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Il rispetto dei luoghi: un modello di gestione sostenibile

IL TURISMO PER UNO SVILUPPO LOCALE SOSTENIBILE

4. L ’ esperienza del turismo di comunità

4.5 Il rispetto dei luoghi: un modello di gestione sostenibile

L’importanza del modello turistico e della sua concreta gestione diventa, come abbiamo detto, centrale nella definizione di un turismo che voglia essere, nelle sue diverse dimensioni, considerato sostenibile.

Innanzitutto si ha la dimensione fisica, ambientale, del territorio e l’impatto che il rilancio di una nuova attività antropica correlata alla ricettività turistica può produrre. Da questo punto di vista la ricettività viene fatta soprattutto recuperando l’esistente, senza alcuna nuova costruzione debitamente pensata e realizzata ai fini del turismo di comunità:

è una sorta di turismo responsabile che si incontra con l’ospitalità proprio partecipata di tutta la comunità, tant’é che per quello che riguarda come dire... insomma... si svolge tutto in una situazione vicina l’una all’altra... vicino, insomma 200 metri in linea d’aria c’è un mulino ristrutturato, che una volta serviva alla comunità che adesso è stato ristrutturato, sono stati fatti nove posti letto... e qua vicino ci sono delle camere... delle casette... in parte che erano diroccate, che hanno acquisito, che hanno reso disponibili, sono state recuperate... quindi parliamo di uno sviluppo territoriale assolutamente ad impatto zero, perché per ricevere le persone non si deve costruire proprio nulla di nuovo, anzi ci si dedica soprattutto al recupero, al restauro... (Paolo

Bargiacchi - Sindaco di Collagna, 10 m 66 OC).

Non solo quindi nessuna nuova costruzione e scarsissimo consumo di suolo e di paesaggio, ma anche modalità ricettiva diffusa:

ricettività alberghiera... che non è quella alberghiera tradizionale ma piuttosto una sorta di albergo diffuso per tutto il paese, ecco... fatto da tante case, da tanti spazi recuperati ognuno dei quali svolge una sua funzione per tutti, da una parte ci sono i locali addetti alla ricezione, dall’altra appunto i metati come luogo di incontro e ascolto delle storie che riguardano il paese, e poi nelle varie case c’è una ricezione che però è molto legata ad alcuni momenti collettivi e diventa... ecco... sì, una sorta di albergo diffuso... (Paolo Bargiacchi - Sindaco di Collagna, 10 m 66 OC).

Oltre a questo, è anche il rapporto col territorio che viene offerto ai turisti a fare la differenza

... il comprensorio è un concetto molto territoriale […] cioè, l’obiettivo principale che ha legato diversi imprenditori, diverse realtà della zona, è quella di far conoscere un turismo sostenibile, un turismo molto più tranquillo... se vogliamo può anche essere visto come un turismo più di nicchia ma che di fatto sta divenendo sempre più importante come numeri e come gradimento e che, di fatto, fa vedere come le attività dell’uomo sul suo territorio, là dove sono in armonia, rappresentano già di per sé qualcosa di interessante, qualcosa di vivibile, qualcosa che piace. […] Tu pensa che questo tipo di fruizione è un tipo di fruizione che non sposta, non trasforma e non raccoglie niente rispetto al territorio... nel senso che, quando noi facciamo delle cose sul territorio, il visitatore si sente ospite dell’ambiente naturale, ma di fatto lo visita e basta... non è un’attività per cui ha dovuto fare qualcosa, tagliare delle piante, costruire dei ponti... oppure fare delle trasformazioni del territorio... lo si visita. Si è ospiti graditi, ma discreti. Il motto è che uno si deve portare a case il ricordo di un’emozione e la voglia di tornare (PierPaolo Gibertoni - titolare “I

Giardini dell’Acqua”, 4 m 37 OC).

Il rapporto col territorio, si diceva, è infatti la vera attrattività del turismo di comunità che, in questo, si fa anche offerta eco-turistica volta all’immersione in un contesto naturale fondamentalmente incontaminato al solo fine di fare un’esperienza che diventa anche momento di conoscenza e sensibilizzazione nei confronti del delicato equilibrio ecosistemico. Un’esperienza che contribuisce nell’immaginario performativo del turista a costruire l’ambiente naturale nella forma della persona morale, con propri diritti e degna di rispetto:

