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Ingignerius nostri Comuni: l'elezione di Giovanni da Siena (1390)

P ARTE II: 1386-1400: G IOVANNI DA S IENA AL SERVIZIO DEL C OMUNE DI B OLOGNA

2.1. L' INIZIO DEL SINGOLARE PERCORSO DI ASCESA DI UN SENESE ALL ' INTERNO DELLA MACCHINA PUBBLICA BOLOGNESE

2.2.4. Ingignerius nostri Comuni: l'elezione di Giovanni da Siena (1390)

L'uso del termine latino ingignerius sembrerebbe riaffiorare, seppure in maniera episodica, nelle fonti scritte italiane già attorno al XII secolo221. ma è solo nel Duecento che inizia ad essere

impiegato con una certa frequenza per identificare quegli artigiani, che in virtù di un grado particolarmente elevato di competenza, venivano reclutati della committenza pubblica e incaricati di sovraintendere alla realizzazione di opere edificatorie, di infrastrutture stradali e idrauliche e della costruzione di macchine da guerra222.

Per quanto riguarda il bolognese le prime tracce dell'uso del titolo ingignerius, generalmente abbinato a quello di magister, sono attestate nelle prime produzioni statutaria tra 1250 e il 1262 in riferimento al caso particolare di «magister Albertus de Sancto Petro» che aveva guadagnato agli occhi dei Bolognesi un certo prestigio proprio per la rilevanza che il suo contributo aveva assunto nell'edificazione della cattedrale di San Pietro. Un ruolo di primo piano progressivamente consolidato, che nel'1259 vedrà il suo apice con l'ardita edificazione della torre dell'Arengo progettata per poggiare su quattro archi e destinata a divenire il perno attorno cui era disposti i principali palazzi pubblici. Egli ebbe un ruolo centrale anche in quelle commissioni di tecnici che l'autorità Comunale riuniva per le imprese di maggiore complessità riguardanti la riorganizzazione urbanistica e infrastrutturale come ad esempio la grandiosa edificazione della Chiusa di Reno de

lapidibus presso Casalecchio. Gli incarichi di Albertus, si estesero inoltre alla costruzione di ponti e

strade, all'edificazione di chiaviche, alla sistemazione dei fiumi Lavino, Samoggia, Sillaro e Reno e fornì anche pareri in merito agli argini del Canale Navile223.

Accanto alla figura di Albertus vi erano altri validi ingignerii che prendevano parte alle commissioni convocate dal Comune e il cui contributo veniva richiesto per le opere pubbliche, si trattava di fatto di professionisti che entravano in un qualche modo a far parte della burocrazia dello Stato ma senza che la loro posizione nel cuore della macchina pubblica trovasse riscontro in un'apposita codificazione statutaria, per cui bisognerà attendere gli ultimi decenni del Trecento. Ma anche se privi di una definizione giuridica il ricorso a specialisti che si fregiassero di tale titolo continuò ininterrottamente negli anni che seguirono, come dimostrano le riformagioni e provvigioni del Comune quando si occupano ad esempio delle maggiori infrastrutture idrauliche. Dopo il tramonto del periodo comunale e l'alternanza di regimi di occupazione di stampo signorile ed ecclesiastico, nell'anno 1371, quando ancora la città era sottoposta alla soggezione della Chiesa la

Descriptio del cardinale Anglic, ci informa che erano tre i magistri ingeniarii inquadrati tra gli Officiales […] civitate Bononie224. Sebbene l'esercizio della magistratura occupata dagli ingegneri

comunali durante i primi anni del regime comunale nato dalla rivolta del 1376, debba essere ancora soggetta a studi sistematici, si possono introdurre alcune considerazione generali alla luce di certe linee di principio che accomuno generalmente le cariche degli ufficiali comunali nel quadro politico-istituzionale del Comune dell'ultimo quarto del Trecento.

L'elezione degli ingegneri doveva ricadere verosimilmente fin dall'inizio in capo alla magistratura degli Anziani che secondo gli statuti del 1376 aveva la prerogativa di regolare tutti gli uffici cittadini, assumere gli stipendiari e autorizzare il depositario generale dell'avere affinché provvedesse a liquidare i compensi degli stessi ufficiali225. La magistratura doveva essere stata

concepita per un numero limitato di individui ma questo non sembra essere un dato fisso, dalle fonti scritte sembrerebbero oscillare tra due e tre ingegneri, eletti per periodi che potevano essere

221 Dal punto di vista etimologico il termine ingignerius trova origine nel mondo antico e sembra intrattenere un legame stringente con il vocabolo latino ingenium inteso come macchina e in modo specifico come macchina da guerra (NERI 1990, nota 46 e 48).

