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CooRdinatoRe V. Rapisarda

I clinici usano consapevolmente

o inconsapevolmente tematiche religiose nel trattamento dei pazienti?

C. Maffei

Università “Vita-Salute San Raffaele”, Milano

Il trattamento dei pazienti con disturbi psichici è oggi fondato su premesse il più possibile scientifiche, inten- dendo con questo termine la possibilità di organizzare il trattamento stesso alla luce di teorie verificabili, ca- paci inoltre di descriverlo nelle sue caratteristiche, nei suoi risultati e nella sua generalizzabilità. Partendo dal presupposto che la sofferenza psichica, che spesso ha andamento cronico, induce il soggetto a porsi doman- de, implicite o esplicite, sul “senso” (di sé, della vita, e simili) ed a coinvolgere in qualche misura il clinico nella formulazione delle risposte, è possibile che que- st’ultimo varchi il confine della “scientificità” per en- trare nell’ambito di concezioni filosofiche e religiose. Come dimostrato da uno studio pubblicato da Curlin et al. sull’American Journal of Psychiatry nel 2007, gli psi- chiatri sono tra i medici i più sensibili a tali tematiche, non apparendo inoltre alieni alla possibilità di trattare direttamente questioni religiose con i pazienti. Questo dato tuttavia induce a porsi una domanda sul modo e

sullo scopo di ciò: una possibile risposta evoca l’even- tualità di alcuni rischi professionali, riguardanti soprat- tutto la confusione di ruolo dello psichiatra stesso, che si improvvisa consigliere spirituale e l’inserimento nella relazione con il paziente delle proprie convinzioni in maniera suggestiva. L’argomento appare quindi estre- mamente delicato, sia da un punto di vista clinico che etico.

Quale psichiatria per quale religione?

G.G. Rovera

Università di Torino

Tra religione e psichiatria, vi sono stati e vi sono, impli- citamente, esplicitamente e storicamente presumibili ed importanti rapporti.

È pertanto utile una preliminare configurazione con- cettuale sulle più comuni accezioni che riguardano la religione: a) come complesso di credenze e di riti, sto- ricamente e teologicamente determinati; b) quale senti- mento profondo di deferenza e di devozione per qual- cosa o qualcuno e conseguenti riferimenti di rispettosa temperanza.

(grazie ad un modello interattivo e pragmatico bio-psi- co-socioculturale) si pone almeno a tre livelli: a) quello dell’emergere della psichiatria “pre-moderna” attraver- so lo studio della follia e della demonologia (“Il tramon- to del diavolo”); b) quello delle sette parareligiose che contaminano attualmente i rapporti tra psichiatria e reli- gione (“Neo-primavera del diavolo”); c) quello delle te- matiche riguardanti l’uso sacramentale dell’esorcismo, la posizione di discernimento e l’articolazione eventua- le con la teoria e la prassi psichiatriche. Il contributo clinico personale riguarda una ricerca, durata per alcuni anni, effettuata in un contesto che da un lato ha offerto un accoglimento religioso spirituale per casi difficili e dall’altro un servizio specialistico per le rilevanze psi- copatologico-cliniche.

Le diverse prospettive tra religione e psichiatria debbo- no altresì venire colte attraverso gli studi della psichia- tria transculturale che può utilizzare: a) sia gli elementi di comparazione; b) sia le prospettive di testimonian- ze di psichiatri appartenenti a religioni diverse (vedi il Convegno Internazionale di Psichiatria Transculturale a Narni, fra esponenti islamici, cattolici e laici).

Nelle considerazioni conclusive si discutono gli ele- menti di tale complesso tema sottolineando la necessità di dialogo e di rispetto reciproco verso i molteplici si- stemi di valori e di credenze religiose. Tali studi devono inoltre essere compatibili sia con il pensiero scientifico, sia con le attuali posizioni della metodologia intercultu- rale, sia con i diritti universali dell’individuo umano.

Sciamani, guaritori, taumaturghi, psicoterapeuti

L.S. Filippi

Sapienza Università di Roma

Lo sciamano, nelle culture primitive che attribuiscono agli spiriti buoni o cattivi gli eventi della vita, è la per- sona capace di mediare tra il mondo degli spiriti e il mondo degli umani. L’iniziazione comporta isolamento dalla comunità, digiuni e intenso lavoro interiore per controllare la sua labilità psichica e acquisire la capaci- tà di entrare e uscire da uno stato alterato di coscienza (trance). Con il suono monotono del suo tamburo e altri rituali indurrà la trance anche nel malato; assumendo su di sé e mimando i disturbi del paziente, in presenza della comunità – la malattia di una persona è un fatto comunitario – egli ne supera le resistenze e le altre di- fese, provocando una salutare abreazione individuale e collettiva.

