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47Il progetto di Piazza Duomo a Benevento

Rosaria Palomba

antico caratterizzato da numerose testimonianze di antichità che si svelano tra storici palazzi, alcuni dei quali versano ancora oggi in condizioni di degrado. Negli ulti- mi decenni l’amministrazione lo- cale ha promosso il recupero e il riutilizzo di spazi urbani ormai ab- bandonati e diversi sono stati gli interventi e le proposte di valoriz- zazione del centro.

Un Concorso di Architettura ad inviti, che ha visto la partecipazio- ne di architetti di fama interna- zionale, è stata la scelta dell’Am- ministrazione comunale che nel duemila ha catalizzato l’attenzio- ne di nomi quali I. Makovecz, M. Graves, P. Portoghesi, O.M. Un- gers e Gabetti&Isola, autori, questi ultimi, del progetto vincitore.

I progetti furono presentati dap- prima alla Commissione giudica- trice e successivamente alla citta- dinanza, coinvolta in un dibattito per la disamina delle peculiarità dei progetti, che contemplavano sia proposte dal carattere più con- servativo che altre più audaci e co- raggiose, manifeste delle differenti personalità coinvolte.

Il concorso prevedeva sia la si- stemazione di Piazza Orsini che la realizzazione di una struttura museale-espositiva per Piazza Duomo. Ai progetti che potremmo definire più monumentali, quelli di Graves, Portoghesi e Ungers, si contrappongono quelli di Ma-

kovecz e dei vincitori che propon- gono delle soluzioni progettuali che rimandano e si riammagliano all’originario tessuto urbano, pre- vedendo dei percorsi di attraver- samento concepiti in continuum con la piazza, proposte basate su un più convincente dialogo con il contesto, decisamente più coin- volgenti e suggestive. Nel rece- pire le indicazioni del concorso, che poneva tra gli obiettivi quello di definire un’architettura fatta di memoria e di suggestioni, l’ar- chitetto ungherese, nell’idea di rendere nuovamente protagonisti gli antichi frammenti archeologi- ci disposti lungo i muri, propose torri rosse di mattoncini non into- nacate a riecheggiare l’immagine delle costruzioni perdute, mentre Gabetti&Isola partirono dall’a- nalisi delle preesistenze del sito, quelle reali del tessuto e quelle della memoria che precedevano le distruzioni belliche, per propor- re un edificio fatto di percorsi pub- blici voltati in mattoncini a vista e l’utilizzo di verde per armonizza- re i pieni ed i vuoti. Un connubio di modernità legata all’antichi- tà, nuove tecniche costruttive che avrebbero permesso di edificare a basso costo e con tempi veloci costruzioni del passato catapultate nel presente. Il legame con l’anti- co diviene il leit-motiv del concept

progettuale. Il progetto vincito- re prevede un nuovo edificio che

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Fig. 1 Benevento, piazza Duomo. Progetto vincitore di Gabetti&Isola

Fig. 2 Benevento, piazza Duomo. Cantiere dello spazio espositivo al primo livello Fig. 3 Benevento, piazza Duomo. Cantiere del giardino pensile

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fronteggia il Duomo, una piaz- za coperta accessibile da due lati, sulla quale insiste l’edificio di nuova costruzione. La struttu- ra in cemento armato, presenta un rivestimento in laterizi misti a ciottoli e tufo su Via Godu- ti, mentre il fronte principale, quello su Corso Vittorio Ema- nuele, è in tufo campano misto a laterizio. Il museo prevede un piano seminterrato, che sarà adibito a spazio espositivo, visti i significativi ritrovamenti arche- ologici, un piano terra, aperto alla città, dove saranno collo- cati il bookshop, la biglietteria ed il foyer, mentre il percorso espositivo si dipana al piano superiore, un unico livello più alto per lo spazio espositivo al coperto privo di tramezzature per garantire la massima ver- satilità, invece dei due piani originariamente previsti, e un giardino pensile posto in coper- tura. Un importante progetto, quello del museo, che attende di essere completato nella spe- ranza che si realizzino le aspet- tative espresse tra gli altri anche da Domenico De Masi, ovvero che una tale opera “lasci il se- gno e proietti il territorio in una dimensione mondiale”.

