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L ’ analisi qualitativa a Cerreto Alpi e nelle Valli trentine

IL TURISMO PER UNO SVILUPPO LOCALE SOSTENIBILE

3. L ’ analisi qualitativa a Cerreto Alpi e nelle Valli trentine

Come abbiamo già introdotto all’inizio del capitolo, la nostra indagine mira ad approfondire il fenomeno turistico di Cerreto Alpi, piccola frazione dell’Appennino reggiano che ha sviluppato, attraverso la costituzione di una “cooperativa paese”, una propria offerta di “turismo di comunità” che è anche, come accennavamo, turismo di territorio ed ecoturismo, in quanto praticato in contesti naturali di suggestiva bellezza. La “sperimentazione” dell’attività turistica di comunità intrapresa a Cerreto Alpi è divenuta inoltre nel tempo la base per altre esperienze simili in aree tuttavia già segnate in maniera variabile da un fenomeno turistico di lungo corso come il Trentino, dove, a differenza che a Cerreto Alpi, il turismo ha da sempre rappresentato una delle principali “industrie” locali.

3.1 Alcuni aspetti metodologici

Nella nostra analisi abbiamo voluto approfondire soprattutto la nascita e lo sviluppo dell’offerta turistica di Cerreto Alpi confrontandola con l’offerta che si va strutturando nelle realtà trentine, al fine di comprendere quali siano le sue premesse, quali le esigenze del territorio alle quali tenta di rispondere, quale la forma organizzativa con cui viene attuata in concreto, quali gli stakeholder coinvolti, quali possono essere le sue conseguenze nel breve e lungo termine, ma soprattutto come essa possa essere intesa quale motore di uno sviluppo locale sostenibile.

L’indagine è stata condotta quindi attraverso un’osservazione partecipata presso la realtà di Cerreto Alpi, visitando i luoghi e partecipando della loro offerta turistica. L’osservazione partecipante, come è noto, viene mutuata nelle scienze sociali dall’esperienza antropologica ed etnografica in particolare a partire dalla sistematizzazione teorica della disciplina ad opera di Boas e soprattutto Malinovski. Essa indica il guardare e l’ascoltare e comporta un contatto intenso tra ricercatore e fenomeno sociale studiato, attraverso una discesa sul campo, cioè osservando e partecipando della vita dei soggetti studiati. Volendo studiare innanzi tutto il fenomeno turistico a Cerreto Alpi mi sono recato sul posto in due diverse occasioni: la prima all’inizio dell’estate, in un periodo particolarmente favorevole dal punto di vista turistico per l’Appennino e la realtà cerratana e successivamente in autunno, in occasione di un altro importante appuntamento legato alla tradizione cerretana: la raccolta delle castagne. Se nella prima occasione ho osservato soprattutto la natura del

fenomeno turistico in Appennino e a Cerreto Alpi, nella seconda occasione ho preso parte ad una delle offerte organizzate direttamente dalla cooperativa I Briganti di Cerreto, con l’escursione per la raccolta delle castagne, la serata nell’essicatoio tradizionale (metato) e il pranzo collettivo.

Se nella prima occasione mi sono sempre presentato come un normale turista, nella seconda ho palesato i miei interessi di ricerca e il motivo della mia partecipazione. Osservazione partecipante significa, infatti, osservazione diretta, dialogo e, soprattutto, assunzione di un ruolo (Cfr. Cardano 2003, p. 108) che, nel mio caso mi ha permesso soprattutto di avvicinare gli altri turisti proponendo loro un colloquio sulla loro esperienza, quindi la possibilità di reperire soggetti per la rilevazione attraverso lo strumento dell’intervista.

Sono state infatti eseguite delle interviste semi-strutturate e in profondità ai principali attori coinvolti, sia dal lato dell’offerta che dal lato della domanda, cioè anche ai turisti. Le fonti quindi sono qui di natura prevalentemente “orale” (Guidicini 1984) raccolte sia di persona (soprattutto per quel che riguarda la realtà di Cerreto Alpi) sia telefonicamente, registrate su supporto digitale, successivamente tradotte in forma scritta ed esaminate criticamente.

Come si confà all’approccio del colloquio semi-strutturato, l’andamento dell’intervista è stato piuttosto libero limitandosi per lo più ad inquadrare inizialmente alcune caratteristiche generali dell’intervistato necessarie a definirne il ruolo all’interno dell’organizzazione dell’offerta turistica oppure caratteristiche come l’età, la condizione famigliare, la zona d’origine, ecc. per quel che riguarda il lato della domanda. Successivamente l’andamento del colloquio è stato volto a toccare alcuni temi specifici ritenuti particolarmente rilevanti per la nostra analisi, anche in questo caso suddivisi, chiaramente, tra offerta e domanda.

