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Lo sviluppo della città in rapporto al fiume.

P ARTE IV: 1425-1439 G IOVANNI DA S IENA ALLA CORTE DI N ICOLÒ III D 'E STE

4.3. I L C ASTEL N UOVO DI F ERRAR a

4.3.2. Lo sviluppo della città in rapporto al fiume.

Ferrara prese forma in epoca alto-medievale sulla riva sinistra del Po. Il fiume fu la spina generatrice lungo cui si organizzarono il primitivo nucleo insediativo e i successivi accrescimenti che concorsero alla formazione della struttura urbana almeno sino al X secolo e poi ancora a nella seconda metà del XV. La città sorse poco più a monte del cuneo di biforcazione del fiume principale che dava origine al Po di Volano e al Po di Primaro; lungo un tratto in cui l'attraversamento fluviale doveva essere reso meno difficoltoso dalla presenza dell'isola di S. Bartolo o del Belvedere, posta ad ovest, e l'isola di Sant'Antonio situata ad est864.

La presenza dell'acqua appare un elemento costante della Ferrara medievale: quella delle paludi che la circondavano, quella dei corsi d'acqua naturali e artificiali e quella del fiume, fattore imprescindibili all'origine delle dinamiche dello sviluppo urbano. che poteva diventare elemento di difesa militare ma anche minaccia implacabile nel caso di piene rilevanti.

Intorno alle incerte origini di Ferrara si sono sviluppate tra basso medioevo ed età moderna tre distinte tradizioni che a seconda dei casi rintracciano dal punto di vista cronologico la genesi della città tra tardo antico ed epoca bizantina e dal punto di vista topografico ricercavano i prodromi dello sviluppo urbano nello spostamento da un primo insediamento posto nel cuneo di biforcazione fluviale tra Po di Volano e Primaro alla sponda settentrionale, dove la città si trova tutt'ora865.

863 CECCARELLI 1998a, pp. 16-36.

864 PATITUCCI UGGERI 1982, pp. 25-28. In seguito alla rotta di Ficarolo, con il graduale impoverimento della portata del

fiume, il restringimento dell'alveo e la migrazione del principale corso d'acqua verso sud, il ramo che divideva a settentrione l'isola di Sant'Antonio dalla sponda sinistra si prosciugò e la sua area venne compresa nella città e urbanizzata nella seconda metà del XV secolo. Gli sconvolgimenti dell'assetto idraulico determinarono successivamente anche la scomparsa dell'isola di S. Bartolo o del Belvedere.

865 PATITUCCI UGGERI 1982, pp. 28-32. Una prima linea interpretativa si fonda sul falso diploma teodosiano,

(documento redatto in ambiente bolognese tra il 1228 e il 1234), ripreso nella seconda metà del Duecento nella Vita in volgare di San Petronio, e infine utilizzato da Riccobaldo nella stesura della Chronica parva ferrariensis agli inizi del XIV secolo. Secondo questa tradizione l'insediamento originario denominato Ferrariola sarebbe stato collocato nel cuneo di ramificazione fluviale che dà origine al Po di Volano e al Po di Primaro; per Riccobaldo, in ragione dell'antagonismo con Bologna o Ravenna gli abitanti di questo centro si sarebbero spostati sulla sponda sinistra del fiume dove prese poi corpo la città odierna in un periodo implicitamente successivo alla VII secolo quando l'autore della Chronica fissa il trasferimento della sede episcopale da Voghenza a S. Giorgio transpadano. Una seconda tradizione, in cui si inserisce l'opera tardo quattrocentesca di Pellegrino Prisciani, sosteneva l'esistenza di Ferrara già nell'età antica muovendo da un passaggio del Boccaccio che in un suo dizionario erudito (De montibus, silvis, fontibus,

lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus et de diversis nominibus maris) individua arbitrariamente la coincidenza tra

un Forum Alieni, citato da Tacito, nell'abitato di Ferrara (Tacito III, 6; BOCCHI 1974, 24S). Per il Prisciani il Forum

Alieni coincideva con Ferrariola e lo spostamento sulla sponda settentrionale del fiume poteva essere spiegato alla falso

La fragilità delle tradizioni son sembra sino ad ora trovare compensazione nel quadro delle fonti documentarie note: la prima menzione autentica di Ferrara risale infatti al 757 e riguarda la promessa fatta da Desiderio a papa Stefano II della restituzione al pontefice di Faenza, Bagnacavallo, Gavello e dell'intero ducatus Ferrariae866. Seconda una posizione interpretativa che

ha riscosso una certa fortuna critica a partire dai primi anni '70 del Novecento, l'esistenza di un

ducatus Ferrariae nella seconda metà dell'VIII secolo attesterebbe quella di Ferrara intesa come

centro insediativo dotato di importanza politica e amministrativa di un territorio (ducatus) organizzato e dotato di una propria fisionomia e che dalla città prenderebbe il nome867. Secondo una

diversa e più recente lettura, durante l'alto Medioevo il ducatus ferrariae, inteso come spazio geografico, doveva certamente possedere uno specifico peso sul piano istituzionale ma non necessariamente l'attributo ferrariensis può essere assunto come prova sufficiente dell'esistenza di un centro abitato da cui il ducatus avrebbe poi preso il nome868.

