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75coperto da un solaio praticabile,

rivestito della stessa pietra della piazza, e costituisce una piccola piazza sopraelevata, connessa alla piazza principale attraverso scale, e fa anche da raccordo fra quote preesistenti molto differen- ziate.

Tutto il progetto architettoni- co vive di un segreto desiderio (un surplus di valori), e cioè che

il Comune abbia la forza di tra- sformare tutto il sistema descritto, ai piedi di un imponente castello oggi usato come casa circonda- riale femminile, in prossimità del costituendo parco dei mulini di cui si è detto, e su di un percorso che riconnette addirittura alcuni monasteri ed aree archeologiche, in una area supporto di manife- stazioni ripetibili di esposizione di artisti contemporanei che potreb- bero garantire, assieme alle qua- lità del progetto una attrazione non solo locale al centro storico di Eboli.

Anche tale ipotesi si sta grada- tamente realizzando, grazie alla partecipazione di insegnanti ed allievi della locale Scuola d’Arte, e di un locale laboratorio teatrale per bambini.

Connesso al progetto descritto è stato anche attuato un primo stralcio di progetto di riqualifica- zione di una piazza di accesso ad un antico mulino della valle omo- nima, e la messa in evidenza ed

in sicurezza di uno dei mulini me- dioevali meglio conservati. Il pro- getto è un primo passo di un più ampio programma che dovrebbe riguardare tutta la valle dei mulini di Eboli, e le preesistenze residue di un antico acquedotto medioe- vale.

Il progetto costituisce una prima fase di un più ampio programma di intenti, teso alla riqualificazio- ne del grande sistema della “val- le dei mulini” che percorre tutto il territorio di Eboli alta, a partire dai monti Picentini.

Questo programma si connette anche al programma di riqualifi- cazione in atto del centro storico di Eboli, così da configurare, nel complesso un sistema di continu- ità tra costruito di qualità, natura ed ambiente. Il progetto dei mu- lini si compone di due elementi: a) la messa in evidenza e salva-

guardia del mulino più integro tra quelli anticamente costitutivi dell’intero sistema; b) la riquali- ficazione del piazzale di accesso al mulino stesso ed alla valle dei mulini, attraverso la piazza del serbatoio dell’acquedotto, detto dell’Ernice.

La prima fase del lavoro è con- sistita nella ripulitura, in un par- ziale consolidamento e messa in sicurezza dell’antico mulino, nel recupero della via di acqua che lo alimentava, nella riscoperta degli antichi percorsi di accesso e nella sistemazione a verde delle aree di pertinenza.

La seconda fase è costituita dalla trasformazione in piazzale – belvedere di accesso al vecchio mulino ed alla valle, con un’ar- chitettura capace di configurare un significativo segnale d’acces- so al “parco dei mulini”. Così si

è progettato un muro - porta- le – loggiato, con un percorso – belvedere al di sopra, capace di ridefinire l’accesso al parco, di recintarlo e di esaltarne il signifi- cato e la portata in termini di fru- izione turistica e paesaggistica. Il recupero ha riguardato anche il ridisegno della piazza del “serba- toio” ed il ripristino di una serie di nuovi camminamenti e pas- seggiate naturalistiche riproposte all’interno dell’area.

Gruppo di progettazione:

Prof. Arch. Vito Cappiello (capo- gruppo), con Arch.tti Vincenzo De Biase, Sabrina Masala e Rosa Nave; Geom. Rocco Marsico (computi e sicurezza), Anna Ara- gosa (elaborazioni grafiche). La realizzazione ha meritato un pre- mio INARCH Campania 2011.

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In questo caso l’oggetto del- la trasformazione è stato uno dei principali ‘luoghi centrali’ della zona, rimasto incompiuto dopo la ricostruzione conseguente al terremoto degli anni ’80.

La piazza costituiva (negando- lo nei fatti) l’elemento di virtuale relazione tra due episodi architet- tonici di notevole valore (la catte- drale di S. Rocco – ultima opera di Muzio, e la Chiesa Madre di origine settecentesca), oltre che con il paesaggio montano.

