Aspetti politici e organizzativi.
Gli studi sulle tecniche di sfruttamento dell’energia atomica cominciarono in Olanda ben prima dell’inizio del secondo conflitto mondiale: alcuni studiosi del TNO (Nederlandse Organisatie voor Toegepast Natuurwetenschappelijk Onderzoek o Organizzazione Olandese per la Ricerca Applicata) iniziarono a studiare nell’ambito di un progetto statale, le potenzialità di questa nuova fonte energetica già nel corso degli anni ’4092. Dopo la guerra questi studi continuarono e furono ulteriormente
91 OECD, Reviews of National Science Policy -‐ Belgium, (Paris: OECD Publ., 1966).
arricchiti dai solidi contatti con centri di ricerca inglesi e norvegesi al lavoro su progetti non lontani da quello olandese. Nel 1950 questi contatti divennero delle vere e proprie partnership: Norvegia e Olanda siglarono un accordo di studio sui reattori e sulla fissione nucleare. Tecnici olandesi vengono inviati a Kjeller, vicino Oslo, dove era in costruzione un reattore con finalità di ricerca. Simili accordi vennero conclusi anche con il Regno Unito93.
E’ lecito parlare di sviluppo di un programma nucleare civile nazionale, tuttavia, solamente a partire dal 1955. Sebbene molti degli studi teorici per sfruttare l’energia atomica fossero cominciati ben prima del secondo conflitto mondiale e qualche industria avesse tentato di sondare il campo, un piano compiuto di crescita nucleare arrivò solo a metà degli anni ’50, con largo ritardo rispetto a tutti gli altri paesi del continente europeo, Germania esclusa. Nel 1955 nasceva infatti il Reaktor Center Nederlands o NRC. Esso fu creato come istituto indipendente dal Governo, dal FOM (Foundation for fundamental research on matter), da un consorzio di aziende attive nel settore della distribuzione elettrica e dalle aziende private interessate a partecipare allo sviluppo del progetto. Obiettivo del RCN era acquisire conoscenze tecnico-‐scientifiche sui reattori nucleari e sulle loro applicazioni, mettendo a disposizione delle industrie nazionali queste tecnologie per favorirne lo sviluppo94. Il RCN veniva creato su richiesta del
Parlamento per far fronte ad un programma di ricerca in pesante ritardo ed in cui si investiva poco: negli intenti iniziali dei creatori esso avrebbe dovuto costruire due reattori nucleari e gestire le partnership bilaterali di cooperazione tecnica già attivate con Norvegia e Regno Unito. L’RCN mantenne sempre relazioni solide con le industrie olandesi e con i laboratori TNO: i dirigenti dell’ente che sedevano nel board ricevevano il supporto finanziario diretto del Ministero dell’Economia e dell’Industria, dicastero responsabile per lo sviluppo sul suolo olandese delle nuove fonti energetiche95. Il fatto che essi non fossero alle dirette dipendenze del
Ministero per l’Istruzione e la Ricerca Scientifica è significativo dell’importanza che
93 Government of the Netherlands, Interdepartmental Committee on Nuclear Research, Nuclear
Energy in the Netherlands, (the Hague: Ministry of Economic Affairs, 1984), pp. 35-‐36.
94 Edward Hoekstra, Nuclear Energy in the Netherlands, 1965, cit., pp. 66-‐73.
95 Wendy Asbeek Brusse “The Nederlands and the integration of Europe” in Richard T. Griffiths.
il governo attribuisse alle finalità industriali dello sforzo. Il programma olandese in ogni caso fu sempre estremamente dipendente dall’EURATOM. Questa condizione rese il programma meno stabile e definito di quello belga, oltre che più limitato negli obiettivi96.
Aspetti economici e industriali.
La dipendenza olandese dalle importazioni energetiche aveva quote ancora più alte di quelle italiane: alcuni produttori di elettricità del paese, prevalentemente compagnie provinciali o municipali, decisero di consorziarsi per affrontare lo studio e lo sviluppo di questa nuova fonte di energia, che non poteva esser lasciata alle aziende estere. Parallelamente alla nascita del RCN, nel 1955 nacquero anche altri due consorzi industriali: i laboratori KEMA, il cui ambizioso scopo era unire le forze per creare un design preliminare dei reattori che sarebbero stati costruiti nel paese, ed il consorzio SEP che raccoglieva altri produttori di energia elettrica non confluiti nel progetto KEMA con l’obiettivo esplicito di realizzare un primo reattore commerciale presso Dodewaard97, nel
nord del paese. La scoperta proprio in quegli anni di vaste riserve di gas naturale nel Mare del Nord, unita agli alti costi dello sviluppo nucleare, indusse però molti attori industriali ad abbandonare i consorzi che avevano creato, ritardando il raggiungimento di un primo reattore commerciale, che sarebbe stato approntato solamente a partire dal 196598. Neratoom, l’azienda olandese più importante, sia
per dimensioni produttive che per rilevanza internazionale, sarebbe nata solo nel 1959: essa nasceva da un consorzio di aziende della nautica e si sarebbe specializzata nella filiera dei reattori veloci ed al sodio. Da una sua costola nel 1968 sarebbe poi nata l’UCN, consorzio che avrebbe rappresentato i Paesi Bassi nel progetto tripartito tra questi ultimi, Germania e Gran Bretagna per sviluppare nuove tecniche per l’arricchimento dell’uranio99.
96 OECD, Reviews of National Science Policy – The Netherlands, (Paris: OECD Publ., 1966).
97 Edward Hoekstra, Nuclear Energy in the Netherlands, cit.
98 Gerard Rainer Rietveld, The construction of the first nuclear Energy plant in the Netherlands,
(Amsterdam e l’Aja: Ministry of Economic Affairs of the Netherlands, 1967).
Aspetti scientifici e tecnologici.
Il ruolo della comunità scientifica olandese nel programma di sviluppo del nucleare civile in Olanda fu estremamente importante. Il contesto entro cui essa agì è molto simile a quanto si è già scritto per il Belgio in precedenza. Forte era la collaborazione tra gli enti governativi, le industrie private e le università olandesi: tra questi attori, differentemente da altri paesi, non sorsero mai contrasti per la redistribuzione delle risorse e lavorando tutti all’interno di progetti con una pianificazione impeccabile, nessuno ebbe da recriminare100. L’università in
particolar modo fu un attore cruciale per lo sviluppo del programma atomico: alla fine degli anni ‘60 le industrie del paese poterono contare su conoscenze molto avanzate, dovute ad una specializzazione funzionale dei vari atenei. Sotto l’egida del programma di ricerca Euracom, infatti, l’Università Municipale di Amsterdam si occupava degli studi di fisica teoretica e di matematica applicata, l’Università di Groeningen si concentrava sulla sicurezza degli impianti gestendo un laboratorio di misure nucleari, l’Università di Leiden studiava gli effetti delle radiazioni sui sistemi biochimici e sulle macromolecole mentre l’Università di Eindhoven si concentrava sul design dei reattori101. Le università di Utrecht e il Politecnico di Delft invece,
portavano avanti la ricerca nucleare lavorando sui programmi statali e collaborando a più stretto contatto con l’RCN. Il Politecnico di Delft, in particolar modo, era riuscito a sviluppare un Istituto Interuniversitario per i Reattori, che, sul modello del suo omologo belga, univa i ricercatori più promettenti provenienti dalle università del paese al lavoro della comunità di scienziati finanziata ufficialmente dal governo102.
100 OECD, Reviews of National Science Policy – The Netherlands, cit.
101 Ivi.