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STRESS E STIMOLO: LA RISPOSTA «FIGHT OR FLIGHT»

Nel documento Psicologia Clinica (pagine 145-148)

Le caratteristiche dell’allarme e della paura vengono at- tivate da un’area specifica del cervello, l’ipotalamo. Quando il cervello interpreta una situazione come peri- colosa, l’ipotalamo rilascia dei neurotrasmettitori che attivano una scarica di neuroni in tutto il cervello e il ri- lascio di sostanze chimiche in tutto il corpo. In realtà l’ipotalamo attiva due importanti sistemi: il sistema ner-

voso autonomo e il sistema endocrino. TRA LE RIGHE

L’odore della paura?

Lo stress è inodore. Nel corso di eventi molto stressan- ti, sono i batteri che colonizzano il nostro corpo a pro- durre il caratteristico odore di sudore.

Il sistema nervoso autonomo (SNA) è una rete estesa

di fibre nervose che collegano il sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) a tutti gli altri organi del cor- po. Tali fibre intervengono nel controllo delle attività in-

volontarie degli organi, ossia respirazione, battito cardia-

co, pressione sanguigna, traspirazione e simili (si veda la

Figura 5.1). Il sistema endocrino è costituito dall’insie-

me delle ghiandole localizzate in tutto il corpo. (Come abbiamo visto nel Capitolo 2, le ghiandole riversano or-

moni nel flusso sanguigno, per raggiungere i vari organi.)

Il sistema nervoso autonomo e il sistema endocrino spes- so si sovrappongono nei loro compiti. Vi sono due vie principali attraverso le quali i due sistemi producono il senso di allarme e le reazioni di paura, l’asse del sistema

nervoso simpatico e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Sistema nervoso autonomo (SNA): insieme di fibre nervose che collegano il sistema nervoso centrale a tutti gli altri organi.

Sistema endocrino: sistema di ghiandole localizzate in tutto il corpo che contribuisce al controllo di attività importanti come la crescita e l’attività sessuale. Sistema nervoso simpatico: fibre nervose del siste- ma nervoso autonomo che fanno accelerare il battito cardiaco e producono altri cambiamenti percepiti co- me allarme e paura.

Quando ci troviamo in una situazione di pericolo, l’ipotalamo attiva per prima cosa il sistema nervoso simpatico, un insieme di fibre del sistema nervoso auto-

nomo che lavorano per accelerare il nostro battito car- diaco e produrre gli altri cambiamenti percepiti come paura o ansia. Queste fibre nervose possono stimolare direttamente gli organi bersaglio, ad esempio possono influire direttamente sul cuore per aumentare le frequen- za cardiaca. Esse però possono agire sugli organi anche in modo indiretto, stimolando le ghiandole surrenali (ghiandole poste al disopra del polo superiore di ciascun rene), in particolare l’area detta parte midollare del sur-

sistema nervoso parasimpatico, contribuisce a riporta-

re il battito cardiaco e altri processi fisiologici alla nor- malità. Il sistema nervoso simpatico e parasimpatico la- vorano assieme per controllare le reazioni di allarme e paura.

Sistema nervoso parasimpatico: fibre nervose del sistema nervoso autonomo che rallentano il funziona- mento degli organi dopo lo stimolo e riportano altri processi fisiologici alla normalità.

rene. Sotto stimolo, la parte midollare secerne adrenali- na (epinefrina) e noradrenalina (norepinefrina). Abbia-

mo già visto che si tratta di importanti neurotrasmettitori che agiscono sul cervello. Quando sono secreti dalla par- te midollare del surrene, invece, agiscono come ormoni che raggiungono attraverso il flusso sanguigno vari or- gani e muscoli, producendo un ulteriore senso di allarme e di paura.

