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73Eboli: da “frantumi urbani” ad un tessuto di “luoghi”.

Un progetto di ri-costruzione degli spazi collettivi del centro storico Vito Cappiello

ti di spoglio, attraverso cui ci si può affacciare sul giardino degli aranci.

I muri di ‘confine’ hanno strut- tura in cls armato; un rivestimento in pietra locale verso l’esterno, ed una intonacatura con pigmen- tazione colorata verso l’interno, quasi come degli interni di stan- ze a cielo aperto. Il rivestimento in pietra locale si incastra verso l’esterno nella preesistente mura- tura incoerente di un barbacane residuo, lasciando a vista i filari di pietra locale e l’impronta di un portale preesistente. La fascia di filari di lastroni regolari di pietra incornicia tratti di muratura “in- certa” che ingloba anche mate- riale di spoglio.

Nel recinto un grande riquadro in pietra squadrata a correre fun- ge da fontana con alla base una vasca in pietra che contribuisce a creare una particolare ambienta- zione (quasi orientale) al giardino degli aranci.

2_La piazza del fontanino

Si trattava di una piccola area di sedime di un edificio crollato e non ricostruito, usato durante la ricostruzione come basamen- to per una gru. Confina con un edificio da mettere in sicurezza e costituisce uno snodo interessan- te nel ‘labirinto’ delle scalinate che portano verso via Barbacani. Anziché rimuovere questo basa-

mento, si è previsto di utilizzarlo come base di appoggio per una nuova piccola piazzetta, costituita dalla ripavimentazione in breccia ebolitana, da due bassi parapetti e da una seduta di bordo, con un fontanino a beverino al centro. 3_La piazza della “memoria”

L’area è parte dell’invaso più ampio che si è determinato a se- guito degli accorpamenti e rico- struzione fuori sito di una serie di edifici residenziali preesistenti, ed era compresa tra un edificio recuperato ed un edificio abban- donato. Erano qui presenti da un lato residui di un arco (probabi- le ingresso ad una unità edilizia) e dall’altro residui di una volta. L’area è un luogo di passaggio che mette in relazione il grande slargo successivo, con la “piaz- zetta del fontanino”. Un gioco di muri di nuova costruzione (alcuni intonacati e dipinti in rosso, altri finiti con filari in lastroni regolari di breccia di Minervino Murge di ampia pezzatura) alludono alle murature di un casa distrutta. Una pietra di spoglio, quasi un capitello abbozzato e non finito, ne individua l’ingresso, giocando fra aulicità e domesticità.

4_La piazza “di mezzo”

Si è previsto, per questo invaso, di accentuare la caratterizzazione di luogo di mediazione fra l’area 1

2 Fig. 1 Eboli. Uno dei muri di ri-definizione delle tracce urbane perdute

Fig. 2 Eboli. Il “giardino degli aranci” su di un’area di sedime abbandonata. Le faccia- te esterne giocano sull’accostamento fra diverse tecniche costruttive lapidee. Le faccia- te interne ripropongono colori “domestici” finalizzati alla creazione di una sequenza di “stanze urbane a cielo aperto”

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coperto da un solaio praticabile, rivestito della stessa pietra della piazza, e costituisce una piccola piazza sopraelevata, connessa alla piazza principale attraverso scale, e fa anche da raccordo fra quote preesistenti molto differen- ziate.

Tutto il progetto architettoni- co vive di un segreto desiderio (un surplus di valori), e cioè che

il Comune abbia la forza di tra- sformare tutto il sistema descritto, ai piedi di un imponente castello oggi usato come casa circonda- riale femminile, in prossimità del costituendo parco dei mulini di cui si è detto, e su di un percorso che riconnette addirittura alcuni monasteri ed aree archeologiche, in una area supporto di manife- stazioni ripetibili di esposizione di artisti contemporanei che potreb- bero garantire, assieme alle qua- lità del progetto una attrazione non solo locale al centro storico di Eboli.

