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P ARTE IV: 1425-1439 G IOVANNI DA S IENA ALLA CORTE DI N ICOLÒ III D 'E STE

4.2. L A R OCCA G RANDE DI F INALE E MILIA

4.2.8. Rappresentazioni grafiche

I rilievi eseguiti durante il XIX secolo818 e la ricognizione delle odierne strutture superstiti si

presentano chiaramente compatibili con quanto rappresentato nella più antica restituzione planimetrica della Rocca Grande: un disegno anonimo raffigurante il piano nobile del castello e databile verosimilmente al XVI secolo819. Il confronto tra queste fonti mostra però anche gli

sconvolgimenti apportati da manomissioni, demolizioni e superfetazioni che almeno a partire dal Cinquecento alterarono pesantemente l'assetto complessivo.

La finalità per cui fu elaborata la pianta cinquecentesca non è chiara ma in proposito è stato ipotizzato che questa potesse essere stata realizzata in previsione di uno di quegli interventi di risistemazione che riguardavano gli ambienti interni ogni qualvolta risultava imminente la visita del principe820; a confortare questa interpretazione è l'indicazione didascalica che ci informa sulla

destinazione degli spazi rappresentati nella planimetria definiti come l'«Appartamento di sopra, della Rocca dove deve allogiar S[ua]. A[ltezza]».

Il disegno ci fornisce un'immagine complessiva dei vani interni escludendo di segnalare la presenza di ulteriori strutture che avrebbero dovuto caratterizzare il perimetro dell'edificio, come i rivellini, i ponti mobile, i fossati e il corso del Naviglio, così da lasciar supporre che l'elaborato non fosse stato redatto a fini militari, in tal caso sarebbe stato infatti significativo rappresentare i dispositivi posti a protezione del complesso.

Gli spazi occupati dalle quattro torri angolari e dal mastio sono chiaramente individuabili, la struttura di quest'ultimo si colloca in posizione disassata rispetto al lato settentrionale. La torre di nord-est è occupata dalla «Stanza da Legna» delimitata da un perimetro murario con un accentuato sviluppo longitudinale in direzione est-ovest.

Gli ambienti dell'appartamento del marchese si distribuiscono nel corpo ad “L” rovesciata comprendente il lato lungo a sud, il lato corto che guarda a nord e le tre torri angolari poste a sud-

814 ACIDINI LUCHINAT – SERCHIA 1985, p. 494 p. 499.

815 GERRINI – TOSELLI – SOVIC – CAMPAGNOLI 2010, p. 152.

816 GUERRA 2007, pp. 21-32.

817 GERRINI – TOSELLI – SOVIC – CAMPAGNOLI 2010, pp. 152-153.

818Si veda in particolare le carte ottocentesche: ASMo, Genio Civile, Fiume Panaro, Mappe, n. 10/1 (anno 1820); e ASMo, Genio Civile, Fiume Panaro, Busta 196, anno 1861, Fasc. "Fabbriche governative". Un disegno parziale dell'angolo di sud-est della rocca, datato 1783, è conservato in: ASMo, Mappe in volume, n. 10, mappa n. XXXIII. I tre elaborati grafici sono stati recentemente riprodotti in: CALZOLARI – RIGHINI – TUSINI 2009, p. 201, fig. 9 e p. 203, fig. 11;

p. 200, fig. 8.

819ASMo, Mappario Estense, Fabbriche 94/84. disegno a inchiostro. Si tratta di una pianta anonima e senza data che rappresenta il secondo piano della rocca. Si veda in proposito VAN BERGEIJK 1991.

est, sud-ovest e nord-ovest. Il complesso formato da questi corpi di fabbrica racchiude lo spazio del cortile loggiato, delimitato, in corrispondenza del corso del Naviglio dalla presenza di un alto muro perimetrale che doveva presentare probabilmente un cammino di gronda merlato.

Ad ovviare alla disposizione delle stanze passanti è il «coridore lungo p. 56» che identifica lo spazio occupato dal terzo livello del loggiato sul cortile interno. In virtù di chiare esigenze difensive lo spessore delle murature delle cortine sul perimetro esterno e delle torri angolari appare sensibilmente maggiore, ancora più significativo è l'ispessimento del muraglione settentrionale tra il mastio e l'ala di nord-ovest, probabilmente anche determinato da ragioni di contenimento delle acque del canale. Questo muro appare inoltre privo di contrafforti che avrebbero maggiormente irrigidito la struttura sottoposta ad un attacco o alla pressione di una piena. Maggiori perplessità desta lo spessore del muro posto tra il corpo della «Stanza da Legna» e lo spazio racchiuso nella torre di sud-est.

A parte il corpo longitudinale che viene indicato esplicitamente come magazzino per la legna, il disegno non fornisce indicazione alcuna sul nome con cui venivano connotati gli altri ambienti, né tanto meno sulla destinazione d'uso a cui dovevano rispondere.