Guaritore è un individuo che intende curare i malati con pratiche non mediche. Appartengono a questa categoria molti maghi e ciarlatani, fino a pericolosi imbroglioni, come i “guaritori” filippini che affermavano di asportare tumori senza incisioni e mostravano pezzi di organi, ma si trattava di frattaglie di pollo fatte comparire con l’abi- lità del prestigiatore.

Le “guarigioni” dei guaritori sono quelle ottenibili per suggestione: qualunque pratica “terapeutica”, per es.

l’imposizione delle mani (pranoterapia), nell’ambito di una relazione interpersonale soddisfacente, produce un certo beneficio. Il pericolo è che qualche paziente grave eviti di rivolgersi al medico, aggravandosi o morendo. Taumaturgo (dal greco thãuma = prodigio, miracolo e èrgon = azione) è colui che opera miracoli in nome di Dio. I Vangeli descrivono diverse guarigioni miracolose operate da Cristo. Alcuni Santi cristiani sono stati dotati di potere taumaturgico, per es. Cosma e Damiano (III sec. d.C.), Antonio da Padova (“il santo dei miracoli”, XIII sec.), fino a Pio da Pietrelcina dei nostri giorni. Ca- ratteristica comune è la consapevolezza che il potere taumaturgico proviene da Dio, non dall’uomo.

Lo psicoterapeuta è un professionista che, partendo dal- l’inscindibile unità psicosomatica dell’essere umano, cura mediante la psiche del paziente e propria (emo- zioni, ragionamenti, insight ecc.), secondo una teoria scientifica delle attività psichiche, una tecnica e una teoria della tecnica. Elemento comune è la relazione interpersonale, la cui qualità è il fondamento per una risistemazione del mondo interiore del soggetto, l’atte- nuazione della sua sofferenza e un suo migliore adatta- mento della/alla realtà.

bibliografia

De Martino E. (1948) Il mondo magico. Torino: Boringhieri 1981.

Eliade M. (1951) Lo sciamanismo. Tecnica dell’estasi. Trad. it., Ed. Roma: Mediterranee 1983.

Filippi L.S. Introduzione alla psicologia clinica. Roma: Borla 1991.

Lévi-Strauss C. (1958) Antropologia strutturale. Trad. it., Mi- lano: Il Saggiatore 1966.

Psichiatria e religione: un rapporto non trascurabile

V. Rapisarda

Psichiatria, Università di Catania

Il campionario della patologia psichiatrica con riferi- mento alla scrupolosità, alla religiosità in autentica, o per converso alla assenza di moralità che induce a com- portamenti delittuosi, a perversioni sessuali, ad abuso di alcol e all’uso di droghe è assai vasto.

Se pur di dimensioni minori, le sette sataniche e le pos- sessioni demoniache, devono essere pure oggetto di stu- dio da parte degli psichiatri e i contributi di Mastronardi, di Fizzotti, di Balducci, di Boschetti e di Kilpatrick, pos- sono essere utili al riguardo.

Ma ai fini della salute mentale e della prevenzione delle turbe psichiche, occorre riflettere sulla educazione re- ligiosa e su una religiosità autentica che certamente al- lontana i giovani da comportamenti devianti e dall’uso di droghe.

A tal fine da qualche anno abbiamo condotto diver- se indagini in centri delle province di Catania, Enna, Messina, Siracusa e Ragusa al fine di indagare come le

credenze religiose, l’educazione religiosa e i compor- tamenti moralmente coerenti possono ridurre il disagio giovanile e allontanarli dalle attrazioni delle droghe, dal gabling e garantire quell’impegno nello studio necessa- ria premessa per un futuro produttivo, malgrado la grave crisi occupazionale del meridione che spinge molti a cercare lavoro al nord Italia o all’Estero.

Diversità sono state così incontrate a Bronte, Viagrande, Cesarò, Giardini-Naxos, Nicosia, Palazzolo-Acreide, Pachino e Comiso, da attribuire, ovviamente, non solo alla maggiore o minore religiosità, ma anche alle radici storiche e culturali per le diverse influenze delle domi-

nazioni: dalle più antiche (greche, romane, arabe) alle più recenti (francesi e spagnole).

Considerazioni finali saranno esposte sulla prevenzione che richiede una particolare ed intensa collaborazione con gli insegnanti e con i religiosi, utilizzando i sugge- rimenti di Jung, Frankl, Fromm ed in campo più diret- tamente pedagogico: don Bosco, Montessori, Gemelli, Robert Powell con lo scoutismo. Tutto ciò richiama la necessità di considerare che la psichiatria, pur essendo una specialità medica, non può assolutamente trascura- re la componente antropologica nel senso più ampio di cui la religiosità è parte essenziale.

SabaTO 14 FebbraIO 2009 – Ore 11.10-13.10

Sala PintuRiCChio

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