IL DISEGNO DELLA CASA Il test grafico dell’Albero di Koch (1949) rappresenta uno
3.2.2 Inventari di personalità
Un metodo alternativo per raccogliere informazioni su- gli individui è chiedere loro di autovalutarsi. Un inven- tario di personalità pone ai soggetti un’ampia gamma
di domande sui loro comportamenti, credenze e senti- menti. In un tipico inventario di personalità i soggetti indicano se si trovano d’accordo con ciascuna di una lunga lista di affermazioni. I clinici infine usano le rispo- ste ai test proiettivi, le loro conclusioni spesso non si
accordano con quanto riferisce il soggetto su di sé, con la visione dello psicoterapeuta o con il quadro ricavato da una anamnesi accurata (Bornstein, 2007).
Un ulteriore problema legato alla validità è che i test proiettivi presentano a volte un pregiudizio nei confronti di gruppi etnici di minoranza (Costantino et al., 2007) (cfr. Tabella 3.1). Ad esempio, se da una parte si presu-
me che le persone si identifichino con i personaggi delle tavole del TAT mentre raccontano la loro storia, le tavo- le stesse non presentano mai membri dei gruppi minori- tari. Per ovviare a questo problema, sono stati messi a punto altri test TAT con personaggi dai tratti afroameri- cani o ispanici (Costantino et al., 2007).
Tabella 3.1 Punti sensibili multiculturali nella valutazione e diagnosi. Punti sensibili culturali
Soggetto immigrato Effetto sulla valutazione o diagnosiEsaminatore della cultura dominante
La cultura di provenienza può essere diversa dalla cultura
dominante del Paese ospite Può interpretare come patologiche delle reazioni legate alla cultura di provenienza
Può aver lasciato il suo Paese per sfuggire alla guerra
o a un regime oppressivo Può sottovalutare la vulnerabilità del soggetto allo stress post-traumatico
Può non disporre di sistemi di supporto nel nuovo Paese Può sottovalutare la maggiore sensibilità del soggetto ai fattori di stress
Lo stile di vita (salute e occupazione) può essere inferiore
rispetto allo stile di vita nel Paese di origine Può sottovalutare il senso di perdita e frustrazione del soggetto
Può rifiutarsi o non riuscire a imparare la lingua dominante Può fraintendere le risposte per la valutazione del sogget-to o può sottovalutare o diagnosticare in modo erroneo
i suoi sintomi
Soggetto di un gruppo etnico minoritario Esaminatore della cultura dominante
Può respingere o diffidare dei membri della cultura domi-
nante, compreso l’esaminatore Può sentirsi distante dal soggetto o può interpretare la diffidenza del soggetto come patologia
Può essere a disagio con i valori della cultura dominante (ad esempio assertività e confronto) e trova difficoltà a
seguire le indicazioni del clinico Può considerare il soggetto poco motivato
Può manifestare lo stress in maniere legate alla sua cul- tura di origine (ad esempio sintomi psicosomatici, mal di
stomaco) Può fraintendere la sintomatologia
Può avere delle credenze culturali che appaiono strane nel- la cultura dominante (ad esempio crede di poter parlare con i defunti)
Può interpretare le risposte culturali come patologiche (ad esempio un’illusione)
Può essere a disagio durante la valutazione Può sottovalutare o alimentare il disagio del soggetto
Esaminatore della cultura dominante Soggetto di un gruppo etnico minoritario
Può non conoscere la cultura del gruppo etnico di mino-
ranza o avere pregiudizi Le differenze culturali possono essere patologizzate o i sintomi sottovalutati
Può comunicare in modo non verbale il proprio disagio
nei confronti del soggetto del gruppo minoritario Può essere teso e ansioso
Fonti: Dana, 2005, 2000; Westermeyer, 2004, 2001, 1993; López, Guarnaccia, 2005, 2000; Kirmayer, 2003, 2002, 2001; Sue, Sue, 2003; Tsai et al., 2001; Thakker, Ward, 1998.