Il silenzio delle fonti appare impenetrabile e solo nell'838 apprendiamo di un placito tenuto a Rovigo a cui presero parte i messi imperiali e papali e in cui era presente un certo Gregorius de

Ferraria dativus, tale testimonianza è stata presa come ulteriore prova dell'esistenza di un

organismo urbano compiuto869. Ma bisognerà attendere la seconda metà del X secolo perchè Ferrara

sia menzionata espressamente come civitas870. In questo periodo si registrano alcune richieste e

concessioni di enfiteusi che forniscono i primi dati utili sulla topografia urbana: ad esempio viene citato nel 952 il murus civitatis, la ripartizione in fundi e in casalia (che rimanda ad un tessuto urbano ancora caratterizzato da denominazioni rurali), l'androna de comune percurrente in fluvio

Pado (probabilmente l'attuale via Porta San Pietro) e si cita un casale posto in castello Ferrarie

(anno 1000)871. Nella zona del castrum sorgono anche delle chiese, alcune documentate sin dal

secolo decimo come quella di San Pietro e Paolo nel centro del castrum, quella di San Salvatore e quella di Sant'Alessio attestata più tardivamente872 .

Da quanto sino ad ora trattato appare chiaro come le fonti scritte, difficilmente suscettibili di ulteriori apporti documentari, restituiscano un quadro assai problematico sulla genesi e sullo sviluppo della struttura urbana ferrarese, ma nei primi anni '70 del secolo scorso si è tentato di ovviare alla lacunosità della documentazione attraverso ipotesi basate su considerazioni topografiche esaminando le foto aeree e la cartografia tecnica corrente873 e prendendo in esame i

primi risultati delle indagini di carattere archeologico874. Questi studi hanno identificato sulla

sponda sinistra del fiume il nucleo del primitivo castrum a cui sarebbero seguiti graduali accrescimenti che avrebbero dato forma alla città medievale. L'area del castrum è stata individuata nella zona attraversata da via Porta San Pietro e attorniata da un doppio circuito di strade disposte a ferro di cavallo secondo il tracciato di Via Cammello – Via Carmelino – Via Borgo di Sotto – Via Ghisiglieri (per l'anello più esterno) e da Via Blefiore – Via Fondobanchetto (per il versante più interno). I due tracciati insistono a sud sulla fascia compresa tra Via Coperta e Via Carlo Mayr dove si attestava la riva dell'antico corso del fiume, all'interno del perimetro il tessuto si compone di

Baruffaldi. Un terzo filone fa rifermento a Flavio Biondo, che probabilmente si basava su Andrea Agnello ( liber

pontificalis ecclesie ravennatis), e attribuisce la fortificazione di Ferrara all'esarca Smaragdo che l'avrebbe realizzata tra

il 584 e il 605 al fine di ostacolare l'avanzata dei Longobardi. Questa linea interpretativa fu ripresa da Leandro Alberti e da Girolamo Rossi.

866 LIBER PONTIFICALIS; CODEX CAROLINUS, Nel Liber pontificalis, compare semplicemente il nome Ferraria, mentre

nel Codex Carolinus è chiamata ducatus Ferrariae.

867 BOCCHI 1974, pp. 34-37; PATITUCCI UGGERI 1982, p. 32.

868 GELICHI 2012, p. 9.

869 BOCCHI 1974, p. 67.

870 BOCCHI 1974, p. 73, ivi nota 185. Tra i redattori di un documento riguardante un'enfiteusi nel 952 compare un certo

Andrea che si qualifica come tabellio civitatis Ferrararie. 871 BOCCHI 1974, pp. 73-77.