Quando la percezione del pericolo è passata, un se- condo gruppo di fibre del sistema nervoso autonomo, il

Occhi

• Pupilla contratta e lacrimazione normale

* Pupilla dilatata, lacrimazione inibita

Bocca

• Aumentata secrezione di saliva

* Diminuita secrezione di saliva

Cute

• Vasodilatazione e aumento dell’irrorazione sanguigna

* Vasocostrizione, cute fredda e sudata

Peli

• Nessuna pilo erezione

* Erezione dei peli Ghiandole sudoripare

• Inibite, palmi asciutti

* Traspirazione, palmi sudati

Cuore

• Il battito cardiaco rallenta

* Il battito cardiaco aumenta

Polmoni

• Costrizione dei bronchi, respirazione rilassata

* Broncodilatazione per una maggiore introduzione di ossigeno

Fegato

• Rilascio di bile per la digestione

* Rilascio di zuccheri in circolo per una rapida energia

Stomaco e intestino

• Maggiore mobilità intestinale

* Digestione rallentata, il sangue viene deviato ai muscoli

• Parasimpatico

* Simpatico

Figura 5.1 Il sistema nervoso autonomo (SNA). Quando la parte simpatica del SNA è attivata, vengono stimolati alcuni organi e inibiti altri. Ne risulta uno stato di allarme generale. Viceversa, l’attivazione delle fibre parasimpatiche produce un effetto calman- te generale.

modello particolare di funzionamento autonomo ed en- docrino e quindi un modo particolare di provare allarme e paura. Alcune persone sono quasi sempre rilassate, mentre altre sono tese anche se non vi è alcuna minaccia apparente. Il livello generale di allarme e ansia di una persona viene detto anche ansia di tratto, in quanto sem- bra essere un tratto di fondo che ciascuno manifesta ne- gli eventi della propria vita (Spielberger, 1985, 1972, 1966). Gli psicologi hanno scoperto che subito dopo la Una seconda via per la produzione delle reazioni di

allarme e paura è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (IIS) (si veda la Figura 5.2). Quando ci troviamo di

fronte a fattori di stress, l’ipotalamo segnala all’ipofisi, ghiandola vicina, che è il momento di secernere l’ormo-

ne adrenocorticotropo (ACTH), detto anche «ormone

dello stress». Questo ormone, a sua volta, stimola lo strato esterno delle ghiandole surrenali, detta corteccia-

surrenale, provocando il rilascio di ormoni dello stress, i

corticosteroidi, come il cortisolo. I corticosteroidi rag-

giungono diversi organi, nel quali causano ulteriori ma- nifestazioni di allarme e paura.

L’insieme delle reazioni che si manifestano in questi due sistemi è detto reazione fight-or-flight, combatti o scappa, proprio perché esse mettono il corpo in allarme e lo preparano a reagire al pericolo. Ogni individuo ha un

Ghiandola pineale o epifisi (secerne melatonina,

regola di ritmi circadiani fra cui il ciclo sonno-veglia e potenzia la risposta immunitaria) Ghiandola pituitaria o ipofisi (influenza la crescita e la lattazione

tramite l’ormone somatotropo e la prolattina; regola inoltre l’attività

di altre ghiandole) Tiroide (regola lo sviluppo

psico-fisico, l’attenzione e la velocità del metabolismo cellulare)

Ghiandole surrenali (secernono ormoni steriodei, cortisolo e androgeni che attivano

il corpo in condizioni stressanti, regolano l’equilibrio

salino e influenzano le funzioni sessuali)

Pancreas

(rilascia insulina e glucagone per regolare il metabolismo degli zuccheri, acidi grassi e aminoacidi nel sangue

e il senso di fame)

Testicoli (secernono testosterone, che influisce sullo sviluppo e sulle funzioni sessuali maschili) Ovaie

(secernono estrogeni e progesterone, che influiscono sullo sviluppo e le funzioni sessuali femminili)

– Paratiroide (regola la concentrazione plasmatica di calcio) – Timo (rilascia timosina che contribuisce a regolare parte del sistema immunitario)

Figura 5.2 Il sistema endocrino: l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (IIS). Quando viene percepito un fattore di stress, l’ipotala- mo stimola l’ipofisi a secernere l’ormone adrenocorticotropo, o ACTH, che a sua volta stimola la corteccia surrenale. Questa libera ormoni dello stress, i corticosteroidi, che agiscono su altri organi per innescare l’allarme e le reazioni di paura.

Asse ipotalamo-ipofisi-surrene (IIS): sistema per mezzo del quale l’encefalo e gli organi producono al- larme e paura.

Corticosteroidi: ormoni come il cortisolo, prodotti dalle ghiandole surrenali nei momenti di stress.

dente aereo) sarebbero sicuramente traumatiche per chiunque (Burijon, 2007).