222 GOLDTHWAITE 1984, p. 509; ERIOLI 2014, p. 66, ivi nota 282.

223 NERI 1990; ERIOLI 2014, p. 67.

224 DONDARINI 1991, pp. 161-162; p. 114.

anch'essi soggetti ad una certa variabilità. La durata dell'incarico doveva essere ad ogni modo limitata secondo una linea di principio che accomunava tutti gli ufficiali comunali nel tentativo di favorire il ricambio e evitare pericolose concentrazioni di potere nelle mani di pochi individui per lassi di tempo troppo lunghi, ciò appare emblematico a partire dalle più alte magistrature bolognesi: gli stessi Anziani restavano in carica il tempo di un bimestre, il Capitano del Popolo e il Podestà per un semestre226. Ma la durata pluriennale delle ambiziose imprese edificatorie portate a termine

con successo dal governo di Bologna in città come nel contado in quei decenni fu il frutto di una regia costante in cui il reale contributo progettuale e direttivo di queste schiere di ingegneri soggetti ad un continuo ricambio sembra avere avuto un peso relativo, spesso coincidente con la mera esecuzione dell'opera; certo il loro lavoro subì il condizionamento costante di Antonio di Vincenzo e in minor misura di Lorenzo da Bagnomarino, che in più di un'occasione furono in grado di ricoprire cariche politiche e diplomatiche, mentre in campo edificatorio riuscirono a svolgere una funzione di controllo esteso all'ampia costellazione di cantieri aperti da comune su tutto il territorio, ad esempio attraverso frequenti ispezioni estese anche laddove i due architetti-muratori non sembrano detenere la direzione dei lavori, come ad esempio nella costruzione della Rocca di Castel Bolognese di cui si parlerà più avanti.

L'estemporaneità dell'incarico di ingegnere comunale poteva quindi rendere apparentemente poco appetibile questo ruolo, almeno per il capomastro che avesse voluto emanciparsi dai vincoli corporativi e occupare una posizione di rilievo nella burocrazia comunale. In realtà il bacino di reclutamento di questi ingegnerii Comunis sembra coincidere con quelle file di artigiani- imprenditori che in molti casi continuarono ad intrattenere con la committenza pubblica legami di lunga durata al di là dei termini temporali in cui esercitarono questa funzione: ad esempio nel 1379 venne eletto ingegnere assieme ad un certo «Iohannes quondam Nicolai de Folca»227, anche il

fornaciao «Matheo Francisci de Monteclaro», per quest'ultimo l'ufficio di ingegnere coincise con limitate mansioni: cioè attendere alla costruzione della Rocca Cento (per la quale però continuò quale imprenditore a fornire materiali da costruzione anche nel 1381)228 e riparare porte e

saracinesche dei corsi d'acqua di Avesa e dell'Avesella229, ma oltre la durata di quella funzione

pubblica egli fu di fatto uno dei fornaciai più attivi nel completamento delle mura di Bologna che rappresentavano il maggiore cantiere del tempo230. Il magister lignaminis Berto del Cavalletto,

eletto ingegnere nel 1382, nel 1384 e nuovamente nel 1396, resta per tutto il periodo del "Governo del Popolo e delle Arti" tra le figure più richieste dalla committenza pubblica e ancora attivo dopo il tramonto del regime comunale, quando ai primi del Quattrocento il suo nome compare nei registri del cantiere diretto da Giovanni da Siena per l'edificazione del Castello di Porta Galliera231.

226 BRAIDI 2002.

227 ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 286, reg 41, c. 8r (1379), ibidem, b. 287, reg 46, c82v (1381); reg 47, cc. 20v, 46r.

228 Ibidem, c.21r.

229 ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 286, reg 41, c. 39v (1379)

230 ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 287, reg 46, cc. 44v, 46r, 62 r, 67r, 73r, (1381);

ibidem, reg 47, cc. 8v, 14r-v, 49r, 58v, 71v, 85r (1381). Il Monteclaro oltra a fornire calce soprattutto per le mura urbane

ne produsse anche per il laborerio della Rocca di Cento.

