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S57 Insight e benessere soggettivo nei disturbi bipolari e nella schizofrenia

CooRdinatoRe A.C. Altamura

Il Subjective Well-being come indicatore di esito di trattamenti psicofarmacologici nelle psicosi croniche

C.A. Altamura, E. Cattaneo

Clinica Psichiatrica Università di Milano, Fondazione IRCCS, Ospedale Maggiore Policlinico, “Mangiagalli e Regina Elena”, Milano

Introduzione: il Subjective Well-being (SWN) indica

uno stato psicologico ed emozionale che si differenzia da un più ampio concetto di Qualità della Vita (QoL) che include anche aspetti somatici, cognitivi e funzio- nali. In letteratura numerosi studi indagano la QoL come strumento di valutazione del trattamento psicofarmaco- logico in termini di efficacia e di influenza sul funziona- mento socio-lavorativo. Recentemente maggiore atten- zione è stata rivolta al SWN nei pazienti schizofrenici in terapia con antipsicotici.

Metodi: è stata condotta una revisione della letteratura

dal 1995 ad oggi con l’obiettivo di studiare il SWN co- me fattore di esito dei trattamenti psicofarmacologici in pazienti affetti da schizofrenia.

risultati: gli aspetti clinici più frequentemente affrontati

in letteratura sono i seguenti:

confronto del SWN in pazienti in terapia con neuro- lettici o con antipsicotici atipici: il SWN risulta più elevato nei pazienti in farmacoterapia con atipici, a causa dei minori effetti collaterali agenti nelle aree affettiva, cognitiva e sociale;

confronto del SWN in pazienti in terapia con differenti classi di atipici: il SWN nei pazienti in trattamento con olanzapina è significativamente più elevato rispetto a quelli in terapia con clozapina o risperidone; associazione del SWN con la compliance alle te- rapie: i dati sperimentali evidenziano come un alto SWN correli positivamente con una buona com- pliance farmacologica;

1.

2.

SWN come indicatore di esito clinico: tutti i risul- tati emersi dalle ricerche internazionali indicano il SWN come fattore predittivo di un positivo outcome clinico, grazie alla migliore percezione emotiva e al miglior funzionamento comportamentale valutato soggettivamente dai pazienti. La variabile maggior- mente associata a tali dati è rappresentata dall’as- sunzione di antipsicotici atipici.

conclusioni: come evidenziato, il SWN rappresenta un

valido indicatore di esito del trattamento psicofarmaco- logico in pazienti affetti da psicosi croniche. Ne deriva l’utilità clinica della sua applicazione anche in altre ca- tegorie nosografiche (disturbi bipolari).

Insight nel disturbo bipolare

L. Dell’Osso

Università di Pisa

L’insight rappresenta, in psichiatria, un concetto clinico multidimensionale complesso con un ruolo importante nel decorso e cura dei disturbi psicotici. La mancanza o riduzione d’insight è stata dimostrata non solo nel- la schizofrenia ma anche nei disturbi dell’umore ed in particolare nel disturbo bipolare soprattutto nelle forme gravi. Livelli analoghi di riduzione dell’insight sono stati riscontrati in pazienti con disturbo bipolare con sintomi psicotici in fase di remissione rispetto a pazienti schi- zofrenici (Amador et al., 1994; Pini et al., 2001). Scarsi livelli di insight sono stati descritti come caratteristici in pazienti con disturbo bipolare (Dell’Osso et al., 2002) soprattutto in fase acuta (Swanson et al., 1995; Ghaemi et al., 1995) e la consapevolezza di malattia sembra au- mentare solo parzialmente con il miglioramento clinico mentre sembra diminuire progressivamente in relazione al ripetersi degli episodi di malattia (David et al., 1992). In un precedente studio (Pallanti et al., 1999) abbiamo dimostrato come l’insight costituisca un elemento discri- minante tra il disturbo bipolare I e II. Infatti, sebbene in entrambi i gruppi fosse riscontrabile una globale riduzio- ne dell’insight, i pazienti con disturbo bipolare II riporta- vano livelli significativamente minori rispetto ai pazienti con disturbo bipolare I. La globale riduzione dell’insight nei pazienti con disturbo bipolare è in accordo con la letteratura, che evidenzia come la correlazione tra l’in- sight e la severità del quadro clinico, sebbene presente, non sia lineare come si potrebbe ipotizzare. È interes- sante ricordare come anche la presenza di altri disturbi in comorbidità con il disturbo bipolare abbia un impatto sulla consapevolezza di malattia. La comorbidità con diversi disturbi d’ansia è infatti risultata correlata a di- versi livelli di insight in pazienti con disturbo bipolare con sintomi psicotici, in particolare, pazienti con distur- bo ossessivo compulsivo o fobia sociale presentavano livelli di insight significativamente superiori rispetto a pazienti senza tale comorbidità, mentre, la presenza di comorbidità con disturbo di panico risultava associata a minori livelli di insight (Pini et al., 2003).

