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I CAMBIAMENTI PROPOSTI NEL DSM-

Nel documento Psicologia Clinica (pagine 140-144)

La task force del gruppo di ricercatori impegnati nella stesura del DSM-5 ha proposto di includere molti dei disturbi ora facenti parte dei disturbi d’ansia in un nuovo gruppo di patologie. Nella nuova classificazione il di- sturbo acuto da stress e il disturbo post-traumatico da stress dovrebbero essere inclusi nel gruppo «Disturbi correlati a traumi e fattori di stress». In questi disturbi,

Acido gamma-aminobutirrico (GABA), p. 100 Addestramento alle abilità sociali, p. 110 Agorafobia, p. 111 Amigdala, p. 112 Annullamento, p. 121 Ansia, p. 92 Attacchi di panico, p. 111 Benzodiazepine, p. 100 Biofeedback, p. 102

Challenge test biologico, p. 114 Compulsione, p. 116

Condizionamento classico, p. 105 Corteccia orbitofrontale, p. 123 Credenze irrazionali di fondo, p. 96 Desensibilizzazione sistematica, p. 108 Disturbi di panico, p. 111

Disturbo d’ansia generalizzato, p. 92 Disturbo ossessivo-compulsivo, p. 116 Elettromiografia (EMG), p. 102

Esposizione e prevenzione della risposta, p. 121 Farmaci sedativo-ipnotici, p. 101 Flooding, p. 108 Fobia sociale, p. 104 Fobia specifica, p. 103 Fobia, p. 103 Formazione reattiva, p. 121

Generalizzazione dello stimolo, p. 107 Isolamento, p. 121 Locus ceruleus, p. 112 Modellamento, p. 107 Neutralizzazione, p. 123 Noradrenalina, p. 112 Nuclei caudati, p. 123 Ossessione, p. 116 Paura, p. 92 Predisposizione, p. 107 Sensibilità all’ansia, p. 114 Serotonina, p. 123

Studi sul pedigree familiare, p. 100 Terapia centrata sul paziente, p. 96 Terapia razionale-emotiva, p. 99 Training autogeno, p. 102

Trattamento di esposizione, p. 108

Parole chiave

1. Se la paura è un’esperienza così angosciosa, perché tante persone apprezzano e addirittura ricercano le sensazioni di paura che si provano sulle montagne russe, con il bungeejumping, davanti a un film dell’orrore o con altre espe- rienze del genere?

2. Perché i farmaci ansiolitici sono tanto diffusi nel mondo moderno?

3. Perché tante persone che per lavoro si esibiscono davanti agli altri sembrano particolarmente soggette all’ansia sociale? La ripetuta esposizione al pubblico non dovrebbe comportare una riduzione della paura?

4. Oggi i comitati di controllo sulla ricerca con partecipanti umani non permetterebbero più a Watson e Rayner di condurre il proprio studio sul piccolo Albert. Quali obiezioni potrebbero sollevare riguardo alla procedura? 5. Provate a pensare a qualche situazione in cui avete istintivamente messo in atto una versione molto semplice della

tecnica di esposizione e prevenzione della risposta allo scopo di cessare un dato comportamento. La vostra tecnica ha avuto successo?

1. Quali sono i principi di fondo delle spiegazioni socioculturale, psicodinamica, umanistica, cognitiva e biologica del disturbo d’ansia generalizzato?

2. Qual è l’efficacia dimostrata dai trattamenti per il disturbo d’ansia generalizzato? 3. Definite e fate un confronto fra i tre tipi di fobia.

4. Come spiegano le fobie i comportamentisti? Quali prove esistono per queste spiegazioni?

5. Descrivete le tre tecniche comportamentali di esposizione utilizzate per il trattamento delle fobie specifiche. 6. Quali sono i due componenti di una fobia sociale, e in che modo viene trattato ognuno di essi?

7. Come spiegano il disturbo di panico i teorici di orientamento biologico e cognitivo? Quali sono i principali tratta- menti biologici e cognitivi per questo disturbo?

8. Descrivete diversi tipi di ossessioni e compulsioni.

9. Quali fattori sono ritenuti importanti nel disturbo ossessivo-compulsivo dai teorici di orientamento psicodinamico, comportamentale, cognitivo e biologico?