Il progetto di Terzo Terzi per le nuove fortificazioni finalesi821 offre una visione parziale del

perimetro occupato dalla rocca, mostrando unicamente il profilo dell'edificio che si protraeva oltre il tracciato orientale delle mura di Bartolino. Questo elaborato mostra un'articolazione della rocca non completamente aderente con quella delineata nella planimetria del piano nobile richiamata poc'anzi: si individuano infatti con facilità la torre di sud-est e il torresino che sorvegliava l'accesso alla cortina meridionale mentre lungo il versante orientale dove ci si sarebbe aspettati di trovare l'ingombro rettangolare del magazzino della legna, avanzano verso est i profili di due corpi di fabbrica addossati l'uno all'altro.

La pianta del piano nobile e il disegno delle nuove fortificazioni finalesi inquadrano la rocca secondo un'attenzione diversa in ragione di due scale e due finalità differenti: la prima mostra con accuratezza la distribuzione degli spazi interni, fornendo l'immagine dettagliata dell'articolazione complessiva dei corpi che componevano il più rappresentativo dei livelli, la seconda fonte, offre invece un'immagine solo parziale del perimetro occupato dal fortilizio lungo il versante orientale. La divergenza delle due fonti sulla rappresentazione dell'angolo nord-est solleva tuttavia alcune perplessità: se infatti la raffigurazione degli appartamenti (anonima e senza data) fosse antecedente al disegno (anonimo e senza data) attribuito a Terzo Terzi ci si dovrebbe interrogare se il primo non raffiguri un assetto maggiormente vicino a quello originario mentre il secondo corrisponda o meno con la registrazione di una trasformazione a cui fu soggetta questa parte del complesso. Questo problema, sembra ulteriormente corroborato dalla difficile interpretabilità dello spessore della struttura muraria che unisce il corpo angolare di nord-est con quello della cortina orientale, questa presenta apparentemente una dimensione sproporzionata rispetto alle altre murature, certamente ingiustificabile per un muro di ripartizione interna. Forse si tratta di due murature separate da un'intercapedine ma al momento senza ulteriori conferme la questione è destinata a restare un punto irrisolto.

Una prima immagine degli alzati del castrum e della rocca822 è fornita da un disegno senza data

(forse del XV secolo?823) raffigurante l'insediamento secondo una visione pseudo-prospettica,

schematica e fantasiosa che rende la fonte poco utile per una ricostruzione attendibile. Dalla rappresentazione non ci si può fare un'idea dei reali rapporti geometrici e proporzionali che connotavano le strutture dell'abitato; al limite si può pensare a questa immagine come una trasposizione della gerarchia simbolica secondo cui veniva percepita in quel tempo la topografia urbana. La Rocca Grande è correttamente collocata all'estremità del castrum presso il Naviglio lungo il cui percorso si notano due ponti (uno all'estremità orientale, l'altro al centro dell'insediamento) e un grande arco gettato tra le due sponde del versante occidentale. La mole del

821 ASMo, Mappario Estense, Grandi mappe, n. 156. 822ASMo, Mappe e disegni, Territori, n. 175.

mastio è coronata da un apparato a sporgere su cui si innestano due torrette sovrapposte mentre una cortina merlata, fornita di una porta ad arco, lo unisce con una seconda torre di altezza inferiore anch'essa sovrastata da una piccola torretta. L'abitato si presenta sprovvisto di mura perimetrali il che farebbe pensare ad una rappresentazione precedente all'intervento di Bartolino o per contro successiva alle demolizioni cinquecentesche, anche questo punto resta una questione irrisolta. Pur scontando evidenti schematizzazioni risulta più utile il disegno redatto da Ippolito Allinovi datato 13 agosto 1654 e conservato presso l'Archivio di Stato di Modena824. Questa raffigurazione

mostra la parte dell'abitato di Finale a nord del Panaro, con gli edifici civili e le due rocche rappresentati in alzato. Della Rocca Grande di possono individuare i principali elementi volumetrici menzionati nelle fonti dei tempi successivi e rappresentati nella pianta cinquecentesca. Le architetture del castello si attestano a ridosso del corso d'acqua e vengono qui rappresentate come un insieme isolato, privato del raccordo con le mura cittadine che nel frattempo erano state demolite825. Il complesso è contraddistinto dalla presenza di quattro torri, tre di simile altezza e una

con sviluppo verticale maggiore (mastio). sormontate da un apparato a sporgere merlato e coperte da un tetto a padiglione. La parte inferiore delle tre torri più piccole viene nascosta dalla disposizione degli altri corpi di fabbrica, mentre per il mastio, rappresentato in primo piano, lungo il corso del Naviglio di Modena, si può vedere la base a scarpa cordonata.

La medesima soluzione del basamento contraddistingue inoltre una parte del fabbricato che si estende in aderenza al corso d'acqua alla sinistra del mastio (equivalente al lato nord-est della rocca che nella pianta cinquecentesca era occupata dalla «Stanza da Legna»).

Le strutture che identificano le cortine vengono raffigurate con grande semplicità da due corpi apparentemente addossati l'uno all'altro, contraddistinti da un marcato sviluppo longitudinale est- ovest, di altezza diversa e coperti da un tetto a falde.

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