Fig. 3 Benevento, piazza Duomo. Stato di avanzamento dei lavori

Cantieri della costruzione 5

Il contributo che si è inteso ap- portare agli studenti iscritti a que- sta iniziativa organizzata nell’am- bito del Corso di Laurea in Scienza dell’Architettura da alcuni docenti afferenti al Centro Inter- dipartimentale URBAN/ECO già alla sua seconda edizione, è stato quello di individuare dei cantieri basati su progetti di qualità dalle diverse tipologie: un caso di “co- struire nel costruito”; un gratta- cielo; un grande centro commer- ciale. Nei due ultimi casi la scelta di visitare dei cantieri romani non è stata una velleità bensì un’esi- genza in quanto, come ben noto, da anni Napoli vive una situazio- ne di stasi cantieristica notevole che, con l’intensificarsi della crisi economica nazionale, ha assunto aspetti preoccupanti.

Il primo caso: si tratta della tra- sformazione in albergo di un inte- ressante palazzo per uffici all’in- terno della Mostra d’Oltremare, progettato da Marcello Canino tra il 1938 ed il 1940. La visita al cantiere è stata preceduta da una lettura storico-critica dell’edificio

Cantieri della costruzione 5

Il contributo che si è inteso ap- portare agli studenti iscritti a que- sta iniziativa organizzata nell’am- bito del Corso di Laurea in Scienza dell’Architettura da alcuni docenti afferenti al Centro Inter- dipartimentale URBAN/ECO già alla sua seconda edizione, è stato quello di individuare dei cantieri basati su progetti di qualità dalle diverse tipologie: un caso di “co- struire nel costruito”; un gratta- cielo; un grande centro commer- ciale. Nei due ultimi casi la scelta di visitare dei cantieri romani non è stata una velleità bensì un’esi- genza in quanto, come ben noto, da anni Napoli vive una situazio- ne di stasi cantieristica notevole che, con l’intensificarsi della crisi economica nazionale, ha assunto aspetti preoccupanti.

Il primo caso: si tratta della tra- sformazione in albergo di un inte- ressante palazzo per uffici all’in- terno della Mostra d’Oltremare, progettato da Marcello Canino tra il 1938 ed il 1940. La visita al cantiere è stata preceduta da una lettura storico-critica dell’edificio

con le sue valenze architettoniche e da un dibattito sulla necessaria trasformazione perché il comples- so architettonico continui a vivere con una funzione nuova che sia anche di autosostentamento.

Un progetto, quello di Luigi Casalini – noto architetto napo- letano che ha operato dagli anni ’60 con significative opere - che assume ancora più valore per- ché realizzato all’interno di un contenitore tutelato dalla Soprin- tendenza Architettonica e, quin- di, soggetto a vincoli che hanno guidato e condizionato la proget- tazione che ha badato alla tute- la del preesistente con moderne funzioni, illustrato dall’autore pri- ma della visita al cantiere.

Il secondo caso: la realizzazio- ne di uno dei più grandi e mo- derni grattacieli italiani, le torri Eurosky all’E.U.R. di Roma, al co- spetto del Palazzetto dello Sport di Nervi. Una nuova realizzazio- ne progettata dallo studio Purini- Thermes, tra i più noti nel pano- rama culturale italiano.

Un edificio ipertecnologico pro-

gettato con criteri mirati all’auto- nomia energetica, destinato ad uffici e residenze.

L’interesse nella visita è stato quello di potere leggere all’inter- no del complesso architettonico diverse fasi di cantiere da quelle della prefabbricazione a quelle delle rifiniture fino ad un’unità- campione residenziale comple- tata ed arredata con elementi di design contemporaneo.

Il terzo cantiere ha riguardato la realizzazione di un mega cen- tro commerciale a Roma sulla Laurentina la cui edificazione ha comportato un imponente opera di sbancamento.

La visita ha messo in evidenza le opere di scavo e l’impostazione dell’impianto fondale. Particolare attenzione nella visita ai due can- tieri romani è stata posta sull’a- spetto normativo della sicurezza cantieristica, grazie all’intervento del prof. Luciano Leoni, uno dei maggiori esperti del settore in Ita- lia.

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La prima sensazione, modifica- ta poi in certezza, nell’approccio alla progettazione della ricon- versione dell’esistente complesso edificato in più corpi, scaturita dal rapido esame delle strutture e dei volumi da adattare alla nuova funzione per ridare vita e quindi continuità all’opera architettoni- ca, fu di coerenza e di razionalità. Nel corso della progettazione, entrando sempre di più nel rea- lismo creativo della esecutività dell’opera, le prime sensazioni si sono rafforzate rendendo sempre più fluido il percorso operativo, fino alla convinzione di poter fon- dere le realistiche masse struttu- rali e gli spazi in essere con la nuova e vitale utilizzazione futura. 1_Il progetto

L’edificio da adibire ad alber- go fa parte del complesso edilizio della Mostra d’Oltremare e sorge a lato dell’ingresso da Piazzale Tecchio.