231 Berto del Cavalletto risulta impegnato spesso in lavori di natura idraulica e in ambito fortificatorio e infrastrutturale: egli è presente in lavori presso il ponte sul Reno nel 1379 (ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e

provvigioni cartacee, b. 286, reg 41, c. 3r), due anni dopo è impegnato nelle riparazioni delle Chiusa di Casalecchio

(ibidem, b. 287, reg 47, c. 74v), nel 1383 è soprastante alla riparazione al ponte della Torre del Rasellino ( ibidem, b. 288, reg 53, c. 22v), l'anno seguente si occupa della riparazione di diverse fortificazioni tra cui le rocche di Crevalcore, la rocca magna di Solarolo e quella di Massa Lombarda (ibidem, b. 290, reg 58, cc. 8r, 122r, 13v, 86v), è ancora nell'Imolese nel 1387, deputato alla riparazione della rocca di «Dutie» e si occupa con Antonio di Vincenzo e altri tecnici della questione del «Canalis Reni novi» dalle parti di Pieve di Cento (ibidem, b. 291, reg 60, cc. 51v, 93r). Tra il 1389 e il 1392 si occupa del laborerio della fondazione del castello di San Giorgio di Piano e della sistemazione del suo terraglio (ibidem, b.293, reg 64, c. 56r; b.294, reg 70, cc 42v, 62v; b.295, reg 73, c 9r). Sempre nel 1392 è impegnato nella realizzazione del canale che avrebbe servito il mulino di Massa Lombarda di cui cura le operazioni di riparazione

Anche se l'ufficio degli ingegneri comunali avrebbe dovuto avere un tempo limitato, con ogni probabilità una durata semestrale (almeno come sembra apparire indirettamente dai registri di pagamento), sembra che l'autorità pubblica concedesse continue deroghe. Il caso forse più clamoroso fu quello di Lorenzo di Bagnomarino che, stando agli studi di Emilio Orioli, dopo aver ricoperto l'incarico già nel 1379 e nel 1380 fu nuovamente eletto tra il 1382 e il 1385232. Per ciò che

ho potuto verificare, Lorenzo risulta tra i 9 Anziani del bimestre settembre-ottobre del 1382233 e già

il 4 settembre questi emanano una disposizione secondo la quale «Magister Laurentius de Bagnomarino murator et Magister Iohannes Guidonis Magister Lignaminis» sono eletti ingegneri del Comune per la durata di un semestre a partire dal primo di luglio dell'anno corrente con uno stipendio mensile di 10 lire, ma detratti 14 denari per ciascuna lira234. Sotto la data del 29 dicembre

del 1383 viene assunto un provvedimento di deroga con il titolo a margine Licentia officii Magistri

Laurencii de Bagnomarino Ingeniarii, disponendo che Lorenzo ricopra in via eccezionale per un

anno intero la carica di Ingegnere del Comune di Bologna a partire dal primo gennaio 1384, con un salario mensile di 8 lire a cui sarebbero stati aggiunti 8 soldi per ogni giorno durante il quale fosse stato occupato in missione fuori Bologna, per lo stesso anno egli è inoltre eletto soprastante ai lavori della Loggia della Mercanzia con un salario di 5 lire mensili. La stessa licenza è accordata, per la durata di un anno, e limitatamente all'esercizio dell'officio di ingegnere, anche a «Magistro Iacobo Francisci de Palis» sempre con uno stipendio mensile di 8 lire235.

Nel tentativo di fissare termini certi per l'esercizio della magistratura, per la prima volta, la redazione statutaria del 1389 si occupa di codificare nel I° libro una apposita rubrica intitolata De

ellectione et officio ingigneriorum civitatis Bononie. recante le seguenti norme:

«Statuimus quod ingignerii predicti sint et esse debeant duo boni viri de civitate vel comitatu Bononie, vel habitatores civitatis Bononie experti et periti in ministerio. Quorum officium duret et durare debeat solum per sex menses et elligantur et scrutinuentur secundum quod alii officiales civitatis Bononie, comitatus et districtus.

Possint tamen domini antiani cum collegiis elligere et assumere ad dictum officium loco unius ex predictis unum forensem pro eo tempore et pro eo salario prout eis placuerit.

Et habeant et habere debeant pro eorum salario quilibet ipsorum de civitate vel comitatu vel habitatorum singulo mense a comuni Bononie libras decem bononinorum.

