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Capacità e sviluppo

1. Development as Freedom

Per comprendere allora in che modo l’etica delle capacità si inserisca nelle problematiche concrete della giustizia, è necessario analizzare il particolare concetto di sviluppo umano elaborato da Sen, che rimodula il rapporto tra potenza dell’individuo e diritti umani.

Tra libertà e sviluppo si crea un meccanismo di interconnessione e di reciproca implicazione, per questo non sembra corretto il titolo italiano del saggio di Sen

Development as freedom, tradotto come Lo sviluppo è libertà, in quanto la copula instaura

un meccanismo di identificazione tra i due momenti, caratterizzati, invece, da commistione e da reciproci rimandi in un processo osmotico tra le varie facce e dinamiche della libertà umana, tra le condizioni e le situazioni nelle quali si concretizza il raggiungimento dello sviluppo. Lo sviluppo diventa libertà e la libertà diventa sviluppo, poiché senza l’accentuazione del dinamismo, dato dalla particella “as”, si rischia di presentare il fenomeno come una mera identità, una fissità raggiunta senza sforzo.

«La relazione fra libertà individuale e conquista dello sviluppo sociale va al di là del nesso costitutivo, per importante che questo sia»228, per cui da una parte l’espansione delle libertà dipende da assetti politici e sociali caratterizzati da sviluppo, dall’altra tali libertà creano le condizioni perché la società si sviluppi.

Sen vuole far capire come le libertà sostanziali siano parti costitutive dello sviluppo e come ci sia una fondamentale differenza tra quello economico e quello delle libertà di base. Ad esempio, dati due paesi con livelli diversi in termini di prodotto nazionale lordo, nello stato meno ricco i cittadini potrebbero avere una qualità della vita più alta, proprio perché reddito economico e libertà sostanziali non coincidono. Se ci spostiamo sul piano delle teorie, che hanno supportato fortemente l’economia, vediamo che l’idea del mercato inizialmente ha contribuito ad aumentare la libertà di scambio, sia in rapporto alle merci che alle parole ed alle comunicazioni, in un secondo momento è stata, invece, una potente molla

di sviluppo della società in senso lato. E si consideri anche l’idea del diritto al lavoro, che non comporta solamente difendere una persona nel suo interesse personale in termini di reddito, ma le permette di inserirsi all’interno della società, tramite l’ingresso in un mercato aperto che la liberi da una condizione di schiavitù e di mancato rispetto di sé: «la libertà di partecipare all’interscambio economico ha un ruolo fondamentale nel vivere associato»229. Lo sviluppo economico, su cui Sen concentra la sua attenzione, viene visto come un’importante conquista di libertà, proprio perché la schiavitù a cui può portare l’illibertà economica è una delle più devastanti, da cui possono derivare altre forme ancor più gravi di violazione dei diritti umani. La mancanza di lavoro o di sostegno economico significa in molte società mancanza di libertà tout court e, se lo sviluppo è pressoché inesistente, ci saranno altri passi indietro sul piano delle libertà di base, non solo di quelle economiche. Lo sviluppo, per Sen, deve essere concepito in senso più ampio, come un processo integrato di espansione di libertà sostanziali interconnesse l’una all’altra, proprio perché tali libertà da una parte sono i fini primari dello sviluppo, dall’altra ne costituiscono i mezzi principali. Le libertà politiche possono promuovere la sicurezza economica e le occasioni sociali, ad esempio il diritto di accedere a certi servizi, come la scuola o la sanità, può agevolare la partecipazione politica, creandosi quindi un interscambio fra libertà di diverso tipo in un vero e proprio laboratorio sociale, da cui nasca concretamente l’idea di sviluppo per i singoli individui: «lo sviluppo deve avere una relazione molto più stretta con la promozione delle vite che viviamo e delle libertà di cui godiamo»230. Il discorso, per Sen, si inserisce nella sua visione di fondo della giustizia umana, vista come strettamente collegata all’idea di capacità, in quanto, come il benessere di una persona non coincide con il reddito personale, lo stesso concetto si applica all’idea di sviluppo, che non può essere visto come semplice sviluppo economico, ma strettamente connesso alla qualità della vita che si vive e alla libertà di cui si gode.