Con un esordio dei sintomi entro quattro settimane dall’evento traumatico e una durata degli stessi inferiore a un mese, il DSM-IV-TR assegna una diagnosi di di- sturbo acuto da stress (APA, 2000). Se i sintomi per-

durano oltre un mese, la diagnosi è di disturbo post- traumatico da stress (DSPT). In questo caso, l’esordio

può verificarsi subito dopo l’evento traumatico o anche a distanza di mesi o anni.

Disturbo acuto da stress: disturbo d’ansia in cui la paura e i relativi sintomi iniziano subito dopo un even- to traumatico e durano meno di un mese.

Disturbo post-traumatico da stress (DSPT): distur- bo d’ansia in cui la paura e i relativi sintomi persistono a distanza di molto tempo dall’evento traumatico.

Secondo gli studi, quasi l’80% di tutti i casi di distur- bo acuto da stress evolvono in disturbo post-traumatico da stress (Burijon, 2007; Bryant et al., 2005). Prendiamo nuovamente Latrell, il militare in Iraq il cui caso abbia- mo presentato in apertura di capitolo. Ricorderete che Latrell era sopraffatto da ansia, insonnia, preoccupazio- ne, collera, depressione, irritabilità, pensieri ossessivi, flashback e sensazione di estraniamento sociale a distan- za di pochi giorni dall’attacco al suo convoglio, facendo pensare a una diagnosi di disturbo acuto da stress. Con il peggiorare dei sintomi, che perdurarono oltre un mese, anche dopo diverso tempo dal suo ritorno negli Stati Uniti, la diagnosi divenne di DSPT. A parte le differenze tra esordio e durata, i sintomi del disturbo acuto da stress e del DSPT sono pressoché identici.

Rivivere l’evento traumatico. Chi soffre del disturbo

può essere tormentato da pensieri ricorrenti, ricordi, so- gni o incubi in cui rivive continuamente l’evento (Clark, 2005). Alcuni rivivono nella mente l’evento in modo talmente vivido (flashback) da essere portati a pensare che stia effettivamente accadendo di nuovo.

Evitamento. Vengono generalmente evitate le attività

che riportano alla mente l’evento traumatico e si cerca di evitare pensieri, sentimenti o conversazioni collegati all’evento (Marx, Sloan, 2005).

Ridotta reattività generale. La persona prova un sen-

so di distacco ed estraneità nei confronti degli altri o per- de interesse per quelle attività che un tempo trovava pia- cevoli. Alcuni hanno sintomi di dissociazione o estrania- mento psicologico (Marx, Sloan, 2005): si sentono con- fusi, hanno problemi a ricordare le cose o provano un senso di irrealtà (hanno cioè la sensazione che l’ambien- te circostante sia irreale o strano).

Aumentata attivazione fisiologica, ansia e senso di col- pa. Può essere presente una sensazione di ipervigilanza, la

persona si spaventa facilmente, ha difficoltà di concentra- zione e di addormentamento (N. Breslau et al., 2005). Può nascita appaiono differenze nell’ansia di tratto (Leonar-

do, Hen, 2006; Kagan, 2003).

Vi sono differenze individuali anche nella percezione delle situazioni minacciose (Fisher et al., 2004). A qual- cuno può fare paura attraversare un bosco, mentre altri possono trovarlo rilassante. I viaggi aerei possono terro- rizzare qualcuno e risultare noiosi per altri. Tali varia- zioni sono dette differenze nell’ansia di stato, relativa alle diverse situazioni.

Sintesi

Il paragrafo offre una sintesi delle risposte dell’orga- nismo a seguito del contatto con uno stimolo stresso- geno. I sistemi implicati sono il sistema nervoso au- tonomo e il sistema endocrino; le vie principali attra- verso cui i due sistemi producono nell’individuo il senso di allarme e le reazioni di paura sono l’asse del sistema nervoso autonomo e l’asse ipotalamo-ipofisi- surrene. Quando la percezione della paura e dell’agen- te stressogeno è passata, viene attivato il sistema ner- voso parasimpatico.

5.2

DISTURBI DA STRESS

Nel documento Psicologia Clinica (pagine 145-148)

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