Sit autem eorum officium circa laboreria comunis Bononie et alia que fuerint sibi comissa per dominos et collegia. Et si contingerit ipsos exire civitatem et

(ibidem, b.295, reg 76, c 63r), nel 1393 è impegnato in diverse fortificaioni tra cui la costruzione di quella eratta presso Pegola (ibidem, b. 296, reg 82, c 13r). Ancora nel 1396 ricopre la carica di ingegnerius Comunis occupandosi di lavori di sistemazione idraulica del canale che serve il mulino di Argile e quello di Pieve di Cento (ibidem, b. 297 reg 88, c47v). Altri incarichi lo vedo coinvolto anche a Medicina cfr. ZANARINI 2006.

232ORIOLI 1893, p. 8.

233 Vedi ad esempio ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 287, reg 49, c. 2r (1382) 234 Ibidem, c. 15v (1382, settembre 4), Officium Ingeniariorum: «Maginifici et potentes Domini, Domini Anciani Consules et Vexilefer Iusticie populi et Comuni Bononie [...] providetunt, declaraverunt et firmaverunt ut laboreria quae fiant pro Comuni Bononie in quibuscumque partibus bene solicite et debito ac solubri modo construantur que super laboreriis dicti Comunis et ad allia incombentia [...], elligantur et ellecti esse intelligantur pro Ingeniariis dicti Comunis videlicet: Magister Laurentius de Bagnomarino murator et Magister Iohannes Guidonis Magister Lignaminis, et quilibet ipsorum pro sex mensibus incoatis die primo menis Iulii proximi peterite et finiendis ut sequintur, cum sallario decem librarum bononinarum pro quolibet eorum in mense secundum aliquam detractionem denariorum XIIII pro libra. Cum

potestate, iurisditione, arbitrio et baila consuetis et usitatis ad [...] officium Ingeniariorum predictorum volentes, mandantes et declarantes quod ad officium Ingeniariorum dicti Comunis decetero per nostros o in officio successores elligantur duo officiales tantum modo cumeadem potestate, iuriditione et arbitrio quam consuevenitur habere [...] ceteri officiales ingeniarii qui consuerint elligi [esse?] tres non obstantibus in predictis aliquibus statutis, provisionibus vel reformationibus in cotrarium disponentibus quibus ex certa per presentes pro bono statu bono Regimine et evidente utilitate dicti Comunis; voluerunt et mandaverunt prefati Anciani et Collegia [...] per presenter esse derogatum».

guardiam civitatis Bononie pro aliquo laborerio comunis Bononie, ultra dictum salarium percipiant et percepire possint dicti ingignerii illud salarium et emolumentum quod declarabitur per dominos et collegia»236.

Secondo gli statuti del 1389 l'officio degli ingegneri comunali doveva essere composto solo da due membri da eleggere tra i boni viri che siano experti et periti in ministerio, scelti tra i cittadini o

provenienti dal comitatus o semplicemente abitanti in Bologna, lasciando in tal modo aperto il campo di reclutamento tra i magistri che non godevano della cittadinanza bolognese; più avanti la rubrica si spinge a precisare inoltre che anche un forestiero poteva essere uno dei due individuati dagli Anziani. Le modalità di elezione sono le stesse di quelle applicate per la designazione degli altri ufficiali pubblici, in altre parole si ribadisce che le prerogativa delle loro assunzione resta in capo alla magistratura degli Anziani. Si sottolinea che l'incarico ha durata semestrale non prorogabile, fissando a 10 lire, non soggette a detrazioni, lo stipendio mensile degli ingegneri, che poteva però essere incrementato allorquando questi fossero stati impegnati al di fuori della città e della sua fascia suburbana.

Questo il quadro giuridico che definì la magistratura quando nel 1390 Giovanni da Siena, dopo quattro anni al servizio dei Bolognesi, fu eletto Ingignerio nostri Comunis, il dato non deriva dall'atto dell'elezione ufficiale emanata dagli Anziani ma è confermato da un gruppo di quattro documenti che aggiungono o sostituiscono al titolo magister proprio quello di ingignerius. Se il 25 aprile dello stesso anno egli sembra aver terminato di servire il Comune quale magister

bombardarum237, il 25 maggio compare in un atto già in qualità di Inzignerius238, infatti come ci

