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Cantieri del rilievo 2: Workshop Multibeam

Nel documento Ri-attivare per trasformare spazi in luoghi (pagine 115-118)

I Cantieri dell’Architettura sono da sempre molto attenti al trasferi- mento di conoscenza relativo al ri- lievo strumentale, con una partico- lare attenzione a quello avanzato che fa uso di tecnologie innovative. Infatti, già nell’edizione dello scor- so anno, un’attenzione importante fu rivolta al rilevamento dinamico effettuato con LIDAR su vettori mo- bili, che attraverso i laser scanner sono in grado di elaborare un mo- dello 3D in tempo reale con mi- lioni di informazioni dimensionali. In continuità con questo percorso di conoscenza, abbiamo organiz- zato un workshop dal 16 al 18 aprile 2012 – promosso e curato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca Urban/Eco in collabora- zione con l’Ordine degli Architet- ti, Paesaggisti, Pianificatori e Re- stauratori di Napoli e Provincia e la partecipazione della Facoltà di Architettura di Napoli - che ha avuto l’obiettivo di fare formazione e trasferimento tecnologico sugli argomenti concernenti le metodo- logie di rilievo subacqueo eseguito con sensori multibeam. Grazie al sostegno della Codevintec, società

Cantieri del rilievo 2: Workshop Multibeam

I Cantieri dell’Architettura sono da sempre molto attenti al trasferi- mento di conoscenza relativo al ri- lievo strumentale, con una partico- lare attenzione a quello avanzato che fa uso di tecnologie innovative. Infatti, già nell’edizione dello scor- so anno, un’attenzione importante fu rivolta al rilevamento dinamico effettuato con LIDAR su vettori mo- bili, che attraverso i laser scanner sono in grado di elaborare un mo- dello 3D in tempo reale con mi- lioni di informazioni dimensionali. In continuità con questo percorso di conoscenza, abbiamo organiz- zato un workshop dal 16 al 18 aprile 2012 – promosso e curato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca Urban/Eco in collabora- zione con l’Ordine degli Architet- ti, Paesaggisti, Pianificatori e Re- stauratori di Napoli e Provincia e la partecipazione della Facoltà di Architettura di Napoli - che ha avuto l’obiettivo di fare formazione e trasferimento tecnologico sugli argomenti concernenti le metodo- logie di rilievo subacqueo eseguito con sensori multibeam. Grazie al sostegno della Codevintec, società

che annovera una lunga esperien- za in questo settore e che da tem- po affianca con partecipazione e slancio le ricerche del nostro grup- po di studiosi, si è reso possibile il buon esito di un ciclo di seminari che ha analizzato le frontiere po- tenziali e plausibili di apparati di conoscenza che mutuano tecno- logie, semmai provenienti da altri campi applicativi, per ripiegarle a strumentazioni che hanno il fonda- mento di tutelare e salvaguardare il nostro patrimonio archeologico e monumentale.

L’obiettivo primario degli in- contri è stato quello di avvicinare i partecipanti a operazioni che per- mettono di esplorare e di analiz- zare reperti archeologici situati in condizioni di ridotta accessibilità, come quelli presenti sui fondali marini. Il programma di forma- zione ha previsto, oltre alle ne- cessarie lezioni teoriche utili per la comprensione delle problema- tiche di base connesse a queste strumentazioni, un’applicazione pratica che ha visto i partecipanti prendere parte alle campagne di rilievo compiute in mare, per ana-

lizzare alcuni reperti di un antico porto romano, situato nell’area di Punta Pennata a Capo Miseno, in provincia di Napoli.

Tale operazione ha costituito un momento scientifico decisivo, data l’importanza archeologica del sito e l’eccezionalità delle procedure di rilevamento, estremamente inno- vative per un luogo che preceden- temente era stato rilevato soltanto con tecniche tradizionali, operate da squadre di sub attraverso misu- razioni dirette, che per tecnologie e condizioni ambientali non posso- no avere un livello di accuratezza particolarmente preciso.

Il workshop, guidato dalla di- rezione scientifica del sottoscritto, ha dato risultati interessanti per la diffusione di informazioni e co- noscenze di procedure operative avanzate, oltre ad offrire un’occa- sione importante per toccare con mano l’uso delle apparecchiature che stanno rivoluzionando le pro- cedure di indagine nel rilievo ar- chitettonico e archeologico.