Il progetto ha avuto come ob- biettivi principali proprio quelli di leggere le ‘forze’ già insite nel luogo, e darne evidenza architet- tonica, mettendo in relazione il luogo con le preesistenze monu- mentali e con i profili dei monti all’orizzonte, determinando un ‘semirecinto’ aperto, costituito su due lati da un lungo muro – log- giato che fa da nuovo ‘basamen- to’ alla cattedrale di San Rocco e che contiene un percorso a rampa ad intonaco rosso, e termina con una fontana. Anche le alberature e le essenze arbustive sono state usate in senso architettonico: un filare di lecci recinge visivamen- te la piazza a nord, parzialmente mascherando le facciate disar- moniche di quel lato; un filare di tigli accompagna il lungo muro verso sud, costituendo, assieme ad esso, un grande segnale urba- no; un salice è disposto presso la

Lioni: il progetto di riqualificazione di piazza della Vittoria come costruzione di un’identità per l’area dell’Alta Irpinia Vincenzo De Biase

fontana di progetto, ad apertura della prospettiva verso la catte- drale; una grande quercia rossa segna la chiusura della prospetti- va principale verso la cattedrale. Un paesaggio di portamento mi- nore compone l’area a giardino: aceri palmati alternati ad alberi di giuda ed a ligustri creano una scena di secondo ordine rispetto ai tigli sullo sfondo; aiuole che confermano con le loro giaciture le orditure generali della piazza costituiscono una scena di ter- zo ordine con essenze arbustive alternate: lavanda, hypericum, verbena, bosso, che, con le loro infiorescenze primaverili e bac- che invernali colorate differenzia- te, assieme agli alberi di giuda attribuiscono all’area gradevoli sfumature di colore.

Il sistema di illuminazione è studiato con differenti corpi e po- tenze, in rispondenza ai differenti utilizzi delle varie sottoaree della piazza, e comunque curando un basso impatto luminoso, pur ga- rantendo la necessaria visibilità.

La piazza, completamente pe- donalizzata, massimizzava, at- traverso la scelta delle giaciture dominanti dei suoi elementi ar- chitettonici e vegetali, il rapporto con i principali elementi paesag- gistici del luogo.

Il progetto e la realizzazione sono stati illustrati in tutto l’iter: a partire dal progetto prelimina-

re, attraverso le varie alternative dibattute con l’amministrazione e gli abitanti; passando per il pro- getto definitivo ed esecutivo, fino alla fase di esecuzione, direzione lavori ed inaugurazione.

Si è voluto sottolineare come la progettazione e realizzazione di questo grande invaso pubbli- co abbia obbligato il progettista a tener conto già in fase proget- tuale, anche di un attento proget- to dei sottoservizi e delle relative opere infrastrutturali, al fine di armonizzare questi con la qualità delle geometrie caratterizzanti il progetto. Non è possibile, infatti, ottenere il disegno di una piazza, ricercato con criteri di qualità, se le geometrie dei sottoservizi non sono state progettate secondo le stesse logiche e giaciture geome- triche.

Ma il racconto non ha sotta- ciuto anche altri elementi che di solito vengono negati: il rapporto conflittuale che in alcune fasi ese- cutive si è instaurato con gli abi- tanti, ostili rispetto ad un disegno non tradizionale, che ha portato, in una contrattazione articolatis- sima fra progettista, amministra- zione ed utenti, ad alcune trasfor- mazioni del progetto originario: l’abbassamento della quota di colmo del “muro – recinto” e la trasformazione delle sedute da semplici parallelepipedi lapidei (estrusioni del pavimento) in più

Fig. 1 Lioni, piazza della Vittoria. Prospetti e sezioni del progetto esecutivo

Fig. 2 Lioni, piazza della Vittoria. Il lungo muro - loggiato che fa anche da basamento alla cattedrale di San Rocco

Fig. 3 Lioni, piazza della Vittoria. Uno degli accessi alla piazza attraverso il muro- loggiato

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