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L’INCONSCIO TRA PSICOANALISI E NEUROSCIENZE Fin dalle primissime fasi di vita, la funzione del ricordare e le

Nel documento Psicologia Clinica (pagine 36-38)

caratteristiche dei sistemi di memoria contribuiscono alla strutturazione precoce dell’inconscio e, di conseguenza, dell’identità. Due discipline epistemologicamente e metodo- logicamente così distanti possono contribuire a una defini- zione più completa e articolata del concetto psicoanalitico d’inconscio, cercando di definire quale legame sussiste tra particolari sistemi di memoria e differenti sistemi inconsci.

memoria inconscio

identità 1. LA MEMORIA

La memoria ha da sempre interessato psicologi e neuroscien- ziati, ma oggi essa è oggetto di particolare interesse per gli psicoanalisti in quanto funzione essenziale per l’identità dell’individuo e per l’organizzazione della sua coscienza e del suo inconscio.

Secondo i recenti studi neurofisiologici, la memoria è legata a modificazioni bioelettriche e strutturali del SNC: le sinapsi, a seguito di ripetute stimolazioni, subiscono modificazioni plastiche e strutturali permanenti; i fenomeni di apprendi- mento determinano modificazioni della sintesi proteica del- le membrane sinaptiche.

Esistono diversi circuiti cerebrali implicati nell’organizzazione e nella stabilizzazione nel tempo della funzione mnestica: • MBT (memoria a breve termine, studiata attraverso PET):

nella corteccia prefrontale hanno sede i neuroni specifici che organizzano i campi di memoria in modo associativo. • MLT (memoria a lungo termine studiata attraverso tec- niche elettrofisologiche): il lobo temporale e il sistema ippocampale presiedono alla MLT. In particolare l’ippo-

campo è l’organo della memoria esplicita, mentre l’amig- dala è l’organo della memoria implicita ed emotiva. Secondo le Teorie multi-processo la memoria si fonda sull’in- terazione di diversi sistemi interconnessi tra loro; ogni siste- ma ha caratteristiche e modalità di funzionamento specifi- che: la memoria esplicita che si distingue in memoria episo- dica e semantica e quella implicita, a sua volta distinta in

priming, memoria procedurale e memoria emotiva.

Esistono diverse ipotesi sulla modalità di funzionamento e interazione dei diversi sistemi di memoria:

• MODELLO IN SERIE (R. Atkinson, R. Shiffrin, 1971) se- condo cui tutte le informazioni transitano dalla MBT verso la MLT. Deficit della MBT producono deficit della MLT. La profondità di un ricordo dipende dal numero d’iterazioni cui l’informazione è stata sottoposta nella MBT.

• MODELLO IN PARALLELO (G. Edelman 1987, 1989) se- condo cui alcune informazioni possono essere immagaz- zinate direttamente nella MLT. Non sempre deficit della MBT producono deficit della MLT. La profondità di un ricordo dipende dalla qualità della ricategorizzazione delle informazioni in mappe neuronali sempre più com- plesse.

Le principali ipotesi psicoanalitiche sulla memoria oscillano tra il concetto di rimozione, in cui il ricordo è assente, e quello d’interiorizzazione in cui il ricordo è salvaguardato: il lavoro psicoanalitico aiuta il paziente a recuperare i conte- nuti rimossi attraverso il riconoscimento degli schemi e dei modelli interiorizzati.

2. L’INCONSCIO PRECOCE NON RIMOSSO

Inconscio e memoria sono due sistemi profondamente cor- relati. Le ricerche recenti, sia nel campo psicoanalitico sia in quello neuroscientifico si ripropongono di indagare in che

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modo le caratteristiche formali dei sistemi di memoria si ri- specchiano nella struttura dell’inconscio.

La scoperta del doppio sistema della memoria: esplicita o dichiarativa, cosciente, verbalizzabile e ricordabile, es- senziale per la nostra identità e per la nostra autobiogra- fia, e implicita, non cosciente, non verbalizzabile e non ricordabile, apre prospettive enormi alla teoria e clinica psicoanalitica (M. Mancia, 2006, p. 1019).

Secondo evidenze neurofisiologiche non tutti i sistemi di memoria giungono a maturazione contemporaneamente: la memoria esplicita, localizzata a livello dell’ippocampo, giunge a maturazione verso i due anni; la memoria implicita, localizzata a livello dell’amigdala, giunge a maturazione già nelle ultime settimane di gestazione.

Esistono esperienze che, per la loro precocità, non possono essere immagazzinate in forma esplicita sotto forma di me- morie semantiche o episodiche; esse possono essere depo- sitate nella memoria implicita i cui circuiti corticali sono maturi fin dalla nascita.

