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CooRdinatoRi D. Berardi, G. de Girolamo

effetto dell’abuso di cannabis sulla durata di psicosi non trattata

A. Fiorillo, V. Vinci, D. Giacco, F. Catapano

Università di Napoli - SUN

Negli ultimi anni diversi studi hanno esaminato la rela- zione tra abuso di sostanze, in particolare di cannabis, ed esordi psicotici. In particolare, è stato osservato che il consumo di cannabinoidi può influenzare la lunghezza della durata di psicosi non trattata (DUP), definita come l’intervallo di tempo compreso tra l’esordio dei sintomi psicotici e il primo trattamento psichiatrico adeguato, e della durata di malattia non trattata (DUI), definita come intervallo di tempo compreso tra la comparsa dei sintomi prodromici e il primo trattamento psichiatrico adeguato. Questo studio si propone di indagare l’influenza del- l’uso di cannabis sulla durata di psicosi non trattata in un campione di pazienti reclutato presso il Dipartimen- to di Psichiatria dell’Università di Napoli SUN che ri- spondevano ai seguenti criteri: a) età compresa tra 18 e 35 anni; b) diagnosi di disturbo psicotico in assenza di un disturbo dell’umore primario; c) assenza di malattie disabilitanti o croniche.

Il campione è rappresentato per la maggior parte da pa- zienti di sesso maschile (63,6%), con un’età media di 27,27 (± 4,26), e una durata di malattia di 8,73 (± 6,56) anni. Il 54,5% ha riferito di aver fatto uso nel corso della vi- ta di cannabis, il 45,5% ne ha fatto uso all’esordio. Nei pa- zienti che hanno assunto cannabis all’esordio, la DUP era di 63,60 settimane vs. 58,00 settimane negli altri pazienti e la DUI era 286,40 settimane vs. 152,67 settimane. I risultati del nostro studio, sebbene preliminari, mo- strano che l’uso di cannabis all’esordio di un disturbo psicotico influenza in maniera significativa la DUI. È verosimile che i sintomi prodromici siano erroneamen-

te attribuiti all’uso di cannabis e non all’esordio della psicosi, ritardando in tal modo adeguati trattamenti psi- chiatrici. Tali risultati evidenziano la necessità di con- durre campagne informative rivolte alle popolazioni a rischio sui principali aspetti dei disturbi psicotici e sul legame tra questi e l’abuso di sostanze.

Pazienti psicotici che usano sostanze: quale profilo clinico e psico-sociale all’esordio di malattia? risultati del progetto PIcOS-Veneto

A. Lasalvia, R. Mazzoncini, C. Bonetto, D. Cristofalo, M. Bertani, S. Bissoli, S. Tosato, G. Marrella, L. Lazzarotto, K. De Santi, N. Pellegrini, M. Tansella, M. Ruggeri

Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica, Università di Verona

Introduzione: la letteratura evidenzia che l’esposizio-

ne alle sostanze, cannabis in particolare, rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza del- la psicosi. Questo studio intende testare la seguenti ipotesi: i pazienti psicotici all’esordio di malattia che fanno uso di sostanze differiscono, rispetto a coloro che non usano sostanze, per: a) caratteristiche socio- demografiche, b) sintomatologia, c) carico genetico familiare.

Metodologia: la ricerca è stata condotta all’interno del

Progetto PICOS-Veneto, uno studio multicentrico re- gionale che ha l’obiettivo di caratterizzare le psicosi al- l’esordio e sviluppare un modello predittivo dell’esito. I soggetti sono valutati attraverso vari strumenti, tra cui la Clinician Drug Use Scale (CDUS) per definire positività, durata, intensità e ricadute funzionali dell’uso di sostan- ze e la FIGS per la familiarità per disturbi psichici.

risultati: sono stati valutati 335 pazienti (54,6% ma-

schi; età media 31,6; ds: 9,4), per il 70% dei quali sono state raccolte informazioni sull’uso di sostanze. L’uso complessivo di sostanze è stato rilevato nel 21,3% del campione (tasso significativamente maggiore della po- polazione generale del Veneto). La sostanza di maggior consumo è la cannabis (19,3%), seguita da cocaina (4%), allucinogeni (4%). L’uso di sostanze è associato al sesso maschile (OR: 8,23), all’età (decresce l’uso con l’aumentare dell’età), con il disagio abitativo. I soggetti che usano sostanze hanno minor frequenza di sintomi negativi (OR: 2,39); nessuna differenza per i sintomi po- sitivi. Nei pazienti che fanno uso di sostanze si osser- va un minore carico genetico familiare, misurato come presenza di familiari di primo grado affetti da psicosi (12,9% vs. 2,4%).

conclusioni: i presenti risultati appaiono in linea con

la letteratura e confermano le ipotesi testate, supportan- do un possibile ruolo attivo dell’uso di sostanze nella eziopatogenesi dei disturbi psicotici. Le caratteristiche peculiari dei pazienti psicotici che abusano di sostan- ze lasciano aperti importanti interrogativi nosografici, prognostici e terapeutici che solo un’attenta ricerca in questo campo potrà aiutare a comprendere.