10. Descrivete e confrontate l’efficacia della tecnica di esposizione e di prevenzione della risposta e della terapia con antidepressivi nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo.

di anedonia, a sentirsi estraniato dagli altri e a temere di avere un futuro breve. È stato quindi inviato a consulto psichiatrico presso il CSH. […]

Dopo due mesi di riabilitazione non riuscita per le ferite riportate e un peggioramento dei sintomi depressivi e d’ansia, è stato trasferito a […] un centro medico militare [negli Stati Uniti]. […] È stato sottoposto a controlli per i sintomi psichiatrici e inviato a un centro esterno per la valutazione e la gestione dei disturbi. I sintomi corrispon- devano ai criteri del DSM-IV per il disturbo post-trauma- tico da stress e gli è stata offerta una terapia farmacolo- gica, una terapia di supporto e una terapia di gruppo. […] Era incerto se prendere dei giorni di congedo o di licenza per convalescenza da passare a casa, temendo di essere «diverso, nervoso o aggressivo» nei confronti dei familia- ri o della fidanzata. Dopo tre mesi presso il centro di ser- vizi militari, è stato [sospeso dal servizio] e inviato all’ospe- dale locale per veterani, dove è stato preso in carico per proseguire il trattamento.

National Center for PTSD, 2008

Sottoposti all’orrore del combattimento, spesso i soldati manifestano forti sintomi di ansia e depressione, oltre che problemi fisici. Per molti, inoltre, come nel caso di Latrell, le reazioni a uno stress straordinario perdurano molto tempo dopo l’esperienza vissuta.

Ma non sono solo i soldati in guerra a essere colpiti dallo stress, e non è necessario che lo stress arrivi al livello del trauma da combattimento per avere un profondo effetto sul funzionamento psicologico e fisico. Lo stress si presen- ta in molteplici forme e dimensioni e tutti ne siamo forte- mente colpiti.

Tutti proviamo un certo livello di stress ogni volta che ci troviamo di fronte a richieste o eventi che richiedono un cambiamento. Lo stato di stress ha due componenti: uno

stressor, o fattore di stress, l’evento che crea l’esigenza di

cambiamento, e una risposta allo stress, ossia le reazioni individuali alle varie richieste. I fattori di stress della vita possono essere le normali seccature quotidiane, come il traffico nell’ora di punta; gli eventi fondamentali, come la laurea o il matrimonio; problemi cronici, come la pover- tà o la cattiva salute; gli eventi traumatici, come gli inci-

I

l caporale maggiore Latrell Robinson, 25 anni, celibe e afroamericano, era un riservista attivato della Guardia Nazionale [di servizio nella guerra in Iraq]. Latrell Robin- son era stato un ottimo studente universitario e un eccel- lente atleta, cresciuto nei quartieri popolari con una ma- dre non sposata. […]

Dopo avere iniziato come addetto ai trasporti, è stato richiamato in servizio attivo e ha seguito un nuovo corso di addestramento nella polizia militare, per essere dislo- cato con la sua unità in Iraq. Gli piaceva l’attività intensa della sua unità diintervento e nel giro di breve tempo era diventato un leader informale per gli altri, per lo stile aggressivo e la fiducia in sé stesso dimostrati. Si era tro- vato in combattimento più volte mentre faceva da scorta armata ai convogli e come addetto alla sicurezza e in diverse occasioni era stato sotto il fuoco incrociato di ar- mi di piccolo calibro; aveva assistito all’uccisione e al fe- rimento di numerosi civili e soldati iracheni, sentendosi qualche volta impotente quando era obbligato a un ag- giramento o a un’azione elusiva. Iniziò a sviluppare una crescente sfiducia nei confronti dell’ambiente[in Iraq] in seguito all’apparente peggioramento della situazione «nelle strade». Ha cominciato ad avere la sensazione di trovarsi spesso inutilmente in pericolo assieme ai suoi commilitoni.

[Nel 2003], durante una missione di routine, in qualità di autista dell’HUMVEE in testa al convoglio, il suo veicolo fu colpito da uno IED, un ordigno esplosivo improvvisato, causando una pioggia di schegge che lo ferirono al collo, a un braccio e a una gamba. Un altro uomo a bordo del veicolo rimase ferito ancora più gravemente. […] Fu tra- sferito al CSH, Combat Support Hospital, per essere cura- to e tornò in servizio […] dopo parecchi giorni, ancora con le stampelle e con un dolore cronico al collo a causa di una scheggia penetrata nei tessuti. Ha cominciato a pro- vare ostilità e rancore nei confronti del suo comando e dei medici che lo trattenevano [in Iraq] nonostante non fosse in grado di svolgere efficacemente il suo lavoro. Ha inizia- to a sviluppare insonnia, ipervigilanza e reazioni di allar- me. Faceva di frequente sogni dell’evento scatenante, e aveva pensieri intrusivi ossessivi e flashback dell’attacco. Si isolava sempre di più dagli amici e ha iniziato a soffrire

Nel documento Psicologia Clinica (pagine 140-144)

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