Relativamente ai protagonisti dell’organizzazione turistica (offerta), gli argomenti toccati nell’intervista sono stati i seguenti:

- la “Specificità del territorio valorizzate nell’offerta turistica”; - il “Punto di vista sul turismo di comunità”;

- la “sostenibilità sociale”;

- Modello dell’offerta turistica di comunità; - le “Modalità di gestione”;

- il “Legame della comunità col territorio”; - i “Problemi a cui risponde l’offerta turistica”; - le “Opportunità che crea”;

- eventuali “Altre opportunità di sviluppo locale diverse dal turismo di comunità”; - il “Coinvolgimento della Comunità”;

- il “Coinvolgimento degli stakeholder”; - il “Rapporto con i turisti”;

- il “Rapporto dei turisti col territorio”.

Relativamente ai protagonisti della domanda, cioè i turisti, gli argomenti toccati (subito dopo la presentazione del soggetto) sono invece stati i seguenti:

- l’atteggiamento nei confronti del “Tempo libero”; - le “Modalità di vacanza”;

- le “Motivazioni”;

- gli “Elementi di attrattività”;

- l’ “Approccio col turismo di comunità”;

- “Esperienza ed opinioni sul turismo di comunità”; - “Rapporto col territorio”.

Le risultanze ritenute più significative sono poi state sistematizzate in una griglia riassuntiva203 nella quale sono stati riprodotti gli estratti delle interviste ritenuti maggiormente significativi. Questi sono stati distribuiti nella suddetta griglia in base al territorio cui si riferiscono gli estratti delle interviste (quindi i soggetti intervistati) e in base all’appartenenza dei soggetti intervistati alternativamente al contesto organizzativo piuttosto che “vacanziero”, cioè dal lato dell’offerta da una parte e dal lato della domanda dall’altro.

Quindi, gli estratti delle interviste sono stati allocati nella griglia in base all’argomento di interesse cui il brano stesso si riferiva e che ha contribuito a rilevare.

Inoltre, i due contesti del territorio trentino, quello della Val di Rabbi e quello della bassa Val di Sole sono stati considerati assieme. Ciò per almeno per due ordini di motivi: il primo riguarda la continuità geografica e di contesto (seppur si possono evidenziare differenze anche rilevanti), mentre il secondo motivo riguarda la scarsità di fonti che contraddistinguono questi due contesti.

Il motivo della scarsità di fonti, d’altronde, è presto detto. L’offerta di turismo di comunità a Rabbi era appena alla fase embrionale, cioè aveva appena sperimentato il primo pacchetto di comunità offerto ad un gruppo di turisti per altro alquanto particolari, in quanto rappresentanti di un’associazione per la promozione del turismo responsabile. Mentre nella bassa Val di Fiemme il progetto era addirittura in una fase precedente e non aveva ancora preso una forma organizzativa che potesse almeno dirsi semi-definitiva e, quindi, non era ancora stata testata alcuna offerta.

Per questo, i riferimenti a questi due contesti hanno riguardato fondamentalmente il lato dell’offerta limitando l’analisi per lo più alla ricognizione delle caratteristiche territoriali e culturali dell’area, ai motivi che spingevano verso questo tipo di offerta turistica, alle esigenze che si pensava potesse rispondere, alle potenzialità insite nell’offerta e alle aspettative in merito.

Le poche interviste che si sono potute ottenere dal lato della domanda in merito all’esperienza di turismo di comunità in Val di Rabbi, nonostante la scarsità numerica, sono parse comunque piuttosto significative in quanto esposte da persone ben informate in merito alle offerte e all’esperienza del turismo responsabile anche in aree remote del mondo, quindi potenzialmente molto diverse dalla realtà italiana e questo rappresenta certamente un valore aggiunto non indifferente.

In generale, comunque, la costruzione del campione si è andata definendo nel corso

della rilevazione sul campo secondo le possibilità di volta in volta offertesi ma anche con la flessibilità tipica del “campionamento a scelta ragionata” (theoretical sampling) secondo cui il campionamento avviene in relazione alle dimensioni teoriche già più sopra citate nonché per aggiustamenti successivi e per progressivo ampliamento degli orizzonti conoscitivi in merito alla realtà indagata e alla struttura della sue relazioni sociali (Cardano 2003).

La rappresentatività, quindi, tende ad avvicinarsi a quel concetto di «rappresentatività sociale» (Bichi 2002, p. 78) che non vuole essere l’immagine delle differenze o delle omogeneità statisticamente rilevanti di tipo, ad esempio, sociodemografico, bensì che punta a rappresentare al meglio la dinamica sociale del fenomeno studiato attraverso un principio di “adeguatezza” del racconto rispetto agli obiettivi della ricerca. Concetto, quello di rappresentatività sociale, che, d’altronde, alcuni autori neppure considerano necessario, in quanto il concetto stesso di rappresentatività perderebbe in qualche modo senso nell’indagine di tipo non statistico (Tusini 2006, p. 44).