Uso e abuso di sostanze: impatto sulla popolazione del centro per l’individuazione e l’intervento precoce nelle psicosi-programma 2000, azienda Ospedaliera, Ospedale “Niguarda cà granda”, Milano

L. Bislenghi, A. Cocchi, A. Meneghelli

AO, Ospedale “Niguarda Cà Granda”, Milano

Nel lavoro con i giovani nelle fasi iniziali delle psico- si dobbiamo confrontarci con la innegabile realtà del- la crescente diffusione e della regolarità dell’utilizzo (e spesso dell’abuso abituale) di sostanze, in particolare cannabis e cocaina, che rappresentano un rischio ag- giuntivo per persone con un equilibrio già fragile. Per questo motivo il tema dell’abuso di sostanze (pre- cedente all’esordio o perdurante dopo di esso) è stato oggetto di attenzione, intervento e studio in alcuni noti programmi di intervento precoce nelle psicosi (Austra- lia, Norvegia, Inghilterra).

L’abuso di sostanze e l’esordio psicotico condividono molti elementi in comune:

generalmente esordio in adolescenza;

somiglianze nei sintomi tra schizofrenia ed effetti dell’uso di droghe;

in entrambi i casi presenza di sintomi negativi, dis- sociativi e declino del funzionamento sociale. Le tipologie di consumo più diffuse sono la cosiddetta automedicazione (utilizzo di sostanze per alleviare sin- tomi e problemi percepiti come fonte di disagio) e l’uso ricreativo (che tende ad appesantire e ad aggravare sin- tomi già presenti nella popolazione a rischio).

Il presente lavoro intende analizzare, a partire dalla ca- ❚

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sistica dei pazienti in carico al Centro per l’Individua- zione e l’Intervento Precoce nelle Psicosi-Programma 2000, la diffusione dell’abitudine al consumo di so- stanze stupefacenti, la tipologia di sostanze utilizzata, il tipo di consumo (mono- o policonsumo) abituale, la sintomatologia dei pazienti. A partire da queste osserva- zioni ci si propone di analizzare alcune questioni fonda- mentali riguardanti le modalità di trattamento di questo particolare problema all’interno del progetto di cura più ampio progettato per i giovani all’esordio o a rischio di psicosi, sottolineando le necessarie differenze e le dif- ficoltà aggiuntive che ci si trova ad affrontare quando il problema delle sostanze non è il problema primario o l’unico. Verranno quindi delineate le soluzioni e le strategie che sono state sperimentate all’interno del Pro- gramma 2000, considerandone ed analizzandone gli svantaggi e i vantaggi.

cannabis ed esordi psicotici. alcune esperienze in emilia romagna

I. Tarricone, M. Pratelli*, D. Ghigi*, R. Michetti**,

R. Caramanica**, G. Minenna**, S. Pellegrino**,

A. Svettini***, R. Pavarin***, D. Berardi

Istituto di Psichiatria Università di Bologna; * DSM AUSL

Rimini; ** DSM AUSL Bologna; *** Osservatorio metropo-

litano tossicodipendenze, AUSL Bologna

Introduzione: la cannabis è la sostanza illecita più am-

piamente utilizzata al mondo (Di Forti et al., 2007). Le evidenze scientifiche chiariscono in maniera definitiva importanti influenze della cannabis sull’esordio ed il de- corso della schizofrenia (Fergusson et al., 2006; Moore et al., 2007; Barnett et al., 2007).

Metodi: presso il CSM Ovest di Bologna è attivo dal

2002 un progetto di cura dei pazienti all’esordio psico- tico (PEP). Abbiamo raccolto prospetticamente le infor- mazioni sociodemografiche e cliniche di tutti i PEP presi in cario da gennaio 2002 a dicembre 2007. I PEP sono poi stati valutati con follow-up a 3 e 12 mesi.

risultati: nel periodo dello studio i PEP sono stati 88

(incidenza media 37 casi/100.000 abitanti all’anno). Il 32% abusava di cannabis. I PEP abusatori di canna- bis (PEP-C) si sono contraddistinti alla baseline per le seguenti caratteristiche: esordio precoce (22,5 ± 3,7 vs. 26,8 ± 5,1; χ 2: 15,6; p: < 0,001); più frequente-

mente disoccupati (13,50% vs. 18,32%; χ2 = 2,4; p =

0,1); più frequentemente nativi che migranti (23,39% vs. 3,13%, χ 2 = 5,1, p = 0,02). Al follow-up i PEP-C

si sono contraddistinti dagli altri PEP per un maggior numero di ricoveri (4,20% vs. 2,45%; χ 2 = 3,9, p =

0,05).

conclusioni: i pazienti PEP-C hanno fin dalla baseline

caratteristiche prognostiche negative (peggior funziona- mento sociale e precoce età di esordio); tali riscontri tro- vano conferma alla valutazione di follow-up, che mette in luce un maggior numero di ricadute tra o PEP-C. I risultati di tale ricerca necessitano di essere confermati

in campioni più numerosi e in diverse realtà territoriali ed è pertanto in programma un’estensione dello studio ad altri CSM della Regione Emilia Romagna. Si stanno

inoltre valutando interventi specifici per i pazienti PEP- C in collaborazione tra CSM e Sert nelle diverse realtà territoriali.

VeNerdì 13 FebbraIO 2009 – Ore 15.30-17.30

Sala CaRavaggio

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