conferma un mandato di settembre egli doveva ricevere in quanto tale il compenso di cinque mesi a partire proprio da aprile, calcolato sommando gli stipendi mensili equivalenti a 15 lire così da raggiungere complessivamente le 75 lire erogategli dal depositario generale. Stando a questo mandato lo stipendio mensile di Giovanni eccedeva le 10 lire previste nella rubrica statutaria del 1389, ma bisogna considerare in questo caso il carattere itinerante del servizio prestato al Comune che lo doveva impegnare continuamente fuori città, infatti la sua retribuzione compensa il mantenimento di un cavallo e apprendiamo inoltre che veniva coadiuvato nei suoi compiti da un

famulo, cioè da un assistente personale. Egli era inoltre destinatario, ma secondo voci contabili

distinte, delle somme che sarebbero servite per il buon andamento dei diversi laborerii che era chiamato a seguire239. Rispettando la durata semestrale della magistratura, Giovanni avrebbe dovuto

concludere il suo incarico a ottobre ma in realtà così non avvenne.

Durante il 1390 si avvicendarono all'officio ingigneriorum oltre a Giovanni altri cinque magistri240,

confermando apparentemente che, non essendo previsto nel dettato statutario che i semestri di riferimento coincidessero necessariamente con i primi e i secondi sei mesi dell'anno solare (pro

primis e pro secundis) poteva accadere che due coppie di ingegneri restassero in servizio nei mesi di

passaggio da un anno all'altro. I nomi dei cinque ingegneri che in quello stesso anno restarono in carica con Giovanni da Siena furono il Magister lignaminis «Guidoni Cavacino» già provisore delle

235 Ibidem, c. 64v (1383, dicembre 29).

236 Ho riprodotto fedelmente la trascrizione redatta da Valeria Braidi, cfr. BRAIDI 2002, pp. 484-485.

237 APP. I - DOC 8 (1390, giugno 10). 238 APP. I - DOC 7 (1390, maggio 25). 239 APP. I - DOC 9 (1390, settembre 5).

240 ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 294 (1390), reg. 70, c. 36v, «Francisco Fatie Inzignerio Comunis nostri» (1390, aprile); ibidem, c. 52v, «Masino de Colla Ingigneiro» (1390, maggio). ASBo,

Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 294 (1390), reg. 71, c. 38r «Guidoni Cavacino et Simo[ne]

Nicolai ingigneriis nostri Comunis» (1390, agosto); ibidem, cc. 41v, 63r, 83v «Guidoni Cavacino Ingignerio nostri Comunis» (1390, agosto, ottobre, novembre); ibidem, c. 48v «Magistro Iohanni Guillielmi de Senis Ingignerio nostri Communis» (1390, settembre); ibidem, cc. 56v e 68r «Anthonio vocato Pouro/dicto lo Povero Pauli Ingignerio nostri Comunis» (1390, settembre); ibidem, c.80r «Simo[ne] Nicolai ingigneriio nostri Comunis» (1390, novembre).

fortezze del Comune241 e chiamato quale ingegnere a restaurare la residenza bolognese di Astorre

Manfredi242; «Masino [Pauli] de [la] Colla» che già nel 1384 aveva ottenuto la licenza di ingegnere

per un anno243, carica che ricoprirà altre due volte: nel 1387 seguendo il laborerio della Rocca di

Cento244 e nel 1389, coinvolto in una disputa di confini tra i Bolognesi e il Marchese di Ferrara245;

«Francisco Fat[h]ie» impegnato in quell'anno nel laborerio del castello di Crespellano246;«Simo[ne]

Nicolai» chiamato alla risistemazione delle carceri del Palazzo del Podestà247, poi a seguire le

riparazioni del Canale di Reno presso il Maccagnanoe248 e impegnato l'anno successivo sempre in

qualità di ingegnere con «Guidoni Cavacino» nella riparazione di diverse fortificazioni249; infine

«Anthonio vocato Pouro/dicto lo Povero Pauli» già eletto ingegnere del Comune per due volte: nel 1384250 e nel 1387 quando è deputato alle riparazioni del castello di Crespellano251 mentre nel 1390

sarà al servizio di Bologna per 117 giorni contro i ribelli che tenevano la fortezza di Monte Battaglia252 poi demolita sotto la direzione di Giovanni da Siena.