Sen incentra le sue riflessioni sull’idea di sviluppo come processo di espansione delle libertà sostanziali di cui gli esseri umani godono. Tali libertà possono essere concepite sia come i fini dello sviluppo stesso, sia come i suoi mezzi, dunque possono avere un ruolo costitutivo, essere l’obiettivo principale a cui l’uomo aspira per raggiungere la sua realizzazione, oppure rivestire un valore strumentale, in quanto essenziali per permettere lo sviluppo della società: «nel nesso strumentale c’è molto di più di questo vincolo costitutivo. L’efficacia delle libertà come strumento sta nel fatto che sono di tipi differenti e interconnessi, e quelle di un

229

A. Sen, Lo sviluppo è libertà, op. cit., p. 13.

tipo possono rendere molto più facile il progresso di quelle di un altro»231. È importante analizzare tali libertà strumentali proprio perché sono connesse ad un certo modo di concepire la società. Sen ne individua cinque tipi, essenziali perché si crei uno spazio, al cui interno esercitare le capacità umane di base ed aprire la strada allo sviluppo:

1. libertà politiche;

2. infrastrutture economiche;

3. occasioni sociali;

4. garanzie di trasparenza;

5. sicurezza protettiva232.

Tali libertà, oltre a costituire i fondamenti della libera espressione delle capacità umane, hanno anche la capacità di integrarsi tra loro tramite nessi empirici, ossia di interagire per creare le condizioni di espansione delle libertà sostanziali; sono questi i principali strumenti che permettono di raggiungere un accettabile livello di sviluppo.

Le libertà politiche, che includono anche i diritti civili, concernono le capacità degli individui di partecipare alle decisioni politiche della società, dunque la possibilità di votare, di riunirsi in assemblea, di essere eleggibili, ma anche di vivere in una condizione in cui esista libertà di parola, una stampa libera e libertà di esaminare e criticare l’autorità. Dunque si tratta di libertà che si esercitano in una condizione di democrazia parlamentare.

Il secondo tipo sono le infrastrutture economiche, intese nel senso di elementi che permettono agli individui di utilizzare le proprie risorse economiche sia per il consumo che per la produzione o lo scambio. All’interno di questo meccanismo sono presenti alcune particolari condizioni di scambio, ad esempio l’andamento dei mercati, che consentono, tramite le risorse individuali possedute, di aumentare i titoli economici della popolazione. In una situazione di elevato sviluppo le infrastrutture stesse saranno incrementate per creare una relazione virtuosa tra il reddito nazionale e i titoli economici individuali, anche se è necessario che non vi siano situazioni di restrizione di crediti o impossibilità ad accedere a finanziamenti, veri e propri limiti per la libertà delle persone. In ogni caso, grazie alla presenza di tali infrastrutture, gli individui possono esercitare le loro capacità di amministrazione del reddito e di incremento delle risorse al fine di contribuire all’accrescimento del livello di sviluppo generale.

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A. Sen, Lo sviluppo è libertà, op. cit., p. 42.

Il terzo elemento è costituito dalle occasioni sociali, ovvero dall’apparato sanitario, scolastico e di altro genere, di cui la società è più o meno dotata. Il sistema che regola la sanità e l’istruzione è essenziale nell’espansione delle libertà sostanziali dei cittadini, proprio perché le libertà strumentali connesse interagiscono tra loro al fine di aumentare la qualità della vita delle persone, dunque il livello medio di capacità. Sen insiste molto soprattutto sull’alfabetizzazione, vera e propria conquista di libertà, che apre la vita delle persone ad innumerevoli percorsi e possibilità da intraprendere: è necessario che esista un adeguato sistema scolastico accessibile a tutti, che metta gli individui in condizione di uscire dall’ ignoranza e di acquisire quel livello di alfabetizzazione necessario per partecipare alle decisioni politiche della società. Sanità e istruzione si integrano tra loro e contribuiscono ad alzare il livello di benessere di una persona, in quanto le permettono di esercitare la propria capacità di prendere decisioni politiche, altrimenti impedite dall’ignoranza.

