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STUDIO EPIDEMIOLOGICO SULLA SIEROPREVALENZA DI BRUCELLA MELITENSIS E BRUCELLA ABORTUS NEL CANE

Adone R. 1, Di Prisco F. 2, D’Alessio N. 2, Tamburro C. 2, Francia M. 1, Pasquali P.1, Guarino A.

1 Department of Veterinary Public Health and Food Safety, Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy. 2 Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Sezione di Avellino, Italy

Keywords: Brucellosis, dogs,

INTRODUZIONE

La brucellosi nel cane è causata nella maggior parte dei casi da B. canis; tuttavia, sono possibili anche infezioni con B .melitensis (da ovi-caprini), B. abortus (da bovini) o B. suis ( da suini), a seguito del contatto di questo animale con materiale contaminato come invogli fetali e secrezioni vaginali, latte o carne contaminati. Generalmente l’infezione è sporadica e autolimitante. Recentemente però, l’idea che il cane rappresenti un ospite terminale è stata messa in discussione, e il suo ruolo, come serbatoio ma anche come possibile vettore non solo meccanico dell’infezione, è sempre più oggetto di studio.

Obiettivo del presente lavoro è stato effettuare una indagine sierologica preliminare su un numero significativo di cani provenienti da allevamenti bovini e ovi-caprini, sia infetti che ufficialmente indenni, e da canili privati, al fine di ottenere indicazioni utili per uno studio sul ruolo epidemiologico del cane nelle brucellosi dei ruminanti.

L’aspetto più significativo della ricerca è da ricercare nell’elevata sieroprevalenza riscontrata nei cani testati alla brucellosi. I dati confermano l’elevata esposizione del cane alla brucellosi dei ruminanti e suggeriscono il possibile ruolo di “sentinella” che questo animale può svolgere.

Il cane potrebbe essere assimilato epidemiologicamente ai “portatori latenti” responsabili dei c.d. ritorni ciclici della malattia.

SUMMARY

In dogs, Brucellosis is mostly caused by B. canis; however infections are also possible by B. melitensis (sheep and goat), B. abortus (cattle) or B. suis (pig) The infection occurs after contact with contaminated material namely fetal placenta, vaginal secretions, milk or meat. Usually the infection is sporadic and self-limiting However, recently, it has been debated whether the dog represents the terminal host. Thus its role as a reservoir and also as a possible vector of infection is increasingly object of interesting studies. The aim of this research is to provide a preliminary serological survey of a significant number of dogs from infected breeding and non-infected breeding and from dog pound as well, in order to obtain epidemiological information about the role of the dog in ruminant brucellosis.

The most significant aspect of this research is the high serum prevalence found in dogs tested. Data confirm the high exposure of the dog to brucellosis in ruminants and suggest the possible role of the dog as a sentinel. The dog could be thus compared to the latent carriers responsible for cyclic return of the disease.

MATERIALI E METODI

Per lo svolgimento di questa ricerca sono stati analizzati 144 campioni di sangue di cane prelevati da 12 allevamenti ufficialmente indenni, da 25 allevamenti infetti e da 2 canili.

I campioni sono stati sottoposti alle prove diagnostiche convenzionali SAR ed FdC–mi , entrambi eseguiti con antigene ufficiale B.abortus 99, e al test complementare ELISA. Alcuni campioni sono stati ulteriormente esaminati con il test di Polarizzazione di Fluorescenza (FPA), la cui affidabilità è stata recentemente confermata dall’EFSA, ma che è ancora poco usato con i sieri di cane.

La SAR è un test rapido che utilizza un antigene acido a pH 3,5 colorato con rosa bengala: è un test di screening, semplice, economico e sensibile. La FdC è un test individuale di conferma; esso permette di qualificare gli animali infetti in base alle unità sensibilizzanti il complemento per millilitro. Entrambi i test devono essere eseguiti come descritto negli allegati al DM n.453/92 e DM n. 651/94.

L’ELISA è un test sierologico immunoenzimatico. Il principio della reazione è basato sulla messa in evidenza di anticorpi specifici presenti in un siero mediante un antigene brucellare fissato alla fase solida (piastre microtiter) con un siero policlonale o monoclonale o passivamente.