Stando ai registri dell'Ufficio per la condotta degli stipendiari253 prima dell'emanazione degli statuti

del 1389 il trattamento economico sembra non essere sempre omogeneo per tutti gli ingegneri in carica; un'eterogeneità di compensi che forse solo in parte può essere spiegata con l'allontanamento o meno dalla città per seguire i cantieri aperti nel contado: molto spesso i salari si attestano sulle 11 lire, 6 soldi, con una punta massima raggiunta da «Masino Pauli de la Colla» nel 1384 con 15 lire (non soggette a detrazioni) e una punta minima toccata da «Magister Anthonius Martini murator» con 7 lire mensili nel 1388254. Verosimilmente poco prima dell'entrata in vigore dei nuovi statuti, gli

organi comunali assunsero un provvedimento datato 22 ottobre 1389, che fissava a 8 lire il salario massimo percepibile degli ingegneri255 ma tale limite venne poi superato dalla rubrica sopra citata

fissando per tutti la retribuzione di 10 lire mensili; apparentemente gli ingegneri che si alternarono da quel momento furono trattati secondo questa norma senza disparità almeno fino al 1395, anche se resta qualche dubbio intorno ai pagamenti eccedenti necessari a coprire le spese delle missioni

241 ASBo, Comune, Governo, Riformagioni e provvigioni cartacee, b. 294, reg. 70, c. 3v, «Guidoni Cavacino Magistro lignaminis olim provisori fortiliciorum Comunis Bononie» (1390, gennaio 7).

242 Ibidem, b.294, reg 71, c.83v. Troviamo impiegato «Guidoni [Francisci] Cavacini» già nel 1387 nell'edificazione di un fortilizio presso Pegola (ibidem, b.291, reg 61, cc. 168v, 185v, 202v). Forse fratello di Guido è «Iohanni Francisci Chavazini» eletto ingegnere del Comune per l'anno 1387 (ibidem, b.291, reg 60, c. 15v) e nuovamente nel 1389 quando viene occupato nella riparazione delle fosse del «Castri Oxelini» e nella riparazione e fortificazione della bastia di San Procolo (ibidem, b.293, reg 65, cc. 31r, 61r, 38v, 60v).

243 Ibidem, b. 289, reg 56, c. 11v; cfr. anche ibidem, b. 290, reg 58, cc. 9r, 30r 244 Ibidem, b. 291, reg 61, c. 28v. 245 Ibidem, b. 293, reg 64, c129v. 246 Ibidem, b. 294, reg 70, c37r. 247 Ibidem, b. 294, reg 68, c. 83v. 248 Ibidem,b. 294, reg 71, c. 88v. 249 Ibidem, b. 295, reg 73, c4r. 250 Ibidem, b. 290, reg 57, c. 27r. 251 Ibidem, b. 291, reg 61, c. 211r.

252 Ibidem, b.294, reg 71, c. 66r. «Anthonio vocato Pouro/dicto lo Povero» ricoprirà ancora unaa volta la carica di ingegnere comunale nel 1396 (ASBo, Comune, Governo, Ufficio per la condotta degli stipendiari, reg. 65, c. 80v) 253 A partire dai registri del 1384.

254 ASBo, Comune, Governo, Ufficio per la condotta degli stipendiari, reg. 30, c. 114r: ingenerii Comunis Bononie: «Masino Pauli de la Colla (1384-1385, cinque mesi, con salario mensile di 15 lire non soggette a detrazioni); Magistro Laurencio de Bagnomaino (1384, 2 mesi, 8 lire al mese; 1385, 2 mesi con salario mensile di 12 lire, diminuite a 11 lire, 6 soldi); Berto Cavaleto» (1384-1385, 6 mesi, con salario mensile di 12 lire diminuite a 11 lire, 6 soldi ); ibidem, reg. 35, c. 136r: «Magister Galaotus Mengolini de Raygoxa (1387, tre mesi, con salario mensile di 12 lire diminuite a 11 lire, 6 soldi); Ser Minus Panfili»; reg. 39, c. 123v «Magister Tadeus Pacis Fisi Magister lignaminis» (1387, sei mesi, con salario di 12 lire diminuite a 11 lire, 6 soldi) ; reg. 40, c. 123r-v «Magister Mino de Scarmasis» (1387 sei mesi con

extra moenia256. Gli ultimi anni del governo comunale ridussero a 8 lire i salari più bassi,

probabilmente riguardanti coloro che operavano in città, aumentando viceversa a 17 lire la

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