Un altro esempio è costituito dal sistema sanitario nazionale, in assenza del quale molte persone sarebbero in balia delle malattie, quindi limitate nelle capacità fisiche. Si può vedere, dunque, come tali libertà strumentali costituiscano il tessuto di quelle sostanziali e come siano elementi indispensabili per poter essere esercitate le capacità umane di base. La quarta categoria viene individuata nelle garanzie di trasparenza, ovvero in tutti quegli elementi che consentono alle persone di poter instaurare contatti, concludere accordi, prendere decisioni insieme agli altri membri della società senza correre il rischio di essere truffati e di cadere vittime della falsità. La trasparenza regola anche i rapporti tra un governo e il proprio popolo e viceversa, è una garanzia di fiducia, senza la quale ogni accordo, come anche ogni singola comunicazione, sarebbe impossibile. Thomas Hobbes, nella sua trattazione del momento del contratto sociale, sosteneva che la possibilità di tradire il patto originario era sicuramente presente ma che risultava come assolutamente priva di ogni logica, in quanto chi tradisce il contratto tradisce se stesso, proprio poiché lo ha stipulato con gli altri sulla base di una reciproca fiducia. Solamente all’interno di una società retta dal principio della fiducia e regolata da meccanismi di trasparenza è possibile per gli individui esercitare le loro capacità, poiché in caso contrario si correrebbe il rischio di mettere in pericolo la vita stessa per la mancanza di tale sincerità: basti pensare alla corruzione degli ambienti politici o all’irresponsabilità finanziaria. Se, come acutamente nota Marramao, l’odierna età globale, «lungi dal sancire il trionfo della razionalità libero-concorrenziale, appare contrassegnata da una crisi del mercato indotta dalla crisi dello Stato…ciò che è oggi possibile riconoscere nel processo di globalizzazione è un’arena mercantile su cui regna

sovrana l’incertezza del diritto e la precarietà delle regole»233. Se dunque il sistema economico globale tende verso l’instabilità, appare ancor più necessario non solo porre delle norme per regolare il libero mercato, ma creare dei meccanismi sempre più efficienti di trasparenza e fiducia, altrimenti la larghissima maggioranza della popolazione mondiale potrebbe rimanere vittima di transazioni oscure o giochi di potere, che limitano fortemente il concetto stesso di libertà economica e quindi di libertà tout court.

L’ultimo elemento dell’insieme delle libertà strumentali è la sicurezza protettiva, che si collega al discorso appena affrontato, in quanto rappresenta una sorta di rete di protezione sociale rivolta alle fasce più deboli della società, rimaste ai margini del mercato e delle dinamiche sociali, al fine di tutelarle contro la perdita delle libertà di base, ad esempio il non aver neanche da mangiare. Sen racchiude in tale concetto sia i provvedimenti istituzionali fissi, come gli assegni di disoccupazione, sia quelli ad hoc, necessari quando la situazione è insostenibile, quindi i soccorsi in caso di carestia o le opere pubbliche di emergenza. Il quadro delineato da Sen rassomiglia molto alle politiche di welfare state apparse in Europa nel secondo dopoguerra, anche se il suo obiettivo non è soltanto quello di incrementare il benessere delle persone inteso come utilità economica, ma di tutelare le libertà sostanziali delle stesse, dunque agire al livello di capacità e non solo di redditi.

Come si può osservare dall’analisi di questi cinque elementi, le libertà strumentali rappresentano i fondamenti dello scenario, all’interno del quale di può ottenere lo sviluppo degli individui in direzione della libertà sostanziale. Come si è potuto notare, gli elementi sono interconnessi tra loro, come ad esempio la libertà politica e l’istruzione pubblica oppure la libertà economica e la sicurezza protettiva o la trasparenza come presupposto di ogni infrastruttura economica. Particolare importanza è rivolta ai servizi sociali, che possono essere potenziati proprio da un incrementato sviluppo economico, capace di fornire allo stato la possibilità di finanziare quelle politiche pubbliche che vadano in direzione di una maggiore tutela anche dei redditi privati. Infatti è prerogativa dei governi quella di intervenire al fine di creare istituzioni che favoriscano lo sviluppo delle libertà. In realtà esistono così tante interconnessioni tra le libertà strumentali, inoltre il concetto di sviluppo e di libertà umana è talmente ampio e ricco di implicazioni, che appare come estremamente riduttivo ragionare unicamente in termini di reddito o di crescita del prodotto nazionale lordo. Tale approccio, che in senso lato può definirsi olistico, può essere applicato anche alle tematiche dei diritti umani e della democrazia, perché è proprio la versatilità e la

flessibilità di una tale visione a poter essere determinante, come si vedrà, nella critica e nella teorizzazione di un nuovo modo di pensare l’ordine globale.

