanto non lo sia il testo del Rapporto della Commissione preceduta in precedenza da Louis Armand”. In A. Albonetti, Euratom e sviluppo nucleare, cit., pag. 107.
295 Sito Istituzionale del Centre Virtual de Connaissance sur l’Europe (CVCE) del Ministero
dell’Istruzione e la Ricerca del Granducato di Lussemburgo. Documenti sulla Conferenza Intergovernativa disponibili per la consultazione online al link: http://bit.ly/1pbX1nL visitato il 26
anche a quelle militari296 Proprio l’entità delle eccezioni a questo principio sarebbe
stato oggetto di tutte le successive negoziazioni. Negoziazioni che sarebbero riprese a stretto giro di posta. Dulles, infatti, poche settimane dopo l’incontro a Venezia, mise in agenda gli incontri con Adenauer (12 e 13 giugno) e con Pineau (18-‐19 giugno) prima della fine del mese.
Per Bonn l’incontro con Dulles a Washington sarebbe stato fondamentale: Adenauer doveva convincere assolutamente il Segretario di Stato della necessità dello Junktim, altrimenti una pericolosa crisi di governo avrebbe potuto scuotere la sua maggioranza297. Nell’incontro con Adenauer, insolitamente, Dulles non esordì
menzionando il tema della non-‐proliferazione: enfatizzò invece l’elevato tasso di crescita tecnologica dei sovietici, i quali, se avessero mantenuto simili percentuali, sarebbero diventati un pericolo economico per l’Europa ancor prima di un pericolo militare. A questa affermazione, Adenauer reagì riaffermando il suo pieno supporto all’integrazione, ma mostrandosi dubbioso sulle reali prospettive di crescita dei sovietici e dei loro alleati. Adenauer era infatti da poco tornato da una visita nell’Europa dell’Est, ed aveva avuto modo di sincerarsi personalmente delle condizioni economiche della popolazione e del livello di sviluppo raggiunto dagli impianti industriali. Infine, per rendere chiara la posizione americana, durante la cena di gala successiva all’incontro diplomatico, Dulles espose ad Adenauer le sue reticenze all’accettazione dello Junktim, da lui reputata idea poco saggia sulla quale non era il caso di puntare i piedi, pena far fallire tutto il negoziato298.
Alla visita di Adenauer fece seguito l’incontro con Pineau una settimana dopo. Il Ministro francese, recatosi a Washington, ribadì a Dulles la totale indisponibilità francese a rinunciare ad un’arma atomica. Il parlamento francese era indisponibile a votare qualunque misura avesse negato alla Francia di dotarsi di armamenti
296 Proposta cui Skogmar ed altri autori si riferiscono etichettandola come principio della “minimum
equality” di fondamentale importanza sia per Bonn che per Washington . Per gli USA infatti,
l’obiettivo centrale era quello di assoggettare l’intero controllo sul ciclo del combustibile fissile in Germania ad un’autorità sovranazionale. La gestione da parte di EURATOM dei materiali fissili attraverso il monopolio della fornitura avrebbe contribuito anche a porre restrizioni al programma francese, limiti che avrebbero certamente rallentato il raggiungimento di un‘arma atomica da parte
di Parigi. Questo invece era un vantaggio soprattutto per Bonn.
297 G. Skogmar, The US and the Nuclear Dimension of European Integration, cit., pp.186-‐187.
298 Memorandum of a Conversation, Department of State, Washington, June 12, 1956, 3:20 p.m, in
atomici: l’idea di una moratoria, tuttavia, era stata accolta di buon grado dai deputati e Pineau rispetto ad essa si mostrò possibilista. Quanto allo Junktim, invece, Pineau ripropose a Dulles la posizione francese già espressa a Venezia: il Governo di Parigi era del parere che EURATOM andasse ratificata prima, mentre il Mercato Comune dovesse esser ratificato in un secondo tempo. Infine Pineau chiese a Dulles quale fosse il contenuto della sua conversazione con Adenauer e quali fossero stati i punti chiave del loro confronto la settimana precedente. Alla curiosità di Pineau, Dulles rispose riproponendo la necessità di accelerare i tempi del percorso integrativo, riferendogli nuovamente la sua contrarietà allo Junktim e confermandogli con gran chiarezza che il tema centrale del negoziato sarebbe stato la centralità e le modalità di controllo sui combustibili fissili, cosa che gli statunitensi avevano molto a cuore. Qualora i francesi, insieme agli altri alleati europei, avessero trovato un accordo sul punto, solo allora avrebbero potuto usufruire di un “trattamento preferenziale” che non aveva precedenti nella storia americana299.