Le interviste, quindi, sono state effettuate colloquiando direttamente con i promotori dell’offerta, per lo più di persona ma anche telefonicamente quando non c’era la possibilità, come, ad esempio, nei contesti trentini della Val di Rabbi e della Val di Fiemme.

Per quanto riguarda Cerreto Alpi le interviste ai promotori dell’offerta sono state 8 e hanno coinvolto 3 rappresentanti della cooperativa “I Briganti di Cerreto”, tra i principali promotori dell’offerta, il Parroco della Parrocchia, uno dei soci de “I Giardini dell’Acqua”, principali promotori dell’offerta di “torrentismo” sul fiume Secchia, un socio rappresentante del tour operator “Italian Unplagged Tour”, promotori dell’offerta di turismo di comunità, il Sindaco di Collagna, comune di cui fa parte Cerreto Alpi, uno dei soci di Punto 3 srl, azienda promotrice del progetto.

La scelta dei soggetti è stata dettata dalla valutazione della partecipazione e coinvolgimento nel “micro-patto” territoriale, una sorta di strumento di concertazione atto a formalizzare una collaborazione tra più soggetti imprenditoriali, associazioni ed amministrazioni pubbliche locali al fine di strutturare in stretta collaborazione l’offerta turistica stessa. In questo caso non si è tenuto conto di una equa distribuzione di caratteri quali l’età, la condizione socio-economica o il genere, in quanto la scelta è stata dettata, come detto sopra, dal coinvolgimento nel progetto in quanto stakeholder e dalle potenzialità informative attribuibili alla fonte.

Inoltre, sempre a Cerreto Alpi, sono state eseguite altre 10 interviste ai turisti lì transitati o anche “semi-residenti”, cioè possessori di seconde case o ex-residenti e abituali visitatori del luogo.

In questo caso si è cercato di mantenere una certà equità nella distribuzione dell’età, del genere e del luogo di provenienza, anche se, sotto quest’ultimo aspetto la Regione Emilia Romagna appare comunque tendenzialmente sovrarappresentata.

Per quel che riguarda il contesto di Rabbi, come già premesso, il numero di interviste è inferiore e questo soprattutto per il fatto che il progetto è ancora nella sua fase embrionale e sperimentale. In particolare sono state realizzate 3 interviste ai soggetti organizzatori: una al Vicesindaco e Assessore alla cultura di Rabbi, principale promotore dell’iniziativa, una alla responsabile della cooperativa “Rabbi Vacanze”,

sorta di organismo consorziale per la promozione turistica in Val di Rabbi e una alla fondatrice del tour operator “Campo Base”, attivo nell’organizzazione, promozione e commercializzazione dei pacchetti di turismo di comunità.

Essendo come detto in fase di start-up, il progetto in Val di Rabbi aveva visto - almeno nel periodo in cui è stata eseguita l’indagine – la realizzazione di un solo pacchetto turistico sperimentale offerto ad un piccolo gruppo di donne dell’Associazione per il turismo responsabile Tures, di Brescia. Per questo motivo, dal lato della domanda si sono potute effettuare solamente 3 interviste ad altrettanti componenti del suddetto gruppo.

In fine, per quel che riguarda la Val di Fiemme, è stato possibile intervistare solamente l’organizzatore e promotore del progetto di turismo di comunità in quell’area, in quanto lì il progetto muoveva appena i primi passi e non aveva ancora offerto alcun pacchetto turistico strutturato.

In generale, quindi, sono state effettuate 25 interviste semi-strutturate: 12 dal lato dell’offerta e dell’organizzazione dei pacchetti di turismo di comunità (sia a Cerreto che negli altri contesti), e 13 dal lato della domanda, quindi ai turisti che, in varia misura, hanno usufruito dell’offerta del turismo di comunità e ne hanno fatto esperienza, sia a Cerreto che in Val di Rabbi.

Le interviste sono identificate dal nome dell’intervistato seguito, quando ritenuto rilevante, dal ruolo rivestito da questi all’interno dell’organizzazione turistica, quindi da una particolare simbologia che riporta il numero dell’intervista, per il genere la lettera m se si tratta di un maschio, la lettera f se si tratta di femmina, un altro numero indicante l’età (in alcune interviste questo dato non è stato rilevato) e, in fine, da un’ulteriore sigla maiuscola: TC se si trattava di un turista cerretano, TT se si tratta di un turista del contesto trentino, OC se si trattava di un membro a diverso titolo dell’organizzazione turistica di Cerreto, OT se si tratta di un membro dell’organizzazione turistica del Trentino. L’indentificativo dell’intervista, quindi, apparirà sempre nella forma (nome –

ruolo, n° interv. m/f età TC/TT/OC/OT). Tanto per fare un esempio: (Renato Farina -

socio fondatore Briganti Cerreto, 2 m 51 OC).

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