Anche tale ipotesi si sta grada- tamente realizzando, grazie alla partecipazione di insegnanti ed allievi della locale Scuola d’Arte, e di un locale laboratorio teatrale per bambini.

Connesso al progetto descritto è stato anche attuato un primo stralcio di progetto di riqualifica- zione di una piazza di accesso ad un antico mulino della valle omo- nima, e la messa in evidenza ed luogo, di fornire una piccola zona

di frescura ed ombra ed anticipa- re la visione paesaggistica verso Parco dei Mulini a valle.

5_La piazza “grande”

L’area è parte dell’invaso più ampio che si è determinato a se- guito degli accorpamenti e rico- struzione fuori sito con volumetrie ed altezze eccessive rispetto alla configurazione storica, che deter- minano uno stravolgimento del senso dello spazio storico.

Il progetto prende spunto dall’analisi degli antichi tracciati; dalla necessità di rideterminare alcune accessibilità oggi interrot- te; dalla necessità di riequilibra- re il senso dello spazio rispetto all’eccessiva altezza ed incom- benza degli edifici attuali, dalla necessità di riqualificare il senso spaziale dell’invaso.

Al fine di ridimensionare l’al- tezza eccessiva dell’edificio in questione, e rideterminare così una qualità urbana, si è previsto di realizzare una sorta di ‘nuovo basamento’ all’alto edificio.

Questo basamento, costituito da un edificio con struttura por- tante in cemento armato e pareti rivestite in pietra a vista disposta in filari di media pezzatura “a correre”, con inseriti elementi di spoglio, presenta accessi a picco- li locali (piccolo commercio, ta- bacchi, edicola giornali, ecc.). E’ più grande cui appartiene, e la

piazza di mezzo, riprendendo le probabili tracce dell’edificazione ormai scomparsa, ma aggiun- gendole la caratteristica di ‘luogo di mediazione’.

Il progetto ha previsto, quindi, la ricostruzione di alcuni muri di spina, ad altezze molto minori di quelli preesistenti, caratterizzati da aperture dimensionalmen- te simili a quelle dell’edilizia del centro storico, e con elementi di spoglio inseriti nelle zone a ‘mu- ratura incoerente’. Queste mura- ture di nuova realizzazione, sono ‘racchiuse’ da fasce in filari di la- stroni regolari di breccia puglie- se di grossa pezzatura a correre. Ampie aperture a ‘finestrature’ o porte consentono una visione al di là dei muri stessi ed un pas- saggio pressoché continuo fra le varie piazze individuate nei vuoti preesistenti.

Qui, giocando fra recupero di paramenti murari ed archi inter- rotti preesistenti, tra nuove mura e vecchie tracce, si definisce un gioco di ‘traguardi visivi’ e di ‘attraversamenti’, dove elementi lapidei di recupero costituiscono quasi delle ‘sculture abbozzate’ ed evocative. L’area è caratteriz- zata da un sistema “a gradonata”, utilizzabile per il gioco bambini o per piccole rappresentazioni, e, verso il basso, dalla presenza di un ulivo, al fine di caratterizzare il

in sicurezza di uno dei mulini me- dioevali meglio conservati. Il pro- getto è un primo passo di un più ampio programma che dovrebbe riguardare tutta la valle dei mulini di Eboli, e le preesistenze residue di un antico acquedotto medioe- vale.

Il progetto costituisce una prima fase di un più ampio programma di intenti, teso alla riqualificazio- ne del grande sistema della “val- le dei mulini” che percorre tutto il territorio di Eboli alta, a partire dai monti Picentini.

Questo programma si connette anche al programma di riqualifi- cazione in atto del centro storico di Eboli, così da configurare, nel complesso un sistema di continu- ità tra costruito di qualità, natura ed ambiente. Il progetto dei mu- lini si compone di due elementi: a) la messa in evidenza e salva-

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