Inventario di personalità: test messo a punto per misurare caratteristiche generali di personalità e costi- tuito da affermazioni su comportamenti, credenze e sentimenti che le persone giudicano rappresentativi o non rappresentativi di sé.
alcuni item non rispecchiavano più le condizioni di vita, le modalità espressive, i valori socioculturali che aveva- no caratterizzato l’ambiente sociale entro cui il questio- nario era stato originariamente sviluppato. Particolar- mente urgente apparve la necessità di elaborare una nuova taratura. Il campione normativo del MMPI origi- nario, appropriato all’epoca in cui esso venne pubblica- to, fu reclutato negli anni Trenta ed era costituito quasi esclusivamente da Caucasici del Minnesota, facenti par- te della classe operaia rurale, con una scolarità media di otto anni. Quando il MMPI iniziò ad essere usato in un ampia varietà di setting e di ambiti socio-culturali, ri- sultò anche evidente che le sue norme non potevano considerarsi sufficientemente rappresentative dei vari contesti all’interno dei quali il questionario era applica- to per la rilevazione della personalità e per fini psico- diagnostici.
Dopo un intenso lavoro, che portò a riformulare mol- ti item e a introdurne altri, è stata presentata la nuova versione denominata MMPI-2 (Butcher et al., 1989), composta da 567 item. Tra l’altro, è stata leggermente variata la composizione delle diverse scale e sono state previste nuove scale di controllo. Venne sviluppato un nuovo metodo per calcolare i punteggi standardizzati, in modo che il valore di scala clinicamente significativo corrispondesse a un «Punto T» pari o superiore a 65. Fu- rono pure predisposte due nuove scale di incoerenza del- le risposte, una nuova scala per identificare le risposte infrequenti nella seconda parte del protocollo e, infine, nuove scale di contenuto che andarono a rimpiazzare quelle del MMPI. Questi miglioramenti furono apportati con il preciso intento di mantenere un’elevata corrispon- denza con la versione precedente, in modo da assicurare la possibilità di valersi, anche per il MMPI-2, del grande numero di ricerche basate sull’applicazione del MMPI. Di conseguenza, senza apportare cambiamenti, le Scale Cliniche vennero trasferite dal MMPI al MMPI-2, al fine di mantenere una sostanziale continuità tra le due versio- ni. Nella Scheda 3.1 sono riportate le denominazioni
abbreviate e per esteso delle varie scale, il loro significa- to clinico e un item illustrativo.
Anche il MMPI-2 dispone di numerose scale supple- mentari, costruite appositamente (come le scale di Di-
sturbo Post-Traumatico da Stress [PK e PS] o di Ammis- sione di Tossicodipendenza [AAS]), oppure rielaborate
nell’ambito del processo di ristandardizzazione. Tali in- dicatori – talvolta anche denominati scale addizionali o scale speciali – hanno un’applicazione più specifica e circoscritta delle scale cliniche e possono essere usati per aumentare il potere psicodiagnostico del MMPI-2.
Un’innovazione di particolare interesse, per la psico- logia clinica e la psicosomatica, è stata la messa a punto di nuove scale, denominate «di contenuto». Ad esempio, la TRT (Negative Treatment Indicators) consente di identificare individui che possiedono atteggiamenti ne- ste per trarre conclusioni sulla personalità e sul funzio-
namento psicologico.
I questionari di personalità sono composti da un nu- mero più o meno elevato di domande, formulate il più chiaramente possibile, delle quali il soggetto si vale per descrivere la propria personalità, rispondendo di solito semplicemente «sì» o «no». I risultati così ottenuti sono facilmente valutabili e non sono influenzati dalla perso- nalità dell’esaminatore. Tali strumenti consentono di giungere abbastanza rapidamente a una prima diagnosi individuale, integrando efficacemente le competenze cliniche occorrenti per svolgere in maniera valida collo- qui e osservazioni del comportamento.