Costruito nel 1939 su progetto dell’arch. M. Canino per la sua monumentalità, insieme a tut- ti gli altri edifici del complesso, è vincolato a norma del D.L. n° 490/99 – titolo I° ed è stato og- getto di diverse pubblicazioni che ne illustrano l’architettura e la storia.

E’ composto da un corpo cen- trale quadrilatero monoblocco di tre piani oltre il piano interrato

La Mostra d’Oltremare a Napoli

Recupero e riconversione di Palazzo Canino Luigi Casalini

con struttura in tufo e solai misti in laterocemento. A questo si ag- giungono, per il solo piano terra e parziale interrato, altri blocchi costruiti con tecniche diverse ar- ticolati variamente sul lato occi- dentale del corpo principale che si chiudono per formare un patio a verde.

La facciata su piazzale Tecchio è rivestita con lastre di travertino di Tivoli listate a doppio ordine mentre le altre sono di intonaco altrettanto listato. La sola parte basamentale è rivestita con lastre di travertino. E’ stata realizzata la totale ristrutturazione dell’edificio ad uso albergo con recupero del- le ampie sale a piano terra al fine di conservarne le originali linee architettoniche ed artistiche.

L’ingresso dell’albergo avviene dal fronte principale su Piazzale Tecchio attraverso l’imponente portico (pronao) semicircolare composto di quattro colonne in travertino a tutta altezza.

Una volta superato con la gradinata semicircolare di lieve pendenza il piccolo dislivello tra la piazza e il pronao si accede al vestibolo che occupa la parte centrale del fronte dell’edificio. Il vestibolo, per la sua forma, per il suo proporzionato volume, eleva- to su doppia altezza, per la sua ubicazione planimetrica rispetto alle altre ali del fabbricato, bene si identifica nella hall di acco-

glienza dell’albergo. Frontalmen- te la prospettiva si apre sul clas- sico peristilio, cortile interno con due filari di colonne laterali che filtrano la luce proveniente dalle candide facciate; vasca centrale.

Per questi ambienti si è prov- veduto al restauro conservativo esteso anche agli affreschi ed og- getti di complemento esistenti, in- tegrandoli con attrezzature ed ar- redi selezionati tra quelli dei grandi maestri del primo novecento (Le Corbusier, E. Gray, M. Breuer, W. Novak, W. Wagenfeld).

Sulla parte frontale del peri- stilio apre la sala colazione, ed alle spalle gli ambienti di servi- zio. Nell’angolo diametralmente opposto ai collegamenti verticali, in posizione strategica per la frui- zione dei servizi, sono allocati i collegamenti verticali (scala e montacarichi di servizio) che ac- cedono a tutti i piani, dal semin- terrato al secondo piano.

Sempre dalla hall, supera- to sulla destra il gruppo scale- ascensori si entra nel primo cor- ridoio di camere e continuando verso il fondo verso altre camere articolate nei corpi bassi al di fuo- ri del blocco centrale dell’edificio. Al 1° piano, che si estende solo su due ali del corpo centrale, per la presenza degli alti volumi degli ambienti di rappresentanza, sono altre cellule letto. Al 2° piano pro- seguono le camere per il totale

di 106 disposte in prosecuzione lineare, a cellule autosufficienti in varie tipologie complete di in- gresso, zona letto e bagno.

Al piano interrato sono le cen- trali degli impianti tecnologici, gli ambienti di servizio e di supporto necessari alla struttura alberghie- ra come spogliatoi e bagni per il personale, depositi, ambienti per i manutentori, controllo merci, box auto, locali di raccolta tem- poranea dei rifiuti.

Le camere sono improntate alla massima funzionalità e con- fort non trascurando la gradevo- lezza delle forme estetiche e cro- matiche. Gli arredi, disegnati e prodotti in esclusiva, sono inseriti in coerenza con le linee architet- toniche dell’intera struttura.

Di varie tipologie a seconda delle possibilità dimensionali dei corpi di fabbrica esistenti, si arti- colano in proporzioni superiori ai minimi standard per avere modo di sistemare armonicamente gli elementi di arredo conservando spazi di movimento adeguati.

La cellula, composta tipica- mente della zona ingresso, zona notte, zona bagno, è totalmente protetta acusticamente in quan- to le pareti divisorie, le strutture orizzontali, le superfici vetrate e le porte di accesso sono rigorosa- mente realizzate con materiali ad alto coefficiente di abbattimento acustico.

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