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Cantieri della tecnologia

Nel documento Ri-attivare per trasformare spazi in luoghi (pagine 163-166)

Il Cantiere della Tecnologia ha inteso affrontare uno specifico aspetto delle competenze forma- tive che gli allievi devono acquisi- re e che riguarda la corretta ge- stione dell’informazione tecnica nel progetto di architettura. Oggi si richiedono, infatti, sempre più conoscenze specialistiche, ca- pacità di valutazione e controllo delle prestazioni offerte dalle so- luzioni tecniche e un maggiore ri- gore nella definizione delle azioni di controllo tecnico del progetto e di mantenimento delle prestazio- ni nel tempo.

Attualmente il mercato edili- zio registra un’articolata offerta di materiali e prodotti dalle pre- stazioni complesse e integrate. In linea con le politiche europee orientate al greenbuilding, l’in- dustria edilizia propone sistemi e soluzioni tecniche per l’involucro, per l’isolamento termico, per le chiusure trasparenti, la cui offer- ta prestazionale deve essere op- portunamente valutata affinché si

Cantieri della tecnologia

Il Cantiere della Tecnologia ha inteso affrontare uno specifico aspetto delle competenze forma- tive che gli allievi devono acquisi- re e che riguarda la corretta ge- stione dell’informazione tecnica nel progetto di architettura. Oggi si richiedono, infatti, sempre più conoscenze specialistiche, ca- pacità di valutazione e controllo delle prestazioni offerte dalle so- luzioni tecniche e un maggiore ri- gore nella definizione delle azioni di controllo tecnico del progetto e di mantenimento delle prestazio- ni nel tempo.

Attualmente il mercato edili- zio registra un’articolata offerta di materiali e prodotti dalle pre- stazioni complesse e integrate. In linea con le politiche europee orientate al greenbuilding, l’in- dustria edilizia propone sistemi e soluzioni tecniche per l’involucro, per l’isolamento termico, per le chiusure trasparenti, la cui offer- ta prestazionale deve essere op- portunamente valutata affinché si

riducano possibili condizioni di ri- schio tecnico (scelte tecnologiche errate, vulnerabilità di tecnologie e prodotti, errori di progettazione o di messa in opera), che possa- no limitare la durabilità e l’affida- bilità delle soluzioni progettuali e dei sistemi edilizi.

Per un confronto aperto sul- le questioni dell’innovazione di prodotto per il miglioramento delle prestazioni energetiche de- gli edifici l’ACEN - Associazione dei Costruttori Edili di Napoli ed il CESVITEC - Centro Sviluppo Tecnologico di Napoli, hanno promosso alcuni incontri tematici con aziende leader nei loro setto- ri tra cui Celenit S.p.A., Rockwool S.p.A., Fantini Scianatico S.p.A., Pilkington Italia S.p.A. e Basf Ita- lia S.r.l., coinvolgendo nel dibat- tito esponenti del mondo dell’im- presa e della ricerca universitaria nonché rappresentanti dell’Asso- ciazione Costruttori.

Gli incontri hanno offerto agli allievi l’opportunità di avere un

confronto diretto con alcuni dei principali attori del processo edi- lizio, con l’obiettivo di rendere esplicite le condizioni operative legate alla scelta e all’impiego di materiali, prodotti e sistemi. L’e- sperienza formativa, per gli allie- vi, è stata completata attraverso la conoscenza di dati sperimen- tali e prove di laboratorio per la certificazione delle prestazioni dei prodotti nonché attraverso la ve- rifica in condizioni d’uso delle so- luzioni adottate attraverso alcuni esempi progettuali.

Particolari approfondimenti hanno riguardato le tematiche sul rendimento energetico degli edifici alla luce delle prescrizioni normative attualmente in vigore, evidenziando vantaggi e limiti relativi agli aspetti prestazionali, economici, tecnici, di messa in opera e di valutazione del ciclo di vita di alcune tipologie di pro- dotti.

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Le sempre più pressanti proble- matiche ambientali, la necessità di consentire un futuro al piane- ta e alle nuove generazioni, le difficoltà di approvvigionamento energetico ed il costo dell’energia hanno reso ormai non negoziabi- le un obiettivo comune di soste- nibilità.