Queste considerazioni non sono state e non sono sem- pre condivise: Starke R. Hathaway, nella sua premessa a
An MMPI Handbook (Dahlstrom et al., 1960), ricorda
quanto fu difficile, agli inizi degli anni Quaranta, trovare un editore disposto a pubblicare il Minnesota Multipha- sic Personality Inventory (MMPI), per molti aspetti pro- getto innovativo sotto il profilo concettuale e operativo. Il gruppo di lavoro che si era costituito attorno al pro- gramma di sviluppo del MMPI era ben articolato e ricco di esperienze diverse (Dahlstrom, Dahlstrom, 1980). Hathaway e McKinley (1942) avevano riunito psichiatri, neurologi, psicologi, assistenti sociali. Senza contare che McKinley era personalmente interessato alla neuro- chirurgia e alla neurofisiologia e che l’ingegnere elettro- tecnico Hathaway era non soltanto un esperto laboratori- sta, ma anche un esperto in psicofisiologia, in neuroana- tomia e statistica metodologica.
In questo capitolo sono presentati gli elementi essen- ziali per comprendere l’evoluzione, il significato, le po- tenzialità e le modalità di utilizzazione di uno dei più noti strumenti psicodiagnostici, il Minnesota Multipha- sic Personality Inventory (MMPI), divenuto in seguito MMPI-2 e che è stato recentemente ristrutturato, assu- mendo la denominazione di MMPI-2-RF (Restructured Form). Non mancherà un accenno alla struttura del MM- PI-A, la versione del MMPI costruita appositamente per soggetti dai 14 ai 18 anni. Una particolare attenzione sarà comunque dedicata alla nuova versione MMPI-2- RF: dopo una breve descrizione dei motivi che hanno portato al suo sviluppo, saranno illustrati i principali aspetti innovativi e la sua articolazione.
Oltre alle considerazioni conclusive sull’impiego di procedure computerizzate nella formulazione della dia- gnosi, sono affrontate le questioni relative alla traduzio- ne e standardizzazione della versione italiana, nonché alla validazione italiana delle scale nuove e rinnovate. Infine, sono indicate varie fonti di documentazione e una bibliografia essenziale per approfondimenti.
Dal MMPI al MMPI-2
Dai primi anni Ottanta del secolo scorso, apparve ne- cessario procedere a una revisione del MMPI, in quanto
proccio volto a rilevare se in un protocollo si sia risposto a item, ritenuti «critici» o «patognomonici», in modo tale da far ipotizzare condizioni psicopatologiche quali ansietà acuta, confusione mentale, oppure propositi di suicidio. Vari autori (Grayson, 1951; Caldwell, 1969; Koss, Butcher, Hoffman, 1976) hanno proposto liste di item critici di varia lunghezza e concernenti aree psico- patologiche diverse. L’elenco di item critici Koss- Butcher è stato aggiornato (Butcher, Graham, Williams, Ben-Porath, 1990) e, assieme a quello Lachar-Wrobel (Lachar, Wrobel, 1979), risulta frequentemente impie- gato. Koss e Butcher hanno identificato sei gruppi di item critici indicativi di Stato d’Ansia acuta (esempio: Non credo di essere più nervoso degli altri – Falso), Ide-
azione Depressiva Suicidarla (esempio: A volte mi sen-
to proprio inutile – Vero), Minaccia di Aggressione (esempio: Mi viene spesso detto che sono una testa calda – Vero), Stress Situazionale da Alcoolismo (esempio: Ho fatto uso eccessivo di bevande alcooliche – Vero),
Confusione Mentale (esempio: Ho avuto esperienze
molto strane e insolite – Vero), Idee Persecutorie (esem- gativi verso varie forme di interventi terapeutici, che non
credono di essere capiti dagli altri e che risultano poco disposti ad affrontare difficoltà e a modificare la propria vita. La TPA (Type A) può individuare persone competi- tive, iperattive, facilmente irritabili e impazienti: quei soggetti, cioè, che secondo varie ricerche, risultano a ri- schio di coronaropatie. La WRK (Work Interference) ri- leva atteggiamenti e comportamenti che possono con- durre a disadattamenti lavorativi: insicurezza, difficoltà di concentrazione, ossessività, tensione, difficoltà nel prendere decisioni.
Per il calcolo di queste scale, come per le scale sup- plementari, è necessario compilare interamente il que- stionario, in quanto quasi sempre parte degli item neces- sari si trova dopo i primi 370 item del MMPI-2. Nella