• Non ci sono risultati.

Cantieri della costruzione

Tre cantieri diversi per dimen- sione, destinazione, per le tecno- logie adottate, nonché per lo sta- to di avanzamento dei lavori in atto, quelli proposti nell’ambito dei Cantieri della Costruzione 4.

Con enfasi e passione coin- volgente Donatella Mazzoleni ha presentato il progetto per la Piaz- za Civica di Montella, intervento che l’ha vista protagonista sia in qualità di progettista che di D.L.

Un affascinante cantiere dalle significative connotazioni pro- gettuali determinate in relazione al legame con il territorio nonché per le proposte elaborate nel ri- spetto di principi di sostenibilità e compatibilità ambientale.

Un’idea, quella dell’edificio- piazza, volto alla realizzazione del Palazzo Comunale, ma an- che alla definizione di un luogo in cui i cittadini possano ritrovare quell’identità locale, fortemente compromessa a causa delle rico- struzioni post-sismiche.

Cantieri della costruzione 4

Tre cantieri diversi per dimen- sione, destinazione, per le tecno- logie adottate, nonché per lo sta- to di avanzamento dei lavori in atto, quelli proposti nell’ambito dei Cantieri della Costruzione 4.

Con enfasi e passione coin- volgente Donatella Mazzoleni ha presentato il progetto per la Piaz- za Civica di Montella, intervento che l’ha vista protagonista sia in qualità di progettista che di D.L.

Un affascinante cantiere dalle significative connotazioni pro- gettuali determinate in relazione al legame con il territorio nonché per le proposte elaborate nel ri- spetto di principi di sostenibilità e compatibilità ambientale.

Un’idea, quella dell’edificio- piazza, volto alla realizzazione del Palazzo Comunale, ma an- che alla definizione di un luogo in cui i cittadini possano ritrovare quell’identità locale, fortemente compromessa a causa delle rico- struzioni post-sismiche.

Dell’intero progetto un solo

settore dell’anello, che disegna la piazza ovoidale, è stato ulti- mato.

Questo ha permesso agli stu- denti di comprendere e valutare le diverse fasi costruttive conte- stualmente presenti, nonché di osservare le parti della macchi- na architettonica, che risulteran- no celate ad intervento ultimato. Una concreta esperienza basata sul confronto e sulla disamina delle tecniche e tecnologie adot- tate: solai in legno, cordoli e fon- dazioni in calcestruzzo armato, murature realizzate in blocchi di tufo, breccia irpina, costruiscono il progetto.

I due cantieri visitati a Beneven- to sono stati illustrati dall’arch. Pasquale Palmieri, incaricato della progettazione e della D.L. dell’ampliamento del Palazzo di Giustizia e come R.U.P. per il progetto del Polo Museale di Piazza Duomo.

Un’intera giornata, quella tra- scorsa nel capoluogo sannita,

alla scoperta di due cantieri che non hanno deluso le aspettative, fonti di saperi e di conoscenza. Il primo, in fase ormai di ultima- zione, presenta un’architettura ormai configurata in cui forma- tive sono state le riflessioni sulle soluzioni impiantistiche e tecno- logiche adottate.

Diverso il cantiere del museo, lontano dall’essere ultimato, in cui suggestivo è stato muoversi tra le molteplici centine metal- liche e i materiali accantona- ti pronti per la messa in opera, dove sono stati accuratamente illustrati gli aspetti pratici ed or- ganizzativi di un cantiere.

Solo la profonda consapevo- lezza e conoscenza delle tecni- che, l’esperienza e le capacità acquisite in cantiere consentono il tramutarsi dei molteplici elabo- rati esecutivi in architettura sotto il vigile e costante controllo degli addetti ai lavori.

40

Il progetto per la nuova sede del Comune di Montella risale al 1989, più di venti anni fa, al concorso nazionale di idee ban- dito dal Comune di Montella e dalla Comunità Montana Termi- nio Cervialto per le nuove sedi delle due istituzioni, distrutte dal terremoto del 1980. Conoscevo abbastanza bene l’Irpinia pre- terremoto, con i suoi borghi-’pre- sepe’ aggrappati alle montagne, che di notte, a chi percorreva le vecchie strade di crinale o di val- le, apparivano come delle ga- lassie di stelle sospese nel buio circostante delle colline e delle campagne. Conoscevo anche abbastanza bene l’Irpinia post- terremoto, che avevo percorso in lungo e in largo nei giorni e nei mesi immediatamente successi- vi al disastro, con i miei studenti (molti di loro provenienti da lì), e le distruzioni tragiche operate del sisma: la cancellazione totale di Conza, divenuta solo un cimitero; la trasformazione di Calabritto in un ‘teschio’ per la scomparsa del- lo strato delle case, e l’affiorare sulla sommità della collina delle orbite vuote delle antiche cantine; la devastazione che aveva reso irriconoscibili Sant’Angelo dei Lombardi e Lioni... E cominciavo a conoscere anche le molte ulte- riori devastazioni operate da una ‘ricostruzione’ che procedeva in modo massiccio, con forti con-