872 BOCCHI 1974.

873 BOCCHI 1974; 1976.

isolati dalla forma allungata disposti parallelamente all'asse centrale costituito da Porta San Pietro. L'area così racchiusa presenta uno sviluppo altimetrico sensibilmente superiore rispetto alle altre zone della città attuale, con una pendenza che varia dai 10 metri sino ai 7 per il bordo meridionale, mentre il resto delle aree urbane si attestano su livelli compresi tra i 7 e gli 8 metri875. Il tracciato dei

percorsi perimetrali coinciderebbe con la cinta difensiva del castrum probabilmente consistente in un primo momento in un terrapieno e una fossa, che furono potenziati nel X secolo con mura in laterizio circondate da un fossato876. Alla luce di queste considerazioni è stata formulata un'ipotesi

che ha incontrato una vasta fortuna critica e che ha datato le origini della città in relazione a una presunta presenza bizantina tra il VI e il VII secolo. Secondo questa congettura le tracce topografiche del castrum sopra descritto sono quelle di una struttura difensiva posta a protezione di un insediamento militare bizantino concepito per contrastare l'avanzata dei Longobardi. La scelta del sito, asseconderebbe in parte logiche di controllo militare, sfruttando un'area dotata di una giacitura ad una quota superiore rispetto al suo intorno, in un luogo collocato lungo la riva del fiume per garantire il collegamento con la città di Ravenna da cui dipendeva. L'articolazione della struttura urbana organizzata i isolati allungati è stata messa in correlazione con quella dei fundi

limitanei, intesi come unità di coltivazione assegnate ai militari nelle terre di confine877.

Parallelamente i ritrovamenti archeologici emersi dagli scavi condotti presso la cosiddetta Casa del

Capitano, posta all'angolo sud-ovest del castrum, sono stati datati al periodo Bizantino878.

Le ipotesi derivate dalle analisi topografiche e le datazioni dei resti archeologici avanzate negli studi degli anni '70 sono divenuti più recentemente materia controversa: è stata infatti messa in discussione la coincidenza tra il castrum citato della nelle enfiteusi del X secolo e quello ipotizzato in epoca bizantina879, mentre i reperti archeologici della Casa del Capitano, alla luce nuove tecniche

interpretative, sono stati datati per periodi successivi in accordo con le datazioni riguardanti il quadro complessivo degli scavi realizzati in area urbana che sino ad oggi non avrebbero individuato reperti riferibili a periodi precedenti al X secolo880.

La storiografia urbana ha considerato oltre al castrum un secondo elemento generatore individuabile nella sede della primitiva cattedrale di San Giorgio sorta all'estremità settentrionale del cuneo di biforcazione fra il Po di Volano e il Po di Primaro e raggiungibile dall'insediamento fortificato oltrepassando il fiume e l'isola di Sant'Antonio. La sede vescovile sarebbe stata istituita in seguito al trasferimento di quella di Voghenza: anche in questo caso la datazione dell'evento appare incerta: la tradizione colloca nel VII secolo lo spostamento, l'ipotesi della storiografia più recente la fissa non prima dell'VIII secolo, mentre i documenti certi, analogamente all'area del castrum, compaiono solo a partire dal X secolo881.

Come già osservato la documentazione sull'alto Medioevo ferrarese è molto lacunosa e solo dal X secolo, attraverso una serie di atti quasi tutti privati, emergono i primi dati che ci informano di come la città si fosse estesa ben oltre le mura del castrum: a occidente con l'insediamento del cosiddetto

borgo superiore e a oriente con l'abitato detto borgo inferiore. I due borghi seguono una struttura

parafluviale testimoniando come il corso del Po rappresentasse ancora l'asse attrattore per i nuovi

875 BONDESAN - FERRI - STEFANI 1995, p. 34.

876 BOCCHI 1974; VISSER TRAVAGLI 1995, p. 181.

877 BOCCHI 1974, pp. 45-53.

878 PATITUCCI UGGERI 1973; 1974 e 1976

879 Il castrum identificato dalle interpretazioni degli anni '70 del secolo scorso trova coincidenze nei castelli di popolamento propri della signoria territoriale (corrispondente ai secoli centrali del Medioevo), scarsamente militarizzati e caratterizzati da aree insediative comprese tra 1 e 2 ettari, affiancati spesso a tombe. Il caso ferrarese si discosta da questo modello per la presenza di chiese all'interno del perimetro difensivo, aspetto che non compare negli altri castelli padani. LIBRENTI et al. 2004; GELICHI – LIBRENTI 2005; LIBRENTI - NEGRELLI 2006; GELICHI 2012.

880 GELICHI 2012.

881 VISSER TRAVAGLI 1995, p. 181. Sulla debolezza della tesi sulla presenza della sede della cattedrale di S. Giorgio

insediamenti882 urbani. Il popolamento di queste aree risulta sintomatico di uno sviluppo

demografico ed economico che vedeva la città assumere un ruolo di primo piano negli scambi commerciali che avvenivano attraverso la via d'acqua883.