4. Obiettivo del presente studio è stato quello di confron-

tare i livelli d’insight tra pazienti con disturbo bipolare con sintomi psicotici nelle diverse fasi di malattia (ma- nia, stato misto e depressione bipolare) con quelli di pa- zienti con depressione unipolare con sintomi psicotici. È stato esaminato un campione di pazienti ricoverati presso i reparti di Psichiatria (1° e 2°) del Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotec- nologie dell’Università dei Pisa. I pazienti erano affetti da disturbi dell’umore (disturbo bipolare e depressione unipolare entrambi con sintomi psicotici) in accordo con i criteri del DSM-III-R. L’intero campione è stato valutato nella settimana precedente la dimissione usan- do la Structured Clinical Interview for DSM-III-R-Patient Edition (SCID-P), la Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e la Scale to Assesss Unawarness of Mental Disorder (SUMD).

L’insight è risultato significativamente correlato alla polarità del disturbo dell’umore: i pazienti con mania hanno riportato un insight significativamente minore ri- spetto a quelli con stato misto, depressione bipolare e depressione unipolare. Un’analisi di regressione lineare, che ha utilizzato il punteggio della SUMD come varia- bile dipendente e il numero totale dei sintomi maniacali come variabile indipendente, ha evidenziato che sinto- mi maniacali specifici non sono correlati al livello di insight. Risultati analoghi sono stati ottenuti confrontan- do i punteggi medi nell’insight dei pazienti con e senza deliri di grandezza.

I nostri risultati suggeriscono che i livelli di insight di- scriminano i pazienti con mania rispetto ai pazienti con altre polarità del disturbo affettivo. La mancata associa- zione tra i livelli di insight e il numero totale dei sintomi maniacali o sintomi maniacali specifici sembra poter essere correlata al perdurare di sintomi subsindromici in pazienti in remissione da un episodio maniacale. Que- sto risultato è inoltre in accordo con la letteratura che dimostra come la correlazione tra l’insight e la severità del quadro clinico non sia lineare.

In conclusione, i risultati del presente studio conferma- no che il disturbo bipolare è caratterizzato dalla presen- za di scarsi livelli di insight e che questi differiscono a seconda delle diverse fasi di malattia, con un peggiora- mento nella fase maniacale.

bibliografia

Amador XF, Flaum M, Andreasen NC, Strauss DH, Yale SA, Clark SC, et al. Awareness of illness in schizophrenia,

schizoaffective and mood disorders. Arch Gen Psychiatry

1994;51:826-36.

David A, Buchanan A, Reed A, Almeida O. The assessment of

insight in psychosis. Br J Psychiatry 1992;161:599-602.

Dell’Osso L, Pini S, Cassano GB, Mastrocinque C, Seckinger RA, Saettoni M, et al. Insight into illness in patients with ma-

nia, mixed mania, bipolar depression and major depression with psychotic features. Bipolar Disord 2002;4:315-22.

Ghaemi SN, Stoll AL, Pope HG Jr. Lack of insight in bipo-

lar disorder. The acute manic episode. J Nerv Ment Dis

Pallanti S, Quercioli L, Pazzagli A, Rossi A, Dell’Osso L, Pini S, et al. Awareness of illness and subjective experience of

cognitive complaints in patients with bipolar I and bipolar II disorder. Am J Psychiatry 1999;156:1094-6.

Pini S, Cassano GB, Dell’Osso L, Amador XF. Insight into illness

in schizophrenia, schizoaffective and mood disorders with psychotic features. Am J Psychiatry 2001;158:122-5.

Pini S, Dell’Osso L, Amador XF, Mastrocinque C, Saettoni M, Cassano GB. Awareness of illness in patients with bipolar I

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Swanson CL Jr, Freudenreich O, McEvoy JP, Nelson L, Kama- raju L, Wilson WH. Insight in schizophrenia and mania. J Nerv Ment Dis 1995;183:752-5.