La piazza civica di Montella Donatella Mazzoleni

dizionamenti politici, su progetti spesso precipitosi, o redatti sen- za studio né rispetto delle identità architettoniche, urbane, paesisti- che, ambientali.

Non conoscevo Montella, e ho cominciato a studiarla partendo dall’analisi della storia e delle storie locali della città, della sua forma materiale, degli indizi resi- dui del mito sotteso alla sua fon- dazione, ed anche del processo allora in atto della sua ricostru- zione, che mostrava molti segni di sofferenza ed un forte rischio di cancellazione di identità, per la mancanza di approfondimenti conoscitivi, l’introduzione acritica e dissennata della sbrigativa tec- nologia del cemento armato e il totale abbandono dei materiali e delle tecniche propri di una tradi- zione secolare e di ogni attenzio- ne all’ambiente.

Questo studio mi ha regalato alcune immagini-guida, che han- no costituito nel corso della lunga vicenda di questi anni il filo con- duttore per lo sviluppo dell’idea, della progettazione ed infine del- la costruzione di questo comples- so urbano.

La mia intenzione è stata fin dall’inizio quella di creare un nu- cleo di rifondazione urbana, che contrastasse il processo di perdita identitaria in corso con la rico- struzione, ed anche un’architettu- ra totalmente bioecocompatibile,

che contribuisse alla guarigione delle già gravi ferite inferte alla città ed all’ambiente.

Ho cercato di disegnare dun- que non solo un edificio (come era richiesto dal bando di concorso), ma, dando all’edificio una forma anulare, un edificio-piazza.

Ho cercato di far sì che questa piazza per la sua forma comples- siva ‘somigliasse’ al paesaggio circostante, ovvero che gli edifici che la definiscono somigliasse- ro a ‘montagne’ e ‘castelli’ (così come si vede intorno alla valle che contiene la città). Che in que- sta piazza anche il tempo fosse scandito e misurato così come nel paesaggio intorno: con la varia- zione dei colori dal cielo rispetto al cammino del sole, ed anche con la variazione dei colori dei boschi di castagno per l’alternarsi delle stagioni.

Ho ordinato e dimensionato l’edificio-piazza con le misure stesse del luogo: in cielo, le mi- sure del cammino del sole (orien- tamento, latitudine e longitudine, proiezioni delle ombre ai solstizi ed equinozi); sulla terra, le misu- re del tessuto urbano circostante (proporzioni degli edifici e delle strade, proporzioni dei vuoti e dei pieni); nell’edificio, le misure dei corpi degli utenti di questi spazi (misure antropomorfe – mani, braccia, passi – e non metrico- decimali).

Infine, ho colorato gli edifici e la piazza seguendo una ‘bussola cromatica’ composta con i colori del cielo e della terra del luogo.

I materiali del progetto: le pie- tre, le terre, i metalli, le acque, l’aria, gli odori, i suoni.

La struttura dell’edificio è in muratura di tufo, i solai ed i tetti sono in legno, le cornici in pietra locale (breccia irpina). L’uso del cemento armato è limitato alle fondazioni ed ai cordoli di irrigi- dimento. L’edificio è così permea- bile al campo magnetico terrestre ed è totalmente traspirante. Tutti i materiali usati per le strutture e le rifiniture sono rigorosamente bioecocompatibili, sull’intero ci- clo vita-morte-vita: produzione- lavorazione trasporto-messa in opera-uso-manutenzione-futura demolizione-futuro riciclo.

Il dimensionamento delle aper- ture varia in funzione dell’orien- tamento al sole e all’esposizione ai venti. L’edificio si riscalda d’in- verno e si raffresca d’estate spon- taneamente grazie al dimensio- namento dei muri, degli infissi ed al sistema di ventilazione natura- le interna orizzontale e verticale. Tutto il complesso della piazza e degli edifici funziona da bacino di raccolta dell’acqua piovana, che viene riutilizzata per la riserva an- tincendio e gli usi non potabili.

Il risultato che spero di raggiun- gere al compimento è quello di

41

Outline

Documenti correlati