Con l’emanazione della EPBD 2002/91/CE, aggiornata nella primavera 2010, per la prima volta nella storia mondiale 27 paesi hanno deciso di intrapren- dere un percorso comune di effi- cienza per il settore che, a livello comunitario, è responsabile di oltre il 40% della richiesta ener- getica: l’edilizia civile. Il traguar- do da raggiungere, per un futuro prossimo, è un’edilizia non solo sostenibile (i.e., “nearly zero- energy buildings”) ma anche tale da sostenere (i.e., “plus-energy buildings”) il bilancio energetico di un territorio.

Si tratta, evidentemente, di obiettivi ambiziosi, che richiedo- no, prima di tutto, un nuovo fron- te di attacco al problema: la mes- sa a sistema delle conoscenze. E’ una questione culturale piuttosto che tecnica. Trovare sinergie per dare valore alle competenze.

L’efficienza energetica in edili- zia non è solo isolamento termi- co. E’, prima di tutto, stabilire in- terazioni tra ambiente interno ed ambiente esterno tali da essere le

Cultura e Tecnica per l’Efficienza energetica Fabrizio Ascione, Giuseppe Peter Vanoli

più favorevoli possibili, compa- tibilmente con il risparmio ener- getico, la fruizione dei luoghi, il comfort ambientale, il rispetto di un valore culturale. Qui dentro c’è tutto. E’ un problema di ter- modinamica quanto di architettu- ra, di urbanistica, ingegneria, fisi- ca tecnica. Focalizzare l’obiettivo è il primo step progettuale: for- ma/funzione, preesistenza/nuova edificazione, opacità/trasparen- za, uso continuo/transitorio sono alcune delle dualità da risolvere, talora scegliendo, talora coniu- gando.

E’ necessaria consapevolezza nella scelta di materiali e tecno- logie rispetto alle peculiarità del progetto, selezionando, di volta in volta, la soluzione più adatta, in termini di isolamento termico, necessità di resistenza meccani- ca, potere fonoisolante, inerzia e parametri termici dinamici, questi ultimi influenzati da densità, calo- re specifico dei materiali o anche dal calore latente accumulato du- rante i passaggi di fase.

Ancora, oltre che sui parame- tri termo-fisici dei componenti di involucro, gli scambi energetici tra edificio ed ambiente possono essere gestiti anche intervenendo direttamente sulla forzante della trasmissione del calore, e quindi sull’attitudine dell’involucro edili- zio ad assorbire o riflettere la ra- diazione solare.

Le tecnologie contemporanee, grazie alla ricerca di base svolta nelle accademie e a quella appli- cata di matrice industriale, offro- no soluzioni specifiche attraverso cui progettare, nel senso più no- bile del termine e quindi gettare avanti, concretizzare, inventare. Ciò richiede di scegliere e com- binare, partendo da un punto fermo, e quindi la conoscenza di cosa si fa e per quale obiettivo. Da qui la consapevolezza sia del- la necessità di diagnosi preventi- ve, numeriche, sperimentali, sia della assenza di ricette ripetibili con successo in ogni occasione.

Esistono molteplici isolanti ter- mici, senza che nessuno di que- sti possa essere definito come il migliore in assoluto. Materiali di origine petrolchimica, minerale, vegetale: ciascuno soddisfa spe- cifiche esigenze in modo migliore rispetto agli altri, anche secondo leggi che sembrano sfidare il co- mune sentire. Non necessaria- mente un materiale di sintesi sarà meno eco-compatibile di uno na- turale. Un’affermazione provoca- toria diviene ordinario buonsenso se solo si pensa che in determi- nate situazioni, a parità di pre- stazione finale, il primo potrebbe talora richiedere meno risorse di materiale, minori costi energetici di produzione e possibilità di riu- tilizzo. Talora, appunto. Ma non sempre. Allora il discorso si spo-

sta dal materiale al processo, dal- la mera fase d’uso all’intero ciclo di vita.

All’interno di una cornice fatta di prescrizioni e regolamenti, da intendere non come vincoli ma come requisiti minimi di efficien- za, la bravura di un professioni- sta è nel saper coniugare cultura e lungimiranza, cambiare le cose per innovare, sapendo che la so- luzione migliore è quella che, in quella occasione, risponde me- glio allo specifico obiettivo.

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Nel documento Ri-attivare per trasformare spazi in luoghi (pagine 163-166)

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