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L'amore di Cristo che ha vinto la morte

Nel documento Oltre la solitudine dell'Io (pagine 169-200)

L'amore che vince la morte 11 La creazione continua

11.2 L'amore di Cristo che ha vinto la morte

Anche per Ebner l’amore ha in sé qualcosa di eterno che vince la morte : “Ogni relazione

tra due uomini, ció significa un rapporto dell'io al tu, ha in sé qualcosa di eterno. Non puó cessare di esistere, qualunque sia la cosa che possa separare i due uomini nel corso della vita, fosse anche la morte”1122. Ma lo ha, dobbiamo specificare, se innestato sull'amore di

Dio. “Quando amiamo veramente una persona – scrive -, quando amiamo il prossimo come

il vangelo esige da noi, allora amiamo Dio in lui. E quando amiamo veramente Dio, e affermiamo la sua realtá spirituale nel nostro amore per lui, allora lo amiamo nell'uomo, in ogni piú prossimo, e non abbiamo bisogno di cercarlo a lungo come i poeti il loro «ideale», e esprimiamo il nostro amore di Dio nell'amore dell'uomo”1123.

L’amore umano presuppone l’amore di Dio, in quanto questo rende fecondo quello. Ma Ebner si sforza, a modo suo, di evitare che l’uno assorba l’altro conducendo ad un misticismo estatico ed inattivo. “Non si tratta – precisa - di far scomparire l'io nella sua

solitudine in maniera mistica, ma piuttosto di tirarlo fuori da questa solitudine e porlo in un rapporto con il tu. Questo tu é Dio, questo tu peró é anche nell'uomo. La strada dell'uomo a Dio passa attraverso l'uomo. L'uomo deve cercare Dio non soltanto in se stesso, ma anche nell'altro uomo"1124. L’altro uomo, il prossimo, non è mai riducibile ad un tema o ad un’idea, ma

è concreto, reale, e ci richiama alla nostra personale responsabilità1125.

Dicevamo si sforza, perché Ebner non approfondisce teoreticamente le differenze e le specificità dei due amori, incorrendo nella difficoltà di sceverare ciò che spetta all’amore umano e ciò che spetta all’amore di Dio. Il suo riferimento immediato e costante è piuttosto

1119 Ivi, pag. 404-05. 1120 Ivi, pag. 3. 1121 Ivi, pag. 435.

1122 F. Ebner, Schriften, cit., vol. II, pag. 154.

1123 F. Ebner, Schriften, cit., vol. II, pag. 40. Similmente in Schriften, cit., vol. I, pag. 272 troviamo scritto: “Se

amiamo veramente un uomo non solo l'amico in lui, nel quale in fondo amiamo sempre e solo noi stessi, con un amore cioé con cui usciamo solo in maniera relativa dal «solipsismo dell'Io» del nostro spirito, e anzi in senso stretto non ne usciamo affatto - se amiamo il «prossimo», come ce lo chiede il Vangelo, allora amiamo Dio in lui. E se amiamo Dio veramente e cogliamo la sua realtà spirituale nel nostro amore per lui, allora lo amiamo nell'uomo, in quel prossimo che non abbiamo bisogno di cercare a lungo…”.

1124 F. Ebner, Schriften, cit., vol. II, pag. 48. Passi simili sono ampiamente rinvenibili nei Frammenti: “"Lo spirituale

nell'uomo quando sprofonda in se stesso non ha più alcun oggetto da amare e si annulla nella intima assenza di parola dell'estasi" (F. Ebner, Frammenti Pneumatologici, cit., pag. 329); "Il rapporto dell'uomo con Dio - come avviene nell'amore - deve trovare la propria espressione nel rapporto con l'uomo (...) . Dio si fa rappresentare da chiunque l'uomo ami di amore autentico, ovvero che ami perché ama Dio - e non se stesso in lui - e perché in lui ama Dio”( Ivi, pag. 365-66).

1125 “Col «prossimo» come nei vangeli é chiamato l'uomo concreto; lí ogni uomo ha il suo «compito», il cui

verso un amore che non ha eguale, un amore concretissimo, incarnato e non teorico. Esso, ed è qui la sua specificità nei confronti di Rosenzweig, "non è più l'amore manifestato da Dio

con la liberazione di Israele dalla schiavitù dell'Egitto e con il dono della Toràh sul Sinai, entrambi destinati al solo popolo eletto, ma è un amore manifestato nell'esistenza terrena di una persona singola, Gesù, e soprattutto nella sua morte in croce (per non dire della sua risurrezione) a destinazione universale”1126.

Il senso di quell’amore sta nel farsi uomo di Dio. “Il farsi uomo di Dio é «la

compromissione» della sua personalità nella vita di questo mondo e nella parola ” 1127.

Questo vuol dire che il volto di Dio è, per Ebner, come per ogni cristiano, il volto di Gesù1128,

del Verbo fatto carne, secondo Giovanni 1,11129, in cui “l'alteritá di Dio si fa riscontrabile” 1130.

