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Capitanei cittadini “vincenti”

4.1 Il primato della casata nella politica milanese

4.1.1 Dall’Impero al Papato: il capovolgimento di fronte di Anselmo III nel

Le azioni dei singoli individui influirono in modo decisivo nei cambiamenti che caratterizzarono la società italiana tra la fine dell’XI e del XII secolo. Una posizione, punto di svolta per la famiglia da Rho, venne presa dall’arcivescovo Anselmo III nel 1088. Fu l’epilogo del passaggio di Milano dall’Impero al Papato e segnò un cambiamento all’interno del mondo politico cittadino. I da Rho furono protagonisti della trasformazione poiché Anselmo III faceva parte proprio di questa famiglia6.

Rinviando ai capitoli sull’evoluzione del sistema politico cittadino per la narrazione più ampia delle vicende, in questo paragrafo ci si limiterà a esplicitare perché questa decisione sia da considerare una svolta nella storia della famiglia. Lo scontro con la Pataria fu il pilastro dell’azione della stirpe tra gli anni Cinquanta e Settanta del XI secolo. Da Rho, Visconti e da Landriano furono le famiglie che si opposero alla coniuratio patarina guidata da Erlembaldo. L’esilio dalla città, all’auge dell’autorità di Erlembaldo tra il 1072 e il 1075, si concluse con l’uccisione di quest’ultimo da parte di Arnaldo da Rho nella Pasqua del 10757. La morte del leader segnò la fine del regime della Pataria e la vittoria dei suoi

avversari, enfatizzata dalla nomina ad arcivescovo di Tedaldo da Landriano. Poco tempo dopo, però, in città si creò una nuova divisione, questa volta tra la pars imperii e la pars ecclesiae8.

Tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta, i da Rho fecero parte della pars imperii come testimoniato dall’accentuato fuoriuscitismo che li accompagnò per tutto il periodo, in concomitanza con il rafforzamento nell’autorità cittadina del gruppo filopapale. Nel 1077 Arderico da Rho, figlio di Arnaldo e leader della famiglia, è attestato, insieme a Tedaldo, al

6 L’appartenenza dell’arcivescovo alla famiglia da Rho si basa su LANDOLFO IUNIORE, cap. 2, p.

21: «Hoc quidem providentia archiepiscopum antecedentium sibi, videlicet Anselmi de Raude et Arnulfi de Porta Orientali, facere vitavit»; cap. 13, p. 26: «Grosulanus vero, parvi pendens hujus presbiteri verba, veluti in presentia eius non essent prolata sinodum suam in ecclesia sancte Marie, que dicitur yemalis, per duos dies tractavit, atque in tertia in prato, quod dicitur brorium, coram infinita hominum multitudine dedit sententiam deponendi Andream primicerium et allios sacerdotes, quos Anselmus de Rode, Mediolanensis Archiepiscopus, et a Rege Henricho investitus, ordinavit».

7 LANDOLFO IUNIORE, cap. 66, p. 48: «Sed nimirum, si cetus consulum huic precepto non obedivit,

quia Arnaldus de Raude, unus ex illis consulibus, in auribus eorum sonuit, quod investituram de meo placito susceperat; hoc quidem mens mea nullo modo novit, nec jure esse potuit. Quia Arnaldus, hujus Arnaldi avus, Herlembaldum protectorem presbiteri Liprandi occidit, ipsumque auctorem mee cause ad truncationem nasi et aurium atque ad vincula et carceres violenter aduxit».

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seguito della corte enriciana itinerante nella pianura padana tra Piacenza, Pavia e Verona9.

Il momentaneo ritorno del 1081 fu breve, poiché già a luglio egli seguì fuori città l’arcivescovo Tedaldo, al seguito di Enrico impegnato nella campagna militare per la conquista di Roma. Arderico rimase con l’imperatore fino al 108410. È probabile che il

ritorno in patria del capofamiglia sia avvenuto alla notizia della morte di Tedaldo il 25 maggio 1085. Alla scomparsa del presule i milanesi elessero Anselmo da Rho a nuovo arcivescovo di Milano11. La soluzione fu sicuramente di compromesso: da una parte

l’appartenenza familiare rassicurò la pars imperii e dall’altra le prime azioni di Anselmo confermarono la volontà di rinsaldare i legami con la Curia romana12. Questa politica di

neutralità, però, non poteva reggere in anni di duri scontri tra i differenti schieramenti politici in tutte le città italiane13; infatti la scelta del 1088 pose Milano definitivamente dalla parte

di Roma14.

Non tutti i membri della famiglia, tuttavia, abbandonarono l’antica alleanza, causando una scissione all’interno dei da Rho. Il fuoriuscitismo caratterizzò ancora la componente filoimperiale: in un placito del 1088 tenutosi a Bergamo sottoscrissero vari membri di questo gruppo tra cui Arderico, il quale presenziò anche a un’altra assemblea giuridica nel 1091 a Vicenza15. Con il passare degli anni, la posizione di questo gruppo fu

sempre più insostenibile a causa del prolungato esilio dalla città e dal rafforzarsi della pars ecclesiae. La riappacificazione e il ritorno in città potrebbe essere avvenuti a seguito del passaggio tra le forze papali di Corrado, re d’Italia e figlio di Enrico IV, alla cui corte troviamo i da Rho «imperiali» dopo il 109116.

L’unità familiare proiettò i da Rho ai vertici della pars ecclesiae, nella quale, alla fine del periodo più duro dello scontro con la pars imperii, si stava iniziando a delineare una rottura tra le varie esigenze riunite nello schieramento. Così si formarono le due coalizioni d’interesse che abbiamo già analizzato nei capitoli precedenti: la turba connexionis Nazarii e il gruppo di Liprando, quest’ultimo da identificare come la fazione radicale della pars ecclesiae. La stirpe dei de Raude favorì la turba connexionis Nazarii17. Nel 1097, dopo un

9 Placiti, III/2, n. 442, pp. 343-345. Tedaldo apparì a Pavia a fianco di Enrico IV nell’aprile di

quell’anno: Diplomata Heinrici IV, n. 293, p. 384.

10 Placiti, III/2, n. 462, pp. 388-389.

11 SAVIO, Gli antichi vescovi. Milano, p. 449.

12 LUCIONI, Anselmo IV, p. 67.

13 Sugli scontri che divisero le città durante la lotta per le investiture vedi D. HAY, The Military

Leadership of Matilda of Canossa. 1046-1115, Manchester 2010; A. FIORE, Il mutamento signorile, pp. 9-14.

14 LUCIONI, Anselmo IV, pp. 68-69.

15 Pergamene di Bergamo, n. 256, pp. 405-407; Diplomata Heinrici IV, n. 423, p. 567. 16 Vedi capitolo 1°, pp. 74-76.

17 Per i cambiamenti delle coalizioni avvenuti alla fine dell’XI secolo e sui membri della turba

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sussulto dei radicali con la nomina di Arnolfo III, divenne arcivescovo Anselmo da Bovisio proveniente da una casata della clientela dalla famiglia da Rho18. La forza cittadina di

Anselmo fu rilevante e il segno distintivo di ciò fu l’imponente crociata avviata nel 1101. Pur non conoscendo quasi nessuno dei partecipanti alla spedizione, da fonti archivistiche, veniamo a sapere del coinvolgimento di due membri della famiglia da Rho19.

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