Subjective well-being nella schizofrenia: analisi della capacità predittiva sull’outcome clinico e psicosociale

L. Ferrannini, M. Vaggi

Dipartimento Salute Mentale, ASL 3 Genovese

Sebbene sia nota da tempo la correlazione tra efficacy e collateralità delle terapie antipsicotiche con la qualità della vita dei soggetti schizofrenici in trattamento, solo negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si è sposta- ta da misurazioni oggettive di tali dimensioni effettuate da clinici, a valutazioni che tengano in debita conside- razione il vissuto soggettivo e le opinioni dei pazienti. A tal proposito è stata sviluppata da Naber alcuni anni or sono una scala di valutazione specifica (SWN-K). Le opinioni dei pazienti ed il loro livello di satisfaction ri- guardanti l’impatto dei trattamenti sulla propria qualità di vita è stata principalmente legata alla adesione al trat- tamento e al rischio di recidiva.

Lo scopo del nostro contributo è quello di analizzare la correlazione tra valutazione soggettiva del trattamento in un campione rappresentativo di soggetti schizofrenici in trattamento con antipsicotici (analizzato attraverso la SWN-K) e l’outcome clinico e psicosociale (analizzato attraverso scale specifiche), partendo dall’ipotesi per cui un buon impatto del trattamento sul benessere del pa- ziente sia uno degli elementi che si correlano maggior- mente a lungo termine con l’effectiveness e l’esito del trattamento stesso.

bibliografia

Naber D, Karow A, Lambert M. Subjective well-being under the

neuroleptic treatment and its relevance for compliance. Acta

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Naber D, Moritz S, Lambert M, Pajonk FG, Holzbach R. Im-

provement of schizophrenic patients’subjective well-be- ing under atypical antipsychotic drugs. Schizophr Res

2002;57:125.

Subjective well-being e insight nei pazienti con disturbi bipolari: modificazioni durante il ricovero e correlazioni con le variabili cliniche e soggettive al follow-up

C. Bressi, C.A. Altamura

Clinica Psichiatrica, Università di Milano, Fondazione IRCCS, Ospedale Maggiore Policlinico, “Mangiagalli e Regina Elena”, Milano

Introduzione: diversi studi hanno evidenziato l’im-

portanza delle componenti soggettive quali l’Insight e il Subjective Well-being come predittori dell’outcome clinico nei soggetti affetti da schizofrenia e da disturbi affettivi.

Metodi: sono stati reclutati consecutivamente pazienti

con diagnosi di disturbo bipolare I e II (DSM-IV-TR) in trattamento con antipsicotici atipici ricoverati presso l’SPDC dell’UOP dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Per la valutazione dell’Insight è stata utilizza- ta la Scale to Assess Unawareness of Mental Disorder (SUMD, Amador e Strass, 1990); per il Subject Well- being la scala SWN (Naber, 1995) e per la sintomato- logia le seguenti scale: Brief Psychiatric Rating Scale, Mania Rating Scale, Hamilton Depression Rating Scale, Clinical Global Impression-Bipolar Version (CGI-BP). Le scale psicometriche sono state somministrate all’ammis- sione in SPDC (T0) ed alla dimissione (T1). La stabilità dei risultati sarà valutata, successivamente, mediante la somministrazione delle medesima batteria testale ogni 6 settimane per 12 mesi.

risultati: lo studio di associazione tra variabili cliniche

e testali al T0 ha evidenziato una correlazione inver- sa tra numero di ricoveri pregressi e punteggio nella sottoscala controllo emotivo del SWN (r = -0,822; p = 0,012); lo studio di associazione tra variabili sintomato- logiche alla dimissione (variabili dipendenti) e le sotto- scale SWN e SUMD (variabili indipendenti) attraverso modelli di regressione lineare (metodica Stepwise) ha evidenziato associazioni statisticamente significative tra le sottoscale funzioni fisiche del SWN (B = -0,196; t = -4,303; p = 0,008) e consapevolezza attuale del SUMD (B = 1,060; t = 7,861; p = 0,001) ed il punteggio CGI-BP alla dimissione.

conclusioni: l’associazione inversa tra il controllo emo-

tivo e il numero di ricoveri conferma l’influenza nega- tiva delle recidive sul benessere soggettivo dei pazienti affetti da disturbo bipolare. I risultati della regressione lineare, in accordo con la letteratura internazionale, suggeriscono il valore predittivo della consapevolezza e del benessere soggettivo rispetto alla gravità sintoma- tologica alla dimissione. Infine, verranno illustrati i ri- sultati della successiva valutazione psicometrica a sei settimane dalla dimissione.

SabaTO 14 FebbraIO 2009 – Ore 11.10-13.10

Sala CaRavaggio

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