• Non ci sono risultati.

107MEMUS – Museo Archivio del Teatro San Carlo

Nel documento Ri-attivare per trasformare spazi in luoghi (pagine 108-110)

Leonardo Sangiorgi

ne degli spazi, nella proposta dei contenuti e nella varietà della loro fruizione.

Abbiamo pensato al progetto museale non solamente finalizza- to all’occasione del primo evento ma abbiamo immaginato il no- stro progetto per un museo nella sua piena attività.

Lo spazio

Un ambiente non buio ma la cui luminosità naturale ed artifi- ciale può essere controllata, uno spazio le cui dimensioni e forme fisiche non sono palesate chia- ramente ma un po’ nascoste e mascherate, attraverso l’uso di un colore-ambiente dalla tonalità molto bassa, per favorire la di- mensione visionaria e sognante, nel quale vogliamo calare il “visit- attore”.

Il segno forte

Nella penombra dello spazio, emerge come segno forte la su- perficie modulata del pavimento, rivestito di un tavolato di legno che richiama quello di un pal- coscenico. Questo ‘palcoscenico sospeso’, leggermente staccato dalle pareti, alloggia e nascon- de inoltre dei tubi fluorescenti, per una diffusa luce d’ambiente e di servizio. Il pavimento da così l’impressione di galleggiare lette- ralmente, sospeso nella luce che sembra sostenerlo.

La soluzione allestitiva

Abbiamo pensato di dotare ‘l’involucro’ museale di una serie di strumenti per la visualizzazione e l’esposizione di contenuti fisici e multimediali. Alcuni di questi strumenti, sono dichiaratamente degli hardware tecnologici attivi, come i videoproiettori e i grandi monitor, discretamente occultati. Altri, sono software per la gestio- ne interattiva e automatica delle immagini e infine ci sono le im- magini, proposte in alta definizio- ne, attraverso segmenti narrativi, avviati dai sistemi interattivi che permettono un dialogo tra dispo- sitivo e pubblico.

Gli strumenti della messa in sce- na: le Quinte Schermo

Lo spazio espositivo è dotato di una serie di quinte realizzate con una serie di telai, di misure modulari che possono in modo efficace suddividere facilmente lo spazio dell’allestimento e acco- gliere le proiezioni e le luci.

I telai supportano una serie di materiali trasparenti, traslucidi e opachi, per gestire una vasta gamma di proiezioni che danno effetti tridimensionali a ciò che è piatto e suggestione immersiva a chi si aggira, nello spazio allestito. 1

2

3 Figg. 1-3 Napoli, MEMUS. Foto degli spazi interni

108

Gli strumenti della messa in sce- na: il percorso

Prima sala, La soglia è come un overture musicale, contiene e rac- chiude in forma sinottica tutti gli elementi emozionali della galleria virtuale. La sala permette attraver- so i suoi strumenti, la consultazio- ne ed eventualmente la scelta del mondo visivo e dell’artista prescel- to, nel quale avventurarsi.

Lo spazio è caratterizzato da uno schermo tessile che accoglie videoproiezioni, davanti ad esso tre leggii la cui superficie è sen- sibile, permette la consultazione dei contenuti della galleria virtua- le, ed infine in posizione laterale uno scrigno, contenente un moni- tor touch-screen per la consulta- zione e l’approfondimento della storia del Teatro San Carlo.

Una volta fatta la selezione in modo automatico o in modo inte- rattivo, il viaggio visivo nel mon- do espressivo dell’artista scelto ha inizio.

Nella seconda Sala Spazio To- tale, diversi schermi in tulle sono sospesi al soffitto e a scalare de- gradano verso le pareti laterali.

La disposizione degli schermi e il materiale di cui sono fatti, danno l’impressione al visitato- re di camminare in uno spazio, nel quale le immagini video, non sono più bidimensionali, ma sen- za l’ausilio di nessun altro stru- mento, prendono vita nella pro- fondità dello spazio, avvolgendo completamente l’osservatore.

Terza sala “I Racconti delle Quinte”, lo spazio, di dimensio- ni più piccole del precedente è questa volta caratterizzato da due pannelli obliqui di forma trapezoi- dale che seguono a scalare la for- ma della stanza e del suo soffitto e sono posti uno di fronte all’altro.

La forma dello spazio e la posi- zione degli schermi, porta il visita- tore ad avere un confronto uno a uno, ‘personale’ e ravvicinato con l’opera visiva dell’artista, fino ad i

suoi minimi dettagli. Nella quarta sala la Vista Tridimensionale, il viaggio esperienziale nel mondo visivo dell’artista presentato, ha il suo punto di maggior emozione, contraddistinto dalla presenza, sulla parete di fronte all’ingres- so, da una superficie tessile che dall’alto scende a terra dove è raccolto in ampie pieghe. Questo telo in realtà è uno schermo per proiezioni stereoscopiche.

Una volta indossati gli appositi occhiali, al visitatore sarà data la possibilità di osservare le imma- gini proiettate sul telo-sipario con una resa tridimensionale.

Le immagini tratte dal lavoro dell’artista presentato, sembrano veramente staccarsi dalla super- ficie tessile, ruotare, animarsi e dilatarsi nello spazio, strettamen- te collegate ad una fedele ed ap- propriata colonna musicale a cui abbiamo aggiunto delle imper- cettibili e inaspettate componenti sonore concrete.

Il ciclo di seminari “Le geome- trie dell’illusione” tenutosi negli spazi del San Carlo, è stato in- centrato sul tema delle possibili applicazioni delle capacità illu- sionistiche del metodo prospettico nella scenografia teatrale: come una possibile integrazione al per- corso guidato alla struttura del Teatro, fondata sull’utilizzo di un contesto teatrale in cui calare lo studente prima, durante e dopo la realizzazione di un’opera.

La storia di questa bella espe- rienza è molto semplice, abbiamo aperto le porte in cui si costruisce la magia del Teatro e i suoi incre- dibili misteri.

Apparentemente tutto sembra così come lo si vede, ma tra le sue sale e i velluti rossi, tra i suoi sca- loni e i sotterranei esiste un gran- de universo della creatività che convive anche con antichi segreti e misteriose leggende che sanno raccontare i suoni e i silenzi che lo attraversano.

Solo chi è preparato ad andare oltre l’esteriorità delle cose può accedere a questi antichi misteri, ma deve dimostrarsi pronto per una simile missione.

Partendo da questa idea ab- biamo accettato, assieme alla prof.ssa Alessandra Pagliano, di creare un percorso attraverso il quale i partecipanti al laborato- rio sono stati coinvolti in prima persona per dimostrare al Teatro

La costruzione dell’illusione: un percorso guidato al Teatro di San Carlo di Napoli attraverso le fasi di realizzazione dell’allestimento scenico della Bohème

109

Nel documento Ri-attivare per trasformare spazi in luoghi (pagine 108-110)

Outline

Documenti correlati