Il volto di Dio è ancora, in senso se possibile più forte, il volto del Crocifisso. Sulla croce la Kenosi di Dio, la sua compromissione col mondo, raggiunge, infatti, il suo punto culminante. “Il farsi uomo di Dio, che era divenuto assoluto nel grido di Gesù sulla croce

Eli Eli lama sabachtani (...) é il più grande mistero nella vicenda del mondo, che non può essere compreso altrimenti che nella fede”. La compromissione diventa senza resudui nel

momento della morte in croce, momento in cui il mistero del mondo, il mistero dell’uomo, della sofferenza e della morte convergono. Attraversare le tenebre di questo mistero, per Ebner, è possibile solo passando “attraverso tutta l'umanità di Gesù, rendendosela presente

in ogni momento della propria vita”1131. Ebner, quindi, “diversamente dai suoi "colleghi dialogici" di provenienza ebraica, individua nel Lógos incarnato la chiave di volta per una ricomprensione dell'umano”1132. “Nella vita e morte di Gesú si fonda il grande mistero dell'umanitá - ma anche la rivelazione di ció che significa essere uomo” – annota il primo

febbraio del 19171133.

Ma la croce non indica solo l'assunzione della sofferenza e della morte da parte di Dio nella persona del Figlio, fino all’annichilimento totale di sé. Essa indica in un senso più profondo la vittoria dell'amore sulla morte, l'intronizzazione di un amore tale da superare la morte: “L'amore di Dio che ha creato l'uomo mediante la parola, nella quale era la vita,

per redimerlo si fece oggettivo nella «parola», ovvero esperibile ai sensi, storico, nell'incarnazione di Gesù e nella parola del Vangelo”1134. La specificità ebneriana si

evidenzia nel fatto che il Verbo rivela che l’origine ed il senso di tutto è l’amore, perché Dio è amore.

Il Logos è relazione e, quindi, è parola, ma in un senso ancora più radicale il Logos è Amore, perchè l’amore racchiude in sé il significato estremo della parola stessa: “Chi ama il prossimo,

ha adempiuto la legge, si trova nella lettera ai Romani. Chi però ama il prossimo, non é solo «uditore» della parola in cui troviamo la grazia e la verità della nostra vita, bensì é anche suo «facitore». Ed é questo il senso ultimo della parola nell'umanità della sua origine: che in essa é stato espresso da Gesù il precetto dell'amore, che essa accolse nuovamente in sé la parola nella divinità della sua origine, che diviene parola di amore”1135. Il Logos incarnato 1126 R. Penna, Il DNA del cristianesimo, cit., pag. 172-73.

1127 F. Ebner, Frammenti Pneumatologici, cit., pag. 348-49. 1128 Vedi R. Penna, Il DNA del cristianesimo, cit., pag. 168.

1129 “La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”: é “l'annuncio centrale che Ebner recupera dal Prologo del Vangelo di Giovanni e pone al centro della sua proposta filosofica, rinvenendo in esso l'unica possibilitá di salvazione per l'uomo...”. A. Bertoldi, Il pensatore della parola, cit., pag. 147.

1130 A. Bertoldi, Il pensatore della parola etc., cit., pag. 12. 1131 F. Ebner, Frammenti Pneumatologici, cit., pag. 348-49. 1132 A. Bertoldi, Il pensatore della parola etc., cit., pag. 12. 1133 F. Ebner, Schriften, cit., vol. II, pag. 468.

1134 F. Ebner, Frammenti Pneumatologici, cit., pag. 255. 1135 Ivi, pag. 286.

rivela un amore che si spinge fino al sacrificio della croce, un amore del tutto gratuito, che si

rivolge ai tu bisognosi della storia, dispersi per le vie del mondo1136, un amore che si espone in

modo assoluto.

Ora, tale amore non ha altra spiegazione e direzione se non quella che da Dio, in Gesù Cristo, arriva a noi: “Amare la persona che ci ama, significa amare in maniera umana e amare l'uomo

nell'uomo. Amare invece chi non solo non corrisponde il nostro amore ma magari vi reagisce con disprezzo e odio, ciò veramente significa amare Dio nell'uomo. E questo amore trova anche secondo le parole del Vangelo la sua ricompensa in Dio. Dio interviene, per così dire, in luogo dell'altro che non corrisponde l'amore”1137. Solo l’intervenire di Dio spiega questo amore

e rende possibile la salvezza: "come Gesù muore continuamente nell'uomo la propria morte sul

Golgota, così nel vero "cristiano" segue continuamente anche la risurrezione di lui. Questa parola bella e gioiosa dell'inno pasquale cattolico: Ora l'uomo é salvato, la comprende mai un uomo in tutta la sua profondità e significatività, finché per lui - e in lui - Gesù non é risorto, risorto dalla morte alla vita? La risurrezione di Gesù non é soltanto un evento storico, é anche, nell'uomo, l'eterno imperativo della sua vita spirituale - ed é anche la sua salvezza interiore»"1138.

