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Scienziati ed esploratori: i fratelli Craveri e il Museo di Bra

2.2 «Un tutto classificato razionalmente e per ordine cronologico»: il Museo Lapidario Bruzza e l'archeologia vercellese

4.5 Donare per educare: le raccolte scientifiche e di viagg

4.5.2 Scienziati ed esploratori: i fratelli Craveri e il Museo di Bra

Sul fronte degli scienziati ed esploratori ottocenteschi che dalla remota provincia piemontese affrontavano le traversate oceaniche si possono invece ricordare le figure dei fratelli Craveri, a cui si deve l'erezione a Bra del Museo di Scienze Naturali. L'interesse per il collezionismo si deve al padre Angelo, come ricordava il figlio Federico in un articolo sulla stampa locale che ripercorreva l'impresa di famiglia:

[...] avendo stretto amichevoli rapporti col celebre Bonelli, il fondatore del R. Museo Zoologico di Torino, non tardò a svegliarsi nel giovane avvocato la passione per collettare e conservare gli oggetti che in complesso diciamo della Natura. Dei quattro figli nati dal matrimonio dell'Angelo Craveri due solamente seguirono le orme del Padre e fin da bambini adoperavano le loro deboli forze aumentando per quanto potevano la crescente collezione zoologica, la quale verso il 1840 presentava un complesso di oggetti non spregievole per una città di provincia ed accumulati con stretti mezzi pecuniari dovuti alla solerzia instancabile dell'iniziatore. In quest'epoca io sottoscritto emigrando mi recai al Messico, e quantunque il mio scopo non fosse esclusivamente quello del naturalista era ovvio il supporre che, continuando in America le abitudini contratte dall'infanzia in Europa, avrei contribuito all'incremento della nostra collezione privata. Infatti appena toccato il suolo messicano senza fatica potei raccogliere a piene mani molti oggetti nuovi per noi, e spedirli alla casa patema; a tal punto che nostro padre si vide obbligato a far costruire un apposito locale per collocare l'abbondante messe, inalzando un piano superiore alla casa, opera nella

207 M. P. Borriello, 1876: Nascita del Museo Civico P. A. Garda. Analisi dei suoi primi anni di vita e rapporti con la città, in Eadem, Il Museo P. A. Garda..., op. cit., 1988, pp. 33-41.

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quale venne graziosamente aiutato dal giovanissimo Conte Carlo della Veneria. Mio fratello D. Ettore era solerte aiutante in questi lavori scientifici, e finalmente nel 1850 chiamai il preparatore presso di me desideroso di fargli conoscere il magnifico teatro che malamente potevo coltivare per le mie occupazioni diverse. Il soggiorno di Ettore nel Messico venne abbreviato dalla repentina morte del nostro genitore, e quando fece ritorno in Europa un bottino zoologico cospicuo lo accompagnava. lo rimasi altri dieci anni nel Nuovo Mondo e sebbene con minore alacrità tuttavia non tralasciai di raccogliere e spedire le casse alla famiglia.208

Angelo Craveri (1790-1847), che fu sotto segretario di Stato di Carlo Felice e a Bra consigliere comunale, intorno al 1815 aveva avviato la formazione di una piccola collezione privata di storia naturale, costituita prevalentemente di uccelli e insetti imbalsamati, aperta alle visite dei braidesi e motivo di attrazione anche per i forestieri. Un impulso considerevole allo sviluppo della raccolta venne dal figlio Federico (1815-1890), in particolare nel corso dei suoi viaggi in America centrale, documentato dai suoi diari e dal fitto carteggio con il fratello Ettore (1816-1889). Le lettere riportavano tutto lo stupore e la curiosità nel contatto con una popolazione tanto diversa e soprattutto con una natura sconosciuta e sorprendente, come per esempio nell'isola di Guadalupe:

Mi contentai dunque percorrere l'isola in tutti i sensi, girai molto fra que' terreni inculti penetravo con piacere fra le foreste delle felci arboree, rimanevo ore intere in quelle umili e silenziose dimore de' milla animali da me sconosciuti, udivo canti, grida, susurri che non conoscevo in Europa. Il bottino che feci d'insetti e d'uccelli non fu molto ricco, perdei troppo tempo osservando".209

Dopo un primo incarico di Analista di Mineralogia presso il Collegio di Medicina, Federico mise le sue competenze in ambito chimico a servizio di un'azienda che si occupava di estrazione dell'argento; tra il 1855 e il 1858, per un incarico lavorativo autorizzato dal governo messicano, percorse le isole del Golfo di California e del Pacifico nord-orientale, riportando nei diari lunghe descrizioni degli aspetti geologici e faunistici della zona. L'osservazione delle abitudini e dei costumi locali era motivo di narrazioni accurate, talvolta sarcastiche, ma anche di speciali attenzioni, come quando decise di prendere in esame i coloranti tanto diffusi nei dolci per bambini e, scoperta la presenza consistente di arsenico di rame, ne informò la stampa locale.