L’FPA è un test semplice e rapido e può essere eseguito al di fuori del laboratorio. Si basa sulla variazione di polarizzazione di un’emissione fluorescente e l’interpretazione è oggettiva. RISULTATI E CONCLUSIONI

I risultati ottenuti sono stati confrontati ed elaborati.

Per quanto riguarda i risultati della SAR si nota come negli allevamenti infetti, su 79 campioni esaminati 33 sono risultati positivi (41,8%) mentre 46 non hanno dato reazione (58,2%). Negli allevamenti ufficialmente indenni, invece, su 25 campioni esaminati, 24 sono risultati negativi (96%) mentre uno solo ha dato esito positivo (4%). I risultati della FdC indicano che negli allevamenti infetti, su un numero totale di 65 campioni esaminati, 19 sono risultati positivi (24%), mentre 46 hanno dato esito negativo (58,2%). I rimanenti 14 campioni (17,8%) hanno mostrato un forte PA che non è stato possibile eliminare e che ha reso il risultato aspecifico e quindi non utilizzabile. I risultati ottenuti con la FdC negli allevamenti indenni sono analoghi a quelli della SAR: su 25 campioni esaminati, 24 sono risultati negativi (96%) e uno solo positivo (4%).

Al test ELISA, nessun campione proveniente da allevamenti infetti è risultato positivo, mentre tutti i campioni provenienti da allevamenti indenni sono risultati negativi.

Per quanto riguarda i sieri prelevati a cani appartenenti a canili privati, su 40 soggetti esaminati, 2 campioni (5% ) sono risultati positivi sia alla SAR che alla FdC, ma non alla ELISA, mentre 38 ( 95%) sono risultati negativi in tutte e tre le prove. Sei campioni hanno mostrato un forte PA (potere anticomplementare).

Come si vede dai risultati sierologici, la SAR ha fornito una percentuale più alta di positività rispetto alle altre prove. I risultati ottenuti con la FPA su un numero ancora limitato di campioni, hanno indicato un discreto grado di concordanza.

Tuttavia, perché questo test possa essere preso in considerazione come prova da affiancare alle metodiche già in uso grazie alla sua facilità di esecuzione, sensibilità e velocità, è necessaria una più accurata messa a punto per un migliore adattamento della tecnica alla natura particolare dei sieri di cane.

I risultati ottenuti confermano che SAR ed FdC sono metodiche valide per la diagnosi individuale e di massa della brucellosi nel cane. Tuttavia, a causa di una alta percentuale di reazioni aspecifiche, dovute al frequente fenomeno del potere anticomplementare mostrato da questi sieri, soggetti verosimilmente infetti possono sfuggire allo screening sierologico. Sarebbe quindi opportuno che le due reazioni venissero eseguite parallelamente, specialmente negli allevamenti risanati o indenni dove la sorveglianza deve essere più rigorosa possibile.

L’aspetto più significativo della ricerca è da ricercare nell’elevata sieroprevalenza riscontrata nei cani testati alla brucellosi. I dati confermano l’elevata esposizione del cane alla brucellosi dei ruminanti e suggeriscono il possibile ruolo di “sentinella” che questo animale può svolgere.

Il cane potrebbe essere assimilato epidemiologicamente ai “portatori latenti” responsabili dei c.d. “ritorni ciclici” della malattia in quegli allevamenti ritenuti risanati ed ufficialmente indenni e potrebbe essere responsabile della contaminazione ambientale che è un elemento fondamentale nella trasmissione di questa zoonosi. Poiché non si è potuto identificare il tipo di Brucella responsabile della malattia, i dati ottenuti dovrebbero costituire il punto di partenza di una indagine supplementare di natura microbiologica e biomolecolare . Tale approfondimento consentirebbe di confermare il ruolo del cane non solo come serbatoio ma anche come possibile eliminatore attivo di brucelle in particolare durante il parto, come avviene nei ruminanti, e suggerirebbe l’adozione di specifiche misure di profilassi rivolte ai cani presenti negli allevamenti infetti.

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CARATTERIZZAZIONE DI UN SISTEMA DOSIMETRICO AD ALANINA PER APPLICAZIONI

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