A questo punto colui che, a ragione, è stato definito “il pensatore della parola” si rivela essere, ad un livello più profondo, il mistico dell'amore di Dio.

Nel naufragare delle costruzioni filosofiche, dei sogni e delle illusioni di una stagione culturale plurisecolare, Ebner ha trovato una luce: l'uomo porta da questa vita nell'eternità solo ciò che realizza nel rapporto Io-Tu. Ed è quanto si rileva dall’iscrizione impressa sulla sua tomba:

“Ferdinand Ebner / Il pensatore della parola / Qui riposano / i resti mortali / di un'esistenza

umana/ nella cui fitta oscurità / è rifulsa / la luce della vita / e che questa luce / ha compreso / che Dio è amore”1139.

1136 “L’amore, in quanto proiezione estroversa nel rapporto con gli «altri», richiede un esercizio costante di uscita da se stessi e di attenzione e dedizione indifferenziata a chiunque si trovi nel bisogno, materiale o spirituale. Sia la fede sia l'amore, dunque, pur sotto aspetti diversi, reclamano una vera e propria rinuncia a se stessi”. F. Ebner, Frammenti Pneumatologici, cit., pag. 294-95. “E per questo l'amore é la vera vita spirituale nell'uomo, l'amore a Dio e l'amore al prossimo, secondo il precetto del Vangelo. Ma cosa ha aperto Dio nell'uomo al suo tu, cosa ha aperto Dio all'amore? La parola di Dio - la parola che in Gesú é diventata carne (uomo) come si dice nel Vangelo di Giovanni”.F. Ebner, Schriften, cit., vol. II, pag. 489.

1137 F. Ebner, Frammenti Pneumatologici, cit., pag. 322. 1138 F. Ebner, Schriften, I, cit., pag. 71.

Bibliografia

Bibliografie dettagliate delle opere di Ferdinand Ebner si trovano in:

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311-347.

Opere di Ferdinand Ebner Edizioni di riferimento

Franz Seyr ha raccolto un'ampia selezione delle opere e dei saggi più importanti di Ebner.

Fragmente, Aufsätze, Aphorismen. Zu einer Pneumatologie des Wortes, in Schriften, vol.

I, a cura di F. Seyr, München, Kösel 1963.

Notizen, Tagebücher, Lebenserinnerungen, in Schriften, vol. II, a cura di F. Seyr,

München, Kösel 1963.

Briefe, in Schriften, vol. III, a cura di F. Seyr, München, Kösel 1965. Edizioni dei Frammenti pneumatologici

Altre edizioni dei Frammenti, oltre a quella contenuta nel primo volume delle Schriften, curata da Franz Seyr, sono:

Das Wort und die geistigen Realitäten. Pneumatologische Fragmente, Brenner-Verlag,

Innsbruck 1921.

Das Wort und die geistigen Realitäten. Pneumatologische Fragmente, Pustet-Verlag,

Das Wort und die geistigen Realitäten. Pneumatologische Fragmente (Gesammelte Werke, vol. I), a cura di L. Hänsel e M. Pfliegler, Herder-Verlag, Wien 1952, pp. 11-313.

In tale primo volume dei Gesammelte Werke è compresa anche un'appendice: Zur

Entstehung der Pneumatologischen Fragmente. Aus Ferdinand Ebners Tagebüchern (1918-1922), pp. 315-346. Il progetto dell'Opera omnia si fermò con l'edizione di

quest'unico volume.

Das Wort und die geistigen Realitäten. Pneumatologische Fragmente, a cura di M.

Theunissen, Suhrkamp, Baden-Baden 1980.

Traduzioni in lingua italiana:

Parola e Amore. Dal Diario 1916-1917. Aforismi 1931, a cura di E. Ducci e P. Rossano,

Rusconi, Milano 1983 (19982). Raccolta di brani tratti da Schriften, vol. I, pp. 19-73 e pp. 909-1013 e da Wort und Liebe, a cura di H. Jone, Pustet-Verlag, Regensburg 1935.

La parola è la via. Dal Diario, a cura di E. Ducci e P. Rossano, Anicia, Roma 1991.

Raccolta di brani tratti da Das Wort ist der Weg. Aus den Tagebüchern, a cura di H. Jone, Herder-Verlag, Wien 1949.

La parola e le realtà spirituali. Frammenti pneumatologici, tr. it. di P. Renner, ed. it. a

cura di S. Zucal, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1998. Tr. da Das Wort und die

geistigen Realitäten. Pneumatologische Fragmente, Brenner, Innsbruck 1921.

Frammenti sulla fede, in D. Antiseri -- M. Baldini (a cura di), La rosa è senza perché. Pensieri sulla fede, Città Nuova, Roma 1998, pp. 93-101. Tutte le citazioni ivi riportate

sono riprese da Das Wort und die geistigen Realitäten. Pneumatologische Fragmente, Brenner, Innsbruck 1921.

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