Il ritorno in patria gli permise di affiancare il fratello nella conduzione del museo ma soprattutto di dedicarsi, a partire dal 1861, all'insegnamento e alla divulgazione, «con quel suo carattere pronto, con quel suo modo di sentire ardente, e in questi paesi incompreso»210. Per gli allievi della Scuola Tecnica aveva preparato un manuale di Lezioni di scienze naturali, per gli iscritti ai corsi delle scuole serali i Trattenimenti popolari sulle Scienze Naturali, mentre per i contadini e i vignaiuoli della zona teneva conferenze sulla filossera e sull'enologia. Dal 1870, insieme

208 F. Craveri, Museo Craveri, in «La Settimana Gazzetta di Bra», anno VI, n. 37, domenica 14 settembre 1879. Il brano è riportato anche da E. Molinaro, Il Museo Civico Craveri di Bra di storia naturale, Bra 1980.

209Ibidem, p. 11.

152 all'ingegner Andrea Nogaris, organizzava lezioni pubbliche di fisica, chimica e geometria. Fu inoltre corrispondente di numerosi giornali nazionali e internazionali e nel 1877 fu nominato Ispettore agli Scavi e Monumenti per la zona di Alba211.

Colonna portante del Museo Craveri era il fratello Ettore (1816-1889), che si occupava oltre che della raccolta anche delle preparazioni. Era anch'egli autore di un diario, dove riportava quanto osservato nei paesi da lui visitati (la Francia, Cuba, il Messico), dalle colture alle architetture, dalle tecniche agricole alle usanze civili e religiose. Particolare attenzione era dedicata ai musei di scienze naturali che aveva occasione di visitare, dove si soffermava sulle specie conservate e sulle modalità della preparazione tassidermica, in una serie di "appunti di lavoro" che dovettero accompagnare la sistemazione del museo braidese. Il termine di paragone era per lui il Museo di Scienze naturali di Torino, che confrontava con gli istituti d'oltralpe, come quello di Lione, visitato nel 1846:

[...] visitai il museo di Storia naturale, un vero magazzeno,un poco di tutto, ricco in insetti, i quadrupedi sono malamente preparati, avvene delle specie preziose, vi è quella scimia della criniera bianca, degli ucelli avvene pochi quasi tutti forestieri, pochissimi del piemonte, particolarmente delle famiglie dei passeri, muscivore, emberize etc. ve ne sono qualcuno che mancano al museo torinese, pochi ve ne sono con l'etichetta, son però ben disposti, divisi da un etichetta pel genere; hanno il lofoforus, male impagliato, vicino agli uccelli rari vi mettono una tavola in stampa, ciò lo trovo una goffaggine; è povero in fossili retili e pesci, tutti questi sono confusi; i scaffali sono belli ma non bianchi, ci indispettimmo in vedere questo magazzeno, epperciò lasciammo addietro i minerali, bisogna dire che questo museo è giovine non ha ancor compiuto i 7 anni.212

Di toni decisamente più entusiastici le descrizioni parigine, risalenti all'ottobre dello stesso anno:

Dopo il dejuner andai con Sismonda per terminare la compra di libri, dopo [...] a trovare i sigg. Durand negoziante bottegaio per comperare carta per le piante indi entrammo nel giardino delle piante indi vidimo gli animali viventi, il tapir, l'elefante, etc. indi visitammo di voulà il museo di mineralogia e di bottanica mi piacque molto quel di bottanica ove avvi tutti i frutti secchi conservati nel alchol, e i boschi per taglio, nel giardino avvi un bellissimo cedro del libano piantato nel 1797. Dopo visitai il panteon gran bellissima chiesa fabricata nel tempo della republica ora destinato agli uomini illustri è vuota, ma di sublima altezza e di maestosa costruzione [...]

[...] andai a visitare il gabinetto di zoologia. non posso dir niente perché lo vidi di volo. Quando era in Piemonte mi ero fatto una gran idea di questo gabinetto, ma la realtà sorpassò la mia immaginazione vi sono 15 sale non piccole ma grandi come quella dei quadrupedi in Torino213.

211 Agli interessi scientifici Federico univa infatti quello per la storia e l'archeologia: F. Craveri, Antichità Romane,

dissotterrate vicino alla Cappella di S. Giovanni Lontano, in «La Settimana Gazzetta di Bra», A. I, nn. 31-32, 1874. 212 E. Molinaro, Il Museo Civico Craveri...,op. cit., 1980.

153 Nel 1884, alla sua morte, il Comune di Bra ricevette alcuni terreni e una rendita annua, con l'obbligo di aprirvi una scuola professionale pubblica (a cui gli amministratori locali rimasero indifferenti); venuto a mancare Federico nel 1890, anche le collezioni dei due fratelli, per volontà degli eredi, furono donate al municipio.

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