Noi facciamo anche questo [canyoning]. Lo facciamo con le nostre guide, che sono delle guide escursionistico-ambientali... che di fanno accompagnano e spiegano il territorio, la fauna, tutti gli aspetti geologici, gli aspetti faunistici, gli aspetti vegetazionali […]. Ogni attività deve avere uno sfondo... deve raccontare delle cose... sono delle uscite vere e proprie di approccio all’ambiente naturale e di educazione ambientale, ma devono avere anche l’emozione, devono portare in se anche l’emozione che è una cosa che uno si porta a casa […] quello che ti porti a casa deve essere un ricordo dell’emozione che ti ha dato quell’esperienza, attraverso delle guide che sono persone del posto, che ti raccontano aneddoti del posto, che ti raccontano storie vere del passato di quei luoghi là dove i torrenti hanno rappresentato qualcosa di importante legato alla sussistenza... che però alla fine poi questi fiumi hanno anche creato dei disagi, per cui, far conoscere un fiumi non è soltanto far conoscere delle cose asettiche, cose tecniche, ma raccontarti... presentarti il fiume come fosse, non dico una persona, ma una componente viva del territorio (PierPaolo Gibertoni -

titolare “I Giardini dell’Acqua”, 4 m 37 OC).

Non solo territorio però, ma anche il rapporto dell’uomo con il proprio territorio, quindi la cultura, le tradizioni, la storia. Questo aspetto culturale di recupero e valorizzazione del passato che ha una valenza certo intrinseca, diventa anche occasione per il recupero di una socialità che si andava sgretolando.

tra l’altro [questa offerta turistica] funziona anche da presidio sociale in quanto coinvolge in maniera partecipata tutta la comunità, diventa anche promozione, animazione, insomma... di tutto il centro abitato... [...] . … nel metato c’è un anziano... e non sempre quello... che viene recuperato ad un ruolo sociale (Paolo Bargiacchi - Sindaco di Collagna, 10 m 66 OC).

La cosa significativa, è che solo attraverso il recupero del passato e della tradizione, pur in un contesto evolutivo, è stato possibile attuare questa vera e propria sostenibilità sociale, che è anche recupero e difesa dell’identità della comunità:

come persone abbiamo bisogno di sapere da dove veniamo quale è la nostra cultura… in maniera generale, credo in ogni popolo dove tu vai a parlare… in particolare per noi è diventata la difesa di… della nostra cultura, della nostra storia… della nostra comunità (Renato Farina - socio

fondatore Briganti Cerreto, 2 m 51 OC).

L’identità della comunità diventa oggi un valore aggiunto per il turista e se ne stanno accorgendo anche alcune sporadiche agenzie e tour operator come quello che a Reggio Emilia promuove un turismo, diciamo così, “alternativo”, che pone al centro dell’offerta proprio i luoghi, la loro storia, la loro cultura, attraverso percorsi di trekking o soggiorni in contesti particolari come quello di Cerretto, dove l’offerta, quindi, trova anche una certa organizzazione della domanda. Italians Unplugged Tours, questo il nome dell’agenzia turistica, punta soprattutto ad un target internazionale, quello che trova più difficoltà a realizzare da solo offerte così particolari. Il loro motto è “travel in Italy with

local” e “travel made Italy by local”:

Noi siamo una piccola agenzia turistica di Reggio Emilia che si rivolge soprattutto, ma non solo, ad un’utenza straniera. Il nostro obiettivo, è quello di promuovere un turismo alternativo che racconti le storie dei luoghi, dal passaggio del Barbarossa ai contesti che gestiscono le terre confiscate alla Mafia. La nostra idea è che i luoghi sono di chi li abita, innanzitutto arte, cultura, prodotti locali… l’idea è quella di promuovere quindi le comunità locali utilizzando esclusivamente guide locali, promuovendo i prodotti a km zero, l’artigianato tradizionale, dando lavoro quindi soprattutto alle persone del posto: un modo per ringraziarle dell’ospitalità. Per quanto possiamo cerchiamo anche di valorizzare l’impegno in politiche virtuose rispettose dell’ambiente (Marialuisa Maramotti – ItaliansUnpluggedTours, 18 f 37 OC).

Anche in questo senso, i soggetti più estranei per così dire alla comunità, quelli che tradizionalmente sono gli intermediari del viaggio, assumono un atteggiamento più responsabile e si limitano a promuovere offerte che si trovano già, più o meno organizzate, nel contesto locale, secondo la filosofia per cui «i luoghi hanno delle storie da raccontare», storie che non vengono raccontate solo dai monumenti, storie per così dire “istituzionali”, ma storie raccontate dalle persone che hanno vissuto, che vivono quei luoghi.

Le agenzie come questa si rendono conto che c’è un’enorme crescita dei cosiddetti

responsible travel, una forma di viaggio e soggiorno che sta prendendo piede in Europa,

mentre, ammettono, «in Italia ci sono solo sporadiche iniziative».

4.6 Esportare un modello. Il turismo di comunità in Val di Rabbi e in Val di

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