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Il Sonar Multibeam: tecnologie avanzate per il rilievo archeologico del porto romano di Punta Pen- nata a Miseno, Napoli

Massimiliano Campi

Da diversi anni a questa parte il gruppo di docenti del Centro Interdipartimentale di Ricerca Ur- ban/Eco porta avanti molteplici ricerche in campo strumentale, coscienti che alcune attrezzatu- re, nel loro esclusivo significato funzionale che costituisce mezzo e mai fine, possono contribuire a migliorare le generali condizioni del rilievo architettonico e am- bientale.

Il valore scientifico delle proce- dure coadiuvate dalle tecnologie innovative si preserva, quando si considera sempre prioritario il valore dei contenuti culturali che devono permeare le indagini sul- le architetture e sui beni monu- mentali.

L’attenzione è stata posta mol- to spesso su quali apparecchia- ture potessero fornire un sostan- ziale contributo migliorativo non soltanto nell’accuratezza del dato, ma principalmente sulle procedure e quindi sui vincoli ge- nerali di ripresa del dato, offren- do in tal modo una condizione di semplificazione delle operazioni di rilevamento.

Siamo convinti, infatti, che il tentativo di migliorare i dati rac- colti per i rilievi architettonici, archeologici e urbani, solo con- siderando i problemi di precisio- ne dei dati stessi sia un errore

concettuale e di forma che non costituisce obiettivo prioritario nei problemi da affrontare. Insie- me a queste criticità è necessario fondamentalmente rivedere le procedure con cui si compiono i rilievi e gestire le problematiche delle condizioni in cui essi sono effettuati.

Le possibilità offerte dallo svi- luppo tecnologico hanno deter- minato nuovi campi applicativi, che ampliano gli orizzonti in cui è possibile definire una maggio- re accuratezza dei dati e una più ampia gamma di procedure per l’acquisizione di informazioni al- trimenti impossibili da ottenere.

Pertanto ci sembra pletorico un incondizionato rifiuto delle nuove tecnologie, quando queste pos- sono costituire un’opportunità per eseguire i rilievi dei siti arche- ologici che sono situati in con- dizioni quasi inaccessibili, quali sono ad esempio i siti sommersi.

Il caso della costa dei Campi Flegrei rappresenta un insieme esemplificativo di beni culturali che difficilmente è riscontrabile in qualsiasi altra parte del pianeta: sperimentare tecniche e procedu- re innovative sottolinea la volontà - che corrisponde ad una impel- lente necessità - di appropriarsi di particolari metodologie per conseguire modelli informativi

necessari alla tutela del patrimo- nio archeologico sommerso. Le procedure con cui si eseguono i rilievi subacquei non sono state riviste particolarmente negli ulti- mi anni: fino a non molto tempo fa, le uniche modalità note erano quelle di effettuare rilevamenti diretti eseguiti solo da subacquei specializzati, in grado di assume- re dati con strumenti tradizionali e di relativa precisione.

In tale caso la condizione deter- minata dall’ambiente sottomari- no però limita i risultati, che sono inevitabilmente viziati in termini di accuratezza metrico-dimen- sionale, da quello che costituisce un impedimento incontrovertibile causato proprio dalla condizio- ne di immersione nell’acqua. La necessità di sviluppare e testare anche nuove procedure sembra pertanto indispensabile.

L’occasione di effettuare un’applicazione in campo arche- ologico subacqueo si è presenta- ta in seguito ad una collaborazio- ne tra il nostro centro di ricerca e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, finalizzata ad effettuare rilievi con procedure avanzate che hanno interessato l’area dif- fusa dei Campi Flegrei.

In tale occasione si è realiz- zata una dettagliata campagna

Fig. 1 Miseno, Punta Pennata. Le operazioni di rilevamento hanno permesso di otte- nere in tempo reale un rilievo 3D del fondale sottomarino

Fig. 2 Miseno, Punta Pennata. I reperti archeologici evidenziati dai rilevamenti con strumentazioni multi-beam

Fig. 3 Miseno, Punta Pennata. I dati raccolti permettono di comprendere le geometrie delle antiche strutture portuali ed elaborare ipotesi ricostruttive dell’architettura delle banchine

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Nel documento Ri-attivare per trasformare spazi in luoghi (pagine 115-118)

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