In particolare la implicita è la sola memoria che si svilup- pa precocemente, è presente e attiva già nelle ultime settimane di gestazione ed è l’unica memoria di cui di- spone il neonato nei suoi primi due anni di vita. La sua dimensione procedurale ed emotivo-affettiva permette al bambino di archiviare in essa le sue prime esperienze collegate alla voce e al linguaggio materno e all’ambien- te in cui cresce. Inoltre lo stesso rapporto che la madre ha con il corpo del neonato, il suo parlargli, guardarlo e toccarlo, in sintesi la sua rêverie veicola affetti ed emo- zioni che saranno archiviati nella sua memoria implicita. Questa è la sola memoria dove potranno essere archivia- te le esperienze traumatiche precoci (Ibidem, pp. 1019- 1020).

Le recenti ipotesi psicoanalitiche hanno evidenziato la pre- senza di diversi tipi d’inconscio:

• L’inconscio rimosso: contiene elementi che sono stati oggetto di ricordo in forma esplicita e che, per la loro intollerabilità psichica, sono stati rimossi.

• L’inconscio precoce non rimosso: contiene elementi che non sono mai stati oggetto di ricordo in forma esplicita e che, quindi, non sono mai stati oggetto di rimozione. L’inconscio precoce non rimosso è il luogo in cui si deposi- tano le esperienze intersoggettive sensoriali e a forte conte- nuto emozionale più precoci della vita umana:

• gli stimoli uditivi provenienti dalla madre (battito cardia- co, respiro...);

• l’intonazione della voce materna e la struttura del suo linguaggio;

• il contatto con il corpo della madre;

• il sincronismo e la reciprocità nelle interazioni di accudi- mento;

• il rispecchiamento degli stati emotivi nel volto della ma- dre.

Dal punto di vista formale questi sono ricordi di natura preverbale e presimbolica, ricordi carichi d’affetto che confluiscono nell’area semantica data dal concetto di sen- timento, inteso come affetto che collega le pulsioni e le relazioni tra il Sé e l’oggetto e che fonda l’inconscio preco- ce non rimosso.

Le esperienze emozionali e affettive depositate in forma pre- verbale e pre-simbolica nell’inconscio non rimosso costitui- scono la struttura di base di un nucleo precoce del Sé. Secondo la teoria della funzione predittiva del cervello ogni individuo, a partire da stimoli attuali, produce in modo in- consapevole tendenze percettive sulla base di esperienze precedenti immagazzinate nei diversi sistemi di memoria; nel corso dello sviluppo produrrà reti rappresentative sempre più articolate che contengono informazioni su di Sé e sull’Al- tro derivanti dalle prime interazioni di accudimento e la for- za e durevolezza di queste reti riflette la forza dei circuiti neuronali che si formano nel bambino piccolo e dipendente. Questo processo permette la creazione di modelli di relazio- ne sulla base della natura e della qualità degli scambi e del- le interazioni primarie. Per questo si può affermare che esi- stano tendenze incoercibili alla ripetizione del passato nel presente che si radicano in esperienze emozionali il cui ri- cordo e significato possono non essere disponibili alla co- scienza per l’immaturità del cervello infantile all’epoca in cui si sono verificate.

Rêverie: secondo Bion processo attraverso il quale la madre elabora e trasforma le proiezioni del suo bambi- no, tra le quali angoscia e terrore, e gliele restituisce bonificate dal pensiero e dall’affetto.

1. In che modo e perché etica e responsabilità devono entrare a far parte del bagaglio esistenziale e culturale di un futuro psicologo? Pensando anche alla tua esperienza personale e al tuo percorso di studio, cosa significa acquisire quel quid specifico che fa sì che le conoscenze acquisite non siano le stesse in tutti gli operatori? E in che modo questo quid può essere significativo in una professione di cura interindividuale?

2. In cosa consiste il salto di paradigma determinato dal superamento del Comportamentismo? Cosa significa, nella storia della Psicologia, arrivare ad aprire la «scatola nera»?

3. Perché la teoria epistemologica di Evandro Agazzi risulta significativa per la definizione dell’identità delle discipline psicologiche? Prova a spiegare, in questa prospettiva, i concetti di «oggetto scientifico» e di «criteri di scientificità». 4. «La complessità è una parola problema e non una parola soluzione» (E. Morin). Prova a spiegare il senso di questa

affermazione tenendo presente il box dedicato alla Teoria generale dei sistemi. In che modo la dicotomia problema/ soluzione può inserirsi in un discorso psicologico?

5. «[…] Vedo piuttosto un confluire fra di loro della psicoanalisi, della psicologia cognitiva e delle neuroscienze in cui ogni disciplina influenzi il pensiero delle altre e insieme riescano a sviluppare una scienza più efficace del compor- tamento umano» (Kandel, 2007). In quali ambiti, secondo Kandel, Psicoanalisi e neuroscienze possono cooperare? Quali sono gli apporti più significativi dell’attuale prospettiva teorica basata sull’interdisciplinarietà?

Rifl essioni critiche

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