Tornando al discorso sulle libertà strumentali, Sen si riferisce costantemente al ruolo della democrazia come capace di estendere la sua rete protettiva sui cittadini: infatti, nell’analisi che opera sulle caratteristiche di Cina e India come esempi di paesi che hanno vissuto un enorme sviluppo economico, si afferma che l’India risulterebbe più avvantaggiata rispetto alla Cina proprio per la maggior diffusione di libertà democratiche che, nell’ottica seniana, rappresentano non solo una causa di valutazione positiva di per sé, ma anche strumenti per favorire lo sviluppo ed affrontare meglio i momenti di crisi, mentre la Cina non ha potuto porre rimedio alla terribile carestia del 1958-61, che causò la morte di trenta milioni di persone, dato che non esistevano sistemi di tutela e di pronto intervento nei confronti delle capacità delle persone. Ciò rappresenta un esempio delle potenzialità insite nella teoria seniana della protezione democratica: «l’impatto degli assetti sociali sulla libertà di sopravvivere può essere molto forte e su tale impatto possono agire nessi strumentali molto diversi»234.

L’idea è di finanziare, nei paesi poveri, progetti che si propongano di incrementare i servizi pubblici all’interno della società, favorire la diffusione delle infrastrutture economiche, delle occasioni sociali, dei sistemi di protezione e di trasparenza, di tutela dei consumatori, di espansione della libertà politica, ovvero tutti quegli elementi che aprono lo spazio al libero sviluppo delle capacità umane di base. Una tale visione può apparire piuttosto utopica, considerato quanto tempo occorre affinché in una società si creino e si diffondano tali elementi. È senz’altro più semplice offrire risorse, aumentare il livello di reddito della società presa in senso complessivo ma, così facendo, si rischia di dimenticare che, come a livello individuale un conto è il possesso di beni primari e un altro il modo in cui tali mezzi vengono trasformati in libertà sostanziali, anche a livello generale esistono differenze tra il possedere un determinato livello di prodotto nazionale lordo e il possedere una struttura sociale capace di generare sviluppo, inteso come espansione delle libertà umane. Inoltre Sen nota come a volte paesi con un basso livello di reddito pro capite siano riusciti a sviluppare le libertà dei propri cittadini: «il fatto che il Kerala abbia ottenuto risultati impressionanti in termini di speranza di vita, alfabetizzazione, diminuzione della fertilità nonostante il suo basso livello di reddito pro capite, è sicuramente un risultato degno di elogio e da cui vale la pena trarre insegnamento»235. È chiaro che a ciò dovrebbe seguire anche un aumento dei redditi e ciò non è del tutto impossibile: infatti, come fa notare Sen, essendo i servizi sociali

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A. Sen, Lo sviluppo è libertà, op. cit., p. 48.

ad alta intensità di lavoro ed essendo i salari dei paesi poveri estremamente bassi, un’economia povera, con poco denaro da spendere, ad esempio, per l’istruzione pubblica e l’assistenza sanitaria, può fornire tali servizi a costi più bassi. La conclusione è che comunque lo stato e la società, per favorire le capacità umane, hanno bisogno di un sostegno e non di un prodotto finito, poiché al centro dello sviluppo vi sono i fini e non i mezzi, le libertà e non i redditi, pertanto una politica di sostegno o un principio di distribuzione globale delle risorse ne dovrebbe tenere conto.

Non esiste alcun criterio oggettivo di benessere nella teoria seniana, né una qualificazione oggettiva dei concetti di felicità o di piena realizzazione personale; l’insistenza verso le capacità fondamentali di base si incentra su quel livello minimo di capacità senza le quali è impossibile qualsiasi sviluppo della persona.

Si può parlare in questo caso di diritto di sviluppo e non di diritto allo sviluppo, volendo sottolineare la rivendicazione individuale dello sviluppo umano e non l’attribuzione di risorse alla cieca per generare un ipotetico sviluppo economico.

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