Il borgo superiore si estendeva dal fronte occidentale del castrum sino all'odierna via Boccacanale di Santo Stefano il cui tracciato sinuoso attesta la presenza di un canale sfruttato come fossa difensiva del fronte occidentale della città. L'abitato nella prima metà del Trecento era già cresciuto verso ovest, al di là di questo limite, attorno alla fortezza di Castel Tedaldo fatta erigere dai Canossa probabilmente agli inizi del XI secolo884. A sud il borgo superiore si sviluppava in aderenza con il

fiume mentre a settentrione era delimitato e difeso da un corso d'acqua ora scomparso compreso tra il tracciato delle vie Garibaldi-Contrari-Zemola-Paglia (che ne identificano la sponda settentrionale), e quello delle vie Concia-piazzetta Vegri-vicolo mozzo della Sacca-Cortevecchia- Mazzini-Saraceno (in corrispondenza della sponda meridionale). Questo corso d'acqua aveva quindi andamento ovest-est e confluiva nel centro del fossato settentrionale del castrum885. Presso il borgo

superiore era inoltre situata la piazza principale: platea publica maior, posta vicino al Po fra la via

Buonporto e l'attuale via Gioco del Pallone886. Il borgo inferiore si sviluppò ad oriente del castrum

ancora in aderenza alla sponda settentrionale del fiume887.

Tra la fine del X e il principio del XI secolo la città fu sottoposta alla dominazione del marchese Tedaldo di Canossa che la trasmise ai suoi discendenti sino a Matilde, morta nel 1115. Durante il governo di Tedaldo fu impiantato il castello che da lui prese il nome, eretto all'estremo occidentale dell'abitato sulla sponda settentrionale del fiume. Durante il periodo del dominio canossiani il

castrum divenne sede della classe dirigente888 della città e vennero erette nuove chiese all'interno del

circuito fortificato ma anche oltre il fiume, nella zona del futuro borgo di San Luca.

A partire dal 1106 e soprattutto dopo la morte di Matilde di Canossa, la città vide l'affermarsi delle istituzioni comunali e con esse la clamorosa edificazione della nuova cattedrale nel 1135: la materializzazione più eloquente della conquista dell'autonomia cittadina. Il duomo fu realizzato a cavallo del limite settentrionale del circuito difensivo in posizione equidistante dai due estremi dell'insediamento; lungo il lato meridionale della cattedrale fu realizzata la nuova piazza destinata ad ospitare le attività commerciali e il mercato cittadino nonché lo spazio su cui sarebbero sorti la prima domus comunis e la residenza della famiglia Adelardi che divenne poi sede del palazzo di Corte degli Estensi889.

La costruzione della cattedrale non definisce solo il nuovo cuore della vita civile e politica della città ma, con il superamento delle antiche difese settentrionali, apre la strada ad una decisa urbanizzazione verso Nord, determinando la formazione del cosiddetto Borgo Nuovo, attestato per la prima volta nel 1194 ed esteso da via Cairoli sino alla piazzetta Castello. Durante il XIII secolo l'espansione periferica fu ulteriormente sostenuta dall'insediamento in città degli ordini mendicanti le cui chiese e i cui conventi costituivano ulteriori poli di attrazione urbana890.

La cattedrale e la piazza realizzati dal comune cambiarono le direzioni di espansione delle città che fino a quel momento si erano prevalentemente concentrate secondo strutture parafluviali, solo con

882 La struttura urbana rispecchia la preminenza del fiume, gli isolati del borgo superiore e le sue vie tendono ad avere forme perpendicolari al corso d'acqua verso cui la maggior parte delle strade trovano sfogo.

883 PATITUCCI UGGERI 1982, p. 45 e p. 48.

884 PATITUCCI UGGERI 1982, pp. 48-49. Lo sviluppo del borgo superiore oltre via Boccacanale di Santo Stefano nella

prima metà del Trecento è testimoniata dalla pianta redatta da Fra Paolino Minorita, vedi BONDANINI 1973. I dati

archeologici testimoniano la crescita urbana oltre la via Boccacanale di Santo Stefano, presso la chiesa di S. Nicolò già nel XII secolo, cfr. PICCININI 1995; LIBRENTI - NEGRELLI 2006.

885 PATITUCCI UGGERI 1982, pp. 36-37; GUARNIERI 1995 p. 169; LIBRENTI - NEGRELLI 2006.

886 VISSER TRAVAGLI 1995.

887 PATITUCCI UGGERI 1982, pp. 55-57.

888 In ragione della presenza del gruppo dirigente fedele ai Canossa, il castrum fu anche dello Castello dei Cortesi. 889 Sulla formazione del nuovo nucleo di edifici istituzionali attorno alla piazza della cattedrale si rimanda a ROSEMBERG 1997, pp. 14-20.

l'impoverimento idrico del fiume e il conseguente prosciugamento del ramo settentrionale che divideva l'isola di Sant'Antonio dalla città emersero le condizioni per un ulteriore “addizione” verso Sud che prese forma nella seconda metà del Quattrocento.

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